• La Merkel è una pasticciona gravemente sopravvalutata. È da lungo tempo la babbea di Washington ed ha urtato contro l’implacabile muro di pietra della posizione di Putin sull’Ucraina, dove lui ha le carte migliori.
  • Presa fra i due, sta iniziando a creparsi, sia politicamente che emozionalmente.
  • I suoi oppositori interni odorano il suo sangue.

 

Un recente dispaccio della Reuters conferma la nostra versione di quel che è veramente successo al summit del G20.

Per farla breve, il summit è stata una stridente ripetizione del summit ASEM di Milano.

Questo è ciò che scrivemmo:

Lo stesso schieramento di capi di stato europei accresciuto stavolta da australiani e canadesi (Obama e Putin si son visti a mala pena) ha cercato ancora una volta di costringere Putin a fare in Ucraina ciò che desiderano, credendo che in questa occasione la caduta dei prezzi di petrolio e rublo lo avrebbe reso più docile.

Nonostante lo sconcerto e la rabbia collettivi, Putin si è rifiutato di muoversi di un pollice.

I capi di stato europei ne sono usciti senza un indizio su cosa fare. Hanno disperatamente bisogno di metter fine alla crisi ucraina, che sta danneggiando le loro economie e che sta creando crescenti dissensi all’interno della stessa EU, come dimostrato dai commenti di Milos Zeman e di Orban.

C’è poca voglia sia di ulteriori sanzioni che di dare all’Ucraina le decine di miliardi necessari a risollevarla, mentre c’è una profonda riluttanza a cercare di ristrutturare il debito ucraino poiché per farlo occorrerebbe inevitabilmente l’accordo del suo più grande creditore, cioè la Russia, che senza alcun dubbio legherebbe il suo accordo a concessioni politiche.

La speranza sembra essere sempre quella di costringere in qualche modo Putin a risolvere il problema per conto degli europei nel modo da loro richiesto, e c’è incredulità ed esasperazione quando questo non succede. Nel frattempo, la situazione politico-economica nella stessa Ucraina continua la spirale verso il fondo.

L’articolo della Reuters conferma ogni punto di quel che dicemmo.

Esso ha una chiara origine nelle riunioni di funzionari tedeschi che quasi sicuramente agiscono su istruzione della stessa Merkel.

Si apprende che:

1. La Merkel è uscita da una riunione faccia a faccia con Putin sconcertata e furiosa di trovarlo assolutamente irremovibile sull’Ucraina, e del suo rifiuto ad essere costretto a fare ciò che lei vuole:

2. La Merkel non ha nessuna idea di cosa fare. Il dispaccio della Reuters la mette in “Merkel è entrata in un vicolo cieco diplomatico”. Invece lei si è ridotta a parlare di “mantenere l’operazione” razionalizzato come “a lungo raggio”, il che è in realtà un modo per dire che non farà niente. In verità non c’è tempo per il tipo di “lungo raggio” di cui parla, visto che la situazione in Ucraina si sta deteriorando e che l’opposizione alle politiche della Merkel sta crescendo;

3. Ulteriori sanzioni sono improponibili a causa della crescente opposizione in Europa. Sarà una “fatica di Ercole” perfino ottenere la estensione delle sanzioni attuali quando dovranno essere rinnovate;

4. La Merkel sta adesso affrontando una crescente opposizione alle sue linee di condotta all’interno della stessa Germania;

Noi l’abbiamo ripetuto più volte qui su Russia Insider. Il dispaccio della Reuters conferma l’ampiezza delle pressioni alle quali la Merkel è ora sottoposta.

Nel suo attuale stato d’animo rancoroso sta incolpando di tutto ciò la “fascinosa” offensiva di Putin e la “propaganda russa”.

Tutta spazzatura. Dobbiamo seriamente credere che un ex capo della SPD come Matthias Platzek o i duri uomini d’affari tedeschi riunitesi a Stoccarda con il ministro dell’Economia russo Ulyukaev siano babbei del Cremlino?

Rispetto a ciò che è intercorso nella riunione che la Merkel ha avuto faccia a faccia con Putin, il dispaccio della Reuters ci dà un indizio: la Merkel ha chiesto a Putin di “compitare esattamente che cosa lui vuole in Ucraina e negli altri ex stati satelliti sovietici”.

Questa domanda mostra perché la diplomazia della Merkel e l’intero approccio europeo alla crisi ucraina siano andati così catastroficamente male.

