Questo bollettino sarà quasi interamente dedicato a fare il punto sulla pesante sconfitta subita dall’unità congiunta siriana che conduceva l’offensiva verso la base di Tabqa nella provincia di Raqqa.
Iniziamo ricordando i fatti appurati dal giorno 21-6-2016
Ho pubblicato attraverso la mia pagina FB due note che presentavano degli aggiornamenti man mano che arrivavano notizie dapprima estremamente confuse poi man mano più chiare nel loro significato e conseguenze.
Iniziamo con la prima.
Aggiornamento flash dai fronti siriani del 20-6-2016
Fronte di Raqqa
Con l’azione offensiva di ieri, le truppe della 555ma Brigata della 4° Divisione Corazzata ed i Marines siriani, hanno tentato di iniziare un nuovo passaggio offensivo verso la base di Tabqa, come avete letto nel flash di ieri, hanno conquistato alcune posizioni a nord delle loro, un piccolo villaggio e alcuni pozzi petroliferi.
Purtroppo subito dopo è iniziata una potente controffensiva ISIS, i campi petroliferi di Thawarah sono stati subito ripresi, dopo un lancio ripetuto di tre assalti con veicoli imbottiti di esplosivo, anche il piccolo villaggio di Juba El-Dzhahalan è stato abbandonato, questo perché il tempo non ha consentito alle avanguardie di rafforzare ed approntare difese sufficienti a garantirne la tenuta in caso di attacco.
Ricordo a tutti i lettori, che nella strategia dei comandi siriani, ha la priorità, sempre, di tutelare e conservare il più possibile l’integrità delle unità combattenti, in quanto dopo tutti questi anni di battaglie, la loro esperienza non è sostituibile a breve e quindi sono tutti preziosi; inoltre hanno raggiunto lo scopo di far entrare in azione le riserve ISIS.
Sono passati giorni dall’ultima avanzata, le truppe siriane si sono fermate per stabilizzare il terreno conquistato, ISIS invece ha portato truppe per rafforzare il fronte e fermare eventuali avanzate, che sono rimaste nelle immediate retrovie; quando i siriani hanno attaccato, loro sono state avvisate e sono intervenute, sono state bombardate, ma non con sufficiente impatto.
Le forze aeree siriane e russe sono divise, coprono diversi fronti, e pertanto il loro impiego non riesce a preparare con adeguata efficacia l’avanzata delle truppe di terra; potrebbe non essersi rivelato saggio impegnare un nuovo fronte senza prima averne chiuso almeno uno interno, e per chiudere intendo eliminare qualche sacca, con impiego di truppe in numero preponderante su un fronte, per causare una schiacciante sconfitta nelle forze jihadiste che operano al loro interno: est Goutha, Darraya o nord di Homs o altre; queste impongono di fermare sul posto un numero impressionante di truppe e materiali, facendo in modo di bloccarle impedendone il miglior utilizzo di fronte in fronte spostandole su linee interne.
Lo abbiamo già spiegato altre volte ma è bene ripeterlo, il principale avversario delle truppe siriane è la conformazione dei fronti che si sono creati; per arrivare ad Aleppo truppe e linea di rifornimenti devono attraversare un percorso lunghissimo, con perdita di tempo e risorse preziosi, davvero è difficile immaginare che sforzo abbiano compiuto finora per riuscire a tamponare tutti gli attacchi e fermare i terroristi sia dell’ISIS che gli Jihadisti di Al Qaeda tanto cari alle potenze occidentali.
Tornando al fronte di Raqqa, al momento ISIS è stata costretta a scoprire le sue carte, facendo entrare in gioco le truppe delle retrovie; ora le espone al fuoco diretto delle forze corazzate, a loro agio in terreno aperto, e degli aerei delle aviazioni siriane e russe, che trovano bersagli certi e ben controllati da terra, in modo da rendere massima l’efficacia del loro fuoco.
In questi minuti, mentre scrivo, è arrivata la notizia della ripresa dell’offensiva siriana, e ancora stanno tornando sui campi petroliferi di Thawarah; Marines siriani e Falchi del Deserto guidano l’avanzata, entrambe sono unità di élite, li ha preceduti un fitto lancio di razzi e tiro di mortai pesanti, dopo di che è partita la nuova offensiva di terra.
Al momento sono ancora in corso gli scontri per cui non sono in grado di riportarne l’esito.
