Tripoli

Ecco gli aggiornamenti sugli ultimi giorni di veloce avanzata da parte delle GNA di Serraj e Erdogan.

Tripoli i fronti della mattina del 6-6-2020

Stamattina le GNA hanno occupato anche la città di Bani Walid dopo l’annuncio del sindaco che il ritiro delle LNA era stato completato. Si è trattato quindi di un evidente accordo di ritiro per evitare perdite e la distruzione della città. La tribù locale, da sempre ostile alle milizie di Misurata ha evidentemente giocato il ruolo di mediatore, appunto per ricavarsi un nuovo ruolo con la parte al momento più forte.

Libia i fronti attuali e i prossimi obbiettivi di Erdogan 6-6-2020

Nulla di cui stupirsi, è la tradizione libica vista bene presso Sirte pochi mesi fa e che rivedremo a parti invertite entro breve con un nuovo passaggio della città.

Con la perdita di Bani Walid si aprono diversi scenari. Innanzitutto Haftar ha chiesto una pausa ai combattimenti, pausa che lui aveva negato quando avanzava, ora riceverà la medesima moneta. Le truppe delle GNA sanno bene che il ferro vada battuto finché caldo.

Le operazioni delle GNA proseguiranno.
E’ stata annunciata l’operazione “Percorso della Vittoria” che, come avevamo anticipato in un post precedente, prevede la riconquista di Sirte e della base militare di al Jufrah che consolidano gli attuali fronti verso Tripoli e nel contempo assicurerebbero il controllo su gran parte del territorio desertico a sud.

A sud (non annunciati ma di sicuro interesse strategico per Tripoli) vi sono i territori attorno a Sabnah. Prendere i villaggi di questo settore chiuderebbe la partita in tutti i territori a sud della Tripolitania e avremmo di fatto la spartizione in due della Libia. Sarà questo sufficiente a soddisfare le brame di risorse del “sultano” Erdogan? Ho già scritto di come a mio giudizio sia un pensiero errato, il “sultano” vuole il controllo su tutta la Libia proprio perchè la parte per lui di maggiore interesse pare essere quella più vicina alla Turchia, la Cirenaica. Non credo darà tregua finché non ne avrà il pieno controllo. A quel punto l’intera Libia sarà una sua colonia.

In tutto questo mi domando, l’Italia, cosa dice?

Sirte

Oggi ho dato l’annuncio dell'”Operazione Percorso per la Vittoria” lanciato da Tripoli per la riconquista di alcuni obbiettivi, preannunciando il nuovo tradimento delle tribù di Sirte.

Libia, sera del 6-6-2020 Sirte è in mano alle GNA e le LNA abbandonano la base di Al Jufrah

Ebbene il gallo non ha ancora cantato che Sirte è già in mano alle GNA. Le tribù hanno fatto davvero il cambio di casacca in men che non si dica e le poche truppe fedeli alle LNA di Haftar stanno abbandonando alla veloce le loro posizioni senza combattere ed abbandonando montagne di materiale.
Stessa scena presso la base aerea di Al Jufrah, uno dei tre obbiettivi da me indicato. Le forze di Haftar stanno abbandonando la base che essendo nel deserto ed isolata è di fatto indifendibile.
Lo sanno bene i comandanti delle milizie del generale di Bengasi e hanno dato ordine di ripiegare velocemente.
Il terzo obbiettivo è Sabnah, l’antica Saba. Ma non temete domani è un altro giorno, i pozzi di petrolio torneranno presto al governo di Tripoli.
Ora la palla passa interamente nelle mani degli Emirati Arabi, che ha ingaggiato la Wagner, ha fornito centinaia di mezzi alle LNA in gran parte perduti, tra questi anche droni, alcuni abbattuti proprio dalle inette milizie LNA. Ora soprattutto la palla passerà all’Egitto di Al Sisi che non può assolutamente permettersi di avere un vicino, una provincia della Turchia di fatto, governata dalla “Fratellanza Musulmana”.
La situazione si fa molto incandescente.

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Dopo l’annuncio pubblico di un cessate il fuoco da parte egiziana unitamente al gen. Haftar, nelle parole del Presidente egiziano Al Sisi si sono lette le chiare e poco velate minacce. Tradotto dal politichese: “se la tregua non venisse rispettata noi risponderemmo”.

Ma alle parole sono seguiti dei fatti immediati, le forze corazzate egiziane si sono spostate immediatamente verso il confine con la Libia, nel video sono raccolti alcuni spezzoni di filmati diffusi sui social e verificati, la direzione del convoglio è quella di Sidi Barrani.

Da quel giorno la situazione si è mantenuta stabile, le truppe GNA hanno consolidato le loro posizioni verso sud eliminando definitivamente ogni traccia del fu saliente di Tripoli. Si sono avvicinate ulteriormente alla base di Al Jufrah e recuperato una importante zona petrolifera a sud.

Dopo questi passaggi è arrivata la calma relativa.

Con l’ultimo giorno di forti combattimenti alle porte di Sirte abbiamo finalmente potuto osservare in volo il famoso Mig-29. Finora solo uno è apparso, non sappiamo se ve ne sian altri.

Mig 29 presso Sirte 10-11-2020

Il Mig-29 ha compiuto attacchi a supporto della 128 Brigata forze speciali delle LNA di Haftar, che ha salvato le posizioni disperate delle difese di Sirte proprio all’ultimo minuto, prima della sua caduta.

Libia i fronti 8-6-2020

La 128° era stanziata alla base di Al Jufrah ed è stata richiamata immediatamente a Sirte quando è apparso evidente che la sua caduta fosse ormai inevitabile.

Con il loro arrivo e con la certezza dell’appoggio egiziano palesatosi con le forte posizioni prese da Al Sisi, le LNA sono riuscite a fissare una linea di resistenza ai confini ad ovest della città e a non cedere più un metro.

Il supporto aereo, prima con i vetusti caccia Mig-23 e Su-22 e poi con un micidiale Mig-29 che pare fosse anche molto ben pilotato, ha consentito di causare molti danni e perdite alle forze di Tripoli.

Un solo caccia però non fa primavera…

caccia turchi e voli di C130 tra turchia e misurata

La Turchia ha quindi sospeso temporaneamente l’offensiva, ma anche lei ha iniziato una serie di manovre.

Ieri si sono susseguiti voli di cargo C130 ed altri dalla Turchia verso Misurata, in movimento lungo la costa anche unità navali della marina Turca.

Nel pomeriggio una nuova puntata da parte di caccia F16 di Ankara che appoggiati da aerocisterne hanno raggiunto le coste libiche per poi fare ritorno alla base.

Evidente il messaggio: ci sono anche loro e sono pronti ad intervenire. L’opzione migliore per la Turchia resta però la creazione di una base aerea permanente in Libia. Riteniamo che entro breve potrebbe divenire una realtà.

Situazione 12-6-2020

Italia

Finalmente è l’Italia a fare una mossa sullo scacchiere mediterraneo.

Fregata multiruolo Emilio Bianchi al varo

La volta scorsa ho manifestato le mie preoccupazioni e anticipato che le due fregate italiane, Spartaco Schergat e Emilio Bianchi. Si trattava della 9° e 10° unità di questa classe consegnate alla Marina Italiana, che ora attenderà la prossima consegna per integrarle, ma l’urgenza della situazione e la tensione crescente per il ruolo assunto dalla Turchia, vede in questa consegna una più che positiva, finalmente, presa di posizione del nostro Paese.

fregata Spartaco Schergat al varo

Ho letto commenti di alcuni giornalisti che si sono detti preoccupati e anche delusi per lo “schiaffo” dato alla famiglia Regeni.

Sinceramente ritengo che la politica estera di uno stato importante come il nostro, perchè lo siamo ancora in parte (certamente non come negli anni ’80 ma un po’ si), non possa farsi condizionare da manovre di altri Paesi in cui vittima designata è stata un nostro connazionale, in quanto significherebbe lasciare strada aperta a nostri competitori diretti. La Francia innanzitutto, che ha già tentato in ogni modo, proprio grazie al caso Regeni, di sostituirsi a noi nelle grazie dell’Egitto, offrendo copiose forniture di armi francesi e sperando di ottenere anche una parte dominante per lo sfruttamento del grande giacimento di metano Zhor.

M346 Leonardo

L’accordo concluso con l’Egitto non riguarderebbe solo le due fregate, cui potrebbero seguire ordini per altre quattro, ma anche la costruzione di pattugliatori da realizzarsi in Egitto. Aggiungo 24 caccia Typhoon costruiti da Leonardo, numerosi addestratori M346, financo un satellite militare. Per i prossimi anni i nostri cantieri navali militari sono oberati di ordini, sia per noi che per l’esportazione, non ultimo il trionfo nella gara per fornire delle fregate alla US NAVY. 10 fregate in tutto per un valore superiore a 6 miliardi di dollari che si aggiungono ad altre numerose commesse ricevute proprio dagli USA.

Aw149 in fiera

La cessione delle Fregate rafforza notevolmente le capacità marittime dell’Egitto anche vista l’entrata in pieno servizio delle due Mistral ormai pronte per essere operative, visto anche il recente acquisto di elicotteri militari dall’Italia proprio per queste due unità.

Parallelamente, l’Italia ha incontrato anche le autorità greche, ufficialmente per discutere di zone economiche esclusive, una delicata materia riguardante le zone di competenza per ciascuno stato del mediterraneo, anche alla luce del fatto delle intenzioni algerine di spingere la loro zona fin sotto le acque territoriali sarde, in accordo con la Turchia oltretutto. Occorre anche ricordare le recenti manifeste intenzioni da parte di Ankara di creare una ZEE dalle sue coste fino alle acque libiche, che purtroppo partono dalle coste in mano ad Haftar.

Per tornare sul caso Regeni, mi preme ricordare come ben poco peso sia stato dato alle responsabilità e omertà della Gran Bretagna che ha finora rifiutato di collaborare con i nostri giudici e protetto la professoressa di Cambridge che aveva “arruolato” il Regeni per una delicata ricerca sull’organizzazione del potente sindacato dei venditori ambulanti del Cairo, e che di questo non aveva informato le autorità egiziane, gettando il nostro connazionale sotto i riflettori dei servizi segreti egiziani.

In tutto questo le mie preoccupazioni sono rivolte al “piano Colao” con i rischi e i timori che nascondano cessioni e privatizzazioni dei nostri tesori nazionali che sono anche le nostre industrie di cantieristica navale e aviazione militari.

Volo MH17

Sono riprese in Olanda, l’8 ed il 10 giugno, le udienze del processo sull’abbattimento del volo di linea, purtroppo nessuna delle parti che accusa del suo abbattimento la Russia ha ancora presentato una prova che dimostri la tesi processuale dell’accusa, la Russia ad esempio ha fornito i tracciati radar, primari e secondari, e se da un lato non sono utili ad escludere che si sia trattato di un lancio di missile Buk partito da territorio sotto controllo dei separatisti delle repubbliche del Donbass, dall’altro nemmeno se ne ricava una prova che il missile sia stato effettivamente lanciato e da dove, nonostante le molte dichiarazioni fatte dagli inquirenti, anche sulla presenza di prove, fino ad oggi non sono stati in grado di mostrare tracciati radar provanti o foto satellitari della batteria in territorio ribelle.

Resta un solo fatto certo, fino ad oggi la sola presenza di missili tipo BUK in Ucraina era da parte dell’esercito ucraino, questa rimane ad oggi l’unica certezza.

Lo strano fenomeno di furore iconoclasta

Mi preoccupa molto la salute mentale di migliaia di individui nel mondo che pare accanirsi contro il buonsenso e la storia della nostra civiltà, che è fatta di esempi positivi e anche negativi, ma che deve essere innanzitutto conosciuta, rapportata ai tempi in cui personaggi vivevano, e interpretata nel migliore dei modi corretti.

Invece troviamo persone, scusate esseri, privi di intelletto che si accaniscono su statue e monumenti pretendendone la distruzione, sono arrivati ad oltraggiare la statua di Churchill a Londra, un sacrilegio davvero imperdonabile data la figura dello statista rispetto alla nullità di chi ne ha danneggiato l’immagine. Stesso fenomeno osservato in altri Paesi, come in Polonia dove sono state abbattute le statue del maresciallo Konev che la liberò dai nazisti e molti altri esempi. Nei giorni scorsi hanno anche organizzato addirittura un rogo di libri, che per chi mastichi un minimo di storia richiama immediatamente il nazismo.

Di questo passo, questi folli pretenderanno si distrugga il nostro Anfiteatro Flavio (il Colosseo), le statue dei nostri imperatori e via dicendo per il fatto che, allora, avessero ridotto in schiavitù le popolazioni sconfitte. Vorranno anche radere al suolo le piramidi e via così fino alla tabula rasa, rasa e piatta come il loro encefalogramma.

Stefano Orsi

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La redazione di SakerItalia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile su FB.

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