I Sionisti:

Troppo forte!!! I miei due “favoriti” ” odio-la-Russia super-sionisti uniscono le forze nel New York Times per chiamare al salvataggio della junta nazista di Kiev mediante una massiccia iniezione di capitali.

Senza prezzo.

Questo è quello che scrivono (testo integrale):

Salva la Nuova Ucraina

Una NUOVA Ucraina nacque un anno fa nelle proteste pro-europee che aiutarono la cacciata dal potere del presidente Viktor F. Yanukovych. Ed oggi, lo spirito che ispirò centinaia di migliaia a riunirsi nel Maidan, la piazza dell’Indipendenza di Kiev, è più forte che mai, perfino mentre è sotto il diretto attacco militare delle forze russe che sostengono i separatisti nell’Ucraina orientale.

La nuova Ucraina cerca di diventare l’opposto della vecchia Ucraina, che era demoralizzata e crivellata di corruzione. La trasformazione è stato un esperimento raro nella democrazia partecipativa; una nobile avventura di un popolo che si è riunito per aprire la sua nazione alla modernità, alla democrazia e all’Europa. E questo è solo l’inizio.

Questo esperimento è notevole nel trovare espressione non solo nella difesa della integrità territoriale dell’Ucraina dai saparatisti, ma anche nel lavoro costruttivo. I sostenitori del Maidan si sono spostati dalla opposizione alla costruzione della nazione.

Molti di quelli al governo ed al parlamento sono volontari che hanno rinunciato a lavori ben pagati per servire il loro Paese. Natalie Jaresko, ex banchiere di investimento, lavora adesso per qualche centinaio di dollari al mese come nuovo ministro delle finanze. I volontari stanno aiutando il milione di persone dell’Ucraina rifugiate internamente così come stanno lavorando come consulenti per i ministri e per i governi locali.

La nuova Ucraina affronta però una sfida potente da parte della vecchia Ucraina. La vecchia Ucraina è solidamente trincerata in quella burocrazia statale che ha lavorato mano nella mano con la oligarchia degli affari. E i riformatori devono anche affrontare la ostilità manifesta del presidente della Russia, Vladimir V. Putin, che vuole destabilizzare l’Ucraina a tutti i costi.

Un inconveniente è che la nuova Ucraina è un segreto ben mantenuto, nei riguardi non solo del resto del mondo ma anche del pubblico ucraino. Le riforme radicali sono state tratteggiate ma non ancora implementate.

È istruttivo confrontare la Ucraina odierna con la Georgia del 2004. Quando quell’anno diventò presidente, Mikheil Saakashvili sostituì immediatamente l’odiata polizia stradale e rimosse i posti di blocco usati per estorcere tangenti dai guidatori. Il pubblico riconobbe subito che le cose erano cambiate per il meglio.

Sfortunatamente, l’Ucraina non ha ancora trovato un simile progetto dimostrativo. La forza di polizia di Kiev deve essere ristrutturata, ma se hai bisogno di una patente di guida, devi pagare le stesse tangenti di prima.

Saakashvili era un leader rivoluzionario che dapprima eliminò la corruzione ma alla fine la trasformò in un monopolio di stato. L’Ucraina, al contrario, è una democrazia partecipativa che non si affida al singolo leader ma a pesi e contrappesi. Le democrazie si muovono lentamente, ma alla lunga questo può essere un vantaggio.

La grande domanda è: ci sarà il tempo? Sebbene la Russia sia in una profonda crisi finanziaria, Putin sembra che abbia deciso di poter distruggere la nuova Ucraina prima che possa installarsi completamente e prima che la recessione economica distrugga la sua popolarità.

Il presidente russo sta aumentando la pressione economica e politica sulla Ucraina. Durante il fine settimana, la città di Mariupol è stata attaccata da forze che la NATO ha detto supportate da truppe russe, minando la pretesa che i separatisti stiano agendo per conto loro.

L’Ucraina si difenderà da sola, ma necessita di un urgente aiuto finanziario. Le immediate necessità sono di 15 miliardi di dollari. Ma per assicurare la sopravvivenza dell’Ucraina e incoraggiare l’investimento privato, le potenze occidentali hanno bisogno di un impegno politico per provvedere somme addizionali, in dipendenza dell’estensione dell’assalto russo e del successo delle riforme dell’Ucraina.

I riformatori, che vogliono evitare le perdite caratteristiche della vecchia Ucraina, hanno espresso il loro desiderio di essere ritenuti responsabili per tutte le spese. Essi stanno approvando tante leggi ma vogliono anche che il Fondo Monetario Internazionale vada ad esercitare la vigilanza.
Sfortunatamente, così come le democrazie sono lente a muoversi, una associazione di democrazie come l’Unione Europea è perfino più lenta. Putin sta sfruttando questo fatto.

In gioco non è solo il futuro dell’Ucraina ma quello della stessa Unione Europea. La perdita dell’Ucraina sarebbe una botta enorme; autorizzerebbe una alternativa russa alla Unione Europea, basata sulla forza piuttosto che sullo stato di diritto. Ma se l’Europa fornisce l’assistenza finanziaria che la Ucraina necessita, allora Putin sarebbe forzato infine ad abbandonare la sua aggressione. Per adesso, può argomentare che i problemi economici della Russia siano causati dall’ostilità occidentale, ed il pubblico russo trova convincenti i suoi argomenti.

Se tuttavia l’Europa è generosa con la sua assistenza finanziaria, una Ucraina stabile e prospera fornirà un esempio per rendere chiaro che la colpa dei problemi finanziari della Russia è sulle spalle di Putin. Il pubblico russo potrebbe forzarlo ad emulare la nuova Ucraina. Il premio per l’Europa sarebbe una nuova Russia trasformata da una potente minaccia strategica ad un potenziale partner strategico. Questa è la posta in gioco.

La maniera con cui il New York Time presenta questi due pagliacci assetati di sangue è anch’essa tipica. Uno, Soros, è un “filantropo” mentre l’altro, Levi, è un “filosofo”. Avrebbero potuto presentarli pure come santi dei giorni nostri.

Chiaramente, i Neocon ed i loro alleati sionisti sono in modalità guerra-totale, temono che il loro regime nazista e russofobico di Kiev si trasformi in un fiasco clamoroso e sono terrorizzati per le conseguenze. Come dovrebbero.

I Nazisti:

Bene, proprio come previsto la Rada a Kiev ha dichiarato la Russia uno “stato aggressore“. Adesso tutto quel che è necessario per provare la loro ragione è una importante operazione sotto falsa bandiera per mostrare che le orde di tagliagola delle forze speciali stanno macellando i bebè nelle loro culle (Kuwait), facendo saltare in aria pacifici acquirenti (mercato di Markale), commettendo un genocidio (Srebenica), massacrando villaggi (Racak) o usando Viagra come arma di guerra (Libia). Poi Putin necessiterà una promozione da “nuovo Stalin” a “nuovo Hitler” (o entrambi) e, voilà, gli Stati Uniti e la NATO avranno da “addossarsi il loro fardello storico”, quello di difendere “civiltà, diritti umani, libertà, e progresso” contro il revanscista aggressore russo.

Mi dispiace doverlo dire, ma adesso considero come virtualmente inevitabile una operazione sotto falsa bandiera di grande scala. Voglia il Signore che la junta si trovi in un disordine e caos tali da non farla accadere, ma penso che ognuno nella resistenza novorussa si debba mettere in “allarme rosso” per qualche mossa folle della junta.

E’ ancora fecondo il ventre da cui uscì la bestia immonda

Gente, sto ricevendo in continuazione una marea di commenti del tipo “ebreo di qui, ebreo di là”, “nazista di sù, nazista di giù”, e poi l’argomentazione finale: “gli ebrei non possono essere nazisti e i nazisti non possono essere ebrei”. Ragazzi, pensateci. Guardate a tutto quello che hanno in comune sionisti e nazisti:
1) Il credo nell’esistenza di razze o etnicità
2) Il credo nella superiorità della propria razza o etnicità
3) la malsana ossessione della purezza genetica e razziale
4) una fenomenale facilità all’uso della violenza per il raggiungimento dei loro obbiettivi
5) la credenza che i loro avversari non siano realmentr umani
6) un malsano interesse per l’occulto (Ahnenerbe, Kabalismo)
7) un odio rabbioso per la Russia, i russi e la religione ortodossa.