Questa sera emetterò un nuovo bollettino, che spero positivo e esaminerò i fatti della giornata anche su altri fronti.
Poi proseguiamo con gli avvenimenti.
Aggiornamento flash n.2 dai fronti siriani del 20-6-2016
Fronte di Raqqa
Sto attendendo i particolari di ciò che è avvenuto nel pomeriggio, ma a quanto pare ISIS ha attaccato in forze contro le truppe siriane attestate attorno al crocevia strategico di Rasafah.
Dalle prime informazioni che sto raccogliendo, quella di oggi appare come una pesante sconfitta dell’unità congiunta che era partita per riconquistare la base di Tabqa, ma, come a nord le forze ISIS stanno riuscendo a rallentare forze enormemente superiori in numero e mezzi (la coalizione a guida americana dispone infatti di più aviogetti e cacciabombardieri di quelli disponibili a Siria e Russia su questo fronte, e li stanno utilizzando concentrando tutto il loro carico di distruzione sull’unico fronte di avanzata) qui ISIS ha colpito in superiorità numerica, facendo grande uso di attacchi multipli di veicoli bomba, contro le ancora impreparate difese del crocevia, occorrono settimane per allestire tutti i terrapieni necessari a mettere in sicurezza tutto questo nuovo fronte.
Purtroppo sto vedendo concretizzarsi tutte le paure e le perplessità di cui vi ho parlato nel precedente aggiornamento: l’azione dispersiva dell’esercito siriano è un’azione perdente.
Non possono permettersi di disperdere le forze che possono mobilitare, di perdere inutilmente mezzi preziosi, di sostenere un’altra linea di rifornimenti da incubo oltre a quella per Aleppo.
O cambiano strategia o nel giro di poco torneranno a perdere il terreno guadagnato.
Io suggerirei, se potessi, di mettere in sicurezza i confini con ISIS ad est, continuando a rifornire e sostenere Deir Ezzour; se gli americani vorranno prendere Raqqa ci vadano pure: l’esercito siriano deve tornare a sopprimere tutte le sacche interne di Jihadisti, che hanno anche scorte di gas nervini, o autoprodotti o forniti da compiacenti Paesi canaglia arabi o addirittura occidentali; furono già usati per incolpare Assad dei crimine del loro utilizzo, ma chi ha speso due righe a parte noi pochi, noi banda di fratelli??? Nessuno, ecco chi.
Vi dico queste cose con il groppo alla gola, perchè so che il momento è difficile; dopo la fallita offensiva a nord di Aleppo, dopo gli arretramenti progressivi a sud di Aleppo, e ora qui, ripenso al piano che avevo immaginato, che prevedeva appunto di tralasciare un fronte , quello con ISIS, per regolare i conti con il frastagliato fronte interno, vera ed unica causa della debolezza e fragilità dell’azione bellica siriana; non può mobilitare le truppe ed i mezzi di cui potrebbe disporre a causa della necessità di dover presidiare così tanti fronti interni, tanti e troppo vasti; ora non è tempo di disperdere mezzi e uomini, ma di prendere delle decisioni di petto e guardare in faccia la realtà; se disperdi l’azione delle tue forze ne mini la potenza offensiva: l’aviazione che va a coprire l’est Goutha, le sacche a nord di Homs, la zona di Palmira, il fronte della provincia di Raqqa, il fronte a nord di Latakia, il fronte a nord di Hama, il fronte a sud di Aleppo, e forse ne dimentico anche qualcuno.. ah ecco Qaryatayn; capite bene che o dispongono di almeno mille caccia bombardieri, o il loro intervento così dispersivo non riesce a fare la differenza sul campo.
Questo è ciò che leggo nei fatti di questi giorni, giorni di tristezza, giorni di lutto, giorni di rabbia infinita.
Fronte di Raqqa dal 21-6-2016
Nella notte del 21-6-2016 il ritiro dal fronte delle truppe siriane è proseguito e con diverse vittime, che non è possibile quantificare: sono visibili in rete dei video che purtroppo riprendono anche corpi di soldati siriani uccisi, e come di consueto per le nostre pagine, non invieremo il link.
La ritirata è proseguita fino al confine tra le province di Raqqa e Hama, e sono riusciti a tenere la posizione ancora per quasi una giornata; ma nel pomeriggio la ritirata è ripresa per altri 10 Km circa, fino a stabilizzarsi a tre Km ad est di Hyrbet Bayda, con una perdita di fronte complessiva che supera i 30 Km: praticamente sono tornati al punto di partenza, vanificando ogni sforzo, ogni materiale andato perso, ogni sacrificio di vite.
