Durante la cerimonia di adesione di quattro regioni ucraine alla Russia il discorso del Presidente Putin [in inglese] ha delineato le ragioni che stanno dietro l’attuale lotta della Russia, il carattere e l’identità dei suoi nemici e, cosa più importante, ha gettato le basi per il prossimo livello di confronto con l’Occidente, al di là del conflitto militare in corso in Ucraina. Putin ha chiaramente definito l’attuale scontro come una battaglia mondiale, in cui la Russia svolge un ruolo di primo piano contro lo Stato Profondo che governa l’Occidente, e che utilizza tutti gli strumenti disponibili – inclusi quelli militari, economici, culturali e sociali – nel tentativo di preservare il dominio unipolare.

Le parole di Putin sono state dirette a tre pubblici distinti: l’Occidente collettivo, il sud del mondo e la Russia. È tornato alla storia del Medioevo per ricordare le origini e l’impatto dello sfruttamento delle risorse occidentali e del colonialismo nelle Americhe, in Asia e in Africa attraverso guerre imperialiste, razzismo e schiavitù. Ha toccato le imprese militari del XX secolo, guidate principalmente dagli Stati Uniti e dai loro alleati, e il loro impatto in Germania e Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in Corea negli anni ‘50, in Vietnam negli anni ‘60 e ‘70 e le sue ultime avventure fallite in Iraq, Libia, Siria e Afghanistan. Ha evidenziato anche i giorni terribili della Russia negli anni ‘90, e i tentativi delle potenze occidentali di trasformarla in una fonte di risorse naturali a basso costo, smembrata e passiva. Il messaggio di Putin ai russi ha avuto toni nazionalistici e religiosi, toccando la difesa dei valori tradizionali della famiglia come una chiamata alle armi contro la minaccia causata dalla diminuzione della crescita demografica. Ha inoltre definito la stampa di moneta statunitense come uno degli strumenti chiave utilizzati dall’establishment occidentale per raggiungere i suoi obiettivi di autoconservazione e supremazia, ricordando che la carta non nutre né riscalda gli esseri umani.

Sarebbe allettante vedere questo discorso in modo ristretto, come un’altra manifestazione della posizione della Russia nelle grandi battaglie geopolitiche; ma ciò che ha fatto Putin è impostare la rivalità internazionale in profondi termini storici e culturali che hanno un indubbio fascino in tutto il mondo. I critici vedranno la benigna caratterizzazione della Russia da parte di Putin come uno stratagemma cinico che nasconde il ruolo del paese, attraverso il suo posto di comando all’interno dell’Unione Sovietica, nella sottomissione dei paesi dell’Europa orientale dopo la Seconda Guerra Mondiale; ma il sud del mondo vedrà le cose in modo diverso.

Putin accession

La cerimonia di firma dei trattati di adesione delle regioni DPR, LPR, Zaporozhye e Kherson alla Russia. Da sinistra a destra: il capo della regione di Kherson Vladimir Saldo, il capo della regione di Zaporozhye Evgenij Balickij, il presidente russo Vladimir Putin, il capo della Repubblica Popolare di Donetsk Denis Pushilin, il capo della Repubblica popolare di Lugansk Leonid Pasechnik.

Il feroce attacco di Putin contro l’Occidente è un’arma a più punte che ha fatto presa tra i segmenti conservatori di una popolazione costernata dal globalismo, che impone un’agenda profondamente inquietante che va contro le opinioni tradizionali su famiglia, matrimonio e sesso; ma ha anche toni di sinistra, come la critica sempre contro lo stesso globalismo, che sta peggiorando la disparità di ricchezza, e persino un appello libertario quando si è riferito all’imposizione di stati di emergenza, controllo dei media e sanzioni ad altre società come esempi di totalitarismo fatto dall’Occidente. L’obiettivo principale di Putin è l’establishment anglosassone, principalmente Stati Uniti e Gran Bretagna, e ha tentato di mettere un cuneo all’interno dell’Occidente concentrandosi sulla sovranità, un grido con risonanza in paesi come l’Ungheria e l’Italia e sui tradizionali sentimenti contro la guerra in Germania e Giappone, ricordando gli orrori dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale a Dresda, Amburgo, Colonia, Hiroshima e Nagasaki.

Una conseguenza immediata dell’escalation retorica di Putin sarà l’aumento della pressione degli Stati Uniti sul sud del mondo affinché segua le sanzioni anti-russe. Per contrastare questa minaccia, e poiché la Russia ha bisogno del suo continuo sostegno, dovrà combinare l’ideologia con un sostegno pragmatico e tangibile in termini di accesso a risorse energetiche e alimentari critiche per i paesi più poveri. Le recenti astensioni di Cina, India e Brasile su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva la condanna dei referendum in Ucraina sono state senza dubbio guidate dalle aspettative di questi paesi sulle azioni future della Russia.

Dopo la fine della Guerra Fredda e il crollo dell’Unione Sovietica, e quando ha gradualmente abbandonato il Socialismo, la Russia ha perso il potente fascino ideologico che ha esercitato per decenni sul sud del mondo e nei segmenti anti-establishment occidentali. L’aspetto più notevole del recente discorso di Putin è il riportare in primo piano il confronto ideologico. Questa nuova battaglia sembra presentare la difesa occidentale della democrazia, della libertà e della sovranità come vuota e ipocrita. Un messaggio combinato di anti-colonialismo e conservatorismo è uno strumento potente, ma l’appello indiretto e sottile di Putin al potere popolare come unico modo per contrastare lo Stato Profondo è ancora più forte. L’identificazione da parte di Putin dello Stato Profondo come nemico dell’umanità potrebbe essere la sua ultima eredità ideologica, qualcosa di evitabile se gli Stati Uniti si fossero rassegnati ad essere solo un paese normale, e si fossero concentrati principalmente sulla prosperità della loro gente.

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Articolo di Oscar Silva-Valladares pubblicato su Oriental Review il 7 ottobre 2022
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

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