– Stefano Orsi –
In questi ultimi giorni ci sono stati alcuni sviluppi su più fronti, per cui si rende necessaria una sitrep aggiornata che raccolga tutti questi movimenti locali per definire in un quadro d’insieme l’evoluzione del conflitto siriano.
Inizieremo dai fronti meridionali per salire via via verso la frontiera dell’alleato del Califfato.
Fronte di Al-Sheyk Maskin
L’esercito siriano era riuscito, pochi giorni fa, a conquistare la cittadina di Al Sheik Maskin, e a mantenerla per un paio di giorni, ma poi un’offensiva dei terroristi del Libero Esercito Siriano è riuscita a riprendere circa metà dell’abitato. Ora la situazione si è risolta in uno stallo.
Fronte di Damasco
Dalla base (da poco riconquistata) di Meri Al-Sultan le forze siriane si impegnano per allargare la zona sotto il loro controllo nei dintorni. Ieri l’altro [6 gennaio n.d.r.] si sono proiettate in direzione ovest nel tentativo di ricongiungersi coi loro commilitoni di Hteyet Jarash e manca poco che ci riescano; prezioso l’appoggio dei velivoli cacciabombardieri siriani in volo che hanno aiutato l’avanzata colpendo le posizioni dei terroristi di Al Nusra.
Fronte sud di Hama
I terroristi chiusi nella sacca stretta tra Hama a nord e Homs a sud la settimana scorsa avevano occupato alcune posizioni strategiche lungo una dorsale che costeggia la strada 45, importante via di comunicazione. Da lì bersagliavano i convogli siriani, il che ha reso necessario ovviamente sloggiarli dalle loro posizioni. Tutta una fila di villaggi sono stati quindi liberati , partendo da nord sono quindi scesi occuapando uno dietro l’altro questi villaggi: Sreyhin, Rabun, Al-Muradia, Jinan, Ziyad, Zaur as Sus, Ramla, Hanifa. In queste ore i combattimenti sono arrivati a Taqsees ed Al-Amara.
Fronte nord di Hama
La provincia a nord di Hama era stata interessata settimane fa da un importante tentativo di sfondamento delle difese siriane da parte dei terroristi di varie sigle raggruppate attorno ad Al-Qaeda. Questa spinta venne contenuta ma a prezzo della rinuncia di diversi villaggi. Dopo alcuni giorni di arretramenti giunsero le forze speciali dell’esercito e nessun tentativo terrorista ha più avuto luogo in zona. Ora invece sono i Siriani a muoversi verso nord aprendosi la via attraverso le difese Takfire.
Si sono mossi da Maan e diretti a nord arrivando alle porte di Atshan, si combatte anche a Kubejabat e Sana Al-Tan.
Uno dei fattori più importanti di questo attacco è il fatto che ora le truppe terroriste non possano neppure immaginare di muoversi per andare a rafforzare alcun altro settore.
Fronte nord di Latakia
In questi giorni in Siria è nevicato sulle cime di monti. Il nord della provincia di Latakia, terreno montuoso e bello, è stato teatro di una serie di nuove conquiste siriane: la montagna di Hara, Salman Sheik, quota 437, quota 476, Sana e Kabib, sono state prese e mantenute da due giorni.
A nord ovest, verso il confine turco, Dagdan e Saraf sono state stabilmente acquisite dall’esercito siriano.
Importante anche notare che nessuna cima o villaggio ripreso sul confine con la provincia di Idlib (più ad est) è stato più ripreso dai terroristi turcomanni.
Fronte curdo
Abbiamo visto come, con una rapida azione, le forze curde abbiano approfittato di un fronte relativamente sguarnito e siano avanzate conquistando una strategica diga e muovendo a nord fino a Omb Kalkal: i servizi segreti siriani hanno segnalato la presenza in zona diga di forze speciali statunitensi in appoggio ai combattenti curdi.
Anche più ad est le forze curde avanzano su due direttrici, Kerdoshan e Khirbet Hadley, segno che la maggior parte dei terroristi qui presenti era stata spostata per arginare l’avanzata siriana dal fronte di Kuweires.
Speriamo quindi che questi sforzi dei guerriglieri curdi richiamino tutte le riserve del Califfato e che non abbiano più di che opporsi alle forze speciali siriane che attendono davanti a Dayr Hafir.
Altri villaggi liberati dai Curdi sono stati Omb Majid, Ali Al-Shemmari, Hebsavi, Shekinah.
Fronte di Deir Ezzour
I coraggiosi eroi che difendono questa cittadina e annessa base aerea, circondati da anni dal Califfato, hanno inflitto gravissime perdite (sia di uomini che di mezzi) ai terroristi durante un loro tentativo di infiltrazione verso la base aerea, tentativo da cui è scaturita una battaglia terminata con un contrattacco siriano che non solo ha messo in fuga gli attaccanti, ma ha anche ottenuto come risultato di aver riconquistato una fascia di ulteriore sicurezza per la base.
Notizia a margine ma davvero importante
L’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, OPWC, ha confermato, al termine delle sue indagini, che in riferimento agli episodi di utilizzo del gas Sarin durante alcuni attacchi in zone sotto il controllo dei terroristi, in cui molti civili erano stati coinvolti, sia che l’arma sia stata utilizzata da unità dell’esercito siriano. Avendo potuto prelevare nel corso degli anni diversi campioni da quelli che furono gli arsenali chimici della Siria (ora dismessi e spostati interamente sotto il controllo russo), l’ Organizzazione ha concluso che nessuno di detti campioni è compatibile con le tracce di Sarin, dal che discenderebbe evidentemente che gli autori della strage furono i Terroristi delle opposizioni. Ecco dunque che viene svelato il teatrino inscenato dai Takfiri per far ricadere la colpa sul Presidente Assad, teatrino cui parteciparono, molto contenti, i governi di Francia e Stati Uniti, che invocavano a gran voce un intervento militare contro il governo siriano.
Anche in questo caso è stato dimostrato che si è trattato di atto inscenato per confondere e mentire: l’opinione pubblica è stata ingannata dalle menzogne diffuse da governi che evidentemente sono stati coinvolti nell’appoggio militare ed economico ai terroristi che hanno inscenato questi tragici attacchi per garantirsi l’appoggio delle opinioni pubbliche e degli eserciti occidentali.
Ricordo a tutti che il nostro compatriota Domenico Quirico, che parla arabo, e che in quei giorni si trovava prigioniero, aveva testimoniato che proprio i suoi carcerieri gli avevano rivelato di essere i responsabili degli attacchi col gas per ottenere appoggio dai governi occidentali, che avrebbero accusato il Presidente siriano.
Ora le sue dichiarazioni sono state provate ma allora nessun organo di stampa diade il dovuto risalto al valore della testimonianza diretta.
E’ molto probabile che in questa situazione, proprio quando la Russia consegue successi a catena avvicininandosi alla vittoria politico-militare in Siria, la canaglia filostatunitense a cui fanno capo i sedicenti gruppi terroristici impegnati, decida di giocare sporco in piena Europa, cioè con armi non convenzionali, per innescare il caos totale.
I Russi devono sempre tenere presente che gli USA, pilotati dai sionisti, non giocano mai secondo le regole, soprattutto quando si vedono perdenti; l’unico modo di prevenirli è non farsi distrarre da falsi nemici usati da loro come controbersagli al fine di disperdere il potenziale militare di Mosca in scenari bellici allargati. I gangsters mondialisti di Sion vanno neutralizzati subito, diversamente saranno guai.
Se questo non accade significa che il piano mondialista prevede la collaborazione di tutti i governi e questa guerra è l’ennesima farsa mediatica per raggiungere poi la mondializzazione attraverso una escalation, che potrebbe però non essere ad un certo punto più controllabile come programmato.