La terra prosegue il suo giro attorno al sole e noi procediamo spediti verso la riproposizione di un mondo diviso a blocchi, in cui però pare molto difficile capire chi sia il buono e chi il cattivo.

Proseguono nel mondo sia l’acuirsi delle tensioni che il riaccendersi di focolari tiepidi. Cerchiamo di capire perchè.

Innanzitutto vi propongo il video commento ai fatti salienti registrato questa settimana da me e da Sascha Picciotto di Saker Italia, buona visione:

Venezuela

Rieccoci a Caracas, avevamo lasciato la sequela di fallimenti inanellata da Guaidò, il pupazzo beniamino dei media nostrani ( inteso come mondo atlantista), un fallito autoproclama a presidente, una fallita rivoluzione, un fallito black out un fallito golpe, ed ora una novità, un fallito onesto.

Si sta esplodendo lo scandalo che travolge Guaidò e tutto il suo entourage.

Ricordate la crisi umanitaria che aveva spinto diversi Paesi a raccogliere fondi per l’aiuto alla popolazione venezuelana? Ebbene non piacerà a nessuno sapere come sono stati usati.

Milioni di dollari sprecati e sperperati.

Centinaia di migliaia di dollari pagati per convincere soldati a disertare (aderirono da tutto il Paese solo in una quarantina), cittadini a manifestare. Cucuta, città sul confine tra Venezuela e Colombia, è stata teatro di questo scempio.

Qui si era riunito lo stato maggiore di Guaidò e poi lui stesso li ha raggiunti. Da qui doveva partire la rivolta contro Maduro, la grande sollevazione popolare e militare che avrebbe dovuto, nei loro sogni, rovesciare il governo democratico venezuelano ed instaurare una dittatura da paese delle banane al servizio degli USA, come riuscito loro in Brasile e Ecuador.

I soldi sono arrivati a fiumi, si sa che la CIA non badi a spese pur di uccidere una democrazia reale al servizio del popolo, per cui non ha badato a spese, e nemmeno i collaboratori di Guadò lo hanno fatto. Lusso sfrenato, alberghi costosissimi, una selva di prostitute, droga e naturalmente la materia più abbondante in caso di organizzazione di un golpe, le promesse false e le menzogne.

I traditori del popolo venezuelano sarebbero vissuti nell’agio godendo in maniera perpetua della riconoscenza del regime che si sarebbe instaurato in caso di vittoria di Guaidò. Tutta fuffa per creduloni. Naturalmente il governo democratico di Maduro, forte dell’appoggio della popolazione, dei militari, di tutto l’apparato statale e della Costituzione, non è caduto, anzi, e i malcapitati creduloni sono stati ospitati in sette lussuosi alberghi presso Cucuta e mantenuti. Qui si è svolto lo scempio degli aiuti umanitari, che sì sono stati usati, ma a favore di una umanità limitata: puttane e spacciatori.

Hampton Inn Hotel, Villa Antigua, Villa del Rosario, pagati a quanto pare direttamente dal Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati UNHCR, pare solo due a carico del fantomatico governo di Guaidò che gode dei frutti dei furti degli USA a spese del popolo venezuelano che si è visto sequestrare i beni e i conti correnti , oltre alla riserva aurea detenuta in GB e negli USA a garanzia di un prestito di Citigroup- Rubano al Paese in difficoltà e che dicono di volere aiutare. Vi renderete conto a che punto di squallore si sia giunti tra i nostri governi che si presentano come difensori della democrazia e della prosperità quando altro non sono che comuni ladri, malfattori e assassini. Come dicevo due soli conti da pagare per Guaidò, quelli degli alberghi Acora e Vasconia.

Il tutto è andato avanti da febbraio a maggio quando Guaidò smette di tenere i contatti con i traditori del Venezuela e sospende il pagamento dei loro conti, il gioco si era protratto troppo in la e diveniva troppo oneroso.

Cosa stava succedendo dunque?

Rossana Barrera

Gli uomini chiave di questa vicenda sono due collaboratori di Guaidò, Rossana Barrera e Kevin Rojas che vennero incaricati di seguire per conto del “governo” Guaidò la questione degli sfollati venezuelani che confidavano nelle promesse false fatte loro.

Proprio questi due in particolare la Barrera, cognata di Sergio Vergara braccio destro di Guaidò e leader del partito di opposizione Popular Will party, è dalla loro gestione che è nata la scriteriata mala gestione dei fondi, una vera appropriazione indebita è partita da subito.

