Negli ultimi giorni la situazione in Siria non ha registrato mutamenti significativi su quasi tutti i fronti, solo il caso del’Goutha-est di Damasco merita un approfondimento.
Controlleremo assieme fronte per fronte tutta l’attuale situazione sul campo
Fronte di Deir Ezzour
Possiamo dire che si è spenta la fiamma offensiva dell’ISIS durata 4 giorni, e che dal 22 i Siriani sono riusciti ad invertire la tendenza, riprendendo in mano l’offensiva e contrattaccando i terroristi. Dapprima è stato ripreso il check-point Panorama, vicino al cimitero poi, ieri, addirittura il crocevia e ancora più in là lungo l’autostrada. Anche più a sud lungo la Mayadin-Deir Ezzour i siriani hanno recuperato diverse posizioni prima disputate, ed un tratto di strada è tornato totalmente sotto il loro controllo.
Cosa dunque è mutato: dapprima gli attacchi ISIS hanno spinto i comandi siriani a tentare manovre di contenimento, abbiamo visto come ci siano stati alcuni sfondamenti, ma, dietro le prime truppe passate, le difese siriane richiudevano le brecce e poi ingaggiavano gli assalitori; ecco come dopo la perdita dell’ospedale sono riusciti a recuperarne il controllo e ad eliminare tutti i terroristi. Sul fronte ovest invece, più dispersivo e difficile da difendere, si sono ritirati, causando molte perdite agli attaccanti, sono stati anche in bilico, forse è mancato davvero poco questa volta perché non cadesse la struttura difensiva, ma l’esperienza di questi soldati è maturata nel tempo e temprata nei combattimenti, così sono sempre rimasti concentrati e hanno gestito gli attacchi finché non si sono esauriti, ed ora sono loro ad essere in vantaggio e recuperano il terreno ceduto.
25-5-2014
Deir Ezzour, situazione assolutamente immutata, per fortuna, nessuna nuova offensiva takfira, l’attacco da nord delle forze a guida statunitense, sembra aver distratto i nostri cari terroristi.
26-5-2016
Come sospettavamo, la sospensione delle attività offensive sulla martoriata Deir Ezzour è giunta in coincidenza con gli attacchi americani, pardon Curdi, da nord in direzione Raqqa. I comandi del Califfato hanno quindi ritenuto che la priorità dovesse andare alla difesa del loro fronte settentrionale, che finora era rimasto molto spesso totalmente sguarnito, data la rarissima attività bellica da parte delle milizie sponsorizzate dagli americani; ora invece devono correre ai ripari, e quindi hanno sospeso le pesanti offensive, e i Siriani stanno recuperando le posizioni perse; anche oggi 26 maggio comunque si è registrato un attacco lungo la strada M20 in direzione Ash Sollah, che fu un avamposto difensivo dei siriani sotto assedio, poi perso; l’attacco ISIS non è stato solamente respinto, ma in seguito al contrattacco siriano, i takfiri hanno perduto ulteriore terreno ben oltre il cimitero armeno. 4 dei terroristi eliminati sono risultati di nazionalità saudita.
Al momento SAAF (forze aeree siriane), conducono attacchi aerei proprio su Ash Sollah.
Palmira-Qaryatayn
I segnali che qualcosa si stia finalmente muovendo su questo fronte ci sono.
Sono in movimento diverse unità lungo la dorsale collinare che da Qaryatayn si estende fin o al fronte di Palmira, ed avanzano spingendo verso sud i terroristi dell’ISIS.
Questa manovra va nella direzione auspicata più volte, di unificare i due fronti e attaccare lungo tutta la linea il Califfato costringendolo ad arretrare verso l’Iraq; ora sono impossibilitati ad arretrare laggiù data l’attuale posizione del fronte che ha raggiunto il confine siriano grazie all’avanzata irachena. L’unificazione del fronte e il respingimento dei terroristi, taglierà ogni rifornimento al saliente ISIS che si era spinto fin dentro la provincia di Damasco, e ne causerà di fatto il collasso; ogni linea di rifornimento verrebbe recisa per sempre; capite bene che a quel punto risolta la sacca del Goutha est, le attenzioni delle truppe siriane schierate attorno alla capitale si sposterebbero tutte verso l’ISIS.
Costringendo i Takfiri ad arretrare a sud di Palmira, l’esercito siriano otterrà il controllo di importanti vie di comunicazione interne per la capitale, che ne semplificheranno non poco la logistica e la mobilità interna sia per i rinforzi alle offensive che per i necessari supporti logistici.