Il giorno 22 sono circolate varie versioni dei fatti ed è bene parlarne: chi negava la ritirata, chi ne parlava in toni molto soft, e chi, addirittura, sosteneva ancora che le forze siriane si trovassero a 3, dico 3 Km dalla base di Tabqa; non voglio neppure prendere in considerazione chi ha avuto il coraggio di asserire che fosse stata conquistata la base aerea ma che non vi fosse conferma per ragioni di segretezza: lì davvero si è insultata l’intelligenza dei lettori.
Voglio essere molto chiaro e molto esplicito in questo, perché dobbiamo ricordarci sempre le ragioni per cui le pagine di Volti del Donbass, Saker Italia, e la Voce di Damasco sono nate, e molto più modestamente anche il mio personale impegno: fare informazione corretta, è questa la ragione principe che anima i nostri sacrifici, sì parlo di sacrifici, di tempo e di affetti, il tempo speso alle tastiera a scrivere o al computer a leggere non ce lo paga nessuno; riceviamo stima e ringraziamenti e quelli ci fanno davvero piacere e ci spronano a continuare su questa strada, e a volte critiche che possono essere motivate, altre invece gratuite o offensive.
Credo che mai mi potrò sentir dire di aver taciuto dei fatti accertati o verosimilmente analizzati, perché sgraditi ai sostenitori di una o di altra fazione; a costoro dico: rivolgetevi pure ad altri, ce ne sono, che vi racconteranno solo quello che vi farà piacere ascoltare, non venite da noi a chiederlo.
Sono morti molti soldati in questa offensiva ormai del tutto fallita, offensiva già ampiamente esaminata tra la redazione del Saker e Volti del Donbass, e bollata come strategicamente insensata; non siamo militari di carriera, ma ne abbiamo viste abbastanza in questi anni di guerre, che seguivamo ognuno a modo suo e per interessi personali: il ritiro delle truppe appare come un tardo riconoscimento di ciò che avevamo ipotizzato, e cioè che i fronti siriani sono estremamente svantaggiosi per l’esercito siriano che deve tenere sotto controllo sacche di terroristi, come a Homs, o nell’est-Goutha, e impiega in questo decine di migliaia di soldati e milizie, mezzi a non finire; inoltre le linee di rifornimento sono un problema, già per rifornire Aleppo (ricordate che è una grande città abitata) e i suoi fronti, i mezzi e le energie per sostenere lo sforzo sono disumane; ricordo bene le discussioni con il collega Sascha di Saker Italia alla vigilia dell’attacco: speravamo vivamente che facessero tutto ma non quello, e invece è andata come è andata.
A scanso di equivoci sia chiaro a tutti che non esiste alcuna giustificazione tattica o strategica per giustificare una simile ritirata, con una manovra per causare danni all’avversario, ipotizzare che si sia trattato dell’applicazione di una sorta di “contromarcia”, come avvenuto in altre occasioni, in cui si parlava di ripiegamenti coperti di qualche centinaio di metri; non ha alcun senso: per chi volesse approfondire l’argomento vi rimando alla lettura della lettera di Maurizio al cugino Guglielmo datata 8 dicembre 1594; lo schema da applicare per la contromarcia della fanteria schierata ed armata di archibugi.
Al termine della ritirata, ma anche già durante la sua esecuzione, l’aviazione ha tentato di arginare le forze ISIS che incombevano.
In cosa si sono rivelate particolarmente ostiche le milizie del Daesh?? L’utilizzo delle auto bomba blindate, ha permesso loro di incassare colpi ripetuti senza esplodere e mantenere in vita il kamikaze fino al raggiungimento del suo obbiettivo; inoltre nel deserto i mezzi e gli stessi spari sollevano abbondante polvere e sabbia che fungono da schermo che ne cela la vista, e i veicoli attaccano anche in serie ripetute.
I soldati siriani non avevano approntato adeguate difese contro questo pericolo, e non potevano avanzare senza incorrervi ripetutamente.
Il captagon è un’arma potente, i gruppi di assalto non sentono la paura e attaccano in maniera davvero folle: questo incute timore nelle truppe meno preparate che non hanno il necessario addestramento per reagire in maniera automatica alle situazioni di pericolo.