Poi, certo, succede anche che possano odiarsi a vicenda. E allora? I trozkisti odiavano gli stalinisti e viceversa, le SS odiavano le SA e viceversa e i gesuiti odiavano i luterani e viceversa. In tutti i casi, però, questi movimenti avevano una origine comune (Bolscevismo, Nazionalsocialismo e il Papismo dei Franchi).

Sionismo e Nazismo sono nati dallo stesso fetido ventre: il nazionalismo secolarista europeo del 19° secolo e, come ben detto da Brecht, è ancora fecondo il ventre da cui uscì la bestia immonda. Questa è anche la radice del nazionalismo ucraino, del panslavismo russo, e di tante altre ideologie. Molte di loro hanno perso interesse e sono state rifiutate, ma in Israele il Sionismo è tuttora l’ideologia ufficiale di stato e lo stesso si può dire per quella parte di ex-Ucraina governata dalla giunta nazista di Kiev.

Ora, dal momento che apparentemente c’è ancora qualcuno di voi che è attaccato a idee razziali o razziste, sento qui il bisogno di ribadire ciò che scrissi nel mio post “Anglo-Sionista: piccolo manuale per principianti”:

Ora questo può sembrare elementare, ma siccome c’è tanta gente che non lo capisce, dovrò metterlo giù a chiare lettere: dire che la maggior parte delle élite americane sono origine inglesi o ebree non significa che la maggioranza degli angloamericani o degli ebrei facciano parte delle élite americane. Questa è una argomentazione da uomo di paglia che ignora deliberatamente la proprietà non commutativa della mia tesi, per rigirarla in una affermazione razzista che accusa di cattivo comportamento tutti o la maggior parte degli angloamericani o degli ebrei. Per essere ancora più chiari: quando parlo di Impero Anglo-Sionista mi riferisco a quel 1% di élite che rappresentano lo “stato nello stato” dell’Impero. Per inciso, ci sono sionisti non ebrei, (Biden, detto da lui) e ci sono (in quantità) antisionisti ebrei. Allo stesso modo ci sono imperialisti non angloamericani e ci sono (in quantità) antimperialisti angloamericani. Parlare di “Germania nazista” o “Russia sovietica” non significa assolutamente che tutti i tedeschi fossero nazisti o tutti i russi comunisti. Tutto quello che si vuol dire è che l’ideologia predominante di queste nazioni, in un dato momento storico era nazionalsocialismo e marxismo, solo questo.

Questo è il motivo (dell’inutilità) dell’elenco degli ebrei al potere a Kiev perché ciò che manca dal quadro della situazione è o l’elenco di tutti gli ebrei che non sono al potere a Kiev, o l’elenco di tutti i non ebrei che sono al potere a Kiev, o entrambi.

Il sionismo è per gli ebrei quello che il nazionalsocialismo è per i tedeschi o il comunismo per i russi: una patologia scatenata da una leggera ma cruciale modificazione del “DNA spirituale” di queste nazioni. E’ come confrontare un tessuto sano con un tumore maligno: molto simile ma abbastanza differente da essere mortale.

Il vero nemico

Il vero nemico non sono certamente gli ebrei, i tedeschi o i russi. Il vero nemico sono le ideologie malevoli e diaboliche. Perché come disse così bene San Paolo: La nostra battaglia infatti non e’ contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. (Efesini 6:12). Naturalmente non ha citato “quelli dell’1%”, ma per me c’è andato abbastanza vicino.

Ho ricevuto poco tempo fa una mail da un amico che mi chiede di non usare più la parola “Ukie” e ho deciso di seguire il suo consiglio perché, anche se alcuni, o anche la maggior parte degli ucraini, oggi sostiene il regime dei criminali di Kiev, qualcuno, o magari anche la maggior parte, potrebbe non farlo.

