I venti di guerra spingono gli eserciti gli uni contro gli altri e ad essi è appesa anche la nostra sorte. Potenze nucleari si stanno affrontando, tra esse anche la Francia e la Gran Bretagna (le stesse del disastro libico), si uniscono a Trump in questo gioco al dottor Stranamore.
Basta un piccolo sbaglio a questo punto e la situazione potrebbe degenerare.
Intanto, tra proclami di prove mai mostrate e minacce via Twitter, noi stiamo procedendo verso una pericolosa china.
La guerra intanto in Siria procede, vediamo qui una raccolta di tutti gli aggiornamenti giorno per giorno.
Aggiornamento sui fronti siriani del 25-3-2018, Ghouta est
Procedono le evacuazioni dei miliziani jihadisti dalle sacche di Harasta, ormai quasi completate. L’esercito è già entrato in diverse aree del sobborgo e della sacca sud da dove iniziano a fuoriuscire i primi gruppi di miliziani con famiglie. In particolare i preparativi per la loro evacuazione procedono spediti su Irbin, ma la quantità complessiva pone non pochi problemi. Sono infatti migliaia e occorrerà attendere il ritorno dei pullman inviati a Idlib con le prime ondate di sconfitti usciti arresisi presso Harasta.
Ultimi scontri con irriducibili invece presso la sacca di Douma, dove comunque un accordo è già stato siglato con i capi delle fazioni e presto inizieranno le evacuazioni.
La forza di questi accordi sta nel fatto che da sempre la Siria abbia rispettato gli accordi presi per la resa degli jihadisti, sia per quelli partiti che per coloro che invece restavano come perdonati.
La diplomazia (grazie all’immane lavoro del gruppo di contatto russo, noterete nei video che molti militari presenti alle operazioni di “imbarco” siano russi) ha permesso di evitare i temuti scontri casa per casa che avrebbero comportato costi in termini di vite umani ben più alti.
Una cosa è certa: l’operazione per la liberazione del Ghouta est rappresenta una delle vittorie più grandi per l’esercito siriano, che ha manifestato una tele superiorità e motivazione dei propri soldati da spingere velocemente alla resa i terroristi. Molto interessante il video di Anna news dove si possono apprezzare l’impiego dei droni a supporto dei carri in avanscoperta su terreno urbano, le fattorie a sud di Ein Tarma, e la fanteria che segue a brevissima distanza i mezzi corazzati che usa come copertura per l’avanzata. Davvero passi avanti notevoli rispetto a pochissimi anni fa.
Aggiornamento del 26-3-2018
Le operazioni di sgombero e trasferimento dei terroristi e dei loro famigliari procedono a piè spedito.
Ieri è stata una giornata record. I conteggi finali parlano di 5300 jihadisti con familiari al seguito trasferiti in un solo giorno. Sono partiti quasi tutti da Harasta e da Irbin.
Le forse siriane nel frattempo stanno prendendo il controllo dei vari sobborghi. Dopo Ayn Tarma anche Hazeh oggi è stata presa in custodia dagli uomini dell’esercito.
Non sono più segnalati esodi di civili, che anzi festeggiano felici il ritorno dell’esercito e con esso la pace e la giustizia dello stato siriano.
Per loro termina l’umiliazione, la prigionia, i lavori forzati, le violenze e gli omicidi a cui erano sottoposti.
I panifici stanno riaprendo e sfornano i tipici pani arabi, riaprono anche le pasticcerie. Presto arriveranno i tecnici per riattivare i servizi di base, acqua ed elettricità nei tanti quartieri dove mancano . Per le fognature sarà un lavoro lungo.
Le scuole per i bambini sono certamente un’altra priorità, per i terroristi non era certo importante garantirla.
Permangono delle difficoltà per raggiungere un accordo di pace con la città di Duma. Le fazioni non si mettono d’accordo tra loro. Entro pochi giorni il trasferimento di tutti gli jihadisti dalle altre città sarà ultimato e anche Duma capitolerà senza dubbio alcuno.
Le Unità Tigre nel frattempo vengono rimobilitate e trasferite. Per loro nessun riposo, la guerra è ancora lunga.
Li attende il fronte a sud di Damasco, dove ISIS ha esteso il suo controllo su alcuni quartieri come quello di Al Qadam, uccidendo molti miliziani palestinesi inquadrati nelle NDF.
Quello di certo è il prossimo bersaglio dell’offensiva che porrà Damasco in totale controllo e sicurezza, per quanto riguarda la presenza di fazioni armate presenti in numeri ragguardevoli.
Certamente permarranno i rischi di attentati.
Afrin
La situazione al momento si è stabilizzata, le forze turche non stanno attaccando il settore di Tall Rifat ma invitano caldamente l’esercito siriano a prendere il controllo dell’intero settore.
Nel frattempo pare stiano volgendo le loro attenzioni verso la vicina Manbij.
Al Raqqa
Torniamo a parlare di Raqqa, o meglio della provincia.
In una recente videositrep abbiamo parlato della presenza di una fazione armata che si è presentata con un video preannunciando che inizieranno la lotta contro l’occupazione militare filoamericana, operata dai curdi e dalle milizie arabe molte delle quali prima sostenevano ISIS.
