Eccoci all’appuntamento con la SITREP dei fronti siriani: oggi dobbiamo registrare un ampliamento dei nostri “orizzonti geopolitici”, per citare il compagno Luciano Bonazzi che ringrazio per la visibilità e ridondanza che garantisce alle nostre analisi proponendole ai suoi lettori sulla sua pagina blog.

Purtroppo siamo costretti dagli eventi a seguire anche due crisi contemporanee a quella siriana, la prima in Arabia saudita, e la seconda tre il Libano e la stessa Arabia Saudita.

Vediamo man mano cosa è accaduto di importante in questi giorni attraverso la lettura degli aggiornamenti pubblici sulle pagine social.

Aggiornamento flash dai fronti siriani del 5-11-2017

Sacca di Idlib

Sacca di Idlib

Procede l’offensiva siriana contro le forze di Al Qaeda presenti in quasi tutta la sacca, l’avanzata è condotta da unità della 4a Divisione corazzata e da Marines siriani: oggi stanno avanzando ad ovest della strada Khanassir-Itryiah, in questo nuovo settore più a nord dei precedenti sono stati liberati tre villaggi: Tall Al-Sawwan, Rasm Al-Khala e Abesan. Anche da sud procede l’avanzata: sempre oggi sono stati liberati Al Awjah, Rasm Dahas per cui la strada che “alimenta” Aleppo è sempre più sicura da incursioni dei terroristi di matrice qaedista.
Altre unità dell’esercito siriano stanno convergendo su questo fronte per intensificare ulteriormente l’attacco contro le difese jihadiste.
Man mano che ISIS cede, si avvicina la resa dei conti anche nella sacca di Idlib.

Aggiornamento flash dai fronti siriani n.2 del 5-11-2017

Fronte di Al Abukamal

Fronte di AbuKamal 5-11-2017


Le truppe siriane in avanzata nel deserto della sacca di Suknah hanno completato la liberazione della ferrovia dalla stazione T2 fino al confine iracheno, e si trovano ora a circa 20 Km da Al Abukamal.
Le forze Hezbollah stanno combattendo a fianco delle truppe siriane e forniscono anche diretto collegamento con le milizie sciite irachene schierate oltre confine presso Al Qaim. Ieri alcuni reparti di milizie sono penetrate all’interno del confine siriano  con diretta assistenza di reparti corazzati Hezbollah per garantire il pieno controllo sul varco di confine strategico ai confini dell’ultima roccaforte ISIS in Siria: sono stati visti in azione un paio di T90A russi battenti bandiera delle milizie sciite libanesi.

Aggiornamento flash dai fronti siriani del 8-11-2017

Fronte di Al Abukamal

Abukamal 8-11-2017


Le forze siriane appoggiate dalle truppe speciali di Hezbollah libanese, da truppe irachene appartenenti alle milizie sciite e reparti di Guardie Rivoluzionarie islamiche iraniane, hanno sfondato le difese dell’ISIS e si stanno avvicinando molto velocemente alla periferia di Abukamal.
L’attacco portato la notte scorsa ha visto le forze siriane prendere il controllo dell’impianto petrolifero di Akash, dopo di che si sono proiettate avanti ricongiungendosi con le milizie irachene e iraniane provenienti dal confine e da Al Qaim.
Le forze ricongiunte siriano-irachene si sono portate a ridosso dell’abitato di Abukamal, lungo il lato occidentale della periferia: ora sono ora a circa 1/1,5 km dalla cerchia urbana.
Questa avanzata ci porta direttamente verso la reale possibilità che anche l’ultima roccaforte siriana del Califfato possa a breve essere liberata; compiuto questo passo, occorrerà liberare qualche villaggio, affrontando gli ultimi suicidi, ce ne sono già stati molti nelle ultime ore su vari fronti compresa Mayadin, e bonificare alcune zone desertiche, che non dovrebbe essere un problema.
Fatto questo, la pratica Califfato sarà archiviata, resteranno le cellule terroriste presenti nelle città pronte ad essere attivate a comando.

Fronte di Idlib

 

Sacca di Idlib, fallita controffensiva terrorista

In seguito pare che la partita si sposti su Al Qaeda nella sacca di Idlib. Nelle ultime ore i qaedisti hanno tentato un’offensiva a nord di Hama, pensando di trovare un fronte impreparato: si sbagliavano, e sebbene l’attacco principale siriano si stesse svolgendo più ad est, i terroristi sono stati respinti subendo perdite gravissime.
Occorre notare come le forze di Al Qaeda abbiano trovato notevole supporto da parte di quelle che, all’apparenza, dovrebbero essere forze di “ribelli moderati” ma che in realtà usano solo come copertura la bandiera verde bianco nera con tre stelle, foglia di fico per le democrazie occidentali e del Golfo, che hanno finanziato e provocato la guerra in Siria.
Nel nord della sacca sono giunte altre truppe corazzate turche: lo schieramento inizia a destare preoccupazione in attesa di capire come intenderanno muoversi. Sui turchi non metto mai la mano sul fuoco.

