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Oramai è chiaro che l’odierna escalation della Nuova Guerra Fredda è stata pianificata più di un anno fa. Il piano dell’America di bloccare il Nord Stream 2 era in realtà parte di una strategia per impedire all’Europa occidentale (“NATO”) di cercare la prosperità attraverso il commercio e gli investimenti reciproci con Cina e Russia. Come annunciato dal presidente Biden e dai rapporti sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, la Cina
Si sta formando una nuova realtà: il mondo unipolare sta diventando irrevocabilmente una cosa del passato, un mondo multipolare sta prendendo forma. Che spettacolo è stato vedere Dmitri Medvedev, ex presidente russo, atlantista impenitente, e attuale vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, prendere la decisione di cambiare completamente registro con uno sfogo esplosivo che ha eguagliato la nuova stella di questa guerra – quel signor Khinzal [in italiano] che
“Se l’euro fallisce, l’Europa fallisce”, ha detto Angela Merkel. “E in effetti, il fallimento del progetto europeo è ora una possibilità concreta: l’Unione monetaria non è più considerata irreversibile, e nemmeno l’Unione Europea”, scrive il professor Guido Montani dell’Università di Padova. Sì, ma la profonda natura strutturale della crisi e la concomitante minaccia percepita nei confronti degli interessi tedeschi e delle euro-élite suggerisce che qualsiasi soluzione sarà combattuta duramente, come
Nel dibattito economico di questi ultimi anni l’attenzione si è concentrata, da un lato, sull’entità del debito pubblico (il famoso “fardello sulle spalle delle future generazioni”), dall’altro sulla questione Euro Si – Euro NO (con tutti i suoi corollari riguardanti “le regole” e “l’austerità). Questa focalizzazione non è stata casuale. Battere il tasto del “debito insostenibile” (vedasi pregiudizi assortiti sugli “italiani spendaccioni e pigri”) infatti (ne abbiamo parlato qui e qui)
Perché questo titolo? – Perché la Grecia non è obbligata a continuare a giocare la carta della vittima, né ad essere masochista. La Grecia sembra soffrire la Sindrome di Stoccolma – è innamorata del proprio sequestratore. La Grecia potrebbe cambiare questa (situazione). Uscire dalla prigione, uscire dalla UE e uscire dall’euro. La Grecia potrebbe tornare alla propria moneta sovrana, alla propria banca centrale sovrana, fare la propria politica monetaria e
Si capisce che le danze sono finite per il petrodollaro quando il miglior argomento offerto dai suoi apologeti è che “il sistema del petrodollaro è pessimo ma il sistema del petroyuan sarà peggio”. Certamente, il petrodollaro non verrà detronizzato domani, ma la sua fine è già scritta. Si prevede che la Cina lanci il suo primo futures sul petrolio denominato in yuan nel 2018, e ciò segnerà l’inizio della fine per
La tendenza storica dell’euro e delle sue precedenti incarnazioni ha seguito questo andamento storico, se adottiamo una prospettiva di sinistra: L’Eurozona è dominata da Francia e Germania; la Francia vuole la fine dell’austerità e la promozione di politiche di crescita a livello continentale; la Germania vuole più austerità al fine di mantenere la propria posizione di dominio finanziario; la Germania, il Mostro di Frankenstein di Washington – la cui violenza
La linea di fondo è: affinché l’UE funzioni – affinché sia di beneficio per il cittadino medio – deve seguire il progetto storico francese. È sempre stato così, e non è mai stato così: rimane una pecca nel piano, rappresentata dall’egoistica Germania Ovest (oggi Germania e basta). Questa è una realtà nota a tutti nell’Euro-zona, almeno lo è di sicuro in certe nazioni più piccole dell’Euro-zona come la Grecia. Ma
L’anno scorso, la decisione della maggioranza degli elettori britannici di uscire dall’Unione Europea, è stata più di una semplice votazione del popolo. La campagna a favore della Brexit è stata promossa e finanziata delle più influenti banche della City di Londra e della Casa Reale inglese. Lungi da essere la fine della Gran Bretagna, la Brexit è molto più probabilmente l’inizio della fine del disastroso esperimento dell’euro come moneta unica.
L’euro sta letteralmente uccidendo le nazioni e le economie dell’UE. Sin da quando è entrato in vigore il regime della moneta unica, che ha sostituito nel 2002 le monete nazionali nelle transazioni, il cambio fisso ha devastato le industrie negli stati periferici tra i 19 membri dell’eurozona, dando contemporaneamente un vantaggio spropositato alla Germania. La conseguenza è stata una (poco raccontata) contrazione industriale e l’impossibilità di risolvere la crisi bancaria.