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I media mainstream stanno attaccando il governo cubano [in inglese] in risposta alle recenti proteste a Cuba, mentre il presidente Joe Biden dichiara [in inglese] che “noi stiamo dalla parte del popolo cubano”. Loro però ignorano o minimizzando la causa che ha portato alle difficoltà economiche di Cuba: l’illegale e punitivo embargo americano che Biden ha lasciato in essere. A partire da Dwight D. Eisenhower, ogni presidente americano ha mantenuto
Il summit da tanto atteso, fra i presidenti Putin e Biden, ha avuto finalmente luogo; ma è stato un successo? Cambierà qualcosa? La risposta a queste domande dipende molto dalle aspettative che si hanno. Diamone un’occhiata da vicino, cominciando dal contesto. Il contesto del summit La sola cosa su cui si trovano d’accordo gli osservatori russi e statunitensi è che lo stato delle relazioni russo-americane è quasi al massimo del
Nel 2008 il pubblico americano era stufo della disastrosa politica dello status quo del Presidente George W. Bush, quindi ha unito le forze e ha eletto un candidato progressista che ha fatto campagna elettorale sulla speranza e sul cambiamento per rimpiazzare Bush. Ma non c’è stato alcun progresso: la speranza e il cambiamento non sono mai arrivati. Barack Obama ha continuato e ha ampliato in patria e all’estero tutte le
Tra i suoi innumerevoli crimini di guerra, contro l’umanità e altri illeciti, il regime di Obama/Biden in Ucraina ha sostituito la democrazia con la tirannia fascista infestata dai Nazisti – nel cuore dell’Europa, al confine con la Russia. In una data imprecisata di maggio, l’interventista Blinken incontrerà a Kiev il presidente fantoccio ucraino installato negli Stati Uniti, Zelenskyj. Secondo l’ex assistente Segretario di Stato americano per gli Affari Europei ed
L’11 aprile la Germania ha di nuovo riconosciuto (anche se questa volta solo implicitamente) che il motivo per cui la guerra in Ucraina è continuata dopo il Protocollo di Minsk del 2015, che avrebbe dovuto creare le condizioni preliminari per la pace, è che l’Ucraina si rifiuta di conformarsi a tenervi fede. Sepolta in un articolo pubblicato l’8 aprile dal governo tedesco c’è un’ammissione diretta che ciò che ha bloccato
Molti anni fa il commentatore politico ebreo-americano Walter Lippmann si rese conto che l’ideologia politica poteva essere completamente costruita, utilizzando i media per controllare sia la presentazione che la concettualizzazione, non per creare false credenze profondamente radicate nella popolazione ma anche per cancellare completamente le idee politiche indesiderate nella mente delle persone. Da qui ha preso il via non solo l’isteria americana per libertà, democrazia e patriottismo, ma anche tutta
Prima un chiarimento. Quando parlo di “Biden” non intendo il fungo (per usare l’espressione azzeccata di Tom Luongo [in inglese]) che è stato recentemente piantato alla Casa Bianca, mi riferisco al “Biden collettivo” che ho definito qui. Con questo avvertimento, vediamo ora perché la Russia potrebbe voler cambiare marcia nel 2021. Innanzitutto, iniziamo dalle basi: I russi dicono spesso che i politici statunitensi cambiano, ma le politiche statunitensi no. C’è
Cari amici, Oggi sembra che il trionfo dei nostri avversari sia totale. Voglio pubblicare questo editoriale dicendo che non credo neanche per un secondo che questo sia vero. Tutto quello che voglio fare oggi è spiegare perché. Quindi, solo per rendere tutto chiaro a chi non è particolarmente dotato, questa non è un’analisi completa, e tralascerò molte cose. Quindi, eccoci qui: Per prima cosa, notate quanto sono totalmente paranoici i
Non succede spesso di essere d’accordo con le dichiarazioni dell’ex direttore della CIA John Brennan. Tuttavia, il suo tweet [in inglese] sull’omicidio dello scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh, secondo il quale si è trattato di “un atto criminale e del tutto insensato. Espone al rischio di ritorsioni letali e di un altro conflitto regionale. I vertici iraniani dovrebbero avere la saggezza di attendere il ritorno sullo scenario globale di una leadership
Mi ricordo una sera del lontano 1991, stavo seduto con degli amici in una caffetteria della SAIS discutendo del futuro degli Stati Uniti insieme ad alcuni studiosi molto capaci, inclusi un colonnello dell’esercito pachistano, un capitano statunitense di stanza sulle portaerei e un diplomatico spagnolo: ci trovammo d’accordo che “il sistema” era perfetto, per così dire, e che gli Stati Uniti sarebbero collassati solo se uno shock esterno li avesse