Oggi, o meglio, da ieri pomeriggio, sono invece in corso presso Al Transuma (cittadina a metà strada tra Al Tabqa e Raqqa) violenti scontri anche armati tra la popolazione locale, appartenente alla tribù Al Bukhamiss e le milizie curde occupanti. La causa scatenante pare sia stato l’arresto o il tentato arresto del capo di questa tribù, arresto che la popolazione non ha ben accettato iniziando violente proteste. Credo sia lo specchio di una situazione mal tollerata che entro breve esploderà in scontri armati ben più pesanti.
Altro fattore legato all’arresto: ricorderete che abbiamo parlato di una prigione sita di Hasakah, utilizzata dalla CIA, come centro di detenzione per quei personaggi di spicco nella società siriana di quelle regioni ad est del fiume Eufrate, che siano ritenuti fedeli al legittimo stato siriano, e quindi, essendo patrioti, siano visti come nemici dall’occupante a stelle e strisce e dai suoi sgherri curdi e jihadisti sotto celate spoglie.
Posto un video dei combattimenti che sono avvenuti nei giorni scorsi nella Ghouta, il materiale fluisce abbondante.
Sitrep in video del giorno 27-3-2018
Aggiornamento dai fronti siriani del 30-3-2018, Ghouta est
Proseguono serrati i trasbordi dei combattenti dalla sacca del Ghouta. Ogni giorno appare come un nuovo record di trasferimenti, vi è una mobilitazione impressionante di uomini e mezzi per la riuscita in tempi rapidissimi di questa operazione.
Sono ormai decine di migliaia i trasferiti tra combattenti e loro famigliari.
Ieri si è toccata una nuova punta massima dei trasferimenti in una sola giornata: più di 7000 hanno lasciato la sacca in direzione di Idlib, superando quindi il numero totale di 20.000 unità. I civili evacuati invece sono circa 130.000 ed attendono solo l’allontanamento finale di tutti coloro che per anni li hanno costretti all’ubbidienza e sottoposti ad un regime sanguinario e crudele.
Douma ancora non ha aderito ad un accordo definitivo, pare non vogliano abbandonare la città molti di loro sono del posto e quindi vivono questo momento come un dramma.
Idlib
I combattimenti interni tra le fazioni di Jabhat Tahrir Souriya e Ay’hat Tahrir Al Sham proseguono con crescente intensità. Ieri , al termine di una battaglia durata più di 24 ore, Nusra ha riconquistato la cittadina di Bastaron ad ovest di Aleppo. Questi scontri stanno causando notevoli perdite per entrambi gli schieramenti, sia di uomini che di mezzi.
Ancora non appare chiaro chi stia avendo la meglio, ma entro pochi giorni potremmo iniziare a farci una idea con l’assottigliarsi dei pur enormi depositi segreti di armi che hanno a disposizione.
Afrin
La situazione appare stabilizzata dopo la netta sconfitta curda.
Al momento permangono le incertezze sul proseguimento della guerra tra la Turchia e le formazioni curde.
Non si è avuto il temuto attacco su Tall Rifat, anche grazie alla presenza di molte formazioni armate esponenti la bandiera siriana e alla permanenza sul posto di quelle russe a scopo di garanzia umanitaria per la difesa degli sfollati.
Ancora si attende un segnale di rinsavimento da parte curda.
La ventilata presenza francese a Manbij lascia esterrefatti, in quanto la Francia agisce illegalmente su territorio di un Paese sovrano senza averne mai ricevuto invito o autorizzazione c’è da sperare che i Turchi procedano, a questo punto.
Al Mansoura
Le proteste dei giorni scorsi sarebbero esplose anche per il rifiuto al tentativo di arruolare forzatamente membri della tribù locale nelle milizie SDF, ultima delle tante angherie subite dalla popolazione araba siriana che ormai non tollera più l’occupazione di questa parte di Siria da parte delle forze SDF filo americane.
Deir Ezzour
L’ISIS ha tentato la riconquista di Al Mayadeen e di Al Abukamal nei giorni scorsi , approfittando di una tempesta di sabbia che ne ha coperto gli spostamenti, ma la risposta siriana li ha bloccati. Ancora una volta abbiamo avuto la prova che anche le milizie meno addestrate riescano ora a reggere gli assalti e rispondano a tono ai terroristi.
La situazione bellica è in una fase di stasi, si stanno risolvendo le situazioni sospese nella Ghouta ad esempio, mentre in altre realtà come Yarmuk, Qalamoun, Homs-Hama o Daraa, vanno evolvendo in trattative serrate per arrivare ad accordi sull’esempio dell’inutile resistenza della Ghouta est.
Vediamo intanto cosa è accaduto in questi giorni di Aprile.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 1-4-2018, Ghouta est
Oggi si sono concluse le operazioni di sgombero dei terroristi dalle cittadine della sacca sud, Jobar, Zamalka, Irbin, dopo, Ein Tarma e Hazeh, sono oggi sotto il controllo dell’esercito siriano. La popolazione può iniziare il rientro presso le proprie abitazioni e a breve inizieranno i lavori di ripristino dei servizi essenziali.
Ancora invece nulla di fatto per Douma, temo seriamente che si possa arrivare allo scontro per spingere Jaish al Islam ad accettare l’ultimatum posto dal governo.
Colgo l’occasione per porgere a tutti i lettori i miei auguri per una felice Pasqua.
