Questi bollettini partono dalle prime ore di sabato quando ci svegliammo con la notizia del bombardamento USA e coalizione contro la Siria.
Sabato 14-4-2018
Stiamo valutando le operazioni di questa notte e i danni effettivi.
A seguito dell’attacco possiamo per ora confermare un lancio limitato a 103 missili di vario tipo, pochi Tomahawks e diversi aviolanciati tra i quali anche alcuni di tipo nuovo
Per fortuna più di 70 missili sono stati intercettati ed abbattuti e gli altri hanno colpito strutture già svuotate. Una sola vittima è stata segnalata. Questa mattina il Presidente Assad , dopo il viaggio alla guida della sua auto di ieri arrivando fino a Duma da casa sua, oggi si è recato al lavoro con la sua 24 ore di pelle in mano, tranquillo come una Pasqua.
Valuteremo meglio oggi assieme a Sascha di SakerItalia, filmati e dati.
Ciò che emerge chiaro è che la contraerea siriana lanciasse a bersaglio sicuro ed i missili viaggiassero dritti verso il loro obbiettivo. Probabile che non fosse attivo nessun efficace sistema di guerra elettronica per offuscare i radar contraerei, nessun lancio di missili antiradar è stato segnalato.
Un attacco che si può definire inefficace e fallito, oltretutto vista la tipologia dei bersagli colpiti, di bassissima rilevanza strategica (ricordiamo la concentrazione di truppe vicino a Damasco per il prossimo attacco alla sacca di Yarmouk). Nulla di ciò che è strategico è stato preso di mira, oppure i siti strategici erano stati ben protetti.
Spiegherò nel video di oggi alcune valutazioni su alcuni particolari notati nei video e sulla tipologia dei bersagli acquisiti e colpiti.
Proseguiamo l’analisi ed il monitoraggio.
Stefano Orsi
Qui di seguito trovate la video-sitrep in cui esaminiamo l’attacco missilistico portato dalla coalizione a guida USA, contro la Siria, buona visione.
Bombardamento della coalizione a guida USA contro la Siria
Sono stati confermati i circa 70 missili abbattuti, molti di questi nel settore di Homs, hanno misteriosamente mancato il bersaglio, erano un aeroporto ed un deposito, gli altri distrutti.
Il bersaglio che invece è stato raggiunto e distrutto è stato il centro di ricerche per le scienze e tecnologie applicate, trattandosi di un istituto pubblico universitario non era stato difeso da alcuna batteria o sistema elettronico. Ecco motivato il raggiungimento del bersaglio da parte dei missili. Strano comunque che chi si professa accanito sostenitore della democrazie, colpisca poi distruggendole istituzioni civili finalizzate alla ricerca universitaria, e all’elevazione del sapere. Un luogo simile andrebbe invece tutelato e difeso.
La popolazione di Damasco è scesa in piazza e nelle strade per manifestare la sua condanna verso un attacco palesemente illegittimo che segna ancora una volta un distacco sempre più evidente tra il mondo civile e quello che fa capo ad alcuni Paesi europei ed agli USA.
Bene han fatto l’Italia e la Germania della Merkel a chiamarsi fuori, e bene anche diversi esponenti politici che si sono appellati al buon senso chiedendo una decisa azione dell’Italia finalizzata alla ricerca di una via diplomatica al posto del lancio di missili. Gentiloni avrebbe però fatto molto meglio a tacere dopo i raid perchè non si sentiva alcun bisogno di recarsi a portare acqua al mulino di Francia o Gran Bretagna. Tuttavia da chi non ha spina dorsale non ci si può attendere che stia a schiena dritta..
Oggi l’OPCW ha potuto recarsi presso Duma dove inizia il lavoro di ricerca e indagine per stabilire se e dove sia eventualmente avvenuto un attacco chimico, di quale entità e e con quali sostanze. Il controllo di Duma al momento e per maggiore tutela della correttezza delle indagini è stato affidato alle forze della polizia militare russa. L’esercito siriano è rimasto ai margini della città per controllare da fuori l’ordine e l’afflusso degli aiuti per la popolazione stremata da anni di vessazioni.