La Merkel e gli europei hanno completamente male interpretato questa crisi. Hanno pensato erroneamente che fosse una crisi fra Ucraina e Russia. Si sono autoconvinti che l’Ucraina è la “vittima” della “aggressione russa”. Pensano che comprando o minacciando la Russia si possa “terminare” questa aggressione ed allora la crisi sarebbe “risolta” e l’Ucraina “salvata”.

Quando la Merkel ha chiesto a Putin di “compitare cosa lui vuole in Ucraina” stava cercando di fargli ammettere in privato la sua “aggressione” in modo da arrivare ad un accordo per farla cessare.

Putin non poteva dare alla Merkel la risposta che lei desiderava. Per una ragione molto semplice. Non c’è una aggressione russa contro l’Ucraina. Putin non può terminare una aggressione che non sta avvenendo e non può accordarsi per fermare ciò che non sta succedendo. Quel che la Merkel e gli europei hanno cercato di fare non potrà mai funzionare poiché è sbagliato l’assioma su cui si basa.

La crisi è un conflitto interno alla Ucraina, provocato dallo stesso colpo di stato favorito dagli europei. Può essere risolta solo se le parti in conflitto si parlano. La Russia non ha creato e non controlla i ribelli nell’est dell’Ucraina. Ha qualche influenza su di loro. Tuttavia la Russia non può stringere un accordo che li sacrifichi o che permetta di sconfiggerli, perché sarebbe politicamente impossibile.

Questo è ciò che Putin ha detto pubblicamente fin da marzo, ed è anche ciò che ha senza dubbio detto alla Merkel in privato a Brisbane. È anche ciò che Putin e Lavrov dissero al ministro degli esteri tedesco Steinmeier a Mosca, quando gli ricordarono puntigliosamente, con suo ovvio disappunto, dell’accordo del 21 febbraio 2014, che lui stesso negoziò e che imponeva il colloquio fra le parti nel conflitto ucraino e che non è mai stato rispettato.

La Merkel e gli europei si rifiutano di affrontare questi fatti. Quando i russi li tirano fuori, la loro reazione (come in questo caso) è di infuriarsi ed accusare i russi di mentire.

Visto che la Merkel e gli europei si rifiutano di affrontare i fatti, la situazione in Ucraina è destinata a peggiorare. E peggiorando, a dispetto di tutte le coraggiose chiacchiere circa il “lungo raggio”, anche i problemi della Merkel peggioreranno perché diventerà sempre più ovvio alla gente in Germania e nelle altre parti d’Europa che la sua linea di condotta ha fallito. Il fatto che la riunione con Putin si sia prolungata per quattro ore mostra quanto adesso è urgente per lei la necessità di risolvere la crisi a causa delle pressioni a cui ora è sottoposta.

La Merkel si è creata questo problema da sola, affrontando i russi in Ucraina dove, come a Russia Inside abbiamo sempre detto, i russi hanno in mano tutte le carte migliori. Abituata all’approvazione da parte degli altri capi di stato europei, nelle trattative coi russi appare smarrita. In politica, la prima regola quando siamo in un buco è di interrompere gli scavi. Se la Merkel non riesce a fermare gli scavi, la Germania potrebbe avere presto un nuovo cancelliere.

Di seguito, l’intero articolo della Reuters: (Aggiungiamo che è semplicemente gocciolante di
pregiudizi anti-russi. L’intero pezzo ha l’aria di un eccitato labrador retriever – vedete com’è terribile Putin e come la signora Merkel è una così brava persona. Sciocchezze terribilmente imbarazzanti – ma è tipico della Reuters. Leggete fra le righe, come facevano le persone in USSR, e potrete vedere i fatti sullo sfondo – La Merkel è nei guai.)

 

Alexander Mercouris, mercoledì 26 Novembre 2014


 

Reuters (Berlino) – Dopo nove mesi di diplomazia tedesca a tempo pieno per disinnescare la crisi in Ucraina, il cancelliere Angela Merkel ha deciso che era necessario un cambio nella linea di condotta.

Prima del summit dei capi di stato del G20 in Australia, la Merkel si è risolta a confrontarsi da sola con Vladimir Putin, senza l’usuale pacchetto di interpreti ed aiuti.

Invece di sfidarlo in quella che vede come una sfilza di promesse non mantenute, avrebbe chiesto al presidente russo di compitare esattamente cosa vuole in Ucraina e negli altri ex satelliti sovietici sottoposti al bombardamento propagandistico del Cremlino.