Tra un aggiornamento e l’altro, apro una parentesi per dare spazio ad una risposta alla trasmissione che ha mandato in onda il soliloquio di Saviano sulla Siria. Credo sia doveroso farlo dando voce a chi in Siria c’è in questi giorni, ha visto e vissuto la situazione nella Ghouta orientale e conosce bene la Siria ed i suoi abitanti:
Aggiornamento dai fronti siriani n.2 del 1-4-2018, Ghouta est
Nella notte, è stato raggiunto quel sospirato e difficile accordo con le formazioni jihadiste che occupano ancora la città di Douma, accordo che si rendeva prioritario rispetto alla forzatura armata per il fatto che Douma sia la prigione di circa 5000 tra civili e soldati siriani che dal 2013 sono detenuti in atroci condizioni nelle prigioni dei terroristi.
Ora dovrebbero essere liberati, speriamo non segua poi una ennesima rottura degli accordi, perchè a questo punto diverrebbe inevitabile lo scontro aperto.
Dopo la caduta di Jobar e Irbin solo questo 15% di Goutha resta da liberare.
Manbij
Confermate vittime americane e britanniche, soldati, che si trovavano illegalmente nei territori occupati in Siria dalle forze SDF filo-americane. Un ordigno esplosivo improvvisato (IED) li ha investiti esplodendo con un’onda d’urto che ne ha causato la morte. Vi sono anche numerosi feriti, segno evidente che la popolazione siriana sopporti sempre meno questa occupazione militare del suolo siriano e richieda il ritorno al legittimo governo del Paese.
Idlib
L’offensiva qaedista sulla antica città imperiale di Maklabes, che si protrae da giorni con diversi capovolgimenti di fronti e numerose perdite da ambo le parti, sembra volga a favore di Jabhat Tahrir Souriya. Maklabes resta ancora in mano ai filoturchi e diversi carri armati di Al Qaeda sono rimasti distrutti negli scontri.
Deir Ezzour
Ancora scontri tra ISIS ed esercito siriano, nuovamente interessate Al Mayadeen e Al Abukamal. Anche questo violento attacco, è stato respinto, nonostante fossero attacchi portati in forze da parte dei terroristi.
Aggiornamento dai fronti siriani n.3 del 1-4-2018, Qalamoun est
Sono iniziate le operazioni siriane per mettere fine alla sacca dei ribelli del Qalamoun est, territorio montuoso della Siria tra Qaryatayn e Damasco.
Settore che è stato in quiete per molti mesi ma recentemente, con l’abbattimento di un caccia SU-24 e diversi attacchi contro posti di controllo siriani, si è dimostrato attivo e pericoloso.
Sono state avviate alcune operazioni di bombardamento aereo su obbiettivi militari di primario interesse con appoggio russo, nel contempo sono stati contattati i vertici delle formazioni (a base tribale) che comandano in questo settore.
Diverse le città interessate: Ad Dumayr, Ar Ruhaybah, Jayroud, An Nasyriyah.
E chiaramente offerta principalmente una riconciliazione e l’allontanamento degli elementi più radicalizzati, in modo da pacificare definitivamente questa vasta area.
Ghouta est
Nella foto possiamo gioire nel vedere la bandiera siriana sventolare sulla roccaforte dei terroristi più ostica di sempre ad est di Damasco. I terroristi che occupavano Jobar sono stati sconfitti e costretti all’esilio.
Aggiornamento dai fronti siriani del 3-4-2018, Hama
In questo video potete osservare la gioia della popolazione di diversi villaggi della sacca posta tra Hama ed Homs. L’avanzata dell’esercito sta mettendo in seria difficoltà le difese dei terroristi. Presto anche questa sacca tornerà libera sotto il controllo del legittimo governo siriano.
Ash Shaddadi
E’ una cittadina a sud di Hassakah ad est del fiume Eufrate, si tratta di territori occupati dalle forze americane per mezzo di mercenari SDF.
È trapelata oggi la notizia, tramite fonti curde, che il giorno 30 di marzo un convoglio di 6 jeep americane in trasferimento sarebbe stato investito da una violenta esplosione, attentato simile a quello avvenuto nei pressi di Manbij. Questo pare sia stato rivendicato da una formazione di partigiani che resistono all’occupazione USA, esercitata attraverso l’impiego di milizie SDF curdo-arabe.
Ignoti la stima dei danni e il numero delle vittime.
Douma
Procede l’evacuazione dei miliziani sconfitti, ora in trasferimento presso Idlib.
Restano le attese circa le trattative intavolate con le sacche e le prossime iniziative turche nel nord della Siria.
Fatti non eclatanti ma di grande rilievo: le sei vittime USA in questi pochi giorni avvenute a causa di attentati con ordigni esplosivi improvvisati, ed uno nel ribaltamento del suo mezzo (ma non hanno specificato il perchè del ribaltamento).
Morti avvenute tutte nel settore est della Siria dove le forze USA, per tramite delle SDF locali, occupano il territorio siriano.
Quattro di queste morti sono state rivendicate dalle milizie che si sono organizzate, presentatesi in un video di cui abbiamo già parlato, e che sono fedeli al legittimo governo Assad.
Una resistenza che quindi gli USA temono in quanto basata su forti appoggi presso la società civile e il tessuto tribale.
Ad Ankara si è svolto un incontro che fa la storia del Medio Oriente. L’accordo stipulato tra Turchia, Russia e Iran, unisce il mondo sciita con una nuova guida per quello sunnita, la Turchia appunto.
Accordo totale quindi per la lotta al terrorismo, per tutelare come interesse comune l’integrità e la sovranità della Siria, ritenuta giustamente come realtà non settaria ma che tutela le differenti fedi e etnie al suo interno. Ricerca dell’accordo di pace senza prediligere il conflitto armato.
Il futuro vedrà il loro sostegno al Comitato Costituzionale che darà un riassetto alla Costituzione siriana, con il supporto delle Nazioni Unite.
A margine vi sono state certamente molte occasioni per discutere degli affari e dei molti interessi che queste potenze hanno in comune a partire dal potenziamento dell’interscambio commerciale, alle vie del petrolio, alla ricostruzione della Siria, e al loro rispettivo ruolo nelle sfere di influenza.
Certamente vederli stringersi nuovamente la mano mesi dopo il primo approccio lascia davvero stupefatti. La Turchia, membro della NATO, che diventa uno dei migliori clienti della Russia e fa accordi con l’Iran, nemico giurato degli USA. Fa restare a bocca spalancata per lo stupore, immaginiamo solo pochi anni fa cosa avrebbe significato anche solo ipotizzare una loro collaborazione…
A questo link troverete disponibile la lunga video sitrep registrata il 6 aprile con i commenti e gli aggiornamenti completi sulla situazione:
E alla fine è arrivato…
nota FB di Stefano Orsi del giorno 9-4-2018
Avevamo più volte annunciato che i terroristi in Siria avrebbero inscenato un attacco chimico per incolpare successivamente lo stato siriano,. Prima di arrendersi definitivamente Jaysh al Islam ha messo in atto il tentativo disperato di uccidere una trentina delle migliaia di prigionieri che si era finora rifiutata di liberare.
Queste vittime innocenti sono state immolate sperando in un appoggio da parte USA o europea e riuscire a trattare con l’esercito siriano da una posizione di difficoltà minore.
Sul piatto infatti non c’è solamente la loro fuoriuscita dall’ultima città occupata della Ghouta est ma anche la salvezza dei loro risparmi. Si avete capito bene, a Douma si nascondeva il capo di Jaysh al Islam, Issam Boueidani. Sarebbe il tesoriere di una vera e propria montagna di denaro, frutto dei proventi del taglieggiamento continuo e sistematico di tutti gli abitanti del Ghouta e delle generose donazioni occidentali che negli anni hanno sostenuto il terrorismo e i “Caschi Bianchi – White Helmets” che tanta generosità hanno smosso presso i governi europei ed organizzazioni umanitarie, che li hanno sempre ricoperti di soldi.
Qui la presenza qaedista è limitata, è Jaish al Islam che ha dominato la sacca, e così sono stati loro a farsi collettori di tutti i fondi che affluivano.
Ora il problema è come farli uscire? Ecco quale è stato il tema della lunga resistenza di Douma, i massacri dei civili, le lotte intestine, l’eliminazione di tanti “concorrenti”. Voleva fuggire col bottino, si parla di decine di milioni di dollari, alcuni parlano di centinaia, ma non saprei dire esattamente quanti siano. So però una cosa, che quei soldi non usciranno mai dal Goutha se non nelle mani del governo siriano, ecco perchè è stata persino giocata la carta da parte dei terroristi dell’uso di sostanze chimiche tossiche ed irritanti come il Cloro. Sostanza da non confondere con la clorina, erroneamente tradotta dal termine inglese Chlorine che indica appunto il cloro. Diverse tonnellate di questa sostanza erano già state scoperte durante l’avanzata dell’esercito, ma si sapeva che molte altre fossero pronte ad essere liberate per inscenare un finto attacco chimico, tutto per dare agli USA ed alla UE, l’opportunità di portare un attacco contro la Siria.
Pericolo già più volte presentatosi come imminente, ma finora evitato anche grazie al lavoro preventivo di avvisi e denunce, contro il rischio di vedere sfruttare una rappresentazione di questo attacco. Un rischio che ieri si è concretizzato e che solo per via del pazzo che in Germania aveva ucciso alcune persone e ferite molte altre, forse non ha avuto l’immediato battage mediatico che di solito accompagna queste pagliacciate (che per le povere vittime invece sono crimini veri).
Oggi però si sono ampiamente rifatti. Sto seguendo Sky News e una giornalista ci dice che per sapere cosa sia successo sia sufficiente osservare le immagini. Io lo faccio e vedo il solito scantinato dipinto ed attrezzato per sembrare un ospedale, vedo persone che respirano a fatica, bambini bagnati con acqua gelida, spaventati che giustamente piangono, percossi e sballottati malamente da finti infermieri. Nessuno indossa protezioni di nessun tipo, maschere, guanti, tute, nulla di nulla, e mi chiedo: ma che razza di agente chimico o arma di distruzione di massa potrebbe mai non agire su persone tanto incoscienti da non proteggersi??? La risposta è evidente, NESSUNA!!
Questo non è un attacco chimico, si tratta del rilascio di una sostanza irritante e probabilmente le vittime sono solo quelle che sono state chiuse in un appartamento e asfissiate con il cloro o altro agente gassoso, per poi entrare e filmarli, sempre senza protezioni.
