Alla vigilia del cessate il fuoco
Mi scuso con i lettori, purtroppo a causa di impegni personali non sono riuscito a preparare SITREP con la consueta assiduità; comunque vediamo di colmare le lacune facendo velocemente il punto sulla situazione alla vigilia di un confuso cessate il fuoco. Perché dico confuso? Perché nella percezione indotta dai media, un cessate il fuoco in Siria dovrebbe portare alla cessazione dei combattimenti o dei raid aerei; invece non è così, è ben specificato nei termini di questo accordo tra USA da una parte e Russia dall’altra; è noto che ancora gli USA si rifiutano di trattare con il legittimo governo siriano. Dicevo che è ben specificato come assolutamente siano esclusi dagli accordi tutti quei gruppi facenti capo a formazioni terroristiche, Al Qaeda, circa il 90% dei gruppi che i nostri media definiscono a torto come “ribelli”, o all’ISIS.
Quindi quante saranno le zone interessate da questi accordi?
Sicuramente alcune zone attorno alla capitale, non la sacca del Ghoutha est ad esempio, e attorno ad Homs; molte nel sud del Paese, dove molte milizie esistono organizzate come gruppi a base locale o provinciale.
Vedremo quindi proseguire i combattimenti a sud di Aleppo: nessun corridoio verrà creato a cavallo della Castello road ad esempio, come i terroristi chiedevano; esistono i corridoi umanitari attraverso i quali i civili che vogliono, ma in realtà i terroristi li uccidono se ci provano, possono lasciare la zona ora circondata; i terroristi hanno tempo ancora un mese e mezzo per arrendersi in cambio del perdono, ed andarsene abbandonando le armi o passando con la Siria.
A Latakia, l’esercito fa sapere che l’offensiva siriana proseguirà nei prossimi giorni. Qui in effetti l’esercito siriano, con marines siriani, Guardia Repubblicana, Falchi del deserto ed altre unità, ha compiuto passi avanti notevoli, riportandosi oltre i punti più avanzati mai presi fino all’offensiva dell’alleanza qaedista ultima scorsa, di cui vi parlammo. Entrano nuovamente nella provincia di Idlib, avvicinandosi alle strade che porteranno a Jisr al Shougur.
Nel sud di Aleppo, sono stati compiuti molti passi avanti dopo la sconfitta subita dai terroristi nella Grande Battaglia per Aleppo, che alla fine si è conclusa con la chiusura di ogni via di accesso alla città-est per i miliziani qaedisti.
Nel Goutha est, è ripresa l’offensiva governativa su Tal Kurdi, punto nevralgico della resistenza dei Jihadisti che difendono la roccaforte Duma, ma è solo questione di tempo: stanno via via esaurendo le risorse accumulate e parzialmente integrate da piccoli traffici di contrabbando.
Nel sud del Paese, l’esercito israeliano con alcuni cannoneggiamenti ha colpito le postazioni siriane, tentando di favorire un’offensiva dei suoi amici jihadisti; ma ora l’esercito sta rioccupando tutte le posizioni, ed è un bene.
Chiaramente i settori ISIS sono al momento calmi, Deir Ezzour ha vissuto come sempre degli attacchi ma reggono saldamente e neppure è sembrato che vi siano state offensive potenti come in passato.
Palmira, anche qui i confini del fronte non sono mutati, e le truppe del Daesh restano sulle loro posizioni consolidate al termine della liberazione della città.
Homs-est unico fronte attivo col Daesh: qui in diversi villaggi si susseguono attacchi ISIS e contrattacchi siriani, ma nessuno prende vantaggi significativi.
Hama, prosegue anche se ormai a rilento l’offensiva dei terroristi di Jund Al Aqsa, che fiancheggia ISIS, e sono riusciti a conquistare la cittadina di Maardes, difficile anche qui immaginare un cessate il fuoco.
Nel nord di Aleppo, l’offensiva sostenuta dalla Turchia, utilizzando gruppi che sulla carta non dovrebbero essere ritenuti jihadisti, cosa smentita dalla presenza evidente di miliziani della formazione di Nourredine Al-Zinki, procede sottraendo terreno e capisaldi ad ISIS; teoricamente sarebbe stato chiuso mediante una fascia di protezione, l’accesso al confine turco, sebbene resti da domandarsi cosa se ne facesse ISIS di questo accesso se non un aiuto effettivo , concreto e tangibile, da parte della Turchia.
L’offensiva turca ha ottenuto il primo risultato di dividere le forze in ambito americano: diverse formazioni arabe si sono dissociate dall’SDF, creazione mediatica americana, anche dall’interno dei territori siriani al momento presidiate da forze curde.
In Asakah non ci sono più stati scontri, sia dopo la mediazione siriano-russa, sia dopo l’attacco turco che ha approfittato della divisione sorta tra i curdi ospitati nel nord della Siria: non sono mai stati originari di queste zone, vi sono arrivati dopo la Prima Guerra Mondiale.
Restiamo ora attenti a monitorare quante fazioni miliziane aderiranno al cessate il fuoco e come verrà applicato.
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