Aggiornamento dai fronti siriani del 5-6-2020

Tripoli, pomeriggio del 4-6-2020

Con l’ultimo bollettino dell’altra sera vi davo notizia dei fronti in fermento a sud di Tripoli.

Le GNA avanzavano velocemente mentre, altrettanto rapidamente, le LNA lasciavano una montagna di materiale sul posto, compresi 4 elicotteri (pare in buono stato), e si apprestavano anche ad abbandonare la loro roccaforte sul fianco destro del loro schieramento, Tarhuna.

Per molti mesi Tarhuna ha resistito a ripetuti attacchi e causato enormi perdite alle GNA.

Tripoli, Tarhuna conquistata e marcia verso Bani Walid 5-6-2020

Stamattina, avviando il PC, ho subito visualizzato le mappe libiche e ricercato le notizie interessanti, non solo Tarhuna era caduta, ma le GNA si sono portate già a ridosso di Bani Walid, che in queste settimane era diventato il nuovo centro logistico di Haftar.

Da Garyan il controllo delle GNA è stato esteso verso est sulle zone di al Urban, da nord hanno proseguito la loro discesa verso sud le truppe che hanno occupato Tarhuna tra la serata di ieri e stanotte.

Bani Walid raggiunta dalle GNA, le LNA sono in fuga 5-6-2020

I video del ritiro da Bani Walid sono stati diffusi stamattina, le LNA sembra abbiano contrattato di ritirarsi in cambio della salvezza.

Le forze delle GNA al momento si sono appostate sull’aeroporto di Bani Walid, in attesa di occupare la cittadina non appena le forze delle LNA l’avranno allontanata.

Da notare che Bani Walid è territorio di una tribù ritenuta molto ostile a quelle di Misurata. Fino alla scorsa settimana la si riteneva un feudo sicuro per le truppe di Haftar.

A tal punto che, iniziando appunto una settimana fa lo sgombero preventivo di Tarhuna, ricorderete che abbiamo dato la notizia del ritiro delle forze di contractors Wagner, queste ultime si erano dirette proprio verso Bani Walid.

Si presume che il fronte si ricompatterà a sud eliminando anche il saliente di quest’ultima roccaforte.

Le attenzioni delle GNA si rivolgeranno ora verso Sirte dove alcune tribù locali avevano tradito consegnando la città alle LNA. Al momento appare probabile un nuovo cambio di casacca, e presto ne avremo notizia. L’azzardo di Haftar che credeva di riuscire a chiudere la partita prima degli eventuali rinforzi turchi e il continuo afflusso di miliziani (ora sono circa 12000 quelli inviati dalla Siria, jihadisti che per continuare a ricevere la paga si sono fatti traferire su questo fronte), è fallito miseramente.

Persone che non hanno molto addestramento in genere, a parte alcune unità come le brigate “Al Hamza” usate su molti fronti anche in Siria. Milizie che per tutta la durata della guerra siriana, che ancora prosegue sebbene in fase silente, hanno sempre eseguito gli ordini di Ankara, e la nostra stampa per anni ha parlato di “ribelli”. La verità è sotto gli occhi di tutti, ma quei giornalisti ancora proseguono nella doppia narrativa, pericolosi terroristi estremisti islamici quando si trovano in Libia e ribelli se parlano degli stessi gruppi in Siria.

La Base di Al Jufrah, dove gli USA dicevano fossero arrivati caccia militari russi, mai visti e nemmeno mai impiegati, è a forte rischio, isolata e lontana da centri di rifornimento vicini, vera isola nel deserto può facilmente divenire preda di un apposito corpo di spedizione inviato a conquistarla.

Proprio la conquisa di Al Jufrah potrebbe garantire invece una base alle truppe di Serraj per proseguire i combattimenti a sud e riprendere il controllo sui territori dei pozzi petroliferi del settore di Sabnah. Tutta quest’area è desertica e praticamente disabitata, prendere il controllo di una base o di un villaggio equivale a controllare tutto il settore.

Entro breve Cirenaica e Tripolitania, saranno di fatto divise, ma basterà questo a sancire una divisione del Paese? I piani turchi su questo settore si accontenterebbero di possedere solo la “colonia di Tripoli?

Perché di neocolonialismo stiamo parlando.

Ebbene non credo. Il piano turco si propone di estendere il controllo sulle risorse in mare della piattaforma continentale libica, il semplice controllo delle Tripolitania, dimezzerebbe la piattaforma e soprattutto lo limiterebbe nella parte più vicina alla Turchia, Bengasi e Tobruk per l’appunto. Erdogan non è uomo incline a compromessi, vuole il controllo delle risorse nel Mediterraneo e non si fermerà finché non lo otterrà o lo fermeranno i suoi vicini.

La Grecia e l’Egitto procedono nei loro preparativi, un conflitto regionale non è affatto escluso, l’Egitto ha ottenuto dall’Italia la consegna di in lotto di fregate classe Fremm già pronte per la nostra marina Militare, la nona e la decima fregata di questa classe, la Spartaco Schergat e la Emilio Bianchi, ricordiamo che nel 2016 aveva ricevuto anche la seconda Mistral dalla Francia portaelicotteri tuttoponte, di ultima concezione inizialmente destinate alla Russia. Aggiungo che di recente sono iniziate le consegne dei caccia SU-35 russi, sempre dall’Italia l’acquisto di 32 elicotteri militari AW149 e AW189, da impiegare appunto sulle portaelicotteri, fatto questo che indica una evidente preoccupazione del gen. al Sisi riguardo alle intenzioni del “Sultano”.

Pochi anni fa, Al Sisi prese il potere per estromettere dal controllo del Cairo la “Fratellanza Musulmana” che invece è la base del potere di Erdogan, ovvio che vedersi affiancato da un paese, la Libia, come colonia di fatto della Turchia, lo vedrebbe in gravissima difficoltà e pertanto potrebbe essere forzato bloccare gli aiuti dalla Turchia verso la Libia e intervenire a sua volta, il che si tradurrebbe inevitabilmente in un conflitto con Ankara.

Aggiornamento del 6-6-2020

Tripoli i fronti della mattina del 6-6-2020

Stamattina le GNA hanno occupato anche la città di Bani Walid dopo l’annuncio del sindaco che il ritiro delle LNA era stato completato. Si è trattato quindi di un evidente accordo di ritiro per evitare perdite e la distruzione della città. La tribù locale, da sempre ostile alle milizie di Misurata ha evidentemente giocato il ruolo di mediatore per ricavarsi appunto un nuovo ruolo con la parte al momento più forte.

Nulla di cui stupirsi, è la tradizione libica vista bene presso Sirte pochi mesi fa, e che rivedremo a parti invertite entro breve con un nuovo passaggio della città.

Con la perdita di Bani Walid si aprono diversi scenari, innanzitutto Haftar ha chiesto una pausa ai combattimenti (pausa che lui aveva negato quando avanzava) ora riceverà la medesima moneta, Le truppe delle GNA sanno bene che il ferro vada battuto finché caldo.

Libia i fronti attuali e i prossimi obbiettivi di Erdogan 6-6-2020

Le operazioni delle GNA proseguiranno. E’ stata annunciata l’operazione “Percorso della Vittoria” che, come avevamo anticipato in un post di ieri, prevede la riconquista di Sirte e della base militare di al Jufrah che consolidano gli attuali fronti verso Tripoli e nel contempo assicurerebbero il controllo su gran parte del territorio desertico a sud.

A sud, non annunciati ma di sicuro interesse strategico per Tripoli, sono i territori attorno a Sabnah, prendere i villaggi di questo settore chiuderebbe la partita in tutti i territori a sud della Tripolitania e avremmo di fatto la spartizione in due della Libia. Se questo poi sia sufficiente a soddisfare le brame di risorse del “sultano” Erdogan, ho già scritto di come a mio giudizio sia un pensiero errato, il “sultano” vuole il controllo su tutta la Libia proprio perchè la parte per lui di maggiore interesse sia quella più vicina alla Turchia, la Cirenaica, non credo darà tregua finchè non ne avrà il pieno controllo. A quel punto l’intera Libia sarà una sua colonia.

Ma in tutto questo mi domando, l’Italia, cosa dice?

Aggiornamento flash dai fronti libici
del 6-6-2020

Sirte

Libia, sera del 6-6-2020 Sirte è in mano alle GNA e le LNA abbandonano la base di Al Jufrah

Oggi ho dato l’annuncio dell'”Operazione Percorso per la Vittoria” lanciato da Tripoli per la riconquista di alcuni obbiettivi, preannunciando il nuovo tradimento delle tribù di Sirte.
Ebbene, il gallo non ha ancora cantato che Sirte è già in mano alle GNA, le tribù hanno fatto davvero il cambio di casacca in men che non si dica, le poche truppe fedeli alle LNA di Haftar stanno abbandonando alla veloce le loro posizioni senza combattere ed abbandonando montagne di materiale.
Stessa scena presso la base aerea di Al Jufrah, uno dei tre obbiettivi da me indicato. Le forze di Haftar stanno abbandonando la base che essendo nel deserto ed isolata è di fatto indifendibile.

Lo sanno bene i comandanti delle milizie del generale di Bengasi e hanno dato ordine di ripiegare velocemente. Il terzo obbiettivo è Sabnah, l’antica Saba. Ma non temete domani è un altro giorno, i pozzi di petrolio torneranno presto al governo di Tripoli.
Ora la palla passa interamente nelle mani degli Emirati Arabi, che oltre che aver pagato la Wagner, hanno fornito centinaia di mezzi alle LNA, in gran parte perduti, i droni, alcuni abbattuti proprio dalle inette milizie LNA, e soprattutto ora la palla passerà all’Egitto di Al Sisi che non può assolutamente permettersi di avere un vicino, una provincia della Turchia di fatto, governata dalla “Fratellanza Musulmana”.
La situazione si fa molto incandescente.

Stefano Orsi

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