Questo video è stato diffuso ieri, un crimine efferato e terribile che ci spiega bene la ferocia di questi terroristi spietati e la necessità di combatterli. Solo che a combatterli in tutti questi anni abbiamo lasciato da soli la Siria, l’Iran, il Libano e poi la Russia che è stata chiamata a salvare le sorti di questo Paese che stava per finire travolto dagli jihadisti e dall’ISIS. L’occidente non solo stava a guardare, ma rifocillava questi terroristi di armi e soldi e lo ha fatto finora impunemente, almeno fino al momento in cui quegli stessi terroristi, tornando nei paesi di provenienza, non hanno iniziato ad uccidere i cittadini comuni, guarda caso mai i governanti.
Circa 30 persone sono state uccise, rinchiuse in quell’appartamento. Il cloro è un prodotto comunemente utilizzato nell’industria:
“ Il cloro irrita il sistema respiratorio, soprattutto in bambini e anziani. Allo stato gassoso irrita le mucose, e allo stato liquido provoca ustioni cutanee. La presenza del cloro è rilevabile elettronicamente alla concentrazione di 0,2 ppm mentre l’odore di cloro viene avvertito a concentrazioni di 3,0-3,5 ppm, ma la concentrazione letale è di circa 1000 ppm o più (il cloro fu per questo impiegato nella prima guerra mondiale come arma chimica). L’esposizione a questo gas non dovrebbe quindi superare concentrazioni di 0,5 ppm (TLV-TWA, tempo medio di 8 ore per 40 ore settimanali). Anche l’esposizione cronica a dosi non letali di cloro può provocare malessere: 30 ppm possono provocare irritazione agli occhi, danni anche rilevanti all’apparato respiratorio e nausea, mentre 60 ppm possono provocare danni a lungo termine come ad esempio edema polmonare. L’esposizione cronica a bassi livelli di cloro indebolisce i polmoni a causa dei suoi effetti corrosivi, rendendoli vulnerabili ad altre malattie. Esperimenti condotti sui ratti mostrano che 293 ppm di Cl2 causano la morte del 50% delle cavie. In ambiente domestico, il cloro si sviluppa quando l’ipoclorito di sodio (o candeggina) viene miscelata con l’acido muriatico. Per contatto tra candeggina ed urina (urea), ammoniaca o altri prodotti sbiancanti possono svilupparsi vapori tossici contenenti gas cloro o tricloruro di azoto.” fonte wikipedia.
Ora ci troviamo di fronte ad un altro rischio, che l’occidente usi questo crimine commesso dai terroristi per accusarne la Siria e tentare di capovolgere l’esito di una guerra che stava per essere definitivamente vinta dai siriani.
Le forze di difesa terrestre Russe e siriane, libanesi, ed iraniane sono in stato di massima allerta operativa. I sistemi antiaerei e antimissile russi S300 ed S400 schierati in Siria stanno funzionando alla massima intensità di rilevamento radar. Sono in volo caccia intercettori e aerei antisommergibile, Il38N.

Sistema di batteria S400, lanciatori ed uno dei radar
Tre gruppi di attacco USA e Nato sono ancora schierati nel settore, Mar Mediterraneo, Mar Rosso e Golfo Persico. Molti i mezzi lancia missile, hanno una capacità complessiva di circa 400 missili di tipo cruise (i Tomahawk) ma allo stesso tempo diverse unità navali russe sono al largo della Siria, pronte anch’esse a rispondere, unitamente ai sottomarini che si trovano nel mediterraneo orientale.

USS Donald Cook
Restiamo chiaramente molto vigili in queste ore per seguire gli eventi. In qualunque momento un qualunque errore di valutazione potrebbe far degenerare la situazione. Domani si riunirà il Consiglio di Sicurezza, la Francia di Macron preme per un intervento, come sappiamo stiano facendo i generali guerrafondai americani e persone senza scrupoli, come McCain.
Le speranze che non si arrivi ad uno scontro quindi si risolvono nella fermezza del presidente americano Trump… e nel buonsenso provato del presidente russo Putin, che infatti ha già fatto sapere che in caso di attacco contro la Siria, la Russia risponderà anche contro i vettori che dovessero lanciare i missili.
A buon intenditor…
Le novità sul caso Skripal invece, notizia a nostro giudizio legata a doppio filo al creare una immagine negativa della Russia per giustificare l’attacco alla Siria, sono invece analizzate in questo video con l’ottima Leni Remedios da Birmingham, che ringrazio ancora per la preparazione e professionalità.
Aggiornamento flash dalla Siria del 9-4-2018
Situazione in Douma
Dopo il finto attacco chimico inscenato ieri dalle milizie di Jaish al Islam, i prigionieri e gli ostaggi rilasciati da stanotte sembra confermino le paure peggiori. Le migliaia di prigionieri che avrebbero dovuto trovarsi nel carcere di Tawba pare non ci siano.
3500 soldati siriani erano caduti vivi nelle mani di questi assassini e altrettanti civili erano detenuti.
Messi ai lavori forzati per anni, ora non se ne trova traccia. Il timore è che non ve ne siano altri oltre ai primi 200 rilasciati e che tutti gli altri siano stati passati per le armi, ovvero assassinati a sangue freddo. Se dovesse mai essere confermato un simile massacro di popolazione e soldati sarebbe un caso senza precedenti nella storia più recente.