A proposito dell’OPCW: è singolare come pare vi siano omissioni nel documento finale consegnato. Ecco le dichiarazioni del ministro degli esteri russo:”#Lavrov: il rapporto finale dell’OPCW sul caso #Skripal omette di riportare la consulenza del centro svizzero di #Spiez, secondo cui la sostanza consegnata si chiama BZ, è prodotta dai paesi #NATO e colpisce il sistema nervoso per 4 giorni.
https://vz.ru/news/2018/4/14/917775.html
Vedremo ora cosa diranno, nel frattempo la brigata di furfanti ha messo le mani avanti avvisando che loro hanno attaccato avendo le prove, quasi a obbligare l’agenzia ONU a piegare il loro lavoro ad un dato di fatto precostituito.
Ottima la condanna arrivata da molte parti del mondo libero non coinvolto in nessun modo nella guerra in Siria e dall’opposizione turca, mentre Erdogan appoggia l’attacco, probabilmente baratterà questo appoggio con lo sterminio di qualche altro migliaio di curdi nel silenzio dell’occidente fedele alleato.
Le valutazioni tecniche sull’attacco le stiamo ancora formando, sapete che è nostra abitudine cercare conferme ad eventuali posizioni da assumere e analisi da mostrare, per cui domani registreremo il nostro resoconto in video per poi pubblicarlo sul canale Youtube di SakerItalia.
Posso però dare una valutazione politica degli eventi.
Questo attacco è stato preordinato e sottoposto al vaglio e all’autorizzazione russa e credo anche siriana, ovvero hanno avvisato per tempo, credo anche degli obbiettivi che avrebbero colpito, per stessa ammissione americana i russi erano stati avvertiti e di conseguenza lo era anche Damasco. Edifici, capannoni, aeroporti e caserme, svuotate di tutto, nessuna guardia nemmeno per sbaglio presente, danni ai soli edifici quindi ed ai macchinari e strumentazioni che ora i ricercatori e studenti siriani non potranno più utilizzare, ma rimuovere tutti quei macchinari era davvero impossibile.
Una manovra per dire che qualcosa avevano fatto, e tutto il movimento di navi e truppe non è stato fatto invano. A riprova di ciò, ieri i caccia russi stavano regolarmente eseguendo bombardamenti pesanti sulle postazioni dei terroristi presso Idlib e solo pochi invece vigilavano sulle navi occidentali. Credo in verità, sentiti anche alcuni collaboratori, che il grosso rischio per il mondo si sia corso tra il 10 ed il 12 notte, quando davvero la tensione si è alzata e si è svolta una vera prova di forza e di nervi d’acciaio tra le due superpotenze. Viste le dimensioni e l’esito a terra di questo raid, direi che ad uscirne vittoriosi siano stati la Siria del Presidente Assad e l’alleanza tra la Russia e Teheran.
Ghouta est
La missione ONU e l’agenzia OPCW sono presenti presso la città di Douma, dove le forze di sicurezza della polizia militare russa hanno garantito il percorso e l’area delle indagini per gli ispettori che stanno acquisendo campioni e testimonianze sul posto.
Giornalisti anche di testate occidentali sono sul posto e scrivono della situazione che hanno trovato e delle testimonianze dei cittadini che rispondono alle loro domande.
Cito in particolar modo, il lavoro del celebre cronista di guerra Robert Fisk che ha una preparazione ed esperienza con pochi eguali al mondo e che sa discernere tra realtà e finzione in una guerra di Fake News vendute come verità, in special modo dai nostri media di informazione di massa.
Vi rimando a questo articolo apparso sul The Indipendent a firma di Robert Fisk.
Le esplorazioni in Douma procedono al momento. Ho potuto visionare filmati girati dalle forze degli sminatori russi, personale di grandissima esperienza e preparazione sul campo, i quali hanno trovato diversi arsenali. Dentro alcuni di questi sono stati trovati missili anticarro di produzione, nemmeno a dirlo, statunitense. TOW di ultima serie prodotta, bombe di vario tipo. Hanno poi trovato un laboratorio chimico, di piccole dimensioni, con alcuni piccoli reattori per produzioni limitate, bombole di cloro di colore giallo, prodotto in Germania, ma il luogo di produzione non ne indica necessariamente la provenienza. Ho verificato il codice di colore della bombola, e risulta corrispondente con il cloro, giallo.
Notizia da verificare la presenza di ordigni fumogeni prodotti in Inghilterra presso la località di (e qui è stata davvero ironia della sorte) Salisbury.
