«Il Kirghizistan continua le trattative con la Russia in merito al collocamento della seconda base militare russa nel Paese», — dichiara il primo ministro del Kirghizistan Sapar Isakov durante l’incontro con i rappresentanti dei media russi a Mosca. Secondo quanto ha rivelato, la decisione finale non è ancora stata presa. Ha specificato che le consultazioni per la costruzione della struttura militare russa sono state effettuate a livello dei «ministeri competenti, ma questo argomento non è stato discusso con il primo ministro Dmitrij Medvedev» (29 settembre — EADaily).
Tuttavia, come è riuscito a scoprire EADaily, al Ministero della difesa kirghiso non è previsto nulla a riguardo. Ad ogni modo, il dipartimento non conferma alcuna informazione in merito alle presunte trattative in corso con la controparte russa sulla costruzione di una base militare: «Non ci sono piani simili fino alla fine del 2017». E cosa accadrà dopo?
Ricordiamo che si parla della costruzione di una base militare russa ad Osh dal 2005. Allora il colpo di stato e il cambio di regime nella repubblica hanno intralciato i piani. Solo nel 2009 i presidenti Kurmanbek Bakiev e Dmitrij Medvedev hanno firmato un memorandum sulla realizzazione di una base militare russa ad Osh. Ma letteralmente il giorno dopo a Bishkek si sono presentati il segretario di stato e il ministro della difesa degli Stati Uniti per avere una spiegazione dal «partner strategico» (in quel periodo nell’aeroporto internazionale Bishkek-Manas si trovava la base della NATO). Dopo l’incontro con i rappresentanti di Washington, Bakiev ha rinunciato alle trattative con la Russia.
In seguito, la questione della base in Kirghizistan è stata sollevata durante il vertice dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO) nel 2013 a Bishkek. I Presidenti dei Paesi appartenenti all’alleanza hanno espresso in un incontro informale la loro preoccupazione sulla situazione in Afghanistan e in Siria e hanno proposto di riconsiderare la realizzazione della base russa nel sud del Kirghizistan.
All’epoca il capo della pianificazione strategica dell’Associazione della cooperazione di confine, Aleksandr Sobyanin, durante la conversazione con il corrispondente di EADaily ha indicato che la base ad Osh serve non per salvaguardare il Kirghizistan da qualche minaccia, ma per la protezione degli interessi russi oltre i confini. «Per assicurare l’economia russa e il lavoro nei Paesi del sud e del centro dell’Asia. Perché i grandi progetti economici non possono essere realizzati in condizioni di instabilità e di insicurezza militare. Per la protezione degli interessi del Kirghizistan la base militare non serve. Per respingere qualsiasi tipo di minaccia bastano le forze della CSTO e della base militale 201, che è collocata nel vicino Tagikistan», — ha dichiarato Sobyanin. Il direttore generale del centro di analisi La strategia Est -Ovest Dmitry Orlov crede che nel prossimo futuro non ci sarà alcuna base russa ad Osh, dato che il Kirghizistan è un «territorio del compromesso».
«Se si considera la questione dal punto di vista strategico militare, quel che vediamo è che in Asia centrale ci sono tre parti dominanti: Afghanistan, Tagikistan e Kirghizistan. Gli Stati Uniti controllano l’Afghanistan, o almeno, credono di controllarlo. La Russia invece controlla il Tagikistan e il Kirghizistan. In Tagikistan c’è la base militare 201 e il complesso optoelettronico «Oknò», un sistema per la sorveglianza dello spazio cosmico a Nurek. In Kirghizistan si trova la base aerea di Kant, la base per i collaudi (al lago Ysykköl), il centro di comunicazione a lunga distanza (Chaldybar), la stazione di rilevamenti sismici (Mailuu-Suu). Tutti questi elementi fanno parte di una base militare unita completata quest’anno. I militari russi possono rimanere in Kirghizistan per 15 anni. Significa che in Kirghizistan c’è l’influenza russa, ma non c’è alcuna prevalenza. Questo è un territorio del compromesso. Se ci sarà un orientamento verso la Russia, il Dipartimento di stato reagirà subito. Il Kirghizistan è un territorio “pattuito”, nel quale chiaramente nessuno avrà alcuna supremazia sull’altro», dichiara Orlov.
Secondo lui, le elite del Kirghizistan hanno l’orientamento verso l’Occidente, mentre il popolo è orientato verso la Russia. «Per questo l’apertura di una base qui è problematica», sottolinea l’esperto, aggiungendo che a lui sembra che la questione della base militare russa, sollevata dal nuovo primo ministro del Kirghizistan Sapar Isakov, sia più legata alla situazione attuale.
Alla domanda sul perché per la base è stata scelta proprio Osh, gli esperti rispondono che si tratta di quella parte della Valle di Fergana, dove c’è l’uscita verso il Pamir, verso Cina, India e Pakistan e l’Afghanistan. Questi Paesi compongono il cosiddetto «punto di controllo» – le montagne del Pamir. Nel Pamir hanno sempre dominato gli inglesi, gli americani sono stati e saranno marginali. Non bisogna dimenticare che nel Pamir, nella regione di Gorno-Badachšan vivono gli ismailiti, seguaci storici di Aga Khan e Aga Khan è un progetto completamente britannico. Inoltre Osh è un luogo comodo, che consente di controllare ogni genere di percorsi di transito.
Articolo di redazionale comparso su Eurasia Daily pubblicato il 3 ottobre 2017
Traduzione in italiano a cura di Ilaria per SakerItalia.it
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