Le forze russe e della mezzaluna rossa presenti ai margini della città non hanno rilevato alcuna presenza di materiale chimico riconducibile ad un’arma chimica di alcun tipo. La tesi che abbiamo sostenuto, dell’omicidio per asfissia di una trentina di persone in un appartamento al solo fine di inscenare un finto attacco chimico, assume sempre più evidenza nella ricostruzione di questo ennesimo crimine dei terroristi.
Rischio attacco NATO
Stamattina presto due caccia F15I da attacco al suolo con la stella di David, in configurazione due piloti e radar specifico, hanno attaccato dallo spazio libanese la base aerea T4, a metà strada tra Homs e Palmira, a circa 85 Km dal confine. Pochi i danni e una decina circa le vittime.
La gravità sta nel fatto che Israele ha voluto mostrare agli USA che attaccare la Siria è possibile e di non farsi alcuno scrupolo.
Chiaramente loro contano sulla non-reazione russa a questa ennesima aggressione, ma non è affatto scontato che invece la reazione non ci sia.
Un atto quindi gravissimo quello commesso dal governo di Tel Aviv, (non Gerusalemme).
Trump, ha annunciato che prenderanno una decisione entro la giornata. Trump conosce i rischi e non vuole certamente rischiare una guerra senza che gli USA siano mai stati in pericolo.
Certo non sto parlando di una guerra con la Siria….
Lo stato di allerta in Siria, ma anche in Russia ha raggiunto il massimo livello, oltre c’è solo lo stato di guerra.
La notte sarà lunga e io la passero sveglio al lavoro, domattina rientrando controllerò la situazione, a meno che, malauguratamente, non ce ne fossimo già accorti tutti che qualcosa sia andato storto.
Buona serata.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 10-4-2018
Situazione della notte in Siria
La USS Donald Cook è al largo delle coste siriane, è stata sorvolata a bassissima quota da caccia russi SU24 ed ora è controllata da due caccia SU30SM decollati dalla base di Hemeimin.
Un aereo di tipo AWACS russo A50, è in volo per monitorare tutti i movimenti di USA, NATO e Israele nei cieli, a terra, e sui mari, in modo da coordinare le operazioni di difesa e risposta immediata in caso di attacco.
Nella notte , infatti, il presidente americano Trump ha annunciato di aver scelto l’opzione militare per colpire la Siria usando come scusa il finto attacco chimico messo in scena dai terroristi di Jaysh al Islam.
In giornata dovrebbero arrivare in Siria gli ispettori dell’agenzia svedese per il controllo delle armi chimiche al fine di identificare se e quali agenti chimici siano stati eventualmente impiegati a Douma. I rilevamenti perimetrali finora eseguiti da esperti russi e della mezzaluna rossa hanno dato tutti esito negativo.
Le pesanti dichiarazioni al limite del volgare insulto da parte della famigerata Nikki Haley, ambasciatore all’ONU per gli USA, hanno quasi provocato l’abbandono della sala del Consiglio di Sicurezza da parte della delegazione russa, fatto mai accaduto prima e che ben simboleggia la tensione estrema cui si è giunti in queste ore e giorni.
Aggiornamento dai fronti siriani del 10-4-2018 n. 2
La giornata in Siria
La tensione resta elevatissimas. Oggi si è tenuta una nuova seduta del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, due risoluzioni sul piatto entrambe bocciate, quella russa molto più semplice e realizzabile dai voti del consiglio e quella complessa e tesa a istituire una commissione “indipendente” che si sarebbe occupata di ogni accusa escludendo di fatto dal controllo dei Paesi eventualmente coinvolti o interessati nel controllo di queste indagini. Capite bene che dopo la commissione che indagò sul caso del volo MH17, nessuno dotato di buon senso si affiderebbe mai a tecnici a rischio di essere manipolati, senza poter essere presente con periti di parte.
Quindi ad oggi manca la copertura dell’ONU alla missione dell’OPCW (organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) che dovrebbe essere arrivata oggi In Siria. Ieri il segretario dell’Organizzazione ha risposto positivamente all’invito della Russia di recarsi presso Douma per indagare e ricercare prove sull’uso di armi chimiche, oggi ha chiesto anche ufficialmente al Governo siriano che venga predisposto tutto per il loro arrivo in Siria per indagare sui fatti.
L’invito da parte siriana era stato formalizzato ufficialmente dal Ministero degli esteri di Damasco.
Tutti questi passi immediati, manifestano chiaramente la tranquillità siriana sul non aver mai fatto uso di armi chimiche, del resto non ne aveva affatto alcuna necessità.
Douma
Oggi sono proseguiti i trasferimenti dei terroristi, ma su questo elemento è emerso un grosso problema: non vengono liberati prigionieri da parte degli jihadisti, che ricordiamo sono stimati tra i 5 ed i 7000. Ora in mancanza di ulteriori rilasci il governo siriano potrebbe ordinare il blocco dei trasferimenti per indagare sulla sorte di tanti civili e militari scomparsi.
La popolazione delle zone libere di Douma e nelle altre città liberate della Ghouta est stanno rientrando in città e si recano immediatamente nei magazzini che i ribelli gestivano e difendevano gelosamente. Qui i cittadini hanno trovato enormi quantità di cibo e generi di prima necessità, quelli che le organizzazioni umanitarie inviavano con il benestare del governo siriano e dei quali i terroristi poi si impadronivano per crearne un mercato vero e proprio vendendoli alla popolazione a prezzi carissimi.
