Siria: Le sanzioni uccidono!
Non bastavano le sanzioni già in essere che, sebbene mai ratificate dall’ONU, vengono regolarmente rinnovate da UA e UE, oltre ad altri Paesi accoliti.
Ora, vedendo che ancora la Siria procede nella ricostruzione post bellica (guerra voluta, organizzata e causata dalle stesse figure che impongono il regime sanzionatorio), gli USA impongono un nuovo progetto di sanzioni, il “Caesar act”.
Il nome intero è già un comico programma. Il “Caesar Syria Civilian Protection Act” è entrato in vigore il 16 giugno di quest’anno sebbene fosse stato votato l’anno scorso.
Colpisce imprese private o pubbliche che lavorino per lo stato, intendendo per estensione che lavorino per il loro legittimo Presidente, tutte le società private o pubbliche estere che collaborino con la Siria, russe o iraniane o cinesi per esempio. Sono colpiti i rapporti commerciali in genere, e poi, ironia massima, specifica che le sanzioni possano cessare nel momento in cui vengano avviati colloqui di pace o cessino le violenze contro la popolazione civile. Come se in questi anni di guerra fosse stato il governo a compierle e non le bande di tagliagole armate dalle potenze che intendevano sovvertire il processo di democratizzazione in Siria, dato che vedeva comunque avvantaggiato il presidente Assad. Come ha dimostrato l’incredibile tenuta del Paese di fronte ad una aggressione senza precedenti, quest’ultimo appoggia le istituzioni siriane ed il suo legittimo presidente eletto, che per l’appunto è Bashar al Assad.
In Siria nel 2012 è stata votata e promulgata una nuova Costituzione democratica che ha rivoluzionato la forma stessa dello stato fino ad allora conosciuto e non a caso, un anno prima, durante il processo di scrittura del testo, scoppiarono le rivolte pilotate ed armate che ben ricordiamo.
La cosa peggiore che nessun media occidentale sottolinea è proprio il fatto che colpendo indiscriminatamente i rapporti commerciali si rende estremamente problematico per il Paese rifornirsi di quanto necessiti loro, dalle medicine ai macchinari, ai generi di prima necessità che occorrano ad un Paese ancora semidistrutto.
Principalmente il Caesar Act si basa interamente sui rapporti redatti dagli organizzatori della guerra (mai provati) sui presunti crimini commessi dall’esercito siriano, ma anche dalla Russia. Partono infatti parlando delle “DECINE” di ospedali che sarebbero stati bombardati, ricorderete quanti ULTIMI ospedali sono stati colpiti ad Aleppo ad esempio. Dopo la liberazione giornalisti di varie nazionalità si recarono in alcune strutture chiamate ospedali per scoprire che fossero strutture civili adibite ad uso promiscuo, medico e militare, contravvenendo esplicitamente ad ogni norma indicata dalla Convenzione di Ginevra, mentre non si citano minimamente i reali crimini commessi da Al Qaeda in Siria, come la vera distruzione delle strutture ospedaliere, un esempio è il caso dell’ospedale oncologico di Aleppo, Al Kindi e molti altri. Il massacro sistematico delle comunità cristiane o alawite o sciite o sunnite non collaborative, mai una sola parola di condanna o di sanzioni contro coloro che li abbiano finanziati, armati, addestrati per anni ed anni, e vorrei un po’ vedere, gli USA dovrebbero sanzionare se stessi, i propri governanti a partire dalla Clinton e da Obama e Trump solo per citarne gli ultimi.
- La demolizione delle difese dell’ospedale Al Kindi i Aleppo grazie ad una potentissima VBIED di Al Qaeda
Prosegue impunemente la falsificazione dei fatti che hanno rivelato la montagna di frottole propinata per anni dai media, ad iniziare dai “ribelli” che erano milizie estremiste camuffate da FSA, Al Qaeda, ISIS, o gli sgherri tagliagole che hanno attaccato le regioni siriane a maggioranza relativa curda nel nord del Paese, dove hanno attuato un regime di prevaricazione, furto sistematico, pulizia etnica e omicidi, il tutto nel fragore del mutismo di chi difendeva la finta rivoluzione come la premiata Asmahe Dachan che durante l’invasione delle provincie di Afrin prima e di Hasakah dopo, omise di commentare dalle pagine del suo blog.
Per fortuna dei Curdi, la loro richiesta di aiuto disperata, venne raccolta dal governo siriano che con non poca difficoltà riusci comunque a inviare l’esercito per fermare le truppe turche e vi riuscì.
Naturalmente tutti i paladini dei “ribelli buoni” presenti in Italia, e che ancora proseguono con i loro fiumi di fiele e balle, tacciono di fronte alla realtà tragica dei regimi sanzionatori di tal fattezza, UCCIDONO!
Le sanzioni indiscriminate contro un Paese uccidono tanto e forse più di una guerra perchè privano dei mezzi la popolazione civile, la privano del lavoro, dei risparmi, delle medicine che divengono indisponibile per lo stato ed il servizio sanitario, gratuito in Siria ma privato della capacità di erogare un efficiente servizio alla popolazione. Con le sanzioni vengono meno i macchinari per le diagnosi e gli esami, per assistere le partorienti e i neonati prematuri, i malati di tumore, i mutilati e gli invalidi di guerra e via così.
Queste cose, questi reali aspetti e contenuti di un regime sanzionatorio chiamato beffardamente “…Civilian Protection…” sono sempre omesse nel racconto di ciò che accade in Siria.
In questi giorni assistiamo ad un atto che svela ulteriormente la visione americana del diritto nel mondo, applicheranno pesanti sanzioni anche contro giudici e loro famigliari sia statali che della Corte dell’Aja che dovessero intraprendere azioni di indagine o accusare cittadini USA di crimini di guerra o contro l’umanità senza il loro benestare, come dover chiedere ad un capo mafia il permesso di processare i suoi scagnozzi.
Questa purtroppo è la guerra moderna che non si combatte più solamente in battaglia ma spesso sul filo dell’informazione controllata e sul piano delle sanzioni economiche.
Per concludere, lo scopo ultimo di un nuovo regime sanzionatorio che attacchi anche i collaboratori esterni alla Siria è quello di isolare ulteriormente il Paese ed impedirne ogni possibilità di ripresa economica attraverso le collaborazioni che iniziavano a rompere l’isolamento voluto dall’occidente e dai suoi alleati.
Nei mesi scorsi ad esempio gli Emirati Arabi Uniti avevano più volte riproposto il rientro della Siria all’interno della Lega Araba ambasciate di diversi Paesi stanno iniziando i lavori per la riapertura di sedi diplomatiche a Damasco. Tutte le nuove misure imposte dagli USA non faranno altro che spingere sempre più Damasco e altri Paesi del Medio Oriente in quella che più volte abbiamo spiegato essere la Mezza Luna Sciita con l’Iran a capo di essa.
Situazione bellica in Siria
Ci sono chiari segnali di una ripresa prossima delle ostilità, da un lato i continui arrivi di navi cariche di armi dalla Russia alla base di Tartus, tra i quali anche almeno 6 caccia MIG29 rimodernati all’ultimo standard di equipaggiamento.
Nuovi reparti dell’esercito siriano stanno raccogliendosi nella parte sud della sacca di Idlib, la causa sarebbe il perdurare della mancata applicazione del disarmo della zona a sud della M4, con l’evacuazione prevista delle milizie e il loro spostamento oltre una fascia di 6 Km a nord della M4.
Vi sono stati degli attacchi contro i convogli turco russi che pattugliano la zona, secondo i patti sottoscritti, oltre a manifestazioni a volte violente.
L’ultimo attacco con ordigno esplosivo improvvisato ha causato il danneggiamento di un BTR 90 russo.
Sono ricominciati alcuni giorni fa e dopo molte settimane di fermo, i bombardamenti da parte russa contro le formazioni qaediste che controllano la sacca di Idlib.
I turchi da parte loro, invece di rimuovere forzatamente le milizie inadempienti, hanno proseguito nel rafforzamento delle postazioni antiaeree e rafforzato ulteriormente il loro dispositivo in loco.
Il possibile ritorno allo scontro diretto tra le forze siriane e i gruppi terroristici appoggiati dalla Turchia appare molto probabile entro il brevissimo termine al momento, questo anche alla luce di quanto accaduto in Libia.
Libia
Si prolunga il cessate il fuoco richiesto, o meglio, imposto, dalla minaccia del Presidente egiziano Al Sisi di intervenire direttamente nel conflitto.
Entrambi gli schieramenti stanno approfittando della pausa per rafforzarsi.
Notizia di due giorni fa, la Turchia ha reso pubblica la sua richiesta ufficiale di utilizzare come propria la base di Watiya, lo scrivo da settimane e voi lettori lo saprete bene, è per la Turchia una necessità assoluta avere una base militare permanente in Libia se intende conquistarne i territorio.
I droni da soli non bastano più, portano un carico bellico limitat.Dei caccia moderni svolgono un lavoro decisamente più proficuo sul piano dei risultati attesi e necessari.
Stesso discorso di Haftar che è riuscito a farsi inviare uno o forse due aerei di supporto, un mig 29 di certo e forse anche un SU24.
Presto quindi riprenderanno le ostilità anche in Libia, sarà interessante vedere come l’Egitto utilizzerà le sue forze militari, inoltre ritengo che la presenza contemporanea della Turchia su due scenari bellici, costituisca un grave errore da parte di Erdogan che prestò vedrà le sue forze divise e su fronti lontani fra loro, compito logistico non semplice e che ricorda anche e bene, come chi in passato abbia optato per questa strategia, sia stato inevitabilmente sconfitto.
La Turchia ha imponenti risorse militari da cui attingere, accumulate in passato o frutto di moderna progettazione, ma sono comunque limitate e due scenari difficili e complessi come quello siriano e libico, possono rappresentare un pericoloso pantano per Ankara.
India e Cina
In questi giorni un sanguinoso incidente ha coinvolto truppe cinesi e indiane sulle vette del Ladahk.
Le vittime non sono poche, una ventina di cinesi e più di 40 indiani.
La disputa nasce dal confine contestato tra i due Paesi, ma non crediate che si siano sparati, no, nulla di più lontano, si sono inseguiti e scontrati a suon di bastonate e sassate in faccia
Molti bastoni modificati e “armati” come delle Morgenstern medievali, la maggior parte dei caduti indiani sarebbe dovuto al mancato soccorso indiano dei suoi feriti.
La tensione cresce ma credo che gli attuali colloqui con mediazione russa porteranno a più miti consigli le due nazioni più popolose al mondo.
Francia
Incidente simile in Francia dove due minoranze, la magrebina e quella cecena sono arrivate al conflitto armato, non scherzo, per almeno 5 giorni, prima che il pessimo Macron (presidente nonostante il bassissimo indice di gradimento) comprendesse la gravità della situazione e facesse intervenire le unità RAID, che non sono truppe dotate di insetticida, ma le teste di cuoio francesi.
Nei due video potete vedere di cosa si stia parlando.
Stefano Orsi
Siamo alla vigilia della 3a guerra mondiale del tutti contro tutti
tutto grazie ai geniale diffusori del virus, che ormai è provato essere stato lungamente progettato, creato e poi SAPIENTEMENTE diffuso in modo da indebolire praticamente il mondo intero.
A tutto questo ovviamente i cospiratori avevano messo in atto sistemi di speculazione da renderli infinitamente più ricchi di quanto non lo fossero prima di tutto questo.
questo asse del terrore è ben delineato e definito, ma purtroppo il grande problema è che i governanti di quasi tutti i paesi al mondo che potrebbero opporsi SONO STATI PREVENTIVAMENTE COMPRATI E ALLINEATI AGLI OBIETTIVI DEI COSPIRATORI.
Rimane un solo grande muro da abbattere, gli stessi che erano stati attaccati da decine di anni…. Russia e Bielorussia, Cina, NorthKorea, Venezuela, Syria, Serbia, Yemen, e forse qualche altro paese ex sovietico asiatico che rimane chiuso alle solite tattiche mondialiste-capitaliste delle primavere arabe, delle falseflag ops, delle NGO Usaid e dei soliti vampiri sionisti