L’indagine giornalistica a firma di Sebastiana Barraez, ha fatto emergere questi crimini.

Qui alcuni articoli del giornale colombiano El Tiempo che parlano del problema

https://www.eltiempo.com/colombia/otras-ciudades/los-lios-economicos-de-los-exmilitares-venezolanos-en-cucuta-359050 , https://www.eltiempo.com/mundo/venezuela/guaido-pide-a-colombia-investigacion-por-presunto-dinero-malversado-377038 , https://www.eltiempo.com/mundo/venezuela/fiscalia-venezolana-investigara-a-delegados-de-guaido-por-corrupcion-377392 .

Essendo la Colombia un Paese che formalmente appoggia e riconosce Guaidò come presidente, anche se il solo pensiero fa ridere, il peso dato al fenomeno di corruzione testimonia la spudoratezza e vastità del fenomeno, che non è stato possibile nascondere nemmeno per un Paese corrotto ai livelli della Colombia.

L’organizzazione di Guaidò aveva anche gonfiato i numeri delle persone rifugiate, i militari e tutte le loro famiglie, normali cittadini e funzionari pubblici, tutti con famiglia, notare che tutti furono lasciati andare liberamente dalle autorità venezuelane, ed erano indicati in 1450 persone, mentre le autorità colombiane accertarono che questo numero, allargato anche a numerosi e precedenti esuli che si erano aggregati, non arrivasse nemmeno a 700 persone in totale.

Ad un certo punto, persino colui che il “governo” Guaidò nominò come ambasciatore in Colombia, prese le distanze dalla gestione degli “aiuti umanitari” e informò di quanto accadeva sia il Guaidò che il leader politico di opposizione Leopoldo Lopez Mendoza, che da quel momento non poterono più dirsi ignari di quanto accadeva. L’appropriazione indebita pare raggiunga quasi il milione di dollari e solamente riferito alla gestione delle spese dei due alberghi in carico a Guaidò.

Tremano i polsi sapendo che a causa dell’ingerenza e dei furti perpetrati dagli USA ai danni del popolo venezuelano, le società petrolifere estere del Venezuela, cioè del popolo venezuelano, sono stati dati in gestione e controllo a incaricati dal “governo” di Guaidò, società e tutti i beni ad esse intestati e capitali da esse gestiti, parlo chiaramente della PDVSA Petroleos de Venezuela S.A..

Guaidò e Lopez

Per la gestione di questa società è stata aperta una indagine sulla appropriazione indebita addirittura di 70 milioni di dollari in cui risulterebbe addirittura implicato il nominato ambasciatore di Guaidò a Washington Carlos Vecchio.

Ora abbiamo tutti più chiaro che genere di regime avessero in serbo gli USA per il Venezuela.

Non mancheremo di seguire il prosieguo delle indagini.

L’infinita saga di Guaidò e la camera dei segreti si arricchisce ancora.

E l’Italia ne entra a far parte, infatti il sottosegretario agli esteri, tale Ricardo Merlo, italiano residente ed eletto all’estero, avrebbe fatto inserire il nome di Juan Planchart, agli arresti per corruzione e sottrazione di fondi in Venezuela, scandalo legato alla Petroleos de Venezuela e agli aiuti Petro-Caribe, nell’elenco di fantomatici prigionieri politici consegnata dalla commissaria per i diritti umani, Michelle Bachelet al governo Venezuelano, se tutti i nomi contenuti indicati come prigionieri politici, sono davvero con il profilo di Planchart siamo messi davvero bene, considerare persone corrotte e spregiudicate come prigionieri politici è il colmo.

La posizione espressa dal governo per bocca del sottosegretario è anche più preoccupante, auspicando infatti nuove e credibili elezioni presidenziali, che si sono tenute giusto un anno fa, davvero ridicoli.

Parlando di Diritti Umani, torna a farsi sentire il criminale Elliot Abram, che venne graziato da un presidente USA quando stava per essere condannato per crimini contro l’Umanità, ed oggi è incaricato USA per il Venezuela, persona di cui fidarsi, se serve ammazzare molta popolazione è l’uomo giusto.

E un uomo della sua levatura si circonda sempre di suoi simili, infatti ha incontrato esponenti dell’opposizione vicini a Lopez e Guaidò, giusto per rassicurarli che il loro impegno verrà premiato e gli USA sono sempre concentrati su questo fronte.