Dopo l’attacco di sabato notte pare che due missili cruise americani siano stati ritrovati inesplosi. Sono stati presi e consegnati ai russi per gli opportuni studi, erano danneggiati ma ancora in buone condizioni.
Est Qalamoun
Dopo l’offensiva della Ghouta è stata la volta di quella sui vicini monti del Qalamoun orientale, .Ieri un’offensiva dell’esercito siriano aveva subito messo in difficoltà le difese di questi gruppi meno estremisti di altri, e oggi stesso si sono affrettati a chiedere un immediato cessate il fuoco per suggellare la loro resa. Questo dopo che solo pochi giorni fa anche i “ribelli” di Dumayr avevano accettato di arrendersi senza neppure che vi fosse necessità di combattere, 1500 tra combattenti e familiari, stanno lasciando in queste ore la città di Dumayr che torna dunque libera sotto la bandiera siriana.
Presto tutta la sacca che vedete in mappa, sarà nuovamente sotto pieno controllo siriano.
Damasco
Il quartiere di Yarmouk a sud est di Damasco, occupato da terroristi per metà moderati (e in tregua da un paio di anni) e per metà invece appartenenti all’ISIS,. Vistisi circondati da un dispositivo non solo numeroso, ma anche formato da unità di prim’ordine tra le fila dell’esercito siriano, hanno optato per il non arrivare allo scontro armato. Le trattative si stanno svolgendo e pare che stavolta accettino di essere trasferiti. C’è un giallo però, ed è interessante capire di cosa si tratti. Ricorderete i terroristi ISIS evacuati da una sacca nei pressi di Homs, mentre ancora erano in corso gli scontri poco a sud di Deir Ezzour. La loro meta doveva essere Al Aboukamal, ma vennero attaccati a tradimento dall’aviazione USA, pur essendo protetti da una bandiera bianca, avendo loro accettato di arrendersi e, fatto ancora più grave, anzi un vero crimine, avendo con se, a bordo dei famosi autobus verdi, anche le famiglie con i figli.
Ebbene in queste trattative hanno spiegato come motivo di forte rifiuto della resa fosse il pericolo di essere uccisi dalle forza USA durante il trasferimento verso la loro destinazione. Per questa ragione l’esercito siriano e il gruppo di contatto russo, hanno mantenuto il massimo riserbo sulla località della futura destinazione, e mi auguro anche sulla data di questo trasferimento, saranno anche terroristi, ma se accettano di arrendersi in base ad un accordo condiviso, sono protetti a mio avviso da un codice che risale agli albori dei tempi, e che solo delle bestie sanguinarie e senza onore potrebbero violare, come hanno già fatto in passato.
Ecco, nemmeno a terminare la frase e arriva un’agenzia che afferma vi sia in corso un attacco da parte delle milizie ISIS nel sud di Damasco, quindi nulla da fare per la tregua, e temo si dia il via all’offensiva di terra. Il fallimento di questo ultimo tentativo da il LA per l’attacco preparato da tempo. Chiaramente viste le forze in gioco ai miliziani ISIS restano ben poche speranze, mi chiedo quale sia stata la molla che ha portato questo risultato tanto negativo e che peso vi abbia quell’attacco USA contro la colonna in trasferimento e con a bordo molti civili.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 20-4-2019
Sacca di Yarmouk a sud est di Damasco
L’offensiva iniziata ieri sta già portando i suoi frutti. Molti miliziani ISIS decidono di arrendersi e l’esercito prosegue nei bombardamenti delle postazioni avanzate ISIS. In alcuni settori si registrano anche progressi sul terreno, ottime notizie per una breve campagna di liberazione.
Sacca dell’est Qalamoun
Oggi sono entrate in Al Ruhaibah le forze della Polizia Militare russa per iniziare le operazioni preparatorie al trasferimento a nord di coloro che ne faranno richiesta ed il ritorno della città sotto la bandiera siriana.
Le notizie buone proseguono, il trasferimento dei miliziani da Dumayr intanto prosegue in maniera spedita.
Attendiamo analoga velocità per tutte le cittadine di questa ormai ex sacca.
Daraa
In questo settore ISIS e “Ribelli” si combattono da mesi in maniera feroce, ISIS appare molto ben fornita di armi e non accenna a mostrarsi in difficoltà, proprio oggi hanno fatto esplodere una potente VBIED contro le difese dei miliziani FSA causando innumerevoli vittime e circa 100 feriti. Speriamo in un intervento siriano entro breve tempo in modo da riportare questi settori strategici sotto controllo di Damasco.
Termine della giornata del 20-4-2018
Come ultimo aggiornamento, posso dire che al culmine di un pesante attacco dell’esercito siriano contro i miliziani ISIS che occupano la sacca di Yarmouk. Questi si siano arresi, ora le milizie palestinesi che affiancano le forze regolari SAA stanno prendendo il controllo delle aree periferiche della sacca e man mano procederanno sempre più nell’interno fino a controllarlo del tutto. Entro domani dovrebbe essere completato il processo di sostituzione e il controllo tornare per intero sotto la bandiera siriana.
Altra buona notizia quindi che si somma a quelle del Qalamoun e della Ghouta est.
Nel video vedete appunto parte di queste milizie palestinesi che si stanno spingendo dentro la sacca.
Giorno 27-4-2018
Cosa è accaduto in questi giorni, iniziamo a vedere come si stia evolvendo la guerra su alcuni fronti caldi, in questo periodo abbiamo avuto combattimenti quasi esclusivamente sui fronti delle sacche interne per cui iniziando da damasco direi che si possa poi proseguire con la sacca di Rastan – Hama/Homs – e poi analizzare gli strascichi dell’attacco USA, Francia e GB contro la Siria e le prossime prospettive.
Intanto vi posto il video con l’analisi della situazione fatta da me e da Sascha di SakerItalia, sulla situazione sul campo.
Passiamo or ai vari fronti
Sacca di Yarmouk
Ieri 26-4-2018 è partita la vera offensiva di terra, i reparti di milizie palestinesi hanno dato l’assalto da più direzioni contro le difese ISIS all’interno del quartiere.
Anche la Guardia Repubblicana si è unita alle forze che stanno combattendo.
Come vedete nel video, trattandosi di scenario urbano, il campo di battaglia si presenta come il peggiore ipotizzabile per delle truppe di terra. I carri fungono da semplice supporto per le forze della fanteria che devono avanzare in condizioni a dir poco folli, come ben potrete immaginare. Per ora la resistenza è ancora efficace, ma contiamo che, se ben supportata, l’azione offensiva entro un paio di giorni riesca ad esaurire le capacità di resistere delle difese terroriste.
Nella mappa potete osservare i punti dell’attacco siriano.
Le milizie a fianco, in colore verde, hanno aderito alla riconciliazione, pertanto stanno abbandonando alcune posizioni in favore delle milizie e dell’esercito siriani.
Sacca del Qalamoun orientale
Si è concluso il trasferimento di tutti i terroristi che ne hanno fatto richiesta, dalla sacca del Qalamoun presso la sacca di Idlib, dove, assieme ai loro familiari, troveranno una nuova collocazione ed impiego.
Tutte le operazioni sono state supervisionate dal gruppo di contatto russo che ha anche accompagnato per un certo percorso le forze dei miliziani arresisi, al fine di garantire la loro incolumità ed il rispetto dell’accordo da parte di tutte le componenti.
Nel video potete osservare il Generale Hassan delle Unità Tigre che ispeziona il grosso bottino avuto in eredità dai terroristi in trasferimento, una intera brigata di carri armati e mezzi di supporto anche blindati, abbandonati in perfetta efficienza e muniti di pezzi di ricambio preziosissimi.
Sacca di Rastan
A metà strada tra Hama ed Homs si pone la sacca di Rastan, qui i combattimenti non raggiungono da anni elevati livelli di intensità ma nelle ultime settimane si sono intensificati, l’esercito siriano sta spingendo per la resa degli jihadisti, che si oppongono magari per alzare il prezzo della loro resa.
Nel frattempo diversi villaggi sono stati liberati e la popolazione ha accolto con grandi festeggiamenti i soldati.
Sacca di Idlib
Nella giornata di ieri 26-4-2018 gli Jihadisti hanno attaccato le forze siriane a nord di Hama, questa offensiva è stata immediatamente fermata dall’esercito siriano, grazie anche al notevole apporto da parte dell’aviazione russa che ha martellato con costanza le postazioni dei miliziani jihadisti.
L’offensiva aveva come obbiettivo principale la città di Al Kernaz, per fortuna anche questa volta non si sono dimostrati all’altezza delle offensive devastanti del passato.