Arabia Saudita

Abbiamo visto Re Salman recarsi dal Presidente russo Putin per “arrendersi” formalmente di fronte alla vittoria sostanziale ottenuta dalle politiche russe a sostegno della democrazia e della sovranità in Siria.
Oggi dobbiamo registrare come, in un assordante silenzio da parte dei nostri media, stia avvenendo un “golpe” silenzioso in Arabia: decine di arresti, omicidi e fughe di esponenti della famiglia reale, numerosissimi, il tutto guidato da uno dei figli del Re, quel Mohammed che i nostri giornali dipingerebbero come un riformatore, solo per aver “graziosamente concesso” alle donne di poter guidare un’automobile… Questo è il livello medio culturale in Europa: nella realtà io ritengo sia un estremista responsabile del sostegno saudita allo Wahabismo nel mondo, in generale, ed nel conflitto siriano in particolare, prova ne è che a fianco della notte delle scimitarre, come potremmo chiamare questa manovra di resa dei conti, un principe saudita nipote del defunto Re Fahd, sarebbe fuggito in Iran richiedendo asilo.
Ritengo che al momento il Re Salman sia a rischio di essere costretto ad abdicare in favore del figlio Mohammed, che i perseguitati e assassinati fossero sostenitori di una linea di accordo e sostanziale pace con il mondo sciita, ben guidato e sostenuto dall’Iran moderato del presidente Rouhani, e che per questo si sia scatenata la furia wahabita di chi non vuole ammettere la sconfitta subita e stia tentando il tutto per tutto. Al momento la sua linea appare vincente, ed il silenzio in occidente spiega bene che questa linea a sostegno della guerra e del terrorismo sia ben sostenuta in occidente. Una serie di pessimi segnali, che uniti alla forzatura delle dimissioni del Premier libanese Hariri, anche questa passata sotto silenzio, preluda ad una escalation della guerra nel vicino Medio Oriente, proprio quando a molti sembrava che la situazione della Siria, che volge verso la fine del Califfato, potesse avvicinare un periodo di relativa pace.
Temo non sarà così, come del resto, da tempo, stiamo cercando di spiegare.

Auguri a tutti i lettori per il centenario della Grande Rivoluzione d’ottobre.

https://www.youtube.com/watch?v=pG-u_gZTXVo

https://www.youtube.com/watch?v=EnQqCuEkMYs

Aggiornamento flash dai fronti siriani. 2 del 8-11-2017

Fronte di Abukamal

Abukamal n. 2 8-11-2017

I comandi dell’Hezbollah libanese in Siria comunicano di aver ingaggiato le milizie ISIS all’interno della periferia di AbuKamal, ovvero stanno entrando in città.

Aggiornamento flash dai fronti siriani n.3 del 8-11-2017

ABUKAMAL È LIBERA!!!!

Abukamal libera!! 8-11-2017

Fronte di AbuKamal

Il comando unificato siriano comunica che le truppe alleate stanno penetrando all’interno della città di al Abukamal: la resistenza non è forte, e le truppe siriane ed alleate stanno prendendo velocemente il controllo della città.
Arriva ora un aggiornamento.
I comandi siriani comunicano in questo momento che la città di Abukamal sarebbe interamente sotto controllo del governo siriano!!!!

Aggiornamento flash dal fronte del Libano del 09-11-2017

Beirut
Da oggi iniziamo ad occuparci di questa crisi in Medio Oriente.
Dopo le pesanti accuse dirette ad Iran e Libano da parte del ministro degli esteri Saudita, seguono immediatamente allarmanti provvedimenti del governo di Re Salman.

Notizia di poco fa:
L’Arabia Saudita ha ordinato ai sui cittadini presenti in Libano di rientrare immediatamente in Arabia o di abbandonare immediatamente il Libano.
Dopo poco è seguito analogo provvedimento ed ordine da parte del Kuwait, anche i suoi cittadini devono abbandonare il territorio libanese.

10-11-2017

Al Abukamal -Siria-

Al AbuKamal 10-11-2017

Sono proseguite oggi le operazioni militari lungo l’Eufrate: dopo la liberazione di Abukamal, avvenuta ieri, oggi le forze congiunte guidate dall’SAA, si stanno spostando in direzione nord, per ricongiungersi a quelle che stazionano nei pressi di Al Mayadin, ma che hanno iniziato a spingere, a loro volta, in direzione sud per colmare i 60 km che li separano.

Il dato maggiormente interessante in questa operazione che ha portato alla liberazione di al AbuKamal è senza dubbio stata la novità delle forze congiunte siriano-libanesi-irachene-iraniane: SAA, Hezbollah, Milizie sciite irachene, esercito iracheno, Guardia della Repubblica Islamica, si sono uniti per combattere il comune nemico, ISIS figlio del Wahabismo saudita, del salafismo, dei petroldollari, dei servizi segreti del Medio Oriente ma anche occidentali, e questa novità rappresenta la vera svolta del Medio Oriente, in quanto se prima questi Paesi erano divisi da particolarismo e egoismi, oggi hanno saputo mettere tutto da parte e scoprirsi amici e fratelli.

Non posso non citare l’Enrico V di W. Shakespeare a questo proposito:

ENRICO:

Chi è mai che desidera questo?

