Apriamo oggi la nostra 150° SITREP, prima di passare all’analisi dei fronti vi propongo la videositrep che abbiamo realizzato il giorno 22, proprio appena prima che partisse l’offensiva siriana.
Facciamo infatti il punto su tutti i fronti in vista di questa attesa operazione.

La Grande Battaglia per Daraa ha avuto poi inizio.

Giorno 22-6-2018

Ci avviciniamo sempre più a quella che potrebbe essere una delle battaglie più cruente e pericolose della guerra in Siria.

Nonostante molti ritengano la guerra siriana come già vinta da Assad, io resto timoroso, in quanto le continue minacce degli USA, di Israele, e di altri stati europei, non mi lasciano tranquillo.
Temo sempre un colpo di coda delle belve che hanno scatenato questa lunga e sanguinosa guerra.

Gli indizi non mancano: i ripetuti e recenti attacchi contro l’esercito siriano, l’ultimo pochi giorni fa contro truppe direttamente impegnate a combattere ISIS.

Iniziamo a vedere se vi siano novità nel sud ovest.

Fronti siriani del sud ovest 22-6-2018

Intanto dobbiamo comunicare l’arrivo di diversi grossi convogli militari, uno di questi guidato dallo stesso gen. Hassan delle Unità Tigre (forze speciali dell’esercito siriano) che ha condotto il più grosso convoglio giunto finora su questo fronte, cui ne è poi seguito un altro formato da una 80ina di veicoli leggeri da supporto per la fanteria. Nel primo invece erano numerosi i carri armati (tra cui anche i temutissimi T90 russi) e molti pezzi di artiglieria pesante, che andranno a supportare come conviene l’offensiva di terra.

Si fanno sempre più insistenti e minacciosi gli avvertimenti degli Stati Uniti che per bocca della portavoce del governo, Heater Nauert, hanno intimato alle forze siriane di non attaccare violando gli accordi siglati dal presidente Trump e da quello russo Putin in Vietnam. Il fatto di citare anche il presidente russo indica nella loro ottica che sia lui a disporre dell’esercito siriano. Non credo sia al momento così. Nonostante la Russia sia pesantemente impegnata nel supportare la Siria, ed anche in questa nuova offensiva lo è, abbiamo visto i consiglieri russi tenere briefing preparatori agli ufficiali siriani, foto diffuse su media abituali dell’esercito, o nuovi mezzi antiaerei Pantsir consegnati da poco, schierati a copertura dei fronti. Le Unità Tigre stesse sono in grado di coordinarsi direttamente con l’aviazione russa per i bombardamenti mirati e il 5° corpo d’armata è comandato direttamente da ufficiali russi.

Heater Nauert Portavoce del Dipartimento di Stato americano

 

Credo sia chiaro a tutti che la Siria voglia riprendere il pieno controllo del suo territorio e che non basteranno certo le minacce di chi in questi anni ha cercato in ogni modo di distruggere il Paese a intimorire il suo Presidente dal cacciare e distruggere le milizie asservite a potenze straniere, che potrebbero in ogni momento riprendere le ostilità al primo segnale di difficoltà interna.

Dal punto di vista militare, quindi, la sconfitta perentoria del nemico e l’annichilimento della sua capacità bellica rappresentano un imperativo categorico se si vuole raggiungere una pace stabile e duratura nel Paese.

Basta guardare all’Ucraina, dove nel Paese dilaniato dai corrotti governi del golpe di Maidan non solo vengono disattesi sistematicamente gli impegni di pace presi, ma anzi proseguono nel continuo e lento massacro della popolazione civile, il tutto con il beneplacito delle potenze occidentali che li finanziano.

Daraa, Quneitra, Suweida e dopo anche Al Tanf devono necessariamente tornare sotto pieno controllo siriano.