Le forze aeree siriane stanno prendendo misure per mettersi al sicuro. Dalle ultime notizie, da ieri sarebbe stato messo in atto una dispersione dei velivoli. Oggi invece, i più recenti e preziosi sarebbero stati fatti atterrare presso la base russa di Hemeimin. Ricordiamo lo stato di fatiscenza dei caccia siriani, risalenti agli anni 60-70 per la maggio parte e pochi della fine degli anni 80.
La situazione della crisi
Oltre alla già citata Donald Cook è in rotta per il mediterraneo orientale almeno un altro cacciatorpediniere lanciamissili, la USS Laboon, un sottomarino classe Ohio USS Georgia. Un secondo sarebbe in acque del Mar Rosso, ma non ne conosciamo il nome.
Gli SU30SM di cui vi abbiamo dato notizia stamane: abbiamo avuto conferma che fossero stati dotati di missili antinave KH35, missili di tipo subsonico e furtivi che si avvicinano al bersagli a pelo d’acqua, ma non li riteniamo adeguati a rappresentare una seria minaccia per le unità navali USA.
Girano ancora voci sulla presenza di tre unità cinesi, tendo ad escludere che queste unità siano presenti nel mediterraneo, non avevo letto notizie di una imminente esercitazione, l’ultima risaliva a luglio dello scorso anno, per cui non credo siano ancora in prossimità.
La capacità di lancio complessiva di tutte le unità navali americane presenti al momento, (i cacciatorpedinieri lanciamissili sono almeno 4 ora contando la Laboon) superano ora le 400 unità di missili cruise disponibili, ai quali vanno aggiunti quelli dei B52 Nato.
Domani verso le 14 ora locale, salperà il gruppo navale della USS Harry Truman (CVN-75). Salperà da Norfolk in Virginia e immaginiamo quali possano essere i motivi del suo schieramento.
La Russia sta anche lei spostando delle pedine: aveva stretto un accordo per l’utilizzo di basi militari iraniane, ed ora utilizza questo accordo. Un numero X di caccia da attacco e bombardieri strategici verranno dispiegati in Iran, assieme a due A50 awacs e anche aerei cisterna per i necessari rifornimenti, notizia questa giunta da fonti russe.
Situazione sorveglianza: i Russi hanno in volo i loro A50 basati in Siria, e gli americani hanno fatto decollare dalla base di Sigonella un P8A poseidon, aereo attrezzato con i più sofisticati radar di designazione e attrezzature per guerra elettronica.
Le prospettive
Valutando come probabile un confronto diretto, questo avverrà solo nel caso in cui la Russia non dovesse riuscire con la sua fermezza e presenza tattica a dissuadere gli USA, in questo caso avremmo diversi scenari.
Il primo: che la Russia non risponda agli attacchi USA, dichiarando quindi la propria inaffidabilità come alleato.
Il secondo: che la Russia risponda, e qui le opzioni si moltiplicano opzione A i russi ottengono un ottimo successo che causa danni alle forze navali USA al di la delle previsioni americane e ciò li spinge a fermarsi per evitare di passere il limite.
Opzione B la reazione russa si riduce ad un fallimento con danni insignificanti per gli USA spingendoli in questo caso ad affondare il colpo contro la Siria anche con un attacco di terra, che avverrebbe dalla parte est della Siria occupata da forze USA e francesi, con decine di migliaia di mercenari Curdi e tribali arabi arruolati tra i miliziani ISIS, da sud utilizzando i miliziani al confine con la Giordania e le forze presenti presso la base di Al Tanf, tra cui i “temibili” incursori norvegesi.
Consiglio loro di scegliere l’opzione A in caso di attacco.
In questo tragico scenario, si inseriscono ora anche gli artefici dell’intervento in Libia, valutato talmente bene che poi tutti abbiamo patito le conseguenze. Macron e May, che coppia….
Il confronto è sempre serrato.
Per oggi è tutto
Aggiornamenti dai fronti siriani del 11-4-2018, Situazione a Douma e nella Ghouta est
Come richiesto ieri dall’OPCW, le forze della polizia militare russe sono entrate nella città di Douma per raggiungere le aree che sono state indicate come il luogo dei presunti eventi di rilascio di materiale chimico, la zona ora è presidiata e messa in sicurezza con un perimetro di tutela e di questo sono stati informati via via i componenti della missione OPCW. Nessuna ostilità da parte di forze di Jaysh al Islam presenti nel centro città.
Se la situazione restasse stabile, domani la commissione potrebbe entrare per prelevare i campioni e fare tutti i rilievi del caso in piena sicurezza.
Vanessa Beeley, giornalista coraggiosa che seguo da anni, è presente nella Ghouta e intervista gli abitanti e documenta la situazione reale:
https://www.facebook.com/vanessa.beeley/posts/10157861169563868
Ci sono invece problemi per i fuoriusciti, in quanto la Turchia ha bloccato un loro convoglio diretto nel nord della Siria sotto occupazione di forze filoturche.
Crisi Siriana e possibile attacco
Le ore scattano e passano come i giorni, ma ancora tergiversano i generali americani o forse lo stesso presidente Trump.
Il sospetto che ci sta cogliendo è che si voglia attendere non una maggiore disponibilità di mezzi, già ampiamente schierati (a parte i fieri alleati Francia e GB), crediamo che la chiusura dei mercati finanziari di venerdì potrebbe segnare il la necessario al via delle operazioni.