25-5-2016
Palmira
E’ rientrato parte dell’attacco scatenato l’altro giorno sulle alture che fiancheggiano la linea del fronte sud tra Palmira e Qaryatayn; è stata comunque tenuta la cima 1237, più ad ovest, verso Qaryatayn: resta attiva invece la spinta verso sud delle milizie ISIS che hanno perso alcuni capisaldi e sono arretrati verso il crocevia strategico tra le strade 90, 30, 45, 53. Sotto Palmira , invece, le truppe siriane sono quasi tornate a ridosso della sottostazione elettrica.
Dal fronte nord di Palmira, devo segnalare la temporanea sospensione dell’offensiva sui campi di estrazione gassosa. Eppure giunge la notizia del ritiro ISIS da alcune posizioni sul fronte in prossimità dei campi di estrazione più a sud. Tal Savanah torna quindi sotto il controllo delle 11° divisione e della 68° brigata della 18° Divisione meccanizzata.
Palmira città
La base aerea potrebbe a breve tornare pienamente operativa e offrire una posizione davvero strategica per il proseguimento delle operazioni belliche.
Forza Tigre, unità speciali, tornano protagoniste sul fronte orientale di Palmira, coordinando gruppi di NDF, Liwaa Imam Al-Ali, si sono imposti su ISIS in tre differenti punti, dopo violenta battaglia, nei pressi della stazione di pompaggio T3.
26-5-2016
Tornano pienamente operative tutte le forze aeree russe presenti in Siria. Oggi hanno colpito duramente a nord di Palmira, distruggendo blindati ed eliminando molti combattenti; alcuni centri di comando ISIS nel villaggio di Sid Abu Risha, a sud della base T4, sono stati distrutti con pesante bombardamento.
L’esercito siriano ha rinvenuto una fossa comune in Palmira, all’interno delle fogne della città: sono stati rinvenuti almeno 25 cadaveri accatastati uno sopra l’altro; sono probabilmente soldati siriani catturati dall’ISIS e uccisi pubblicamente. Potrebbe trattarsi proprio di quei soldati fatti uccidere da combattenti ragazzini nell’estate scorsa. I cadaveri recuperati sono stati inviati all’ospedale di Homs per tentare un riconoscimento e poi provvedere alla loro sepoltura.
Quando poi parlano di guerra tra Sunniti e sciiti in Siria e indicano come estremisti islamici i terroristi tagliagole dell’ISIS, dimenticano sempre di specificare che la gran parte dei soldati siriani che difendono il loro Paese è di religione islamica e sunnita, e che un musulmano osservante, mai lascerebbe corpi di fedeli morti accatastati nelle fogne, ma provvederebbe sempre alla loro veloce sepoltura; evidentemente presso il Califfato i veri fedeli scarseggiano.
Oggi è stata diramata la notizia dei preparativi in corso: 67° brigata della 18° Divisione meccanizzata, 60° brigata della 11° Divisione corazzata, con forze di Difesa Nazionale NDF si starebbero preparando per la ripresa dell’offensiva verso est lungo la M20 ed in direzione di Deir Ezzour. L’ambizioso obbiettivo prevederebbe di arrivare fino a Al-Suknah in breve tempo, e da lì entrare nel governatorato di Deir Ezzour.
Aggiungo io: speriamo.
Damasco
Questa provincia, assolutamente di primaria importanza, vede un fronte molto attivo nel Goutha est. In questa zona è situata una sacca che vede presenti al suo interno molti gruppi armati di stampo terrorista (nei mesi trascorsi, spesso si sono anche combattuti tra di loro). Al momento, vista l’avanzata decisa dell’esercito siriano, hanno deciso di sospendere le diatribe interne per concentrarsi sulla difesa delle loro posizioni.
I siriani tempo fa avevano riconquistato la base di Mari Al Sultan, dalla strategica posizione della base si sono man mano espansi, contemporaneamente hanno attaccato anche da Al Mleha e, avanzando in linea da ambo i lati, hanno infine chiuso in una sacca i terroristi che con l’ultima offensiva della settimana scorsa si sono dileguati verso le posizioni interne, attraverso un ultimo passaggio; la sacca quindi si è liquefatta.
Questo episodio fa ben sperare per il futuro. E’ evidente che all’interno iniziano a sentire i problemi legati da un lato ai bombardamenti su depositi e centri di comando, dall’altro alla crescente difficoltà di reperire rifornimenti.
Provincia di Aleppo
E’ un momento di quiete molto relativa, ma intendiamola così, non essendo al momento in corso importanti operazioni offensive.
Comunque truppe siriane sono stati dispiegate su questo fronte, dopo essere stai impiegate sul fronte nord di Palmira.
Il comandante Sulheil Al-Hassan è con loro.
