Mentre prosegue nella sua impressionante sequenza di disastri, il 2020 ci appare come un anno che verrà ricordato a lungo sui libri di scuola e da noi tutti almeno finché vivremo. Dal COVID-19 alle crisi nel Mediterraneo e nel mondo intero. Iniziamo con l’evento più importante di questa settimana (24 Giugno).


Mosca, la parata per il 75° anniversario della vittoria dell’URSS sul nazifascismo.

La Parata del giorno della Vittoria in Piazza Rossa - Corriere.it

La parata quest’anno si è svolta il giorno 24 di giugno, normalmente viene celebrata il 9 maggio, giorno della firma della capitolazione della Germania ormai in gran parte occupata dall’Armata Rossa.

A causa del COVID-19 si dvolge il 24 di giugno, giorno in cui si svolse la prima parata, dopo l’arrivo dai fronti delle unità combattenti che avevano sottomesso la Germania con la bandiera gloriosa che sventolò sopra al tetto del Reichstag.

Qui potete vedere intanto la parata in fullHD

Il discorso del Presidente Putin tradotto per voi in italiano.

“Cari veterani, stimati ospiti stranieri, compagni soldati e marinai, sergenti, sottufficiali, guardiamarina e marescialli, compagni ufficiali, generali e ammiragli!

Mi congratulo con voi per il 75-esimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica!

Vittoria che ha determinato il futuro del Pianeta per molti decenni a venire ed è rimasta per sempre nella Storia come la più grandiosa per la sua importanza, il suo altissimo significato morale e spirituale.

Quest’anno le tradizionali celebrazioni in onore della Vittoria in Russia si tengono il 24 giugno. Esattamente 75 anni fa, per commemorare la fine della Grande Guerra Patriottica, qui, presso le mura del Cremlino, si è tenuta la leggendaria Parata dei vincitori.

Questa Parata è rimasta nella Storia come il trionfo di una forza sbalorditiva, il trionfo del Bene sul Male, della Pace sulla Guerra, della Vita sulla Morte; in nome di tutti i difensori della Patria con disprezzo furono gettate a terra sulla Piazza Rossa le bandiere e gli stendardi sconfitti dei nazisti in segno di giusta vendetta e severo ammonimento.

Oggi noi chiniamo il capo alla chiara memoria di tutti coloro che non sono tornati dalla Guerra, in ricordo dei figli, figlie, padre, madri, nonni, mariti, mogli, fratelli, sorelle, compagni d’armi, parenti e amici.

Piangiamo i veterani che ci hanno già lasciato.

Dichiaro un minuto di silenzio.

Noi ricorderemo sempre che il nazismo è stato sconfitto dal popolo sovietico, milioni di persone di diverse nazionalità di tutte le repubbliche dell’Unione Sovietica, sul fronte come nelle retrovie, nelle file partigiane o nella clandestinità, hanno lottato e si sono sacrificati secondo la legge del coraggio e dell’unità nel difendere la propria terra e continuando a combattere, hanno liberato dagli invasori i paesi dell’Europa, hanno posto fine alla terribile tragedia dell’Olocausto, hanno salvato dal nazismo, dalla sua ideologia mortale il popolo della Germania e non è neppure possibile immaginare cosa sarebbe accaduto al mondo se non lo avesse difeso l’Armata Rossa; i suoi soldati non avevano bisogno della guerra, di altri Stati, né della gloria, dell’onore, ma hanno lottato per annientare il nemico, ottenere la vittoria e tornare a casa.

Hanno lottato per la libertà dell’Europa pagando un prezzo inestimabile.

Molte centinaia di migliaia di combattenti sono caduti sui campi stranieri, il nostro debito è ricordarli, Il nostro dovere è anche ricordare che sul popolo sovietico è caduto il peso principale della lotta contro il nazismo. Nel 1941 – oltre l’80% delle Forze armate della Germania e dei suoi satelliti erano concentrati contro l’Unione Sovietica, ma questa spietata armata è risultata essere impotente di fronte all’unità dei cittadini sovietici.