Altro settore molto caldo, è quello del fronti di Jisr al Shougur, ad est della provincia di Latakia, dove altissime sarebbero le probabilità di un massiccio attacco siriano. Il fine di questa offensiva sarebbe l’allontanamento definitivo dei terroristi, siano essi di Al Qaeda o filoturchi, dai territori delle basi russe a Latakia e Hemeimin. Da qui infatti sono partiti i droni che hanno tentato di colpire gli aerei russi presso l’aeroporto e i razzi che hanno colpito anche Latakia.
Il loro allontanamento avvicinerebbe molto il fronte ad Idlib ed alla sacca sciita circondata, inoltre permetterebbe, in seconda battuta, di tagliare in due la parte sud della sacca di Idlib, attaccando un domani Ma’arat al Numan da est e da ovest ed assestando un colpo mortale ai tentativi di prendere Hama, posti in essere ormai da anni.
Il punto sull’attacco chimico inscenato dai terroristi a Douma
È noto come Usa, Francia e GB abbiano attaccato la Siria sulla sola base di un video diffuso dai qaedisti, video che già mostrava molti elementi che lasciavano immaginare il falso. Ora abbiamo potuto ascoltare le dirette testimonianze dei cittadini di Douma che erano presenti quella sera presso il pronto soccorso sotterraneo proprio presso Douma. Potete ascoltarle in questo video dell’evento all’Aia, i testimoni si sono recati a presentare la loro esperienza di quella notte e raccontare come, in realtà, si siano svolti i fatti.
Abbiamo reperito anche l’opinione espressa con autorevolezza dal Gen. a riposo Leonardo Tricarico dell’Aeronautica Italiana e con immensa esperienza di crisi internazionali.
Dell’attacco sono importanti le conferme degli abbattimenti di missili cruise, effettuati dalla sola contraerea siriana , senza intervento dei più moderni missili russi, e il fatto che alcuni missili da crociera NATO, presi quasi del tutto integri, siano stati trasportati in Russia dove verranno studiati per migliorare le contromisure al loro impiego.
Pessima la prova dei missili europei: due su tre fregate francesi non sono infatti riuscite ad effettuare il lancio che avrebbe garantito l’efficienza del sistema SCALP, sviluppato dalla francese Matra, poi divenuta MBDA. La versione britannica ha dato anch’essa diversi problemi, alcuni missili non si sarebbero sganciati dai Tornado e altri avrebbero poi mancato il bersaglio nei pressi di Homs, un aeroporto, pessimo risultato da parte loro quindi.
A seguito dell’attacco però la Russia ha deciso la consegna dei moderni sistemi S300, probabilmente nella versione PMU2 che, oltre ai 200 Km di raggio di intercetto, vanta una probabilità di eliminare i missili tomahawk perfino al 98%, che direi sia decisamente alta, mentre contro caccia nemici sia attorno al 93%. Brutti tempi si profilano per quei paesi terroristi che di tanto in tanto attaccano in maniera del tutto ingiustificata la Siria. Ad Israele staranno fischiando le orecchie.
Non pare che vi sarà una nuova produzione di missili, molto più probabile che vengano forniti con immediatezza i sistemi russi sostituiti dalle nuove batterie S400, missili più perfezionati e dal raggio operativo maggiore.
I radar delle batterie di S300 PMU-2 favorit sono quelli degli ultimi aggiornamenti russi , pertanto garantiscono elevatissima resistenza alla guerra elettronica e precisione nel portare al bersaglio il missile. I sistemi di ingaggio permettono di tenere sotto controllo ben 24 nemici ed ingaggiarli.
Ogni reggimento di S300 è composto da 3 batterie, ogni batteria è costituita da un complesso di lancio, postazione di comando, e due differenti unità radar, dodici piattaforme di lancio, ciascuna composta da 4 tubi di lancio ciascuna per un totale di 48 missili a batteria.
Ogni reggimento ha poi un radar a lungo raggio in più.
Fosse solo un reggimento ad essere fornito, questo garantirebbe la copertura di 124 missili moderni in più alla Siria con elevatissima probabilità di abbattimento per ciascuno di essi.
In Douma l’agenzia OPCW, sta proseguendo nel suo lavoro, non si capisce bene se siano vere le notizie riguardanti il rifiuto di ascoltare i testimoni sul posto. Non ne comprendiamo la ragione dato il peso che i media hanno dato ad un video girato da un gruppo terroristico dei più feroci e combattuti al mondo, al Qaeda appunto di cui i White Helmets farebbero parte.
