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Terminata la parziale tregua dell’aviazione russa nei confronti di alcune formazioni terroristiche, gli aerei da guerra di Mosca hanno ripreso il completo impegno nelle operazioni belliche condotte dalla coalizione di Paesi volenterosi (Siria, Russia, Iran, Libano) che combattono veramente i terroristi in Siria.

Campagna aerea

Tupolev TU-160

Tupolev TU-160

Molti sono stati i bombardamenti, specialmente in questi ultimi tre giorni: principalmente sono stati colpiti obbiettivi strategici nelle aree di Idlib, Aleppo Nord/est, in direzione di Raqqa.

Nella notte di martedì ISIS è stata colpita nelle pianure di Maskanah e Khanasser, in particolar modo 12 potenti attacchi aerei si sono dedicati alla pianura a nord est di Aleppo, Maskanah (dove è importante demolire e indebolire le difese del Califfato); molte sono state le vittime tra i combattenti del Daesh. In questo settore è stata colpita anche la città di Manbeij, probabile obbiettivo dell’avanzata dell’YPG curdo.

Altro fronte di interesse per gli attacchi aerei è stato Deir Ezzour, che è nuovamente oggetto di attacchi da parte terrorista. Sono stati bersagliati alcuni campi dov’erano concentrate truppe; molti combattenti son stati uccisi e molti mezzi distrutti. Questo rappresenta un dato importante per le difese della città assediata.

Nei giorni scorsi anche la capitale dei terroristi di Al-Qaeda basati in Siria, Idlib, è stata pesantemente colpita nei centri di comando, depositi e campi di addestramento. Immancabilmente si è sentita la voce disgustosa dell’Osservatorio per i diritti umani in Siria, osservatorio formato da una sola persona che vive non si sa come, in quel di Londra, e che diffonde ad arte da anni, notizie false volte a creare nell’opinione pubblica un’idea negativa dell’operato delle forze armate siriane che stanno difendendo invece il Paese dai terroristi. Le accuse mosse riguardano ipotetici bersagli civili colpiti durante i raid (e quando mai non dicono così) e naturalmente non poteva mancare un bell’ospedale, magari con un altro ultimo pediatra da sbandierare come falsa bandiera.

Mi chiedo perché al mondo ancora esistano persone che gli possano accordare fiducia…

Invece è certo, ed è stato ben filmato, il fatto che da Idlib i terroristi abbiano lanciato sui quartieri della vicina enclave sciita assediata colpi di artiglieria pesante e molti colpi delle famigerate bombe-bidone.

Oggi 2 giugno, le forze aeree russe hanno compiuto due diversi attacchi contro una base di Harakat Al-Ahrar Sham, gruppo qaedista nei pressi di Idlib, per la precisione vicino al villaggio di Tal Horsh Touna. L’attacco che è stato eseguito con grande precisione potrebbe essere stato coadiuvato da osservatori da terra.

SU-34

SU-34

Le forze aeree siriane non sono certamente ferme, anzi, sono estremamente attive, sia nel nord del paese che nella zona attorno a Damasco, il Goutha est, dove sono segnalati ottimi e promettenti progressi dell’esercito siriano.

Nella Provincia di Aleppo, la pianura di Anadan è stata oggetto di attacchi aerei contro i gruppo Qaedisti capitanati da Al-Nusra e Harakat Al-Ahrar Sham.

Campagna curda di YPG e SDF contro ISIS

Fronte curdo verso Raqqa 2-6-2016

Fronte curdo verso Raqqa 2-6-2016

Esaminiamo ora le mosse delle forze YPG curde denominate simpaticamente SDF (forze democratiche siriane): inizialmente i trentamila (stimati) combattenti hanno iniziato a muoversi su tre fronti principali, tentando di scendere verso Raqqa da nord. Solo sul fronte di Lakta, come vedete sulla mappa, sono riusciti ad avanzare, nel settore di Tel-Simon e lungo la M6: la resistenza dei miliziani ISIS li ha subito fermati; anche su Lakta, arrivati a Musajrifa, i Curdi si sono arenati non riuscendo a sopravanzare le difese del Daesh, nonostante la copertura aerea fornita dalla coalizione a guida Statunitense e la preponderante superiorità numerica.

Fronte curdo , offensiva secondaria a nord est di Aleppo 2-6-2016

Fronte curdo , offensiva secondaria a nord est di Aleppo 2-6-2016

Hanno quindi cambiato strategia: altre forze situate lungo le sponde del Lago Assad si sono mosse verso sud. Trovando minor forze a difesa del Califfato, sono riusciti ad avanzare conquistando diversi villaggi, dapprima Ramila e Abu Safa, poi Haj Ali, Nafi, Tel Oasma ed ora Scellal. Combattimenti sono in corso a Sam ad Din. Più ad est, ieri, sono riusciti a sfondare in un altro settore e costringeranno probabilmente altre forze terroriste ad arretrare per evitare di essere circondate.

In questo settore è evidente che la resistenza offerta dai combattenti ISIS è assai modesta.

Oltre le sponde del fiume Eufrate e del lago Assad nella scorsa offensiva i miliziani Curdi erano arrivati fino a Sagira, ma poi non avevano insistito, lasciando libertà all’ISIS di contenere i siriani su altri fronti e di assaltare i terroristi di Al-Qaeda, cosa che non ci dispiace affatto.

Dall’altro ieri notte però hanno ripreso le ostilità e, dopo intensi bombardamenti della coalizione che li sostiene, hanno avanzato in parte verso sud occupando Al Garra, Sawakidja, Al Mashi, Al Khaiza, e soprattutto verso nord, occupando anche il ponte sul fiume Eufrate, che però è stato fatto saltare, non si sa se in un bombardamento o dagli uomini del Califfato.

In questo settore l’avanzata è stata troppo repentina perché sia avvenuta in presenza di resistenza del nemico: il tempo necessario a coprire il territorio conquistato è stato il medesimo occorrente per percorrere il tragitto in auto a velocità moderata, pertanto ne deduco che non sia stata posta alcuna resistenza da parte dei terroristi, e questa cosa non solo mi insospettisce, ma mi causa non poche preoccupazioni in quanto sebbene i Qaedisti non brillino per simpatia, non sono certo combattenti scadenti; se ISIS sceglie di non combattere i curdi che fino a poco tempo fa invece attaccava (ricordiamo bene l’assedio di Kobane), ora abbandonando il campo rende tutto troppo semplice perché non suoni più che sospetto.

Ho evidenziato nella mappa il settore occupato in un sol giorno: come constatate è eccessivamente vasto per immaginare che sia stato difeso, mentre è certa la presenza di tagliagole ISIS sul fronte occidentale e a sud davanti ai Siriani. Lascio a voi le deduzioni.

Altra notizia da riferire attinente questo fronte: è da registrare il primo caduto tra le forze statunitensi che affiancano i Curdi nelle operazione, sia come istruttori-consulenti, sia come guida per i bombardieri. Cosa strana è il comunicato diramato dal Pentagono che parlava di due soldati americani feriti da fuoco “indiretto” durante operazioni di “non combattimento” contro lo stato Islamico; presumo quindi che uno dei due soldati “non feriti” sia poi “non direttamente deceduto”.

Fronte di Damasco

Damasco 2-6-2016 est -Goutha

Damasco 2-6-2016 est -Goutha

La battaglia contro le sacche terroriste del Goutha est procede molto bene.

Dopo l’eliminazione di una fetta consistente, di cui vi abbiamo dato notizia nella scorsa SitRep, Hezbollah e l’esercito siriano, sono penetrati man mano sempre più avanti. Non passa giorno in cui non si leggano di piccoli, ma importanti progressi (che aumenteranno man mano); il motivo è semplice: l’anello di sicurezza attorno alla sacca è ben stretto, transitano solo i camion con gli aiuti umanitari e solo dopo accurate ispezioni; niente armi, niente munizioni possono ormai giungere loro; tunnel vengono scoperti e distrutti, depositi di munizioni, segnalati da agenti infiltrati e bombardati dall’aviazione; è solo questione di tempo e di non commettere l’errore di avere fretta. Gli uomini delle truppe sono preziosi e vanno salvaguardati, la politica dei piccoli passi porterà alla distruzione delle difese delle diverse fazioni sanguinarie che sono qui rimaste intrappolate e segnate nel loro destino.

Nuove offensive siriane

Palmira 2-6-2016

Palmira 2-6-2016

Continuano ad arrivare notizie riguardanti le forze siriane che vanno in direzione dei punti di ammassamento, Itriyah e Palmira. Da qui, stando a quanto traspare dalle agenzie e dalle notizie che recuperiamo, sarebbe in corso l’approntamento di un nuovo attacco contro ISIS. Dalla mappa potete osservare come da Itriyah si vada quasi direttamente in direzione della regione di Raqqa. Già qualche mese fa, ma con dispositivi meno numerosi e meno pesantemente armati, si erano diretti in profondità nelle difese del Califfato fino a giungere nei pressi dell’importante centro petrolifero di Straef, dove si trova un incrocio davvero importante che controlla le comunicazioni verso i 4 punti cardinali in direzione di Raqqa e Deir Ezzour. Da li, puntando a nord, si raggiunge una grossa base aerea abbandonata dopo la conquista da parte del Califfato, e l’accesso alla città di Al Tabqah, che significherebbe essere praticamente in Raqqa. La strada è lunga e desertica, ma almeno non presta facilmente il fianco ad agguati.

Itriyah 2-6-2016

Itriyah 2-6-2016

Gli ultimissimi bollettini ci presentano le forze siriane basate in Itriyah come già in movimento verso est lungo l’autostrada 42, qualcosa mi dice che di fronte a loro non troveranno, come invece capita ad altri, il terreno sgombro per poter avanzare…..

In Palmira sono presenti forze molto più ingenti tre brigate corazzate di cui una interamente di carri da combattimento pesanti, più molte brigate tra NDF e milizie irachene; è presente anche un dispositivo già entrato in azione nel nord di Palmira, composto da Marines russi che hanno assestato dure sconfitte in diverse battaglie ingaggiate coi miliziani del Califfato.

Coordinano le operazioni le forze speciali dei Falchi del Deserto.

Non ho più avuto notizie in merito alle unità di Forza Tigre in questo settore, potrebbero in effetti essersi spostate tutte nel nord di Aleppo.

Fronte di Aleppo

Avete già letto dei continui bombardamenti di ammorbidimento in questo settore dove sono fortissime le brigate di Al-Nusra e della alleanza Qaedista di cui fanno parte.

Qui è confluito il comandante delle Unità Forza Tigre, che nulla vuole lasciare al caso. L’offensiva non sappiamo se avverrà verso nord contro ISIS o verso sud contro Al-Qaeda, per tagliare i collegamenti della parte di Aleppo ancora in mano ai terroristi, la parte est, ed assestare un duro colpo ai miliziani di queste pericolose formazioni che però gli Stati Uniti si sono rifiutate di riconoscere come terroriste.

Attendiamo il “La” che darà inizio agli scontri; per usare una frase cara in questo scacchiere mediorientale, potrebbe scatenarsi a breve “La madre di tutte le battaglie”, e speriamo finisca male per gli altri, stavolta.

Stefano Orsi

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