Proprio il nostro popolo è riuscito a vincere il mostruoso, totale Male, ha sgominato più di 600 divisioni del nemico, ha distrutto il 75% del numero totale di aerei, carri armati, armamenti d’artiglieria del nemico ed è andato fino alla fine, fino al punto finale della vittoria, percorrendo un giusto, eroico cammino, disseminato di vittime e in ciò consiste la cosa più importante, l’onesta, limpida Verità sulla Guerra e noi abbiamo l’obbligo di preservare e difendere, tramandare ai nostri figli e nipoti e pronipoti. Oggi questa Parata è in onore di questa sacra Verità, in onore di questa straordinaria generazione di Vincitori che hanno determinato l’esito della Seconda Guerra Mondiale.

Adesso insieme ai soldati russi sfileranno in parata i rappresentanti dell’Azerbaijan, Armenia, Bielorussia, India, Kazakistan, Kirghizia, Cina, Moldavia, Mongolia, Serbia, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan. Siamo felici di salutare i nostri amici, ospiti di diversi paesi che sono venuti a Mosca per rendere rispettoso omaggio a chi ha difeso la Pace sul Pianeta.

Noi non dimentichiamo il contributo dei nostri alleati, l’importanza del secondo fronte aperto nel giugno del 1944, onoriamo i coraggiosi combattenti delle forze armate di tutti gli Stati della coalizione anti hitleriana, di tutti coloro che hanno combattuto nei paesi dell’Europa.

Di fronte alle sfide con cui si scontra oggi il mondo, noi percepiamo in modo particolare e acuto che enorme valore rappresenta l’Uomo, i suoi sogni, le sue speranze, la vita pacifica, capiamo come sia importante rafforzare l’amicizia, la fiducia tra i popoli, siamo aperti al dialogo su tutti i temi della collaborazione internazionale, tra essi la creazione di un sistema comune affidabile per la sicurezza internazionale, necessario e urgente in un mondo che cambia velocemente. Solo insieme possiamo difenderlo dalle nuove pericolose minacce!

Oggi i veterani della Grande Guerra Patriottica vivono in diversi paesi ma non è possibile dividere la loro unica, grande impresa eroica nel difendere interi popoli dalla morte, dalla barbarie e dalla schiavitù.

Questa impresa è patrimonio di tutta l’umanità, la nostra riconoscenza a voi, cari veterani, è illimitata, con la vostra vita, il vostro destino avete dimostrato come è importante difendere i valori della pace, dell’umanità, della giustizia.

Noi faremo di tutto perché il ricordo dei vostri atti eroici non sbiadisca mai, è il debito della nostra coscienza e responsabilità davanti al presente e al futuro.

Gloria alla generazione che ha vinto il nazismo!

Gloria agli Eroi della Guerra patriottica! Urrà!”

(traduzione a cura di Marinella Mondaini che ringrazio di cuore)

Il ruolo avuto dall’URSS nella sconfitta della Germania nazista e delle forze dell’Asse, è stato di assoluta e innegabile rilevanza. Le perdite di mezzi e materiali oltre che di truppe patite dalla Germania sul fronte orientale ne hanno causato il netto crollo, quando le forze alleate sbarcavano in Normandia l’82% delle divisioni tedesche era impegnato sul fronte orientale e già in piena ritirata.

Questo mi riporta alla mente la vergogna della risoluzione del Parlamento della UE che ha equiparato il comunismo al nazismo e le responsabilità dello scoppio della seconda guerra mondiale in capo alla firma del patto Molotov-Ribbentrop.

Credo che questo atteggiamento di certa politica nei confronti della storia, possa essere catalogato come “Rovescismo”.

Innanzitutto dobbiamo constatare che sebbene vi siano state vittime a causa dello “stalinismo”, con i gulag ad esempio, mai nessuno storico ha mai potuto affermare o dimostrare che questo fosse ricercato e voluto come dal nazismo, che invece aveva programmato più stermini.

Con l’aggressione all’URSS, l’”Operazione Barbarossa”, la Germania segnò la propria sconfitta, ma il costo umano che l’URSS dovette pagare per sconfiggere il nazismo e la Germania, paese aggressore, fu enorme, 27 milioni di sovietici tra civili e militari. Un costo umano per noi inimmaginabile.

La vittoria sul nazifascismo è ricordata ancora oggi tutti gli anni il 9 maggio con una cerimonia a cui fa poi seguito la “marcia del Reggimento degli immortali” in cui figli e nipoti dei caduti ricordano gli eroi che salvarono il paese.

Sebbene vi siano state migliaia di morti, non milioni, in conseguenza della repressione del dissenso, in epoca staliniana, la loro morte non fu mai programmata e ricercata come fine di un progetto preciso, come invece accadde nel nazismo.

Anche un altro concetto espresso nella risoluzione del Parlamento europeo appare viziato da “rovescismo”, l’attribuire lo scoppio della 2 GM a Germania e URSS per via del Patto Molotov Ribbentrop.

Nelle ricerche che ho effettuato, a conferma di quanto spiegato durante le lezioni online, ho trovato materiale di storici come Angelo D’Orsi o Alessandro Barbero, entrambi sono o sono stati docenti presso la nostra Università.

Il complesso intreccio di eventi che porta alla seconda GM, parte dalla fine della prima, con il Trattato di Versailles e passa attraverso la ritrosia dei governi occidentali di allora ad opporsi da subito e con fermezza alle richieste e pretese della Germania di Hitler, atteggiamento culminato nella sottoscrizione dell’”Accordo di Monaco” del 29-30 settembre del 1938, nel quale fu sancita la spartizione di diversi territori della Cecoslovacchia a beneficio di Germania, Ungheria e anche Polonia.

A sancire la pesantissima responsabilità, per lo scoppio della guerra, di questa firma, ci sono le parole del futuro Primo ministro inglese Winston Churchill:

“Avevate la scelta tra il disonore e la guerra, avete scelto il disonore…avrete la guerra”

Il Patto Molotov Ribbentrop venne firmato da URSS e Germania solo dopo l’indecisione di Francia e Germania ad agire subito per fermare Hitler, che rivendicava il corridoio di Danzica dalla Polonia, e dopo il categorico rifiuto polacco a permettere l’ingresso nel Paese di truppe sovietiche in funzione anti tedesca.

Le truppe sovietiche invasero la Polonia dopo che la Germania invase da ovest, ma occorre specificare che i territori occupati dall’Armata Rossa fossero quelli che la Polonia aveva occupato durante la guerra iniziata nel 1919 con l’invasione della nascente URSS da parte polacca e terminata con la pace di Riga del 1920.

Le truppe sovietiche tornarono sulla linea di confine del 1919, linea di confine proposta anche dal piano Curzon per mediare una soluzione al conflitto, linea ignorata dalla Polonia che voleva trarre vantaggio dal momento bellico favorevole.

https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_sovietico-polacca

Oggi quei territori fanno parte della Bielorussia.

La Germania nazista ha quindi responsabilità precise e forse uniche nella storia per aver programmato scientificamente uno sterminio come fosse un fine ultimo per l’azione politica del partito nazista.

Nostro compito è quello di ricordare sempre e con attenzione ciò che è accaduto e il come sia potuto accadere, per far si di impedire che accada nuovamente, e non come alcuni vorrebbero, cambiare la storia per adeguarla alle attuali convenienze politiche. Questo il mio contributo alla memoria storica.

Situazione in Libia ed in Siria

Damasco

Proseguono in queste settimane, gli scontri interni alla Sacca di Idlib, Siria, dove le formazioni terroriste che occupano la zona, continuano a combattersi, Hayat Tahrir al Sham, ovvero Al Qaeda, sta combattendo contro la formazione filoturca di Hurras al-Din, stanno al momento combattendo alle porte di Idlib.

Scontri presso al Bab, in provincia di Aleppo, sempre settore occupato dai terroristi, si segnalano scontri a fuoco anche tra le formazioni della Brigata Al Hamza e la milizia Harar al Sham.

Assieme ai combattimenti proseguono anche le eliminazioni mirate di comandanti, eliminazioni che avvengono sia con bombe che con ordigni sganciati da droni, a volte turchi e a volte USA, questi ultimi in particolare hanno eliminato con un razzo R9X lanciato da drone un capo locale di Al Qaeda, il missile R9X non esplode ma impiega grandi lame per tagliare a pezzi gli occupanti del velivolo su cui si abbatte.

Stanno parimenti procedendo i preparativi dell’esercito siriano che sta accumulando un importante dispositivo offensivo a sud e ad est della sacca di Idlib per portare entro breve un ulteriore colpo alle formazioni terroriste che occupano questa parte di Siria con la protezione della Turchia.

La Turchia da parte sua, prosegue con gli attacchi contro le formazioni crede sia in Siria, presso i settori di Tal-Rifat e di Tel Tamer.

Il recente, ennesimo, attacco Israeliano contro la Siria si è consumato in due fasi, la prima ha avuto come oggetto dell’aggressione una installazione radar nel sud del Paese, nella provincia di Suweida e il secondo una serie di capannoni, nella zona di Hama.

Le solite inaccettabili giustificazioni per questi crimini, sono che Israele combatta la presenza iraniana in Siria, senza che sia mai avvenuta alcuna azione minacciosa da parte iraniana o siriana nei confronti di Tel Aviv, ai cui attacchi nemmeno rispondono.

Si contano però vittime, persone che rimangono uccise da questi inaccettabili attacchi, oltretutto portati violando anche lo spazio aereo libanese.

Tripoli

voli tra Turchia e Libia

Anche qui ci troviamo di fronte a importanti preparativi bellici, proseguono senza sosta i voli dei C130 ed A400 turchi che fanno la spola tra le basi militari turche e Misurata per portare armi e materiali in Libia.

Brutti episodi sono avvenuti in questi giorni, il primo con elicottero decollato da una fregata turca di scorta ad un mercantile sospettato del trasporto continuo di armi e milizie dalla Turchia a Tripoli, l’elicottero ha inquadrato nel radar di attacco una fregata greca Spetsaiche voleva ispezionare il mercantile, nell’ambito della missione Irini.

Fregata greca Spetsai

Il secondo episodio, ancora più grave, ha coinvolto una fregata francese, inquadrata anche lei dal radar di attacco della fregata turca stessa, che si è frapposta tra il mezzo francese e il mercantile. Questo episodio ha causato un grave incidente diplomatico tra la Francia e la Turchia, con durissime dichiarazioni del Presidente Macron anche contro lo stato dell’Alleanza Atlantica di cui anche la Turchia fa parte.

Fregata francese Courbet

La visita del Presidente egiziano Al Sisi presso Sidi Barrani, al confine tra la Libia e l’Egitto, ha mostrato un imponente dispositivo di invasione pronto ad entrare in azione, se le truppe a tutti gli effetti controllate dalla Turchia dovessero attaccare Sirte o la base di Al Jufrah, quella sarebbe la loro linea rossa.

Le forze delle GNA libiche hanno intimato invece alle LNA del generale Haftar di abbandonare sia Sirte che la base di Al Jufrah come condizione per l’accettazione di un eventuale cessate il fuoco, che al momento invece resiste.

Come abbiamo già scritto la settimana scorsa, ritengo che un possibile attacco avverrà in Siria contemporaneamente all’inizio di una nuova offensiva “turca” in Libia, per impegnare la Turchia su due fronti contemporaneamente, quello libico e quello siriano, al fine di dividerne le forze e raddoppiarne i costi.

Dubito fortemente che nonostante la sua indubbia preparazione e progresso in campo bellico, la Turchia sia in grado di sostenere con successo entrambi i fronti.

Aree di crisi nel mondo n. 47 del 10-7-2020

Nell’articolo di oggi ci occuperemo principalmente della situazione in Iran e del Covid nel mondo, non tralasciando l’evoluzione delle crisi in Siria e Libia.

Teheran

Nelle ultime due settimane, sul suolo iraniano si sono avuti diversi episodi sospetti.

Una serie di esplosioni in diverse parti del Paese appare come molto sospetta.

Se da un lato gli obbiettivi colpiti dai “fatti”, definirli incidenti ci pare ormai davvero escluso, dall’altro tutto nella vita può essere casuale fuorché le combinazioni.

La successione delle esplosioni non lascia spazio a dubbi di sorta.

trasformatore in fiamme ad Ahwaz

Da fine giugno si sono registrate esplosioni in un deposito di gas, in un ospedale della capitale, questa con diverse vittime, poi ancora una successiva presso una centrale elettrica, ad Ahwaz, in questo caso si trattava di un trasformatore, poi è stata la volta di una struttura superficiale del centro di Natanz, sito di lavorazione e ricerca nucleare, che principalmente si trova al di sotto della superficie terrestre, in profondità e al sicuro da attacchi esterni, anche elettronici o telematici.

esplosione deposito di gas

A quanto pare anche un sito militare, preposto alla produzione missilistica, in particolare nel settore de combustibile dei razzi, avrebbe subito una esplosione in una struttura secondaria.

Natanz struttura danneggiata luglio 2020

Inseriamo in questa sequenza anche una fuga di gas di cloro in un impianto petrolchimico del sudest del Paese, gas di cloro mortale solo ad elevate concentrazioni, ma che ha lasciato comunque coinvolti e lievemente intossicati alcune decine di operai.

Ieri sera ancora due nuove esplosioni vicino a Teheran, dai primi rapporti sembrerebbe sia avvenuto un incidente, chiamiamolo così, presso una installazione militare delle Guardie della Rivoluzione.

Appare dunque evidente come ci si trovi di fronte ad un attacco preordinato, non credo affatto si tratti di coincidenze fortuite.

Una o più probabilmente più cellule di commandos e agenti interni starebbe agendo su suolo iraniano, probabile sia in corso la caccia da parte dei servizi iraniani, di certo sono state usate sia azioni di sabotaggio tradizionale, sia di tipo informatico.

Trasformatori o depositi di gas possono essere danneggiate fino all’esplosione con una azione informatica, il trasformatore portato al surriscaldamento e l’idrogeno liquido liberato agendo sui comandi delle valvole, il campo di esplosività del gas dal 4 al 94% farebbero il resto.

Stesso scenario nel caso del deposito di propellente per razzi.

In passato un attacco informatico israeliano aveva causato il danneggiamento di molte centrifughe adoperate nell’arricchimento dell’uranio per ottenere del combustibile fissile per le centrali nucleari civili iraniane.

Israele dunque potrebbe, con molta probabilità, trovarsi dietro questi veri e propri attacchi, in maniera molto pretestuosa le autorità governative di Tel Aviv, affermano di prepararsi per un’eventuale rappresaglia iraniana, la speculazione israeliana sta nel fatto di lasciare intendere che l’Iran potrebbe utilizzare basi su suolo siriano per lanciare la sua rappresaglia, cosa mai avvenuta in passato, e nemmeno ventilata da Teheran, ma si sa che Israele deve giustificare di continuo i suoi attacchi illegittimi contro la Siria.

In questi giorni è stato reso noto da parte iraniana, che è stato attivato un sistema di difesa aerea costiero interrato, al riparo da eventuali attacchi e ora attivo.

S300 iraniani in parata

Inoltre è stato annunciato il pieno dispiegamento operativo delle batterie di missili di difesa S300 russi, si tratta di alcune batterie, 4 per la precisione, composte ciascuna da almeno 4 lanciatori per 4 missili ciascuno, con gittata massima tra i 200 e i 250 chilometri a seconda dei missili montati.

Bavar 373

Inoltre l’Iran ha schierato le batterie dei suoi missili di produzione nazionale, i Bavar 373, basati sulle caratteristiche degli S300 russi. Segno evidente che la preparazione per un possibile attacco israeliano è in corso da tempo.

L’infiltrazione di sabotatori su suolo iraniano è reso possibile e anche probabile attraverso il territorio iracheno, gran parte del confine con l’Iran è infatti lungo il territorio controllato dai Curdi che, soprattutto in Iraq sono legati a doppio filo con Israele, che anche n passato ne aveva appoggiato il separatismo dal governo di Baghdad offrendo anche supporto amministrativo in caso di distacco.

I tentativi di destabilizzazione del medio oriente operati da Tel Aviv agiscono a tutto campo.

Proprio nell’ambito della collaborazione Iran Siria, invece annotiamo come proceda bene in ambito militare, è stata infatti annunciata la firma di un accordo per la fornitura di sistemi che ammoderneranno i sistemi radar e gestionali di molte zone della Siria, che dopo anni di guerra sono fuori uso o risalenti, quando va bene agli anni 70, già la Russia ha fornito sistemi ed integrazioni per i missili dei depositi siriani, S200 e S125 che hanno dimostrato la migliorata efficienza, ma ancora manca molto per poter parlare di difesa aerea integrata su tutto il territorio nazionale, le zone di Deir Ezzour e ad est di Hama per capirci, sono totalmente sguarnite.

zone Siria sguarnite di difese aeree e radar

Gli attacchi recenti potrebbero trovare una giustificazione nella firma del protocollo di 25 anni tra Iran e Cina, base di una fattiva collaborazione che si cementerebbe sulla assegnazione di basi aeree e navali a Pechino in cambio di forniture di petrolio e gas garantite e infrastrutture strategiche per il paese.

La Cina investirebbe in Ira cifre enormi per l’economia di Teheran, fino a 400 miliardi.

Autostrade, ferrovie, telecomunicazioni, porti e aeroporti, collegamenti marittimi, piattaforme informatiche e social, e piattaforma bancaria alternativa, bypassando le sanzioni del tesoro USA.

Importante l’accordo di collaborazione militare, con interscambio e sviluppo congiunto di nuovi sistemi e piattaforme.

Una collaborazione che estenderà l’ombrello militare di Pechino sul golfo persico e attraverso la mezzaluna sciita addirittura fino al Mediterraneo.

Il progetto della Belt and Road procede e l’Iran ne fa parte in maniera strategica.

L’integrazione delle difese aeree cinesi con quelle iraniane, la futura presenza militare di Pechino su suolo iraniano, porteranno notevoli vantaggi in termini di sicurezza per il paese da futuri attacchi ed ingerenze straniere come quelli degli Usa o di Israele.

Questo potrebbe spingere Tel Aviv e Washington a giocarsi il tutto per tutto prima che questo scenario si concretizzi e renda off limit l’Iran da futuri colpi di mano.

Siria

Proseguono i preparativi in vista di una ripresa delle ostilità.

Attorno ad Idlib va aumentando il dispositivo militare siriano, ancora non vi sono segni di smilitarizzazione delle milizie jihadiste come da accordi presi, mentre proseguono i pattugliamenti congiunti russo turchi, lungo la M4.

Pattuglia lungo la M4

Nel Deserto tra Palmira e Deir Ezzour l’esercito siriano ha assestato duri colpi alle milizie ISIS, ancora operanti grazie ai rifornimenti garantiti loro attraverso la base USA di Al Tanf ,ormai è quello l’unico punto di rifornimento di mezzi, armi e uomini per proseguire i combattimenti, o si sarebbero arresi già da molto.

In questi giorni non sono stati segnalati nuovi attacchi da parte di Israele.

Nel nord est del Paese proseguono gli scambi di scortesie tra le pattuglie USA e i posti di blocco siriani, e russi, che proseguono sempre più di frequente ad ostacolare la circolazione di queste fermando le pattuglie statunitensi, costringendole al ritorno alla base o al cambio di percorso.

Più volte abbiamo anche segnalato come la popolazione stessa abbia manifestato il disappunto verso la presenza americana, oltre che turca, stati occupanti di fatto di una gran parte del territorio e delle risorse petrolifere del Paese, questo in particolare da parte USA.

Libia

Le GNA hanno ripreso una azione di attacco in direzione sud verso la città strategica di Al Sabah, si sono portate a poca distanza dall’area che controlla alcune delle più grandi aree petrolifere del Paese, in concessione Eni oltretutto, nei giorni precedenti alcuni pozzi erano stati riconquistati dalle LNA con l’ausilio delle truppe di contractors dell’agenzia Wagner che opera al fianco delle forze del generale Haftar.

Le LNA avevano da parte loro attaccato la base aerea di Watiya colpendo le installazioni di difesa aerea appena posizionate dalla Turchia, si trattava si sistemi MIM-23 Hawk di produzione americana risalenti agli anni 70 anche se ammodernati.

A questo attacco le GNA hanno risposto con l’uso di droni turchi d’attacco che hanno colpito la base aerea di Al Jufrah, causando diverse vittime.

Una importante esercitazione navale turca è stata effettuata in questi giorni, aumenta il loro stato di approntamento per una eventuale guerra.

Gli scontri rischiati con unità navali francesi non sono passati senza strascichi. La Francia si è ritirata da ogni operazione navale in ambito NATO, cosa mai avvenuta prima, e minaccia gravi conseguenze alle prepotenze turche.

È noto che la Francia appoggi il generale Haftar in Libia.

Covid 19

I casi accertati nel mondo hanno ormai superato i 12 milioni, oltre 3 negli USA, dove si è toccato un nuovo record di contagi, oltre 65.000 in un solo giorno, seguiti dal Brasile con quasi 2 milioni di casi e 70.000 morti, notizia clamorosa è stata il ricovero del Presidente Bolsonaro, che mal ha recepito il contagio, manifestando sintomi pesanti ,tanto da dover ricorrere al ricovero ospedaliero, evidentemente il suo fisico da ex atleta, come diceva lui, non lo ha messo al sicuro dagli effetti pesanti della malattia.

I dati ISTAT diffusi per l’Italia hanno confermato ancora una volta come l’epidemia abbia causato un notevole aumento delle morti nelle province colpite pesantemente dall’epidemia, da notare come anche per il mese di aprile, lo scostamento dalle medie di decessi degli anni precedenti sia stato notevole e come solo una parte delle morti in eccesso, sia stata attribuita al covid, segno evidente che vi sia un diretto legame tra il virus e i decessi in fortissimo aumento, ma che solo una parte di essi sia stato attribuito al covid, probabilmente la ragione sta nelle molte denunce portate dai cittadini che lamentavano di non aver ricevuto alcun tampone di controllo o verifica del contagio pur avendone i sintomi, fenomeno che è stato già ampiamente dibattuto soprattutto nella mia regione, il Piemonte.

Il bilancio effettivo delle vittime resta dunque ancora avvolto nel mistero, l’aumento delle morti, è fuori da ogni normale deviazione statistica e legato intrinsecamente alle province dove l’epidemia ha colpito con maggiore durezza, altrove NON si è avuto alcun fenomeno simile.

Allego la pagina ISTAT dove potrete visionare i dati direttamente.

https://www.istat.it/it/files//2020/07/Rapp_Istat_Iss_9luglio.pdf

Il netto calo dei decessi in maggio è lampante e direttamente legato al probabile inserimento in aprile dell’obbligo delle mascherine chirurgiche a tutela delle persone, azione che avrebbe portato notevoli benefici se inserita subito in marzo con il decreto che istituiva il “lockdown”, purtroppo questo provvedimento è stato preso con grave e colpevole ritardo.

Venezuela

Nel giro di poche ore la delegazione dell’ex presidente del parlamento venezuelano, Juan Guaidò, DIMISSIONATO dalla carica dai suoi stessi colleghi dell’opposizione al governo del Venezuela, democraticamente eletto e legittimamente in carica, è stata ricevuta da due dei partiti italiani che maggiormente osteggiano la democrazia in Venezuela, ovvero FRATELLI d’ITALIA e il PARTITO DEMOCRATICO tra i due vi sono ormai ben poche differenze a livello di politiche economiche e anche dal lato sovranismo lasciano molto a desiderare essendo entrambi sottomessi e contenti di esserlo alla NATO ed alla UE, gli uni forse più filo USA gli altri più filo Bruxelles forse, ma nessuno dei due realmente filo italiano.

Ricevere la delegazione di una persona, normale parlamentare, SENZA INCARICHI nel suo Paese e attribuirgli dall’esterno il ruolo gratuito di presidente del venezuela fa davvero ridere.

La verità è che oggi come oggi, se in Cile ci fosse Allende, il PD si schiererebbe esattamente come FdI con Pinochet, e su questo non ho alcun dubbio.

Stefano Orsi.

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