Un organizzatore di golpe un po’ arrugginito però.

Il Governo venezuelano ha infatti rivelato di aver fermato un tentativo di Golpe in via di preparazione e aver arrestato tutti i partecipanti ed organizzatori.

Nella conferenza stampa è stato interessante un dato, organizzato da militari in servizio ed in pensione, pochi a dire il vero, erano monitorati grazie a militari fedeli alla Costituzione ed al popolo venezuelano che si sono prestati a fare da infiltrati per i servizi segreti militari che al momento giusto hanno fatto piazza pulita.

Elliott Abrams è davvero arrugginito. Il premio di comicità involontaria lo assegniamo però all’ammiraglio USA Craig Faller che ha inviato via social questa missiva, indirizzata, ipoteticamente, ai militari venezuelani:

“Scrivo questa lettera ai militari venezuelani mentre celebri una vittoria decisiva come falsari della libertà e la via dell’indipendenza iniziata a Carabobo 198 anni fa. 

Il tuo esercito ha svolto un ruolo essenziale nella ricca storia del Venezuela e ha un ruolo essenziale nel futuro del Venezuela e restituendo speranza e conforto al tuo popolo. Il tuo paese e i tuoi cittadini hanno bisogno delle tue capacità future per affrontare e sconfiggere le sfide che deve affrontare; in quel futuro il ruolo dell’esercito è cruciale per la stabilità, la legge e l’ordine e il progresso.

So che attualmente molte divisioni ci dividono, ma abbiamo qualcosa in comune che trascende il linguaggio, l’ideologia e l’origine. Siamo membri di una professione specializzata, incrollabili difensori delle nostre nazioni e protettori del nostro popolo. 

Spero che arrivi presto il giorno in cui possiamo darti il ​​benvenuto nella fratellanza professionale dei nostri emisferi. Attendiamo con impazienza il ritorno del Venezuela alla famiglia delle democrazie in questo emisfero, quando potremo ancora una volta collaborare con la vostra istituzione sulle sfide emisferiche che affrontiamo insieme.”

Questi ancora sperano in una sollevazione dell’esercito popolare e bolivariano, per gettare un Paese pacifico nella guerra civile, e perseguono questo loro piano con ogni mezzo lecito, pochi, e non lecito, moltissimi.

Tentano di affamare un popolo e poi fingono di preoccuparsi della loro sorte, lascio a voi ogni giudizio su persone siffatte.

Siria

Siria 30-6-2019

Sono proseguiti gli scontri armati, sempre lungo il fronte a nord di Hama.

Si sono alternate le offensive siriane a quelle degli jihadisti ma nessuno dei due è riuscito ad avere la meglio, ogni temporaneo guadagno di terreno è tornato poi al precedente detentore.

In particolar modo tra sabato e domenica c’è stata una importate avanzata siriana che sembrava aver recuperato il terreno perso nella recente avanzata jihadista lungo la strada tra Mardeh e Suqailabiyah ma, dopo una iniziale ritirata, le milizie di Al Qaeda e Jaish al Izza sono tornate sotto prendendo in contropiede le truppe siriane ancora non sistemate in assetto difensivo e quindi hanno dovuto ritirarsi per non lasciare sul campo troppe vittime.

In seguito vi sono stati altri tentativi ma mai troppo convinti e con un impiego limitato di truppe. Gli jihadisti invece in un paio di occasioni hanno tentato la via verso alcuni villaggi nei pressi di Mahrdeh che hanno nel mirino da tempo. Per fortuna hanno subito un pesante numero di caduti e perdite in materiali, prima di doversi ritirare a loro volta.

Se si difendessero e basta sarebbe più difficile il lavoro di logoramento in atto da tempo, con questi tentativi volti a recuperare una iniziativa persa da anni in realtà non fanno altro che fare il gioco dei comandi siriani.

Ultimamente, dobbiamo annotare, si fanno più evidenti le presenze di sistemi antiaerei spalleggiabili da parte degli jihadisti. Ieri hanno anche colpito un vecchio caccia siriano che comunque, anche se danneggiato è riuscito a compiere un atterraggio di emergenza presso il vicino aeroporto militare di Hama. Il fatto che desta maggiore preoccupazione è che questi sistemi siano in possesso di Al Qaeda. A buon intenditor…

I fronti comunque, dalla scorsa settimana, non sono mutati affatto.

C’è da segnalare su altri settori la continua distruzione dei raccolti di frumento nei territori occupati dell’est del Paese e di cui i contadini locali accusano le milizie al soldo degli USA.

L’ISIS si è rifatta viva attaccando delle unità siriane a sud della strada che collega Al Suknah con Deir Ezzour.

Notizie recenti ci riportano al ruolo destabilizzante degli USA in medio Oriente.

Siria, mappa di Baghuz 30-6-2019

Mentre in molti avevano anzitempo gioito per l’annuncio del ritiro USA dal conflitto siriano, notizia poi rivelatasi del tutto disattesa, avevamo immediatamente parlato di bluff da parte di Washington, ben conoscendo la strategia fatta di annunci poi disattesi e fatti solo per generare pressione, non sui nemici ma sugli alleati, al fine di ottenere maggiore impegno, principalmente economico, a sostegno delle politiche USA. L’Arabia in questo si è dimostrata sensibile.

Nei giorni scorsi, abbiamo avuto l’ennesima conferma alle nostre analisi immediate. Lungi dal ritirarsi l’esercito americano costruisce invece una nuova e grossa base lungo il fiume Eufrate, al confine tra Siria e Iraq, presso il villaggio di Baghuz. Pochi giorni fa un convoglio di decine di camion, non 1400 come qualcuno ha scritto, che trasportava materiale vario per l’esercito usa o accoliti, era entrato in Siria e diretto ad Hasakah, dove sono alcune delle più grosse basi USA.

Tutto fanno gli americani meno che ritirarsi, da più giorni è in corso un intenso pressing sugli alleati per ottenere un concreto impegno in Siria, prima gli olandesi, ieri è stato il turno dei tedeschi, nessun risultato positivo finora, presto verranno a bussare alla porta di Roma, vedremo cosa risponderanno.

Siria settore di Kafr Naboudeh 30-6-2019

Le offensive, limitate al settore di Hama nord ovest, sono proseguite alternando attacchi siriani a quelli delle forze jihadiste. Nessun attacco ha successo, ma prosegue il costante logoramento delle forze in campo, una prova è che negli ultimi giorni anche l’esercito turco è sceso in campo, causando incidenti e scontri con le forze siriane. Caccia turchi hanno sorvolato sia la provincia di Idlib occupata che quella a nord di Aleppo. Vittima anche un soldato turco per fuoco siriano. Leggo comunque in questo intervento un importante segnale di indebolimento delle milizie jihadiste che proseguendo negli attacchi subiscono notevoli perdite in uomini, meno importanti, ma soprattutto in mezzi. Consumano infatti enormi quantitativi di munizioni e carburanti che costano enormemente e presto potrebbero assaggiarne la penuria per la prima volta dall’inizio della guerra in questa provincia.

Dal lato siriano c’è un ulteriore afflusso di mezzi ed unità in rinforzo al fronte più attivo, con la 4° divisione spostata, finalmente, su un fronte dove può meglio operare con le sue specificità rispetto alle montagne del nord di Latakia.

Ed ora il piatto caldo della settimana:

IRAN-USA

Golfo di Hormuz, RQ-4 bams D abbattuto 20-6-2019

Questa notte alle prime ore del 20-6-2019, le forze di difesa aerea iraniane in forza al Corpo delle Guardie della Rivoluzione, hanno ingaggiato un bersaglio che aveva sconfinato al largo della provincia meridionale di Hormuzgan.

Il rapporto pubblicato da Sepah news dice che il drone è stato abbattuto non appena ha sconfinato all’interno dello spazio aereo iraniano.

Come è stato abbattuto?

Innanzitutto parliamo del drone, si tratta infatti di un sofisticatissimo prodotto di punta della Northrop Grumman, il RQ-4 Bams-D Global Hawk che potete vedere bene sulla pagina Wikipedia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Northrop_Grumman_RQ-4_Global_Hawk

È in drone di costo molto elevato a causa dei sofisticatissimi sistemi che ha a bordo, radar (SAR, radar di apertura sintetica) e sistemi ottici (sistemi EO/IR) e di telecomunicazioni.

https://www.esa.int/SPECIALS/Eduspace_Global_IT/SEMLT0G64RH_0.html

Il fatto che sia un velivolo comunque a ridotto segnale radar, che volasse a quota molto elevata, attorno ai 20.000 metri pare, significa che i sistemi di difesa iraniani sono ad elevata efficienza ed integrazione, il sistema impiegato dovrebbe essere un Buk M2E sistema che ha una gittata massima di 50Km e 25 Km di tangenza operativa, il Global Hawk volava quindi ad una quota vicina al limite operativo del missile.

