Il 23 ottobre, Politico ha pubblicato l’ultima sparata della beltway [in inglese “la tangenziale”, locuzione che sta ad indicare Washington, circondata, appunto, da una tangenziale] contro Putin, a firma di Susan B. Glasser. Prende una strada diversa dalla maggior parte dei discorsi contro Putin, sostiene che gli Stati Uniti hanno descritto il presidente russo come una minaccia più grande di quanto sia in realtà. (La beltway deve aver capito che ripetere la stessa cosa più e più volte aspettandosi al contempo risultati diversi è un chiaro segno di follia). A quanto pare, il pubblico americano non reagisce alle accuse a Putin in un modo sufficientemente bellicoso per giustificare la guerra preventiva con la Russia… Almeno ha la decenza di non sostenere che l’unico avversario di Putin, Aleksej Navalny, è un’alternativa credibile.

La Glasser: “Al che ho chiesto a Khodorkovsky di Navalny, l’unico che abbia mostrato un vero seguito di pubblico. Khodorkovsky, ancora profondamente impopolare, poiché viene visto come un oligarca che ha sfruttato il disordine post-sovietico degli anni ‘90, ha dichiarato che non si sarebbe ancora unito a Navalny o ad alcuna altra figura dell’opposizione (“un’opposizione unita”, ha detto, è solo “un bersaglio bello grosso”) e ha definito Navalny  tutto fuorché “autoritario””.

L’autoritarismo dovrebbe essere l’ultima delle preoccupazioni della Russia: secondo la pagina Wikipedia di Navalny , la sua unica qualifica per correre per l’incarico più alto del paese è essere “un avvocato russo, attivista politico e finanziario”. Cosa può dargli più di un vantaggio su Donald Trump piuttosto che su Vladimir Putin? Confrontiamo i curricula:

Come Putin, Navalny è laureato in legge: ma il lavoro di Putin nel KGB sovietico lo ha portato in Germania, il paese più potente d’Europa, per diversi anni, durante i quali il suo tedesco è diventato fluente, consentendogli di discutere con Angela Merkel di questioni che possono dar forma al mondo. Durante i suoi diciassette anni al timone della Russia, ha supervisionato la trasformazione di un ex paese comunista che annaspava a causa della terapia economica shock in una potenza capace di affrontare gli Stati Uniti nel loro teatro più importante – il Medio Oriente – salvando il presidente siriano dalla sconfitta per mano dell’ISIS e di Washington. Senza perdere il controllo a causa dell’ammassarsi di truppe della NATO al confine occidentale dal Baltico al Mar Nero, ha aumentato la prontezza russa, descritta in Occidente come “minacciosa”.

Leggendo attentamente la pagine Wikipedia di Navalny, sembra che l’unico compito di un presidente di una nazione sia quello di contrastare la corruzione. Ad un certo punto c’è scritto che ha descritto gli ucraini come scarafaggi – lo stesso epiteto, a proposito, usato dagli ucraini nei confronti dei russi – il che induce a considerazioni su come avrebbe affrontato il Maidan e le sue conseguenze. Oppure il Navalny esperto di affari avrebbe accolto con favore un accordo Ucraina-UE che avrebbe fatto circolare liberamente in Russia i prodotti europei senza alcuna contropartita?

Avrebbe resistito contro le inevitabili aspettative da parte dell’Occidente di ricompense in cambio di un sostegno elettorale che sicuramente avrebbe dovuto avere molti zeri per battere Vladimir Putin? Quali accordi si sarebbe rifiutato di fare?

E che dire della sua autodesignazione come “nazionalista democratico”? È più rassicurante per un Occidente ossessionato dal “giocare secondo le regole” e dal “comportamento politicamente corretto” rispetto alla “democrazia pilotata” di Putin? Quanta differenza ci sarebbe tra l’estrema destra della vicina Europa, e dell’Ucraina, e la Russia, con una presidenza Navalny? Qualcuno ha mai chiesto che cosa significa esattamente “nazionalismo democratico”? Esaminando il significato letterale delle parole, supponiamo che significhi che gli incarichi politici verranno riempiti attraverso “elezioni libere e giuste” e che i vincitori si dedicheranno alla creazione di una “Russia per i russi”. La domanda successiva diventa “Qual è la definizione di “russo””? Il fatto di essere bianco?

Ok, smettiamo di preoccuparci di questo, e passiamo alle relazioni russe col resto del mondo (dopo tutto, avere undici fusi orari e un grosso mucchio di atomiche non è tutto…). Navalny inviterebbe la Exxon Mobil ad estrarre petrolio dall’Artico, e permetterebbe agli USA di attaccare l’Iran per aver “aiutato i terroristi” (ovvero i palestinesi che combattono per la loro patria sostenuti dalla libanese Hezbollah, una milizia sciita)?

Al di là del “nazionalismo democratico”, qual è la visione del mondo di Navalny – e ha avuto esperienze in politica estera, a parte forse quella di essere il rappresentante della più lunga rivoluzione colorata finanziata dagli USA? La sua lunga pagina Wikipedia non ne menziona alcuna, mentre nell’articolo di Politico che ho citato in precedenza, un ex ufficiale dell’intelligence statunitense che ha partecipato al recente Club Valdai [in inglese] ha criticato Putin per aver lanciato moniti contro la guerra nucleare!

“È stato un discorso molto antiamericano”, mi ha detto, ha scritto la Glasser, “ha messo in campo un nuovo elemento: l’allarmismo sull’eventuale imminenza della guerra nucleare. Certamente, stava dicendo che adesso siamo in una posizione davvero pericolosa. Questo è stato il messaggio.” (Non importa che il senatore Bob Corker, un sostenitore della prima ora del candidato Trump, sia apparso oggi sulla televisione nazionale esprimendo dubbi – tra molte altre cose – sul fatto che il presidente porti il paese in guerra…) Cosa avrebbe detto Navalny ad un raduno internazionale di politici e uomini d’affari il cui nome era: “Distruzione Creativa: dai Conflitti Attuali Emergerà un Nuovo Ordine Mondiale?”

La cosa più sorprendente riguardo all’editoriale anti-Putin di Politico è che è arrivato nel momento in cui l’intera classe politica americana si sta scontrando con il presidente meno qualificato della storia elettorale statunitense.

*****

Articolo di Deena Stryker pubblicato il 27 ottobre 2017 su New Eastern Outlook.

Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

Condivisione: