Crisi nel Mediterraneo
Non si placa la tensione nel mediterraneo.
Turchia da un lato, non si può più parlare di GNA o di presidente libico, ed Egitto dall’altro, che di fatto ha assunto la guida delle operazioni, proseguono celermente nella preparazione di uno scontro che appare sempre più come inevitabile.
Aggiornamento flash dai fronti della Libia del 27-7-2020
Tripoli
Ingenti forze di terra delle GNA hanno ricevuto l’ordine di portarsi a ridosso del fronte di Sirte, e presumiamo anche Jufra e Sabah, molte colonne con centinaia di mezzi stanno convergendo in queste ore al fronte avanzato di Sirte.
Nei giorni scorsi il fronte difensivo è stato rafforzato dalle LNA anche con una componente di contractors della compagnia Wagner.
Appare sempre più solida la notizia della presenza di missili antiaerei S300, forse addirittura a difesa di Tobruk o Bengasi, quindi su suolo libico, mentre presso Jufrah sarebbero stati posizionati le solite batterie di Pantsir con un rinforzo di missili BUK M1. Tutti mezzi nelle disponibilità dell’esercito egiziano, non sappiamo se anche da parte russa sia arrivato del materiale.
Avevamo già dato la notizia dell’ingente dispositivo militare egiziano che si è andato posizionando presso Sidi Barrani, questo sarebbe composto da circa 350 mezzi tra corazzati, carri Abrams M1A1 e numerosi blindati, ricordiamo che l’Egitto dispone anche di numerosi elicotteri d’attacco KA52 oltre che di una valida marina militare.
Il vicino aeroporto di Sidi Barrani può fornire tutta la copertura militare necessaria dal cielo.
Al Momento per le LNA abbiamo potuto osservare solo un Mig 29 e uno o due SU-24, troppo poco per sostenere una offensiva di miliziani filoturchi ben addestrati e supportati a terra da comandanti turchi e dotati d mezzi antiaerei.
La Turchia ha messo in campo decine di pericolosi Bayaktar TB2 appoggiato anche dagli Anka S, mentre le LNA dispongono degli Wing Loong cinesi, equivalenti agli Anka S.
Ieri e nei giorni scorsi, numerosi voli militari turchi hanno fatto scalo continuo presso la base di Watiya nell’ovest della Libia, ufficialmente concessa dal governo Serraj alla Turchia.
Sempre in questa base stanno addestrando altre centinaia di miliziani mercenari arrivati sia dalla Siria che anche da altri stati dell’Africa, gli ultimi pare dalla Somalia.
Tutti estremisti islamici indottrinati fino al midollo alla violenza e all’omicidio. Nelle settimane scorse abbiamo visto esercitazioni navali e congiunte sia da parte turca che da parte egiziana, entrambi hanno posto linee rosse.
Per la Turchia è imperativo che le LNA cedano Sirte e Jufrah, il perchè è chiaro, sono centri di estremo valore strategico, Sirte ultima grande città prima di Bengasi e porta per prendere Ras Lanuf dove ci sono i terminal petroliferi, Al Jufrah invece è l’ultima base a presidio del deserto a sud di Sirte, persa quella alle LNA non resterebbe che la costa della Cirenaica, perchè Sabah da sola non sarebbe difendibile.
A parti invertite, l’Egitto ha detto che Sirte e Jufrah sono invece la loro linea rossa e in caso di attacco delle GNA interverrebbero a difesa del Parlamento di Tobruk.
Siamo agli sgoccioli. Sabato abbiamo assistito alla pantomima del clown in completo scuro e camicia bianca Bernard Henry Levy, era atterrato con l’intento di portare acqua ai suoi amici storici, le milizie estremiste e terroriste che in Siria hanno gettato il Paese nel caos e massacrato la popolazione civile prima di essere sconfitte dall’esercito siriano con l’aiuto della Russia dell’Iran e delle milizie sciite libanesi e irachene.
Il suo appeal presso quelli che chiamava “ribelli moderati” in Siria qui pare spento del tutto è stato accolto con pesanti insulti sebbene fosse scortato da una numerosa presenza di forze speciali turche.
Che sia il canto del cigno di questo brutto e discusso personaggio?
Nelle prossime ore vedremo cosa potrà accadere, in passato, le GNA, quando si sono ammassate tanto al fronte lo hanno fatto nell’imminenza di un attacco.
Per ora attendiamo l’arrivo dei caccia di Ankara che potrebbero addirittura annunciarsi con un arrivo armato e bombardamento delle postazioni LNA, come provato ripetutamente in passato, per poi atterrare presso Watiya.
Per tutto il materiale e l’impegno bellico ci attendiamo, come minimo che l’Egitto chiami a se il comando dell’intero schieramento delle LNA, e presumiamo lo faccia in accordo con la Russia ove anch’essa dovesse fornire o aver fornito, materiale bellico essenziale per l’operazione.
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Da allora ho potuto verificare che i voli dei caccia MIG29, due finora individuati, si siano ripetuti almeno altre due volte, sorvolando la zona di Sirte al fine di intimorire i nemici che vanno attestandosi ad ovest della città.
Attorno a Sirte le LNA stanno scavando trincee e sbarramenti difensivi al fine di rallentare l’eventuale attacco dei miliziani filo turchi.
Se la Turchia ha pesantemente attinto alle riserve siriane ed ora Somale, le LNA sono andate in cerca di rinforzi negli storici alleati libici, le milizie del Ciad.