Mio cugino Westmoreland?

No, mio caro cugino.

Se è destino che si muoia, siamo già in numero più che sufficiente;

e se viviamo, meno siamo e più grande sarà la nostra parte di gloria.

In nome di Dio, ti prego, non desiderare un solo uomo di più.

Anzi, fai pure proclamare a tutto l’esercito che chi non si sente l’animo di battersi oggi, se ne vada a casa:

gli daremo il lasciapassare e gli metteremo anche in borsa i denari per il viaggio.

Non vorremmo morire in compagnia di alcuno che temesse di esserci compagno nella morte.

Oggi è la festa dei Santi Crispino e Crispiano; colui che sopravviverà quest’oggi e tornerà a casa,

si leverà sulle punte sentendo nominare questo giorno, e si farà più alto, al nome di Crispiano.

Chi vivrà questa giornata e arriverà alla vecchiaia, ogni anno alla vigilia festeggerà dicendo:

“Domani è San Crispino”;

poi farà vedere a tutti le sue cicatrici, e dirà:

“Queste ferite le ho ricevute il giorno di San Crispino”.

Da vecchi si dimentica, e come gli altri, egli dimenticherà tutto il resto, ma ricorderà con grande fierezza le gesta di quel giorno.

Allora i nostri nomi, a lui familiari come parole domestiche – Enrico il re, Bedford ed Exeter, Warwick e Talbot, Salisbury e Gloucester – saranno nei suoi brindisi rammentati e rivivranno questa storia.

Ogni brav’uomo racconterà al figlio, e il giorno di Crispino e Crispiano non passerà mai, da quest’oggi,

fino alla fine del mondo, senza che noi in esso non saremo menzionati; noi pochi.

Noi felici, pochi.

Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello,

e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata,

e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui,

e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi questo giorno di San Crispino!

Un passaggio davvero importante che avrà pesanti ripercussioni sul futuro della regione e che le forze nemiche della pace e amiche del terrorismo che ha devastato la Siria.

Considerazioni:

Pensavamo che eliminato ISIS ed Al Qaeda avremmo potuto ritrovare la pace: non sarà così. Coloro che sono stati sconfitti su un campo di battaglia per procura ora attaccano direttamente; Arabia saudita, Francia, US, e anche Norvegia (urca!), con diretto intervento di Israele, preparano un attacco militare contro il Libano, con la scusa di un ausilio Hezbollah per i combattenti Houti nello Yemen, attaccati con potenti mezzi e scarsi risultati da esercito e mercenari al soldo Saudita. Si attacca il Libano per colpire l’Iran, che attraverso la lotta al terrorismo integralista ha esteso la sua influenza fino al mediterraneo, e ciò non è affatto un problema per il mondo occidentale: l’Iran rappresenta un baluardo contro l’integralismo religioso wahabita e salafita che genera ogni forma di radicalismo islamico. Basterebbe questo a porre l’Iran nella lista dei paesi nostri amici, mentre invece ci impongono attraverso i media una visione distorta e questi paesi: Iran, Siria, Iraq, Libano, come nemici e culla di dispotismo e dittatura, quando invece la realtà è ben differente. Ma in questo scenario Israele e l’Arabia sembrano entrare a gamba tesa, il rampollo reale saudita a breve succederà a re Salman, che, volente o meno, si destituirà per morire di “malattia” poco dopo; i principi scacciati, incarcerati, uccisi, rappresentavano la fazione nemica della guerra, avversa al finanziamento del terrorismo, fautrice invece di una linea moderata che avrebbe allontanato l’Arabia Saudita dai rapporti con Israele e la avrebbe riappacificata con il mondo sciita. Ma solo l’idea di un Medio Oriente in pace e non distrutto da lotte intestine rappresenta un incubo per TelAviv, e quindi ecco una notte delle lunghe scimitarre e illustri vittime arrestate o eliminate, il tutto , ripeto, in un quasi assoluto silenzio.

Il problema è che dall’iniziale offensiva contro il Libano, grazie alle numerose truppe YPG-SDF che hanno arruolato molte milizie tribali prima al soldo dell’ISIS, si passi ad un attacco diretto anche alla Siria, avanzando accuse a scelta tra immaginari attacchi contro i curdi durante le prossime trattative di pace per la Siria, al solo fine di farle fallire, oppure accusando l’esercito di Damasco di aver fatto uso di armi chimiche: accusa che sarà falsa come lo sono state le accuse precedenti, e l’Iraq verrà avvisato di rinunciare ad ogni pretesa contro i curdi per evitare rappresaglie. Questo scenario si confronterà con il nuovo legame che lega oggi le forze sul campo, fratelli in armi, e lì vedremo se sarà un legame profondo o superficiale: nel primo caso gli aggressori avranno una pessima sorpresa e perderanno anche questa sanguinosa partita, nel secondo il Medio Oriente, diverrà uno spezzatino a vantaggio di pochi o forse di un solo vero Stato Canaglia.

Speriamo solo di sbagliarci in maniera eclatante.

Il video di ieri:

Stefano Orsi

Condivisione: