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Il governo afgano, diretto dagli Stati Uniti, era il più grande produttore ed esportatore mondiale di oppio, morfina e del loro prodotto finale, l’eroina. Come fece la prima volta che assunse il potere a metà degli anni ’90, il movimento talebano, antidroga e anticomunista, sta chiudendo il commercio di droga. I miliardi di dollari di oppio e morfina che fluivano in Asia Centrale, Russia, Iran, Turchia, Pakistan e Asia Sudorientale
Dopo la dichiarazione di “autogoverno” proclamata dai ribelli separatisti nello Yemen del Sud, c’è poco da dubitare sul fatto che la crisi salirà di livello. Le sue radici, tuttavia, non sono solo nelle divisioni interne che hanno piagato il paese dal 2011, ovvero da quando Saleh fu estromesso dal potere; l’attuale crisi e l’intero periodo di guerra affondano le radici in più ampie contese geo-politiche: una è quella che contrappone
Il corrente genocidio di fatto nella Repubblica dello Yemen, in una guerra la cui fase più intensa è iniziata nel 2015, è stato fino a poco tempo fa ignorato dai media occidentali. Ciò che è stato ignorato è anche il casus belli fondamentale per la guerra saudita sostenuta dagli Stati Uniti, apparentemente contro gli Houthi sciiti da parte dei wahhabiti sunniti dell’Arabia Saudita. Come praticamente in ogni guerra e destabilizzazione,
Il 1° novembre, il Qatar ha elogiato la posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un cessate il fuoco nello Yemen, e chiesto [in inglese] nuovi colloqui di pace delle Nazioni Unite per por fine alla guerra nello Yemen. In una dichiarazione ufficiale, il Ministro degli Esteri del Qatar ha definito [in inglese] le richieste di pace degli Stati Uniti nello Yemen come “un passo incoraggiante verso una soluzione
Nei media occidentali, quelli troppo impegnati per disturbarsi a cercare di capire le complessità, le situazioni intricate e le sfumature del Medio Oriente, spesso concludono per etichettare quasi tutti i conflitti, dicendo che c’è una specie di “guerra per procura” tra l’Arabia Saudita e l’Iran. Questo succede di solito per ignoranza, riducendo le controversie al più basso denominatore comune dei sunniti contro gli sciiti, o a quello tra i loro
Questa settimana lo scoppio di proteste di massa in Tunisia ha segnato il settimo anniversario delle rivolte della Primavera araba del 2011. Questa settimana, sette anni fa, l’uomo forte della Tunisia Ben Ali fuggì in esilio in Arabia Saudita. Prima che il mese fosse finito, anche il governante di lungo corso egiziano Hosni Mubarak venne cacciato. All’epoca, la rivoluzione era nell’aria e la regione era sconvolta da un potenziale cambiamento.
Alla fine di novembre è scoppiata una grave crisi in Yemen, quando il precedente presidente Ali Abdullah Saleh ha annunciato la sua intenzione di dare il via ai negoziati con la coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che sta tentando di sottomettere lo Yemen a forza di bombardamenti. Questo ha portato il movimento Houthi ad accusare di tradimento il loro ex alleato, che avevano sostenuto nella lotta contro il presidente fuggitivo Abd-Rabbu
La mattina del 10 novembre è stato annunciato che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump non avrebbe partecipato all’incontro esclusivo con il suo omologo russo Vladimir Putin durante il summit dell’APEC in Vietnam. Questo annuncio è stato una grande sorpresa per Mosca, poiché in precedenza sia l’aiutante di Putin, Yuri Ushakov, che il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov avevano annunciato che l’incontro avrebbe avuto luogo regolarmente. Tuttavia, venerdì