Territori ad est dell’Eufrate
La presenza militare USA e francese ormai è acclarata e nonostante i proclami del Presidente Trump di voler abbandonare un teatro bellico per lui molto rischioso, i militari e lo stesso Mattis sembrano invece dichiarare convintamente che la presenza americana sia destinata ad aumentare. Gli auguro tante cose, nessuna buona chiaramente, di certo i siriani occupati si stanno via via organizzando per combatterli essendo ormai riconosciuti come forza di occupazione del loro Paese.
Quanto ai Curdi, dispiace notare che sia ripresa la campagna di lamentele da parte turca, campagna che preannunciò l’attacco ad Afrin, come da noi ampiamente anticipato. Anche oggi i Turchi richiedono l’immediata sospensione alla fornitura di armi allo YPG curdo siriano e la restituzione delle armi già consegnate. Gli USA proseguono invece nel loro intento di armare pesantemente un esercito formato da curdi ed ex miliziani ISIS da usare forse per un futuro attacco di terra contro la Siria.
Stefano Orsi
Egregia redazione
da mesi le eccellenti Sitrep del signor Orsi tralasciano ogni commento riguardante l’imponente presenza dell’esercito governativo siriano sulla riva sinistra dell’Eufrate, in quel di deir Ezzur.
Il Palaestina Felix, il cui amabile direttore e caporedattore Kahani, alias Marcenaro, si autodefinisce l’anti mainstream press per eccellenza e la verità assoluta, ha comunicato
21.10.17 ” …le truppe di Damasco occupano i pozzi petroliferi di Al-Omar….”
17.10.17 “….ad al Mayadin le forze siriane approntano zattere pesanti e ponti autostradali in grado di traghettare oltre il grande fiume carri armati, mezzi blindati e artiglierie…”
13.10.17 “…le truppe siriane dilagano oltre l’Eufrate….”
29.9.17 ” …continuo passaggio di unità pesanti sulla riva sinistra dell’Eufrate…”
Recentemente, il 10.4.18, “….il genio russo ha ricostruito in tempo record il ponte sull’Eufrate…”
Il tutto correlato da decine di foto scattate sul posto dai corrispondenti del signor Kahani.
Noi che leggiamo giornalmente tutto lo spettro delle informazioni – dalle fake alle piû digeribili – ci chiediamo perché il signor Orsi non parla mai delle vittorie governative siriane sulla riva sinistra dell’Eufrate????
Buongiorno sig. Sgascia, le rispondo spero in maniera esustiva, Ho in effetti trattato delle forze siriane sulla riva sx del fiume, quando c’è stato un attacco contro di esse, ovvero cadendo in una trappola delle forze USA, credendo di inseguire una pattuglia ISIS, le forze siriane sono cadute in un agguato ben preparato dalle truppe di occupazione. Ci furono anche molte vittime sebbene non le 100 dichiarate dalla controparte, alcune di queste appartenevano alla compagnia privata Wagner che si avvare di professionisti per la maggior parte di nazionalità russa. Per il resto non ne ho trattato perchè non mi risultano attività oltre fiume, i fronti sono stabili da parte siriana, c’è una testa di ponte oltre il fiume che è rimasta ferma sulle sue posizioni nonostante le minacce USA. il ponte, il primo, era stato distrutto da una misteriosa piena in assenza di pioggia, segno che il controllo sulla diga del lago Assad ha il suo perchè, ed è stato da poche settimane ricostruito, sempre dal Genio russo, speriamo in maniera più solida data l’assenza di fretta del primo, costruito sotto le raffiche ed i colpi di artiglieria ISIS, e forse non solo ISIS. Per il resto mi preme segnalarle che da mesi le sacche ISIS oltre il fiume non abbiano subito alcun attacco da aprte curda, SDF o USA, segno evidente che proseguano nel loro accudimento, solo un recente attacco tutto iracheno pare abbia indispettito i comandi americani, in quanto non concordato segno evidente che altro si stia preparando….P.S. i pozzi Omar, sono stati presi in custodia dalle forze SDF per sostituzione di bandiera a quelle ISIS, nessun combattimento, e mai sono stati in controllo siriano.