Sì, Soros e Bernard-Henri Lèvi sono ebrei. Il male allo stato puro, pagliacci malevoli e assetati di sangue che disprezzo dal profondo del cuore. E certo, la loro ideologia è quel tipo di sionismo-neoconservatore che è diventato così popolare negli Stati Uniti, e, negli anni passati anche in Israele (i sionisti delle origini erano radicalmente differenti, socialisti, secolaristi e anche idealisti, con idee sbagliate, ma tutto sommato onesti). Non che io pensi anche per un solo secondo che a ciascuno di quei due importi veramente qualcosa di Israele o dei loro cari ebrei. Neanche un po’. Al contrario di quello che tutti pensano, non bisogna affatto avere a cuore Israele per essere un sionista. Siete scioccati da questa affermazione? Va bene, lo ridico. Ecco che cosa avevo scritto nel mio “manuale introduttivo”.

Prendiamo la definizione di Wikipedia (politicamente super-corretta), sul significato della parola “sionismo”: “è un movimento nazionalista di ebrei e di cultura ebraica che sostiene la creazione di una nazione ebraica nei territori chiamati Terra di Israele”. Apparentemente non c’è nessun legame con gli Stati Uniti, l’Ucraina e anche Timbuctù, giusto? Ma pensateci ancora. Perché gli ebrei, intesi come gruppo religioso o etnico, dovrebbero in ogni caso aver bisogno di una patria? Perchè non possono semplicemente vivere dove sono nati, come fanno i Buddisti (gruppo religioso), o i San (etnia africana) che vivono in molte nazioni diverse? La risposta canonica è che gli ebrei sono stati perseguitati dappertutto e quindi hanno bisogno di una patria che serva loro da rifugio in caso di persecuzioni. Senza addentrarci sul perché gli ebrei siano stati perseguitati sempre e ovunque, da questo ragionamento deriva chiaramente l’inevitabilità, o almeno il grosso rischio di ulteriori persecuzioni. Accettiamo questo per amore della discussione e vediamo che cosa ne deriva. Primo, ciò significa che gli ebrei sono sempre e comunque minacciati dai non ebrei, che, come minimo, sono tutti dei potenziali antisemiti. Il pericolo è così grande che l’unico, migliore e risolutivo modo di proteggere gli ebrei di tutto il mondo è creare una nazione separata e libera dai gentili. Da questo deriva poi che la sopravvivenza di questa patria, ultimo rifugio in caso di improvvise persecuzioni, dovrebbe diventare per la comunità ebraica mondiale una priorità unica ed irrinunciabile. Inoltre, fino al trasferimento finale in Israele, gli ebrei dovrebbero stare molto, molto attenti perchè in qualunque momento tutti i goym che li circondano potrebbero essere colti da un attacco di antisemitismo genocida. Da qui derivano tutte le organizzazioni anti-antisemitiche come la ADL (Anti Defamation Legue NdT) o l’UEJF (Union des Etudiants Juifs de France NdT), i Betar clubs ( Tifosi della squadra di calcio di Gerusalemme NdT), la rete dei sayanim (agenti del Mossad NdT), ecc. In altre parole, lungi dall’essere un fenomeno locale, limitato solo a Israele, il sionismo è un movimento mondiale volto a proteggere gli ebrei di tutto il resto del pianeta da questo antisemitismo apparentemente incurabile. Come ha fatto correttamente notare Israel Shahak, il sionismo presuppone che gli ebrei “pensino localmente ed agiscano globalmente” e, posti di fronte ad un’alternativa politica, debbano sempre porsi LA domanda cruciale: “ma questo è vantaggioso per gli ebrei?” Così, invece di essere focalizzato su Israele, il sionismo è in realtà una ideologia globale e planetaria, che, senza porsi il minimo dubbio, divide l’umanità in due gruppi (ebrei e gentili), che considera questi ultimi potenziali pazzi genocidi (il che è razzista), e che ritiene il salvare vite ebree differente e più meritevole del salvare vite di gentili (il che è di nuovo razzista). Chiunque dubiti della ferocia di questa risoluzione dovrebbe chiedere a un palestinese o studiare la festa del Purim o entrambe le cose. Ancora meglio, leggere Gilaz Atzmon e cercare la sua brillante definizione di “disturbo da stress pre-traumatico”.

Qui allora dobbiamo stare molto attenti. Primo, non possiamo combattere un impero di cui non conosciamo la natura e la sostanza. Secondo, non possiamo combattere un nemico di cui non riusciamo neanche a pronunciare il nome. Ritengo così che parlare di “impero anglo-sionista”, sia non solo corretto ma anche decisivo: “anglo” si riferisce alle radici storiche e alla realtà geopolitica, “sionista” alla sua visione ideologica del mondo. COMUNQUE, appena cominciamo con la la “conta degli ebrei”, o neghiamo che nazisti ed ebrei possano coesistere nello stesso governo, ricadiamo immediatamente in una ideologia , ormai completamente screditata, nata nell’Europa Occidentale del 19° secolo, che è stata la causa di molti milioni di morti nelle peggiori guerre degli ultimi duecento anni.

Personalmente, non credo alla parola “razza”. Qui sotto, mi riferisco al mio “bignamino”:

Primo, io non credo che gli Ebrei siano una razza o una etnia. Io l’ho sempre dubitato, ma leggendo Shlomo Sand mi ha realmente convinto. Gli Ebrei non sono nemmeno definibili per la religione (la maggior parte/molte sono secolari). Veramente, gli Ebrei sono una tribù. Un gruppo a cui uno può scegliere di appartenere (Elizabeth Taylor) o lasciare (Gilad Atzmon). In altre parole, io vedo l’Ebraismo come una cultura, o ideologia, o educazione o ogni altro numero di cose, ma non qualcosa legata alla biologia. Io aderisco pienamente ad Atzmon quando dice che gli Ebrei sono razzisti, ma non una razza. Secondo, io non credo che il concetto di “razza” sia stato propriamente definito e, quindi, che abbia qualsiasi significato obiettivo. Io, quindi, non faccio differenze tra gli esseri umani in base a criteri indefiniti.

Ma sono cosciente che ci sono persone la fuori che si considerano come Ebrei o Giudei (mai capita la differenza tra questi due termini, ma non importa). Io dico, lasciamoli perdere. Ma non lasciamoli dipingere quali nemici quando il nemico è la ideologia tribale che è condivisa da milioni di persone che non si considerano Ebrei (per dire, gli Evangelisti degli USA, milioni di loro).

Se perdiamo il vero obiettivo e veniamo distratti dal falso messoci di fronte dal vero nemico, noi agiamo come il toro nella corrida spagnola: mancheremo sempre il vero nemico che ci logorerà e quindi ci ucciderà.

Per piacere, cerchiamo di essere più furbi, e finiamola di rincorrere il nemico sbagliato. Colpiamo il vero nemico là dove è veramente, dove si nasconde, là dove gli farà veramente male. Nominiamolo in modo preciso. Il suo nome è “Legione” perché ha molte ideologie e segni ed appare in ogni ed in tutti i gruppi umani.

Un’ultima cosa: sono veramente stufo e stanco di moderare commenti circa ”Ebrei qua, Ebrei là” o “Nazisti di qui Nazisti di là”. Quindi, eccezionalmente, non accetterò nessun commento a questo scritto. E se qualche furbastro posterà un commento relativo a questo post da qualunque altra parte, io lo cancellerò. Desidero che il livello di conversazione in questo blog sia in crescita, non in ribasso, e se questo significa cacciar via gli Ebrei-centrici, lo farò.
Le mie scuse a tutti gli altri, ma l’ultima cosa che voglio qui sono 700 commenti ripetenti tutte le stupidità razziste che erano in auge nel 20° secolo.

Per piacere leggete lo scritto attentamente, per piacere rileggete il mio “AngloZionists: a short primer” per una significativa discussione e sia che aderite ai miei argomenti o no, per piacere perdonatemi per l’eccezionalità del non aprire questo scritto ai commenti.

Sinceri saluti a tutti, ciao.

The Saker

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Traduzione italiana a cura di Fabio San, Stan, Mario per sakeritalia.it / Volti Del Donbass
Articolo apparso il 27/01/2015

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