Altra notizia interessante: jet da combattimento russi e siriani hanno colpito il 24 maggio un convoglio di rifornimenti diretto ai terroristi qaedisti proveniente dalla Turchia. Decine di camion, autoarticolati ed autocisterne sono stati così spazzati via dalla strada.
26-5-2016
Giungono notizie attinenti i preparativi per una ripresa delle operazioni belliche nel nord di Aleppo: il ridispiegamento in questo settore delle unità Forza Tigre conferma la notizia; in più aggiungo che la stessa presenza sullo scacchiere del comandante dell’unità, col. Suheil Al-Hassan avvalora il peso di queste informazioni. Al momento non è dato sapere quale sarà il fronte attaccato, se quello nord in mano all’ISIS, o quello sud di appartenenza Al-Qaeda. Se attaccassero da Ritian le truppe dell’Alleanza qaedista, potrebbero riuscire ad isolare e chiudere in una sacca le forze che ancora occupano Aleppo est e prenderle poi per resa o sfinimento.
Nel frattempo, in Aleppo città, l’Ospedale Jabriyah è stato attaccato da gruppi di “opposizione”, come vengono chiamati da noi, che hanno lanciato un fitto numero di razzi colpendo la struttura ed uccidendo diversi civili siriani. Altre informazioni in merito le avrete senza dubbio ascoltate o lette sui media nostrani. Come?? Non ne avete sentito parlare?? Strano davvero.
Provincia di Raqqa
Le forze definite democratiche siriane, formate al 90% da combattenti curdi, guidate e finanziate dagli Stati Uniti, si stanno muovendo al fronte a nord di Raqqa. Combattimenti hanno avuto luogo a nord di Tel-Simon, il grosso delle forze Kurde si troverebbe ammassato nei pressi di Issa, circa 20.000 uomini divisi su tre linee di attacco, che poi sarebbero le principali vie di comunicazione per Raqqa.
Le mie considerazioni in merito: temo fortemente che essendo divenuta l’ISIS impresentabile, nessuno autorizzerebbe o sosterrebbe mai un’offensiva contro la Siria perché sta combattendo il Califfato; diverso discorso per loro, se invece dei tagliagole del califfo (no non Franco…. non ho resistito) riuscissero a sostituirli con forze curde per poi causare incidenti e scontri con l’esercito siriano.
Nella scorsa offensiva curda, li abbiamo seguiti mentre scendevano da nord, senza incontrare alcuna resistenza, per decine e decine di Km, cosa molto strana non trovate?? Poi si sono arrestati quando non distavano più di 60-70 Km da Deir Ezzour, giusto perché forse avrebbero potuto dispiacere a qualcuno recando aiuto alle truppe siriane.
Mi spiace dire tutto questo, ma sono semplicemente dei fatti.
Al momento risulta che nei primi scontri, i combattenti Curdi abbiano incontrato una forte resistenza da parte ISIS, ed infatti ad ora sono avanzati di un paio di villaggio e si sono arrestati.
26-5-2016
Dei tre fronti su cui si concentrano gli attacchi delle forze definite Democratiche, organizzate dagli americani tra le milizie YPG curde, solo un fronte, al momento è stato in grado di avanzare. Tra ieri ed oggi sono riusciti ad avanzare prima su Bir Said e poi su Abu e ora stanno combattendo a Musajrifa, presa questa località, si trovano ora a 28 Km dalla periferia di Raqqa.
Gli altri due punti di attacco lungo le principali vie di comunicazione per Raqqa sono al momento fermi, bloccati dalla pesante resistenza opposta da ISIS che, attraverso i veicoli bomba, ha eliminato ben 30 combattenti curdi in un solo colpo.
Dai fronti nord della Siria, sono giunte immagini raffiguranti soldati americani con distintivi YPG sulle mimetiche.
Funzionari YPG, diffondono informazioni relative ai numeri delle truppe curde impiegate in questa offensiva, parlano di 30.000 combattenti dispiegati a sostegno dell’offensiva. Se sono davvero 30.000 potrebbero essere addirittura superiori in numero agli attuali militanti ISIS al momento attivi in Siria, per cui l’esito apparirebbe scontato.
La cosa singolare è che le truppe YPG sono molto vicine al movimento PKK nel Kurdistan turco e considerato movimento terrorista anche dagli Stati Uniti.
Proseguiremo nel monitoraggio dei fronti.
Stefano Orsi
Caro Stefano vorrei chiedere, se è possibile, il tuo punto di vista su due questioni. La prima è sui tre elicotteri da attacco Mi-24 dislocati nella base aerea siriana di Tiyas, che sarebbero stati abbattuti. Sembra che l’impresa americana di servizi segreti Stratfor abbia fornito le immagini satellitari dell’area dell’attacco dove sono riconoscibili i tre relitti più quelli di alcuni mezzi corazzati. Successivamente c’è stata la smentita da parte del Ministero della Difesa russo. La situazione però resta poco chiara.