Cosa fanno i siriani nel frattempo? pattugliano le coste assieme ai russi, e spostano alacremente caccia su caccia verso la base russa e gli elicotteri verso Latakia per essere coperti dall’ombrello degli S-400 e S-300 modificati.
La May ha fatto oggi sapere che aderiranno all’attacco, forse anche senza il voto del parlamento britannico. Macron, poverino si trova senza il suo orgoglio, la Charles de Gaulle è in riparazione e quindi non utilizzabile. Oggi è partita la Truman da Norfolk, arriverà assieme al gruppo di battaglia per i rimi di maggio.
I francesi disporrebbero di due basi vicine, Giordania ed Emirati A.U. ma forse non sarebbero utilizzabili per ragioni politiche.
Il Qatar memore degli aiuti miliardari elargiti ai tagliagole in Siria si è detto disponibile a dare appoggio alla “coalizione”.
Anche l’Australia, fedele soccorritore degli USA, ha garantito il suo appoggio.
Quindi per stanotte il rischio di attacco direi possa scendere al 40% stima che spero non venga smentita…
Per questa giornata è tutto , a domani.
Aggiornamento del 12.4.2018
Innanzitutto la notizia che 4 bombardieri strategici russi, due Tu-160 e due Tu-95MS avrebbero lasciato la loro base in Russia. Naturalmente subito abbiamo pensato che si stiano dirigendo verso la base concessa in Iran, se così sarà la copertura aerea sul teatro di battaglia cambierebbe notevolmente dal punto di vista strategico.
La seconda notizia della giornata riguarda invece la posizione di Angela Merkel, la quale dichiara che la Germania non prenderà parte alcuna in questo eventuale conflitto, spezzando per l’ennesima volta l’Europa, ma si sa ormai che l’Europa è ridotta alle sole politiche di Francia e Germania, gli altri sono tutti marginali.
Douma
La città simbolo e covo degli jihadisti di Jaysh al Islam, da oggi è ufficialmente presidiata dall’esercito siriano e torna quindi una città LIBERA!!!
Con gli ultimi convogli di oggi hanno preso la via di Idlib gli ultimi miliziani ed i loro capi. C’è stata anche la consegna di attrezzature antiaeree ai militari russi perchè le prendessero in custodia, si tratta di sistemi sia spalleggiabili che ruotati più pesanti e dotati di radar, il 9K33-OSA noto come SA-8. oltre a queste ha consegnato tutte le armi pesanti.
La polizia militare russa sta completando la messa in sicurezza del percorso e del settore dove domani transiteranno ed opereranno gli ispettori ed i tecnici dell’OPCW per rilevare campioni ambientali e stabilire se vi sia stato in Douma un qualche rilascio di sostanze chimiche e quali.
Interessanti a questo proposito le dichiarazioni di Macron, presidente francese, che da una aula di scuola, cosa interessante e nuova per lui che di figli non ne ha, ci ha detto oggi, che lui ha le prove di questo attacco chimico, prove senza che alcuno abbia iniziato ancora le indagini ed i rilievi ambientali.
Interessanti anche alla luce delle contemporanee dichiarazioni del segretario della Difesa USA Jim Mattis , il quale ha dichiarato che gli USA stiano cercando le prove, e non credo che Macron sia un veggente per cui….mente.
Vi consiglio la visione di questo video di Anna News sulla battaglia nella Ghouta.
Torniamo a Al Suknah dove sono ripresi violenti gli scontri con l’ISIS, stavolta è l’esercito con l’affiancamento di Hezbollah e tribali di Liwaa Fatemiyounad attaccare i miliziani del fu Califfato. Iniziativa che si è resa necessaria per la vicinanza delle postazioni ISIS nei pressi dell’autostrada M20 che porta a Deir Ezzour.
Damasco
Molte unità di prim’ordine dell’esercito, della Guardia Repubblicana e delle Unità Tigre si stanno velocemente spostando dalle loro posizioni nella Ghouta per raggiungere la sacca a sud-est di Damasco dove, a fianco di una caldera di “ribelli” relativamente moderati (in quanto da più di un anno hanno aderito ad un cessate il fuoco e lo hanno sempre rispettato), vi è la sacca ISIS di Yarmouk.
Dal fronte di Al Qalam oggi sono entrati in azione immediatamente i Cacciatori di ISIS, gruppo d’élite del 5° Corpo d’Armata siriano, addestrato e comandato da ufficiali russi.
È l’inizio della operazione che porterà definitivamente al sicuro tutte le periferie ed i cittadini di Damasco.
E per oggi direi che basti, un grazie sentito a tutti coloro che abbiano avuto la costanza di leggersi tutti i vari passaggi per ricostruire gli eventi.
Quanto ai rischi di attacco, immaginando che stiano in qualche modo tergiversando fino a domani, salvo che non si tratti di una manovre tesa a far abbassare le difese, direi che per oggi i rischi di un attacco USA contro la Siria si possa considerare ridotto ad un 30% , con la chiusura dei mercati finanziari di domani invece i rischi saliranno e molto, ce ne accorgeremo immediatamente dal cambio di toni che assumeranno la May, Macron principalmente e alla fine anche Trump.
Per terminare due belle mappe, la prima rappresenta la situazione di Damasco nel 2012, la seconda quella odierna.
Buona giornata a tutti.
Stefano Orsi
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.