Giorno 25-6-2018

Fronti siriani del sud ovest del 25-6-2018

Sono ormai tre giorni che sono iniziate le operazioni militari su questo fronte, quelle che sono state degli assaggi nei primi giorni, ora si sono fatti attacchi di una certa importanza, ma ancora non tutta la potenza di fuoco siriana è entrata in gioco.

Le operazioni di attacco vengono mirate a settori più fragili delle truppe dei terroristi. Se avete avuto modo di ascoltare la nostra sitrep in video avrete osservato come si sia indicato proprio il settore oggetto delle maggiori attenzioni da parte siriana, proprio al fine di provocarne la resa.

Lo sfondamento siriano sul settore di Jaddel e Der Al Majaas è stato pesante e prelude al collasso della intera area dell’attacco. Abbiamo aggiunto un particolare nella nostra analisi preoffensiva, e cioè che questo settore in particolare sia stato quello che più di altri ha visto buona accoglienza da parte delle comunità per i gruppi di contatto russo-siriani, arrivati per mediare una riconciliazione e quindi queste comunità sono state da subito individuate come le maggiormente propense a raggiungere un accordo con il governo. La cessazione delle ostilità raggiunta oggi ne è credo la dimostrazione più lampante. A nord dell’autostrada 109 i territori sono ora sotto controllo siriano, e i fronti si fanno da subito più vantaggiosi per Damasco. Buona parte dei miliziani pare resteranno direttamente nella regione per aderire alla riconciliazione, mentre i restanti che ne faranno richiesta verranno spostati sotto salvacondotto, nelle aree più a sud della provincia di Daraa.

Sicuramente una vittoria notevole per l’esercito siriano ottenuta con pochissimo dispendio di forze.

Attendiamo comunque che da questo fronte fatto di terreno in gran parte disabitato e senza grossi ripari da parte nemica, i combattimenti si spostino in centri in cui i villaggi numerosi offrano molti rifugi ai combattenti per giudicare quanto l’azione di forza siriana e contemporaneamente la diplomazia, abbiano potuto scalfire la volontà di resistere da parte dei miliziani.

Gli Stati Uniti pare abbiano reso edotti i comandi terroristi unificati di non poter contare sulle sole loro forze e di non essere in grado, o non essere interessati, ad intervenire in loro soccorso.

Come dire che sia inutile anche inscenare un finto attacco chimico. Ma potrebbe invece trattarsi di propaganda e distrazione.

Isis in Suweida

Isis in Suweida 25-6-2018

La volta scorsa vi abbiamo parlato della misteriosa sacca emersa dal nulla. Per fortuna le forze giunte qui stanno ben lavorando per la sua eliminazione. Ogni scontro armato termina con il ritiro e forti perdite da parte dei terroristi che retrocedono.

Permangono i forti sospetti che l’origine di questa sacca si trovi direttamente nel territorio occupato dagli USA. La base di Al Tanf può essere servita da punto di passaggio per i miliziani, arrivati quindi dalla Giordania o direttamente dall’altra sacca di Al Suknah proprio grazie alla copertura ricevuta dagli USA.

Giorno 25-6-2018

Da venerdì un attacco deciso da parte siriana è riuscita a spezzare in due le difese del Califfato, ora per gli jihadisti le cose si mettono davvero male.

Sacca di Al Suknah

Sacca di Al Suknah 19-6-2018

L’esercito siriano sta attaccando pesantemente le forze ISIS che sono state costrette a ritirarsi dalle vicinanze di Al Abukamal.

Sono stati effettuati anche diversi sopralluoghi tra la sacca e il territorio occupato dagli USA, scoperti e neutralizzati diversi capisaldi fortificati dall’ISIS compreso un importante pozzo artesiano per i rifornimenti di acqua. Il tutto non fa che corroborare il potenziale traffico che sospettavamo tra la sacca del Califfato e le forze armate USA, essendo tutti questi avamposti situati lungo il territorio che separa le due zone e proprio nel settore dove venne abbattuto il KA52 russo, con la morte dei due piloti di cui vi avevamo dato notizia.