Il fatto di maggior interesse è però l’atto in se, cioè l’aver difeso lo spazio aereo del proprio Paese anche se di fronte hanno la più potente macchina bellica del pianeta, quella americana, e per nulla intimoriti, abbiano preso tutte le misure per far valere un loro diritto.

Significative le parole del comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione, il Gen. Hossein Salami, cito testualmente come riportate da Pars Today:

“L’abbattimento del drone americano RQ-4 Global Hawk da parte iraniana dopo il suo sorvolo sui cieli della provincia di Hormozgan, nel sud dell’Iran, è un ”chiaro messaggio alla Casa Bianca”. ”I nemici non hanno altra scelta se non quella di rispettare l’integrità territoriale dell’Iran e i suoi interessi” l’abbattimento del drone americano dimostra che l’Iran ”è pronto a dare una risposta decisiva a qualsiasi aggressione” l’Iran non sta cercando la guerra con alcun Paese, ma le sue forze armate sono pronte a difendere il Paese da qualsiasi aggressione”

”il nemico ha intrapreso una guerra economica contro l’Iran con l’obiettivo di indebolire la capacità difensiva del Paese”  ”le cospirazioni americane contro l’Iran sono destinate a fallire”. ”Condanniamo nei termini più duri questo atto provocatorio e aggressivo e mettiamo in guardia contro la violazione del nostro spazio aereo”

Parole forti e di grande dignità da una persona che nel momento difficile si è rivelata forte e risoluta.

Il presidente Trump ha annunciato che si sia trattato di un errore, credo sia indeciso sul da farsi, prova a minimizzare l’accaduto, ma non credo che non stiano valutando una risposta, sebbene la prova data dalle difese iraniane lascino intendere che una eventuale contromossa USA vada studiata molto bene perchè potrebbe trasformarsi, come già accaduto in passato, in un pericoloso boomerang per l’amministrazione USA.

Di certo da oggi gli USA, tratteranno con ben altra attenzione e considerazione le difese iraniane.

Iran

Facciamo il punto dopo l’abbattimento del drone.

Global Hawk abbattuto

Le notizie diffuse in seguito all’abbattimento del Drone USA Global Hawk, ci raccontano dei retroscena anche divertenti.

Innanzitutto il siparietto della immediata reazione USA al”attacco” subìto, con la flotta schierata e il Presidente che all’ultimo si preoccupa di qualche vittima civile e annulla il tutto… come se di tutti gli altri morti causati nel mondo invece si fossero preoccupati vero?

Chiaro su questo punto, che gli USA siano stati combattuti se rispondere o meno a questo attacco e la linea prudente abbia prevalso, Trump non pare un guerrafondaio, al contrario di tutto lo stato maggiore del suo staff e del Deep State americano.

Chiaramente sono state le stime sulle possibili perdite USA a frenare il presidente dal rispondere, le difese aeree iraniane avevano appena dimostrato la loro efficacia anche di fronte ad un nemico preparato con contromisure di assoluta modernità, e qui arriviamo al secondo punto.

L’Iran cala la scopa e spazza la mano di carte, il comandante delle forze aerospaziali delle Guardie della Rivoluzione, il gen. Amirali Hajizadeh, ha svelato come loro stessero monitorando anche un secondo aereo che seguiva da vicino, affiancato, il Global Hawk, un aereo con a bordo almeno 35 persone tra tecnici ed equipaggio, un P8 aereo spia USA usato su molti fronti tra cui la Siria.

Le difese iraniane hanno deliberatamente evitato di colpire l’aereo con i passeggeri volendo infatti lanciare un messaggio chiaro di fermezza, preparazione, decisione, ma al tempo stesso non ostile.

Terzo fattore emerso: la disinformazione si mise immediatamente all’opera, il giorno dopo l’abbattimento tutte le servili testate di stampa italiana e i proni telegiornali diffusero, senza conferme, la notizia che un violento attacco informatico avesse colpito le difese aeree iraniane, notizia mai confermata da fonti terze ma diffusa ad hoc da fonti americane o accoliti. Attacco che era non solo improbabile ma anche inutile e controproducente. Il tutto, alla fine, si profila come una solita boutade in salsa NATO da dare in pasto ai quotidiani per alleviare il sentore di “tigre di carta” che sta attanagliando gli USA dopo le sconfitte in Medio Oriente.

