Ripercorriamo i passi delle crisi in giro per il mondo e notiamo che appaiono nuovi capitoli di storia da prendere in esame e facciamo il punto su quanto già scritto.

Siria

Per quanto riguarda la Siria ho scritto l’altro giorno un articolo uscito sulla piattaforma Saker Italia, e che vi ripropongo in link per poter osservare le altre foto ed i video pubblicati molto interessanti.

Situazione operativa sui fronti siriani (l’originale…) del 20-3-2019

In aggiunta posso dire cosa è accaduto nei giorni che ci separano dalla sua pubblicazione:

Sacca di Idlib 20-3-2019

La Russia ha portato tra ieri ed oggi la sua più grossa offensiva aerea contro i terroristi nella sacca di Idlib. HTS è stata bersagliata dal cielo sulle roccaforti di Jisr al Shougur, nella pianura strategica di Al Ghaab e anche poco più a sud in direzione della città Qalat al Madiq.

Sono stati impiegati una decina di cacciabombardieri Sukhoi. Questi attacchi sono avvenuti a causa delle continue violazioni di HTS e del NLF (filo-turco) della zona smilitarizzata che queste milizie continuano ad occupare militarmente.

La Marina Russa ha iniziato delle nuove esercitazioni navali al largo delle coste siriane. Le navi provengono dalla flotta del Mar Nero, tra le quali spicca la Fregata Ammiraglio Essen che è la nave ammiraglia della flotta.

https://www.militaryfactory.com/ships/detail.asp?ship_id=admiral-essen-751-frigate-warship-russia

Pesanti scontri stanno avvenendo a nord di Hama, a confrontarsi sono l’Esercito siriano SAA e le milizie di Jaysh al Izza i centri interessati sono Lahaya, Zakat e al Latamnah.

23-3-2019

La popolazione siriana sotto occupazione israeliana nel Golan sta manifestando la sua contrarietà ad ogni ipotesi di riconoscimento dell’occupazione israeliana, pretesa avanzata da Israele, contro il diritto internazionale e le votazioni dell’ONU, sostenuta ora dagli USA di Trump.

Nei servizi televisivi di oggi ascoltavo i giornalisti affermare che l’ISIS è stato eliminato dalla Siria: mi sembrano affermazioni errate per due motivi. Il primo è che esiste ancora una sacca sotto controllo ISIS, e si trova nel settore di Al Suknah ad ovest dei Deir Ezzour, nel deserto. La seconda è che esistono ancora segnali ed evidenze di una ramificata rete di cellule terroristiche nei territori liberati dall’esercito siriano e in quelli occupati al momento dagli USA attraverso le truppe mercenarie di SDF ed YPG. La speranza di avere almeno una volta un’informazione corretta viene delusa ad ogni occasione, Sarebbe stato meglio dire che non vi fossero più territori sotto controllo ISIS ad est del fiume Eufrate: non mi sembrava troppo difficile.

 

Per la prima volta nel 2019, gli elicotteri russi hanno attaccato i terroristi nella sacca di Idlib: l’escalation dei bombardamenti russi contro le formazioni legate ad Al Qaeda nella sacca di Idlib stanno aumentando di intensità. Dalle sagome dei velivoli, si direbbero Mi-24, già visti in azione in questo settore e nella provincia di Homs.

Israele

Siamo prossimi alle elezioni politiche in questo Paese: il 9 aprile si voterà per il rinnovo della Knesset per altri 4 anni; il Parlamento israeliano è composto da 120 membri eletti e la legislatura ha durata di 4 anni.

La politica estera entra a piè pari nella campagna elettorale. il Presidente Trump infatti ha fatto pesare la sua voce in favore del Presidente Netanyahu, leader del partito Likud, pesantemente inquisito per gravi reati legati alla corruzione e su cui pende la richiesta di giudizio.

Il Donald ha chiesto il riconoscimento dei territori siriani occupati del Golan come facenti parte di Israele, contro ogni risoluzione ONU che invece chiedono la restituzione alla Siria.

 

Yemen

Yemen 23-3-2019

Continuano gli scontri e le offensive nel Paese, in questi giorni le forze Houti hanno attaccato con successo le forze della coalizione saudita eliminando più di 20 soldati lungo il confine nel nord del Paese, oltre ad aver distrutto diversi veicoli. Nel distretto di Kusher del Governatorato di Hajjah le forze Houti hanno avuto ragione di alcuni gruppi tribali alleati della coalizione saudita, e hanno ora il controllo di tutto il distretto.

Ho constatato dai video disponibili che hanno fatto uso di artiglieria in appoggio alla loro azione offensiva, segno di una evoluzione tattica notevole rispetto all’inizio della guerra.

In seguito alla conquista del Governatorato, la coalizione saudita ha compiuto molti raid aerei contro le milizie Houti, causando diverse perdite e danni materiali.

