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I sapientoni da sinistra, da destra e dal centro non possono cessare di riferire sulle miserie della Grecia. E giustamente. Perché la Grecia, la stragrande maggioranza del suo popolo vive in gravi difficoltà economiche. Senza nessuna speranza. La disoccupazione è ufficialmente al 18%, con la cifra reale più vicina al 25-30%; le pensioni sono state ridotte una decina di volte da quando Syriza – il Partito Socialista – ha preso
La crisi è sistemica nel senso che è diventato impossibile continuare con il modello di sviluppo del capitalismo degli ultimi decenni. Samir Amin, La crisi, 2009 Si addensano nuvole sul ciclo economico finanziario iniziato nel marzo 2009 con i minimi di borsa della crisi subprime. Oggi non ci interessa constatare gli abnormi limiti di crescita di questo ciclo, che per molte nazioni e per le classi sociali medio basse non
Andrea Enria è un economista italiano, dal novembre 2018 presidente del consiglio di sorveglianza della BCE dopo essere stato presidente dell’ EBA, l’autorità bancaria europea. Ex Bankitalia, con curriculum bocconiano. Quindi un pezzo da novanta della tecnocrazia europea dei “competenti”. Il 18 febbraio scorso ha tenuto un intervento di fronte al Comitato Interparlamentare (dove sono presenti rappresentanti dei singoli parlamenti nazionali e del parlamento europeo). Ci è sembrato utile riportare e commentare
La copertura politica e mediatica del genocidio della nazione greca è iniziata ieri (20 agosto) con l’Unione Europea e altre dichiarazioni politiche che annunciano la fine della crisi greca. Con questo intendono che la Grecia è terminata, morta e finita. È stata sfruttata fino al limite, e la carcassa è stata gettata ai cani. 350.000 greci, principalmente giovani e professionisti, sono fuggiti dalla Grecia ormai esanime. Il tasso di natalità
L’anno scorso, la decisione della maggioranza degli elettori britannici di uscire dall’Unione Europea, è stata più di una semplice votazione del popolo. La campagna a favore della Brexit è stata promossa e finanziata delle più influenti banche della City di Londra e della Casa Reale inglese. Lungi da essere la fine della Gran Bretagna, la Brexit è molto più probabilmente l’inizio della fine del disastroso esperimento dell’euro come moneta unica.