La strategia di logoramento applicata dal Daesh ha dato i suoi frutti: mentre le truppe avanzavano, i ripetuti attacchi alle sempre più lunghe linee di rifornimento si facevano sentire sui siriani.
Al momento della controffensiva, attaccare oltre che le prime fila, anche le retrovie, da sud in particolare, causandone la ritirata prima del grosso delle truppe, ha generato il clima ideale per spingere all’abbandono dell’offensiva nel suo complesso.
Come abbiamo già spiegato, ma ripetere non fa male, Russi e Siriani non hanno 1000 aerei a disposizione, e per avere un effetto determinante nel generare un vantaggio decisivo sul campo, quello che è a disposizione non deve più essere dissipato e diluito su troppi fronti.
Se si intende modificare le sorti di questa guerra in senso favorevole alla pace duratura e alla stabilità in Siria, una è la parola che deve divenire prioritaria sui fronti: semplificare, semplificare la possibilità di collegamenti per fronti interni, semplificare i fronti ora troppo frastagliati ed estesi, semplificare le strategie; basta piani fantasiosi e salti nel buio, si ritorni alla realtà, si badi al concreto, si eliminino le sacche e si proceda con più truppe, con più mezzi a disposizione. Controllo delle frontiere, le linee di rifornimento al terrore vanno pian piano sigillate, una volta eliminate le sacche, e poi si proceda.
Al momento non sono segnalati combattimenti su quello che è tornato a chiamarsi fronte est di Hama, e pertanto chiudo qui la parentesi estesa su questo fronte.
Ulteriore precisazione: durante la ritirata, si sono diffuse voci secondo le quali fossero stati uccisi tre militari russi, che si trovavano a bordo di un camion dell’assistenza alle forze meccanizzate, raggiunto da un’auto bomba lungo la M42 poco prima di Zaliyah; ebbene, a tal proposito è interessante annotare la smentita categorica del ministero della Difesa russo, che specifica invece che quei militari mostrati in foto siano regolarmente in servizio presso le loro unità, e che le foto mostrate, prese dal cellulare di uno di loro, siano state prese sì ma dal cellulare rubato ad uno di loro, e annotano come sia sospetta la contemporaneità della loro diffusione anche da media ucraini legati ai servizi segreti di quel paese, lasciando quindi intendere che vi siano contatti tra ISIS e SBU.
Fronte della provincia di Damasco
Goutha est
L’offensiva governativa , iniziata alcuni giorni fa sulla sacca dell’est-Goutha, non conosce tregue: oltre che da nord, l’azione dell’esercito ed Hezbollah, si è concentrata sul villaggio roccaforte di Al-Bahariyah, che è stato conquistato completamente. Posto alcuni video degli scontri. Oltre al villaggio, sono stati conquistati importanti siti presso le fattorie di Jisreen.
La 102ma brigata della Guardia Repubblicana ha condotto queste operazioni, e sta avendo successo: i progressi sono avvenuti sia sul villaggio appena citato, quindi da est, che da nord, dove si trova la base della 39° Brigata.
Altro punto dov’è stata posta in essere una manovra sugli Jihadisti è lungo l’autostrada M5 recentemente liberata dal controllo terrorista: qui raid aerei hanno colpito basi nemiche e punti fortificati, per indebolirli ed impedire eventuali attacchi contro l’autostrada.
Al momento sono segnalati combattimenti anche presso il villaggio di Maydaa che si trova a nord-est nella sacca, segno che l’offensiva prosegue con costante intensità.
Darayaa
La sacca di Daraya, alla periferia sud di Damasco, rappresenta un’altra delle aree dove è necessario porre fine alla resistenza dei terroristi jihadisti, di Al-Sham Ajnad; nei giorni scorsi sono stati fatti saltare alcuni tunnel usati per rifornirsi dall’esterno: una volta scoperti dall’esercito, sono stati distrutti; i terroristi, da parte loro, messi alle strette, stanno tentando il tutto per tutto, e per due giorni hanno spinto le truppe siriane nel tentativo di farle arretrare; tentativo fallito: non solo il fronte non si è spostato, ma adesso sono nuovamente all’attacco i siriani.
Anche su questo fronte , oltre a forze speciali siriane, stanno operando, bene come sempre, le truppe scelte di Hezbollah, e in questo attacco, altre 25 fattorie sono passate di mano, tornando libere dall’occupazione delle bande qaediste.
Potrebbe accadere che l’esercito, raggiunta una delle principali arterie che attraversano l’abitato, tenti un’ulteriore divisione delle forze operanti su questo settore, con l’evidente intento di privarle della mobilità interna che consente loro di opporre maggiore resistenza agli assalti.
Fronte curdo a nord di Aleppo
Le posizioni curde nel nord della Siria sono rimaste pressoché invariate: proseguono serratissimi i combattimenti per la conquista di Mambij, roccaforte ISIS completamente circondata dalle truppe curde; al momento i combattimenti più serrati si stanno avendo luogo lungo la strada 216 dalla periferia sud, e i curdi tentano di risalire verso il centro città.
ISIS si sta opponendo con estrema risolutezza, utilizzando come di consueto auto esplosive, che stanno rallentando i miliziani YPG nella loro avanzata e anche mietendo vittime numerose.
Mentre scrivo i combattimenti si sono estesi anche alla periferia ovest di Manbij, per cui l’anello si sta riducendo come l’aspettativa di vita dei terroristi.
Più a sud, presso Khirbat, un’offensiva ISIS ha causato danni e vittime alle milizie curde che sono state costrette a retrocedere, perdendo quindi il controllo su diversi villaggi in quella zona.
Il villaggio di Arima, attuale perno delle difese ISIS ad ovest, ha resistito ai sempre numerosi attacchi curdi, che hanno tentato ancora, senza riuscirvi, di aggirarne le difese.
Fronte di Deir Ezzour
La saga dell’eroismo dei difensori di questo capoluogo di provincia è infinito: spero tanto che qualcuno di loro un giorno riesca a scriverne un libro, magari con l’aiuto di un diario dove abbia annotato i tanti atti di eroismo di cui ci giunge notizia. Ancora e ancora, vengono respinti gli attacchi suicidi di terroristi del Califfato; sotto il comando di Zahareddine la roccaforte siriana è ancora difesa e presidiata; anche in questi giorni, dopo un fallito attacco, sono coraggiosamente andati all’assalto contro le postazioni Isis, e così Jabal Thardeh, località su un’altura strategica, è stata presa.
Al momento sono in corso operazioni delle forze speciali siriane Al-Qassem group, che erano giunte come rinforzi alla base poco tempo fa a bordo di elicotteri; ora non stanno facendo mancare il peso del loro apporto nell’economia delle battaglie.
Da pochi giorni sono arrivati , presso la base aerea di Deir Ezzour, contingenti di unità scelte di Hezbollah, per contribuire con la loro preparazione e tenacia in battaglia, alla difesa della città.
E per oggi credo che possa bastare: accenno solo brevemente alla situazione a sud di Aleppo, che per il momento risulta stazionaria, e Palmira, dove torna a farsi sentire l’alito fetido dei terroristi ISIS, che di offensiva in offensiva si stanno facendo sotto alle difese esterne della zona di sicurezza siriana.
P.s.: nelle mappe in cui indico le posizioni o i movimenti delle forze siriane, contrariamente a quanto sono solito fare, ho indicato col colore giallo i movimenti delle forze siriane anziché come d’abitudine col colore rosso: me ne scuso.
Stefano Orsi
Analisi appropriata. Però, sorge la domanda a cui la invito a rispondere: passi per il Comando siriano il dilettantismo tattico, ma il Comando russo è assente e indifferente?
Disperdersi attaccando in 10 fronti significa essere deboli in 1o fronti.
Concentrarsi e attaccare con superiorità in 1 fronte significa vincere.
Ciao penso che effettuare raid su più fronti serva per non lasciare “liberi” i terroristi ed evitare di dargli l’iniziativa e mantenere la pressione. Sicuramente la strategia russa sará stata discussa con il comando siriano, conoscendo i russi nelle questioni non interne non vogliono avere l’ultima parola e avranno accettato qualche compromesso. Resta il fatto che l Isis finchè avrà gli aiuti per mantenere un esercito enorme sarà dura la vittoria definitiva. Finirá quando gli Usa e Turchia & Co finiranno di aiurtare l’isis.
Questo sito è il migliore e, soprattutto, è “scientifico” (in senso proprio, ossia adotta metodologie di livello accademico). Voglio informarmi se è possibile sostenerlo anzitutto sotto il profilo finanziario, perchè la serietà è impagabile.
Grazie di cuore ai suoi redattori.