Un altro calcio sui denti all’immagine di credibilità made in USA è stata la notizia del recupero dei resti del drone in acque internazionali che era in corso a sentire loro, poco dopo l’abbattimento.

Peccato che il giorno successivo siano stati invece gli Iraniani a mostrarne i resti recuperati numerosi dalle acque.

Davvero brutte figure inanellate in fila.

Naturalmente, dopo gli annunciati attacchi informatici, nessuno ne ha più parlato, perchè non avrebbero avuto nulla da dire, almeno di vero.

Cuba

L’arrivo nelle acque de L’Avana della Admiral Gorshkov, fregata lanciamissili, con altre due unità al seguito, crea non poca preoccupazione agli USA.

Se ricordate la crisi dei missili a Cuba dell’ottobre del 1962, capirete come mai sia molto preoccupante la presenza di queste unità nel porto de L’Avana.

I missili ipersonici che potrebbero essere a bordo della unità navale russa (in un futuro prossimo o caricati per installazione a terra) potrebbero raggiungere in meno di 7 minuti i loro obbiettivi negli States, pertanto è bene che moderino i loro toni e atti criminali almeno fintanto che resta in queste acque.

È possibile comunque che la presenza militare russa sull’isola assuma un carattere permanente, visto che gli Usa si sono ritirati unilateralmente da molti trattati con la Russia. Forse non tutto ciò che fanno o commettono è ben ponderato.

https://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Admiral_Gorshkov

Visto su un’ottica di maggiore respiro, è possibile e probabile che Cuba assuma un ruolo di primaria importanza per gli interessi russi nel centro America, guardando al Venezuela ma non solo.

Ucraina

Le grandi manovre propagandistiche del regime neonazista e golpista ucraino vacillano, in diversi comuni eliminano le intitolazioni ai criminali nazisti della seconda guerra mondiale, come il famigerato Stephan Bandera, e li ripristinano con gli originali intestatari, come nel caso del Maresciallo Zhukov, del generale Vatutin o dei boulevard Moskovsky.

È incoraggiante anche leggere che il ricorso dei neonazisti nazionalisti ucraini sia stato respinto da un tribunale di Kiev, la cosa fa ben sperare.

Russia e resto del mondo: G20

Osaka g20 foto di gruppo, notare la disposizione

Domani, venerdì 28 giugno, avrà luogo il G20 presso Osaka, il Presidente Vladimir Vladimirovic Putin avrà modo, ormai pare ufficiale, di parlare con il presidente USA Trump, e anche molti altri capi di stato nuovi, vecchi e decaduti come la May.

Immaginiamo che il Presidente americano possa portare con se le prove richieste a gran voce dal Giappone, e mai presentate, a carico dell’Iran per l’attacco alla petroliera nipponica Kokuka Courageous, centrata da due missili in volo per l’equipaggio, mentre per i ciarlatani dell’amministrazione USA da due siluri saltellanti o da due mine volanti…

I giapponesi in genere sono persone ospitali ed educate, per come me li hanno sempre raccontati, ma non credo che amino che li si prenda per il … in giro.

Uno dei risultati del G20 è stato di certo il blocco a numerose sanzioni che USA e Cina si sarebbero scambiate, anche Huawei, il colosso cinese, potrà nuovamente approvvigionarsi da aziende statunitensi, come se i mancati enormi introiti di queste vendite non servissero alle aziende USA…, e la Cina riaprirà i mercati ad alcuni prodotti americani, ma non illudiamoci, sono momenti di dialogo temporanei, l’obbiettivo di Trump è la riproposizione di un mondo a blocchi, con gli USA egemoni nell’occidente, questo perchè in una prospettiva di medio termine, la crescita cinese prevaricherebbe la potenza americana e questo in maniera ineluttabile. La globalizzazione voluta dalle elites neoliberiste e radicali, ha devastato il substrato economico occidentale, favorendo esclusivamente l’arricchimento senza limiti delle multinazionali e distruggendo la classe media.

Sulla situazione in Libia sto preparando una puntata a parte.

Stefano Orsi

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