Nuovi sospetti quindi anche sulle modalità della caduta di questo elicottero, forse non un guasto forse qualcosa di molto più grave.

Gli attacchi contro l’ISIS nel settore della stazione di pompaggio T2 sono stati condotti da unità del 5° corpo d’Armata siriano e le forze nemiche sono state messe in rotta. Appaiono forse stanche e prive della necessaria forza per opporre la resistenza finora sempre mostrata. Le perdite subite nelle ultime settimane di attacchi falliti potrebbero essere giunte ad un tale livello da provocare il collasso di ogni capacità difensiva residuale.

La mattina di lunedì quando da noi era ancora domenica, forze aeree non precisate hanno attaccato pesantemente le postazioni militari siriane ed irachene, poste a cavallo tra Al Abukamal, in Siria, e Al Qaim in Iraq, tutte impegnate nel combattere ISIS che è ancora presente e attiva su quei fronti.

Inizialmente si è pensato si trattasse di caccia della coalizione, ma con l’andare delle ore è poi emerso, per stessa ammissione dei comandi USA, che dietro vi fosse stata la IAF israeliana.

Israele quindi nuovamente protagonista di una aggressione illegittima e grave contro forze impegnate direttamente nel combattere terroristi che hanno causato anche da noi in Europa centinaia di vittime.

Israele risulta quindi a tutti gli effetti come direttamente impegnato nel supportare il Califfato.

Manca la conferma da parte di Tel Aviv, ma nemmeno serve visto che sono stati indicati dagli stessi comandi statunitensi. *

Le vittime sono decine, 22 miliziani iracheni e una trentina di soldati siriani. Numeri pesanti che indeboliscono non poco le difese di questo prezioso e strategico presidio di confine.

A poca distanza, le truppe siriane e irachene si sono invece incontrate per coordinare le operazioni di controllo del confine, una chiara e tangibile risposta di unità contro il terrorismo sionista.

* la conferma è poi giunta nelle prime ore del 22-6-2018 da parte della tv di stato israeliana.

Siria occupata

Siria occupata 19-6-2018

In Raqqa le forze di occupazione curde ed SDF, sostenute da truppe USA, hanno compiuto una azione tesa a ostacolare i moti di ribellione ormai conclamati in tutta la regione occupata, è stata distrutta una cellula della resistenza, specializzata nell’individuazione ed eliminazione dei comandanti collaborazionisti.

Un pallido tentativo che non potrà che rallentare di poco l’ineluttabile.

Giorno 25-6-2018

Sono passati pochi giorni dalla distruzione di una delle cellule della resistenza nella Siria occupata, ed ecco che un nuovo gruppo si è palesato con un video.

Resistenza popolare in Manbij 25-6-2018

 

Questa è la 150° analisi sulla situazione bellica in Siria che compilo, un lavoro lungo e costante, iniziato ormai tre anni fa, con lo studio iniziale dello scenario siriano, molto più complesso di quello fino ad allora seguito, il Donbass.

Tre anni ricchi di soddisfazioni legate alla crescita della nostra comunità SakerItalia.

Infinita gratitudine per Marco Bordoni di Bologna che mi spinse ormai 5 anni fa a specializzarmi nell’analisi bellica, per Sascha Picciotto che mi sostiene sempre negli esperimenti divulgativi con grande pazienza e professionalità. Grazie a tutti i lettori e spettatori che ci seguite da anni con grande costanza non facendoci mai mancare il vostro affetto e sostegno al nostro lavoro.

Un grazie particolare agli amici:
Giorgio Stecconi, Francesco Votta, Fulvio Scaglione, Barbara Francesca Passera, Barbara Oioli, Giorgio Bianchi, Mario Gianfrate, Luciano Bonazzi, Catia Lamonaca.

Grazie!

Anche per oggi concludiamo il nostro resoconto, sperando di offrire servizio gradito, auguro un buona settimana a tutti i lettori.

Stefano Orsi

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