Il 15 di novembre alle 22:00, lontani mezzo mondo dalla crescente violenza nell’est dell’Ucraina, i due si sono incontrati all’ottavo piano del Brisbane Hilton. L’incontro non è andato come sperato.

Per quasi quattro ore, la Merkel — affiancata intorno a mezzanotte dal nuovo presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker — ha cercato di far abbassare la guardia all’ex agente del KGB, parlante un ottimo tedesco, e di fargli dichiarare chiaramente le sue intenzioni.

Ma tutto quello che il cancelliere ha ottenuto da Putin, hanno detto alla Reuter alcuni funzionari informati sulla riunione, sono le stesse smentite ed espedienti che ascolta da mesi.

“Lui emanava freddezza,” un funzionario ha detto dell’incontro. “Putin si è piantato lì e non può uscirne.”

L’incontro di Brisbane, e quello di Milano un mese prima — in cui Putin fece promesse sul comportamento russo in est Ucraina che funzionari tedeschi ritengono rotte dopo pochi giorni — ha spinto a nuove altezze il livello di frustrazione a Berlino . La Merkel, con Putin, è entrata in un vicolo cieco diplomatico.

Da febbraio, quando il presidente ucraino pro-russo, Viktor Yanukovich, è fuggito da Kiev in mezzo a violente proteste in piazza Maidan, la Germania si è distinta nel convincere Putin ad impegnarsi con l’occidente.

La Merkel ha parlato con lui per telefono tre dozzine di volte. Il suo ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier, un membro dei socialdemocratici (SPD), partito tradizionalmente amico della Russia, ha investito centinaia di ore cercando di assicurare una soluzione negoziata del conflitto.

Ora, i funzionari tedeschi dicono di aver finito le idee su come influenzare il leader russo. I canali di comunicazione con Putin rimangono aperti, ma Berlino si prepara ad un lungo stallo, simile alla guerra fredda.

“Penso che bisogna prepararci ad un conflitto prolungato in cui la Russia userà tutti i mezzi a sua disposizione,” ha detto alla Reuters Norbert Roettgen,  a capo del comitato degli affari esteri del parlamento tedesco e membro del partito conservatore della Merkel.

“Essenzialmente siamo in un gioco di attesa,” ha detto un altro funzionario tedesco richiedendo l’anonimato per la delicatezza della materia. “Tutto quel che possiamo fare è di tenere d’occhio la violenza nell’Ucraina dell’est ed essere preparati a reagirvi.”

La frustrazione della Merkel era evidente durante un discorso a Sydney, due giorni dopo il suo incontro con Putin. In un linguaggio inusualmente aspro, ha accusato la Russia di calpestare la legge internazionale con un “vecchio modo di pensare” basato su sfere di influenza.

“Dopo gli orrori di due guerre mondiali e la fine della guerra fredda, ciò mette in discussione il pacifico ordine in Europa.” ha detto.

Il giorno dopo il discorso, Steinmeier è andato a Mosca a valutare i danni.

Ha subìto l’agguato di Putin, che all’inizio della loro trattativa si è lanciato in una diatriba riguardo gli eventi di Maidan, accusando l’Europa di rinnegare l’accordo per tenere Yanukovich al potere ancora un po’, secondo un altro funzionario tedesco. Più tardi Steinmeier ha riconosciuto che la visita non ha portato risultati.

Funzionari tedeschi ammettono che, per ora, la loro strategia si è ridotta al controllo dei danni su tre fronti.

Il primo fronte è Kiev,  dove Berlino sta lavorando ad impedire l’allargamento delle crepe fra i leaders dell’Ucraina — il presidente Petro Poroshenko ed il primo ministro Arseny Yatseniuk — come successe un decennio fa tra il precedente duo, Viktor Yushchenko e Yulia Tymoshenko.

Yatseniuk, un tecnocrate quarantenne, è uscito rafforzato dalle elezioni di ottobre, e la sua linea rigida sulla Russia rischia di far apparire debole il più diplomatico Poroshenko,  destando le preoccupazioni dei funzionari tedeschi.

Una spaccatura fra i due complicherebbe l’abilità di Kiev di introdurre riforme economiche e misure contro la corruzione, fondamentali per assicurarsi nuovi aiuti dall’occidente. Farebbe inoltre il gioco di Putin.