Il 17 u.s. è stato portato un pesante attacco contro le milizie Houti da parte delle forze armate degli EAU (Emirati arabi Uniti) e dalle milizie da essi sostenuti: fanno parte della coalizione saudita, nel settore di Wadi Maqsad, naturalmente queste forze godono di supporto aereo oltre che di artiglieria, un vantaggio enorme rispetto agli Houti.

Le forze sostenute dagli EAU, la cosiddetta Brigata dei Giganti, è riuscita così a conquistare le posizioni attaccate nel settore di Wadi Maqsad.

 

Kenya

Vicenda questa che seguo con attenzione da tempo.

Sono trascorsi ormai più di 120 giorni dal rapimento della nostra connazionale Silvia Romano: era il 20 novembre 2018, il fatto è accaduto a Chakama, non troppo distante da Malindi. Silvia operava lì con una ONG umanitaria: è una persona generosa e di buon cuore, il buio ed il silenzio calati su questa vicenda ci gettano nello sconforto.

Chakama in Kenya 23-3-2019

Ad oggi c’è un velo di omertà e nessuno pare fornire informazioni di rilievo alle forze di polizia sul posto.

Nonostante le rassicurazioni del Presidente Mattarella, noi siamo molto preoccupati.

Anche il Ministro Moavero rassicura che il loro impegno è inalterato e costante: “continua la nostra attenzione alle indagini che si stanno svolgendo in Kenya e continuiamo ad assicurare che si arrivi a un risultato. L’obiettivo resta quello di avere Silvia salva, di ritorno fra noi”.

La polizia sta concentrando le sue ricerche nella boscaglia di tana River, ma finora nulla è stato trovato.

Sinceramente ritengo che da parte italiana NON si stia dando il peso necessario alla vicenda: non vedo pressione sulle autorità keniote perché facciano di più e meglio per rintracciare Silvia; ad oggi il fatto che non si sa neppure quale gruppo l’abbia rapita con certezza, è disarmante.

Non ci resta che sperare nella provvidenza.

Venezuela

Finalmente, dopo il rientro di Guaidò, dopo l’attacco informatico che ha causato il blackout nel Paese, dopo gli attacchi terroristici che hanno fatto esplodere alcune cabine elettriche rallentando i lavori di ripristino, terminati tra sabato e domenica scorsi, ieri è iniziata una risposta da parte del governo.

Marrero-Guaido

Gli investigatori hanno individuato un’organizzazione terroristica che stava pianificando nuovi attentati nel Paese, tra questi Roberto Marrero, aiutante di Guaidò, che è stato tratto in arresto con l’accusa di aver organizzato cellule terroristiche e pianificato attacchi contro il Paese, accuse molto pesanti. Il Ministro degli interni del Venezuela Nestor Reverol ha parlato anche dell’arresto di Sergio Vergara, altro stretto collaboratore di Guaidò, il quale però è stato rilasciato ai domiciliari poco dopo l’arresto non essendoci contro di lui elementi di grande gravità. Questo per chi ancora crede che ci siano arresti arbitrali in Venezuela.

Certamente i pesanti indizi riscontrati su Marrero , armi in quantità e molto denaro in valuta estera rinvenuti nascosti in casa sua, pesano molto sul futuro di Guaidò in Venezuela, perché le indagini si stanno muovendo contro di lui e i possibili capi di imputazione aumentano.

Nel frattempo gli USA proseguono nei furti ai danni del Venezuela: Citigroup ha fatto sequestrare una partita di oro per un controvalore di 1,1 miliardi di dollari dati in garanzia dal Venezuela per un prestito che non è stato rimborsato ad inizio mese, e vorrei un po’ vedere se un Paese sotto attacco si mette a rimborsare valuta a chi lo assale.

Comunque il valore dell’oro, aumentato nel frattempo, ha generato un surplus di valuta per 240 milioni di dollari e gli USA vorrebbero depositarli su un fondo a disposizione non del Paese venezuelano ma di Guaidò, al fine di poter organizzare meglio i disordini nel Paese.

Maduro è apparso in pubblico, alla guida della sua vettura, con la popolazione che lo ha accolto in festa: è chiaramente un’azione simbolica e di immagine, ma molto efficace come significato di sicurezza, perché se forti dell’appoggio USA i golpisti stanno depredando le ricchezze venezuelane all’estero, compresi impianti petroliferi e di raffinazione, nel Paese restano al palo con lo Stato, la burocrazia, l’esercito, le forze di polizia e la maggioranza della popolazione evidentemente fedeli al loro legittimo presidente eletto.

Venezuela Su-30 pronti al decollo 2-3-2019

Tempo fa abbiamo scritto delle esercitazioni militari; nei giorni scorsi osservazioni satellitari hanno mostrato come il Paese stia approntando sempre meglio le difese aeree, con i caccia SU-30 pronti al decollo immediato in assetto da combattimento sulle piste alle difese aeree, con le batterie di S-300 preparate alla difesa immediata e il riposizionamento operativo delle batterie degli altri sistemi tra cui i Buk M2, già visti in azione e molto efficaci in Siria contro gli attacchi USA e di Israele.

Venezuela S300VM 23-3-2019

Il falco USA John Bolton non cala i toni e torna a minacciare il Venezuela: ora paventa di intervenire a difesa dei 50.000 cittadini USA residenti in Venezuela. I riferimenti di Bolton ai possibili investimenti di altre potenze in Venezuela svela poi il reale pensiero USA: rispolverare la dottrina Monroe relegando i paesi dell’America nel cortile della casa USA da cui non devono avere la possibilità di uscire; solo loro devono avere la possibilità di operare e scegliere i governi in quei Paese, con buona pace della vera democrazia.

Ancora sul Venezuela: si è dimesso il CT della nazionale venezuelana in seguito alla bella vittoria sull’Argentina di Messi. Come sarebbe che si è dimesso dopo una bella vittoria direte voi? Invece sì, appena terminata la partita giocata sul campo del Wanda Metropolitano di Madrid, in Spagna, il ct della nazionale Rafael Dudamel ha comunicato di essersi dimesso appena prima della partita a causa dell’arrivo negli spogliatoi del sedicente Ambasciatore venezuelano in Spagna, tale Antonoi Ecarri Bolivar, nominato dal sedicente presidente del Venezuela Guaidò. Rafael Dudamel in passato non ha mai espresso simpatie chaviste, anzi, eppure questa interferenza politica proprio non l’ha potuta accettare; i sentimenti di molti venezuelani, come i suoi, non accettano che la Costituzione e le istituzioni del loro Paese siano stravolte da autoproclamantisi presidenti dietro commissione o compensi stranieri, e Dudamel ha voluto renderlo ben chiaro ed esplicito.

Questo comportamento e coraggio gli fanno onore.

India – Pakistan

Le autorità pachistane hanno mostrato i resti di tutti i missili in dotazione al Mig-21 indiano abbattuto, il cui pilota catturato vivo e poi rilasciato, è stato accolto come un eroe e accreditato dell’abbattimento di un F-16, che comunque a noi non risultava; la presenza dei missili sul relitto del Mig, tutti quelli in dotazione, testimonia che non ha potuto lanciarne prima del suo abbattimento, e pertanto non può in alcun caso aver abbattuto il caccia F-16 pakistano.

Cina-Italia

Di Maio firma protocollo Italia Cina 23-3-2019

Riguardo alla firma del protocollo Belt & Road tra Italia e Cina per la nuova Via della seta, che si stima porterebbe almeno 8 miliardi di euro di esportazioni in più per le industrie italiane, riducendo lo sbilancio tra import ed export cresciuto negli ultimi anni, ho intervistato il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, componente delle commissioni Esteri e Finanze della camera, proprio a riguardo di questo importante protocollo.

Ecco il video dell’intervista via Skype.

 

 

Egitto

Egitto 23-3-2019

Facciamo il punto sui contratti militari intercorsi tra Il Cairo e Mosca.

KA-52

Quindi, riassumendo, l’Egitto ha acquistato 46 elicotteri d’attacco KA-52, ma dice che hanno problemi tecnici di navigazione e potenza; poi acquista altri 10 Apaches americani, poi firma il contratto di manutenzione dei suoi elicotteri MI-8 e Mi-17 con il fornitore russo dei Ka-52, che peraltro in Siria hanno svolto il lavoro in maniera egregia.

Mig-35 russo

Caccia: hanno ordinato 50 Mig-35 (sotto contratto come Mig-29M2) e in seguito anche 24 Su-35.

Stando ai test egiziani il Mig-35 è risultato migliore rispetto ai F-16 di cui è dotata la sua aviazione , ne hanno 240.

L’ordine degli Su-35 è successivo a quello dei Rafale francesi, anche qui pare che i test egiziani abbiano garantito la superiorità dei caccia russi; questo motivo ha spinto le forze aeree egiziane ad ordinarne ben 24, che non sono affatto pochi in un solo contratto.

I caccia F-16, i Mig-35, i Rafale e i Mirage-2000 sono dei caccia multiruolo, mentre il Su-35 è un caccia a principale vocazione per la superiorità aerea, grande autonomia e sistemi ottimizzati per lo scopo.

Mezzi di terra.

T-90s carro armato russo

La Ural costruirà i 400-500 carri armati T90s per l’Egitto direttamente in Egitto: in tal modo potrebbe fornire assistenza per tutto il mercato africano, visto le migliaia di carri T-90 venduti: solo l’Algeria ne ha più di 500.

La domanda è: che se ne fanno di più di 1000 Abrams comprati?

Sistemi di difesa aerea avanzata

E infine il contratto siglato il 12 novembre 2014 per la fornitura di 3 battaglioni del sistema S-300VM, contratto miliardario.

Ogni battaglione, o batteria, è composto da almeno 4 lanciatori da 4 sistemi ciascuno, diversi mezzi di appoggio, tre diversi sistemi di rilevamento radar e unità di comando e assistenza tecnica.

C’è di che riflettere: l’Egitto direi sia arrivato ad una piena alleanza con la Russia.

Per oggi è tutto.

 

Stefano Orsi

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