La seconda questione, molto più significativa per le sorti della guerra, è quella relativa alla notizia, riportata dalla agenzia iraniana Fars News, di un accordo tra i curdi dell’PYD e le forze statunitensi che li userebbero come copertura per un presunto attacco alla città di Raqqa che ha come vero scopo quello di permettere l’evacuazione della città e il trasferimento delle truppe del SIIL le quali andrebbero a posizionarsi in zone strategiche. Secondo la fonte “lo SIIL trasferisce numerose forze ed equipaggiamento pesante nelle regioni petrolifere in Siria orientale, principalmente Dair al-Zur e Homs orientale, per salvare i ricavi del contrabbando di petrolio e gas“, affermavano le fonti aggiungendo: “lo SIIL aveva già preso tali decisioni, tra cui la ritirata da al-Hula e al-Shadadi, presso Hasaqa, dove il gruppo terroristico ha lasciato i campi di battaglia senza alcuna resistenza contro le Forze democratiche siriane (SDF)“.
“La decisione del SIIL di lasciare la capitale dell’auto-proclamato califfato ai combattenti delle SDF e loro sostenitori statunitensi senza resistenza, è in linea con la politica degli Stati Uniti in Siria che si oppone al controllo delle forze governative siriane sulle regioni ricche di energia del Paese, Dair al-Zur ed Homs“. “Lo SIIL ha finora trasferito 12 veicoli Hummer da Raqqa a Albu Qamal e Dair al-Zur e schierato numerosi pezzi d’artiglieria ed Abrams ad al-Husayniyah, a nord-ovest di Dair al-Zur“,
https://aurorasito.wordpress.com/2016/05/25/accordo-segreto-usa-curdi-sulla-siria/
Sulla prima domanda posta, la base aerea lungo la Palmira Homs, circa 15 giorni fa, si è trovata vicino alla zona dei combattimenti con ISIS che aveva lanciato un’offensiva nel setore, pertanto la linea del fronte si è trovata a portata di lanciamissili multipli, e la base stessa potrebbe esserne stata bersagliata, detto ciò, durante quei giorni, non mi giunsero comunque notizie di bombardamenti sulla base aerea, e subito partì la controffensiva siriana guidata da forze speciali, Forza Tigre e Falchi del deserto, non vi erano alcune notizie in merito a presenza di elicotteri russi basati alla base di Tyfur per cui potrebbero essere stati fotografati rottami risalenti all’occupazione ISIS del 2014 come invece essere di diversa provenienza.
Seconda domanda : in certi momenti avrei davvero bisogno della sfera di cristallo, ma posso ricordare di come abbia più volte scritto e annotato nelle varie SITREP di come i curdi YPG e SDF avanzassero nella provincia di Hasaka, alla velocità dei mezzi in ricognizione, e ciè senza alcun combattimento pur procedendo con la dovuta circospezione, ne feci praticamente una denuncia, di come ISIS si fosse ritirato lasciando campo aperto alle nuove forze avanzanti e ho già spiegato anche che questo binomio SDF USA rappresenti il sostituto di ISIS USA, ovvero la sostituzione del casus belli per garantire un attacco contro i siriani, non è spendibile ISIS di fronte all’opinione pubblica e lo sono certamente meno i membri dell’Alleanza Qaedista- Al-Nusra e altri- per cui sono stati necessari dei sostituti teneri e simpatici già noti alla popolazione mondiale , celebrati per la resistenza di Kobane, i Curdi YPG ribattezzati SDF, come siano riusciti a comprarsi la fedeltà di costoro è facile immaginarlo, promettendo una sovranità su un territorio ampio e ben rifocillato di dollari grazie al petrolio e al gas dei territori che andranno occupando, restano da eliminare le enclave di kamisleh, dove già hanno organizzato dei casuali”incidenti”, di Kaukab, della stessa Hasakah, e dell’eroica Deir Ezzour che non a caso ISIS cerca di eliminare con ogni illogico sforzo e sacrificio di combattenti.
Al momento ISIS non pare ancora intenzionata a cedere il passo, per ora due su tre fronti stanno resistendo, ma non è chiaro come intenderebbe fermare 30.000 miliziani che scendono da nord proseguendo nel controllo di un vasto e frastagliato fronte, riterrei che abbia un’unica opzione per resistere, se vuole resistere, ritirarsi da damasco fino a Palmira verso il fronte interno, viceversa è spacciato tutto il fronte nord est, non hanno semplicemente risorse per fermare la marea SDF
Cordialmente
Stefano orsi