Riprendiamo le Sitrep analizzando le mosse dell’esercito siriano dopo la liberazione dello strategico villaggio di Al Sukhna sulla strada per Deir Ezzour.
Al Sukhna
Abbiamo visto come l’esercito siriano, guidato dal 5° Corpo d’Armata, sia riuscito nell’impresa di liberare questo punto di resistenza dell’ISIS; ora cosa sta succedendo? ISIS ha cercato in un paio di occasioni di imbastire un contrattacco, alcuni loro gruppi erano infatti rimasti barricati in diversi edifici del centro e tentavano di esfiltrare, e gli altri, da fuori, di riprendere il controllo del villaggio; ma il tutto si è risolto in un nulla di fatto: gli attacchi esterni, non in numero preponderante, sono stati respinti infliggendo pesanti perdite agli jihadisti mentre, per fortuna, poche sono state le perdite siriane.
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Al momento il controllo siriano si estende sull’intero abitato, e sono in corso le operazioni di bonifica e di controllo dell’intero centro, alla ricerca chiaramente sia di trappole esplosive che di depositi abbandonati dai tagliagole.
Come avevamo previsto, a sud sono state prese alcune posizioni che alleggeriscono la pressione sulle vie di accesso al villaggio, mettendolo dunque in maggior sicurezza.
Cosa dobbiamo attenderci ora? Ritengo che, prima di procedere verso est, occorra chiudere il settore che va da Hama a Deir Ezzour dividendolo in due settori ben definiti, ovvero chiudere in un “cul de sac” le truppe del Califfato che restano ad ovest della linea tra Al Sukhna e prosegue su Al Kawn fino a Resafa. Al momento è un settore molto vasto, ma le forze siriane sono ben posizionate per effettuare questa chiusura, e devono farlo; ciò infatti influirà negativamente sia sul morale delle forze nemiche, che sulla loro capacità di manovra e di far affluire rinforzi verso Deir Ezzour nel caso dovessero decidere di abbandonare il fronte di Hama e Homs; infatti potrebbero anche arrivare a sfondare la sacca, ma lo farebbero pagando un pesante tributo di uomini e mezzi , il che sicuramente è un fattore che gioca in favore dei siriani.
Pesanti attacchi ISIS sono avvenuti nei giorni scorsi nel settore più a sud, nei pressi della stazione T2 ancora in mano ISIS: contrattacchi con massiccio utilizzo di Vbied sono avvenuti vicino a Al Humayniah; si segnalano molte vittime siriane tra cui il gen. Ghasan Hyunis. Per fortuna l’attacco è stato fermato, ma le perdite subite dai siriani sono state pesanti; certamente hanno peso maggiore quelle circa pari subite dagli assalitori, ma questo testimonia quanto il settore sia strategico per l’avvicinamento ai bastioni ISIS posti lungo l’Eufrate.
Settore di Resafa
Dopo i progressi dei giorni scorsi, le truppe siriane, guidate in questo caso dalle Unità Tigre, sono riuscite a consolidare tutte le posizioni nei villaggi posti lungo la sponda destra dell’Eufrate, portandosi ormai a ridosso di Ma’dan. Abbiamo visto come, nei giorni scorsi, ISIS procedesse già all’evacuazione di alcuni ospedali da campo e magazzini in vista dei combattimenti che, evidentemente, non nutre speranza di vincere. Probabilmente l’esercito siriano prenderà il controllo dapprima della M4 ad est di Ma’dan, isolandola, e poi la libererà dalle truppe ISIS che decideranno di difenderla invece di abbandonarla nelle prossime ore o giorni.
Ora dobbiamo solo attendere l’ordine di attacco su questo importante e strategico centro, ultimo nella provincia di Raqqa, dopodiché ISIS sarà definitivamente espulsa da questa provincia.
Cosa accade verso Al Kawn invece?
Ottima domanda, perché su questo settore nella notte un’operazione di proiezione dietro le linee nemiche, verso Al Kadir, dove sono sbarcati reparti di Paracadutisti siriani, che hanno preso il controllo delle vie di comunicazione esterna del villaggio. In seguito sono giunte truppe in avanzata dal fronte, e nel frattempo i paracadutisti avevano preso il controllo del villaggio e distrutto 3 tank e una quindicina di tecniche, veicoli pickup con sopra montata una mitragliatrice pesante, a volte contraerea; diversi mezzi invece sono stati catturati integri, tra cui due BMP. Si tratta di una operazione complessa e molto ben coordinata, di cui non ho memoria in precedenza, segno di ulteriore e significativo miglioramento nell’addestramento dei soldati e di preparazione dei comandi siriani; sappiamo che sono costantemente seguiti e coordinati da ufficiali russi che si son sobbarcati l’onere e l’onore di ricostruire le catene di comando e di dare una strategia all’esercito siriano, e dopo due anni di duro lavoro sul campo, i risultati si vedono eccome.
Questa proiezione è propedeutica al ricongiungimento con le forze guidate dal 5° corpo d’armata proveniente da Al Sukhna, per cui credo che la scelta dell’esercito siriano sia appunto di chiudere le forze ISIS in una grande sacca tra Hama e questa linea di fronte.
Settore di Deir Ezzour
Proseguono gli attacchi ISIS con cadenza quotidiana, e come sempre i difensori , eroici, della città li respingono.
Settore di Hama
Proseguono gli attacchi da ovest su questo enorme saliente: sono impegnate moltissime unità dell’esercito siriano, financo reparti delle Unità Tigre, giunte a coordinare reparti paramilitari di volontari del Qalamon che necessitavano di una guida qualificata.
I bombardamenti aerei nelle retrovie, e la costante pressione esercitata, bloccano al fronte un numero elevato di nemici, impedendone ogni riallocazione su altri fronti, la pressione anche dal settore di Salamiyah testimonia la possibilità che i comandi siriani possano spezzare il saliente in una ulteriore sacca tra Salamiyah e il fronte nord di Palmira.
Confine tra Libano e Siria, settore di Arsal
Mentre proseguono le partenze verso Idlib dei terroristi di Al Qaeda, quelli ISIS sono sempre più sottoposti ad una dura cura di raid aerei ed assalti dal fronte libanese: ricordo come su questo fronte siano attivissimi sia l’esercito dei cedri che reparti Hezbollah.
La vita di questa sacca si preannuncia davvero breve.
Sacca di Al Tanf
Ulteriori segni di cedimento di questa sacca in questi ultimi giorni: le forze paramilitari del Partito Socialista Siriano si sono impossessate di diversi valichi di frontiera lungo il confine sud-ovest tra la Siria e la Giordania, segno delle difficoltà delle truppe NSA dopo il ritiro dell’impegno americano.
Stefano Orsi
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