Sono arrivate a bordo di tecniche equipaggiate per la guerra nel deserto, ormai la tecnica è divenuta una vera icona di questi decenni, come un tempo lo furono i carri da guerra egiziani o assiri.
Per approfondire l’argomento della crisi ho deciso di contattare l’amica e collega Leni Remedios che vive a Birmingham e ha una particolare attenzione per la geopolitica, passione che ci accomuna.
Assieme abbiamo ripercorso le ragioni che spingono i protagonisti di questo conflitto ad esservi presenti e motori stessi di questa crisi che parte da prima del 2011 per arrivare fino ad oggi.
Come ascolterete l’organizzazione dei fratelli Musulmani ha un peso non indifferente su tutti gli scenari di crisi presenti e passati, Egitto compreso.
Abbiamo anche spiegato le ragioni che portano l’Egitto ad essere, giocoforza, costretto a confrontarsi con la Turchia.
Vi garantisco che si tratta di una bella e chiara analisi, molto approfondita e che vale il tempo di seguirla tutta dall’inizio alla fine.
Anche in questi ultimi giorni sono proseguiti i voli tra la Turchia e la Siria, sia verso Misurata che presso la base di Watiya, dove ormai i cargo scaricano molta attrezzatura bellica turca per l’allestimento completo della base.
Presto o tardi arriveranno i caccia, e li finalmente sapremo se porteranno i caccia F16 o gli F4 aggiornati integralmente, o un mix dei due.
Come abbiamo detto al momento nello schieramento LNA sono stati contati e fotografati due caccia mig29 e due SU24 null’altro.
Sono in corso esercitazioni navali tra Francia ed Egitto e tra navi greche e flotta USA, si sono svolte dal 24 al 28 luglio, presente la portaerei Eisenhower CVN69 (esercitazioni Sea Breeze).
Siria
Proseguono gli scontri lungo la linea di contatto presso la rimanente sacca di Idlib.
Le forze filo turche starebbero al momento rafforzando lo schieramento nel nord est siriano da loro occupato, visti anche i continui attentati che li stanno colpendo e che purtroppo causano anche la morte di diversi civili.
In Siria si starebbero posizionando forze di difesa aerea russa ad est di Homs, forse presso la base T9 o addirittura l’aeroporto di Palmira.
Stiamo attendendo l’arrivo e il dispiegamento anche di mezzi antiaerei iraniani, come annunciato dagli accordi di difesa sottoscritti tra la Siria e l’Iran, dovrebbero arrivare anche i sistemi BAVAR 373.
La cosa scatenerà immediatamente l’aggressione di Israele che mal digerisce che i suoi vicini siano liberi di disporre della loro sovranità e migliorino la capacità di difendersi dai loro attacchi.
L’Iran sta al momento trattando per l’acquisizione dei nuovi sistemi di difesa aerea russi S350 e dei BUK M-3.
La folle corsa USA alle sanzioni sempre più pesanti contro la Siria non ha risparmiato il figlio del Presidente siriano Assad, il primogenito Hafez, che è uno studente universitario.
Davvero gli USA hanno smarrito la via della ragione.
In questi giorni l’inviato speciale russo per la Siria Alexander Lavrientev è stato in visita a Damasco dove ha incontrato per un lungo colloquio il presidente siriano.
Naturalmente ha portato le congratulazioni del Presidente Putin per la recente vittoria nelle elezioni parlamentari per il partito di Bashar al Assad, il Baath.
La riunione si è poi concentrata sui colloqui del mese prossimo a Ginevra dove si discuterà nuovamente della costituente siriana per la riscrittura della Costituzione che era già stata votata nel 2012 dalla popolazione siriana.
Esprimiamo a tal proposito il nostro pessimismo per il peso dato in questi colloqui a formazioni definite di opposizione che nel Paese rappresentano praticamente se stesse o poco più e che faranno nuovamente naufragare le trattative con richieste assurde solo per accusare la Siria di non rispettare il percorso per arrivare alla pace negoziale.
Tra gli altri argomenti non hanno mancato di fare il punto sulla lotta all’epidemia di COVID che vede la Russia molto impegnata per arginare gli effetti e prevenire i danni alla popolazione.
In agosto potremmo anche veder partire la produzione di vaccino in Russia dove la sperimentazione pare essersi conclusa con ottimi risultati.
Libano
Dopo i raid israeliani che avevano ucciso miliziani di Hezbollah in servizio antiterrorismo in Siria, la risposta della formazione libanese non si è fatta attendere e alcuni veicoli militari israeliani sono stati attaccati con missili ATGM.
Ricordiamo che al confine tra Libano e Israele è posizionata la missione ONU UNIFIL al cui comando dal 2018 c’è l’Italia con il generale Stefano Del Col.
Israele ha immediatamente iniziato il dispiegamento dell’esercito verso nord, ha portato nel settore le brigate di intelligence elettronica e di guerra elettronica, l’artiglieria pesante, i missili antiaerei ed il sistema IRON DOME, le divisioni corazzate e le forze speciali che sono state riorganizzate assieme all’aeronautica proprio di recente ed in funzione di un eventuale impiego in Libano dopo la disastrosa sconfitta miliare subita nel 2006.
Stiamo aumentando il livello di attenzione anche su questo scenario.
Questa è la 50ma Aree di crisi nel mondo che compilo, ringrazio di cuore tutti i lettori che mi seguono con grande assiduità sulle pagine de Ilsudest.it e di SakerItalia.it
Stefano Orsi
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