“È necessario fare qualsiasi cosa per tenerli sui binari,” ha detto un altro funzionario tedesco. “Stiamo lavorando ogni giorno per prevenire una ripetizione di Yushchenko e Tymoshenko.”

La seconda battaglia è contro quello che i funzionari tedeschi descrivono come una “massiccia campagna” del Cremlino per convincere i simpatizzanti della Russia in Germania ed in altre parti di Europa a staccarsi dalla linea dura tenuta dalla Merkel e da Washington.

L’esempio più plateale di questa campagna è stata l’intervista che Putin ha dato alla rete pubblica ARD.

Diffusa alla vigilia del discorso tenuto dalla Merkel a Sydney, Putin ha tenuto un tono inusualmente conciliatorio, dicendo di essere convinto dell’esistenza di una strada per uscire dalla crisi. In un messaggio a misura del pubblico tedesco, ha espresso le sue preoccupazioni circa la pulizia etnica nella Ucraina orientale eseguita da neo-nazisti indossanti svastiche ed altri simboli delle SS.

Come parte di questa campagna, la emittente RT, finanziata dal Cremlino, — nota in precedenza come Russia Today — ha lanciato questo mese una stazione in tedesco per diffondere il punto di vista di Mosca sulla crisi.

I media tedeschi si sono lamentati da mesi per il bombardamento di commenti pro-Russia a cui sono sottoposti i loro siti di notizie. Fonti all’interno dei servizi segreti tedeschi dicono che fanno parte di una offensiva organizzata, diretta dal Cremlino.

“Putin ha gli strumenti per influenzare l’opinione pubblica all’interno della EU,” dice Ulrich Speck del tink-tank Carnegie Europe. “Lui sta facendo del suo meglio per indebolire la versione ufficiale tedesca della crisi ucraina.”

Ci sono già segni di crepe. Matthias Platzeck, un ex leader della SPD, è uscito dai ranghi all’inizio del mese esortando la Germania di riconoscere l’annessione della Crimea da parte della Russia.

Questa settimana, il ministro dell’economia russo Alexei Ulyukaev è ospitato a Stoccarda, il cuore dell’industria tedesca, da affaristi simpatizzanti verso la Russia.

Fuori della Germania, la Russia raggiunge i membri orientali della EU come Ungheria e Bulgaria, e gli stati balcanici. Il mese scorso a Milano, la Merkel ha dovuto aspettare per ore Putin che indugiava a Belgrado per partecipare ad una parata militare.

La Russia pare stendere una mano ai partiti di destra all’opposizione in Europa. Il Fronte Nazionale francese ha confermato nel fine settimana di essersi assicurato un prestito di 9 milioni di euro da parte di una banca moscovita.

La “fascinosa” offensiva russa promette di rendere molto più difficoltosa la terza grande sfida per la diplomazia tedesca — mantenere uniti sulle sanzioni i partners europei.

Il primo insieme di sanzioni europee scadrà a marzo, e dovrà essere rinnovato. Funzionari tedeschi dicono che Italia, Ungheria e Slovacchia saranno i paesi più difficili da tenere a bordo.

“Putin cercherà di sfilare via alcuni paesi avvicinandosi a marzo,” dice uno di loro. Un altro descrive la battaglia per tenere unita la EU sulle sanzioni alla Russia come una “impresa erculea”.

Sullo sfondo di questo fragile consenso europeo, aumentare ancora le sanzioni economiche è visto per adesso come un “accesso vietato” a Berlino.

Questo potrebbe cambiare, dicono i funzionari tedeschi, se i separatisti supportati dalla Russia si ritagliano il controllo di un corridoio dalla Ucraina orientale alla Crimea prendendo possesso della strategica città di Mariupol.

Per la Merkel, tuttavia, il confronto sembra evolvere da un affare di “botta e risposta” veloci verso un gioco di più lunga durata, in cui l’occidente comprime l’affaticata economia della Russia nella speranza che Putin abbassi per primo lo sguardo.

“Poiché abbiamo messo fuori legge la guerra, alcune persone devono pensare di poter fare con noi ciò che vogliono” ha detto alla fine del mese scorso in un evento tenuto nella chiesa della Germania dell’est in cui è stata battezzata, aprendosi ad un pubblico di persone locali a cui, come a lei, è stato insegnato in gioventù ad amare la madre Russia.

“Noi non lo permetteremo” ha aggiunto.

Condivisione: