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Dopo due spettacolari fallimenti, questa volta l’opposizione a guida straniera nella Repubblica Srpska non è sicura di trionfare. Sembra che la nostra valutazione iniziale [in inglese] sul fatto che la rivoluzione arancione dopo le elezioni del 2 ottobre, scatenata nella Repubblica Srpska [Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina], fosse un po’ prematura, così come lo è stata la parata trionfale dell’opposizione la notte delle elezioni, prima ancora che i voti
Alcuni anni fa, ho scritto un editoriale intitolato “Il Kosovo verrà liberato” in cui ho scritto: “Il Kosovo sarà il primo posto in Europa in cui il pendolo della storia invertirà il suo corso attuale”. Ora sembra che potrei essermi sbagliato. Ma di quanto? Date un’occhiata a questo titolo di oggi: “I serbi di Bosnia “ritirano il consenso” alle forze armate, alle tasse e ai tribunali congiunti, citando la “violenza”
Per la prima volta, il Primo Ministro della Macedonia del Nord Zoran Zaev ha parlato pubblicamente della realtà che si prospetta – una “Grande Albania” a spese del territorio della Macedonia del Nord. Secondo l’ex diplomatico della Macedonia del Nord Risto Nikovski, Skopje ha preso coscienza del pericolo che incombe sulla regione. Tuttavia, questo è un avvertimento che Grecia, Serbia e Bulgaria lanciano da decenni, ma che la Macedonia del
La Camera dei Rappresentanti della Macedonia del Nord lunedì ha approvato all’unanimità che il suo paese accetti il Protocollo di Adesione alla NATO, portando l’ex repubblica jugoslava ad un passo verso l’adesione all’Alleanza, che dovrebbe essere completata e finalizzata in primavera. La rapida adesione della Macedonia del Nord alla NATO è stata possibile solo grazie all’Accordo di Prespa, firmato tra Atene e Skopje nel giugno 2018, ponendo fine alla disputa
Nella Prima Guerra Mondiale, c’era un ritornello popolare in Francia e in Occidente che esprimeva in generale sostegno e simpatia per i loro valorosi alleati serbi, che si opponevano agli eserciti nemici sul Fronte macedone: Pauvres Serbes… Quel ritornello è ancora molto attuale ma non è più esclusivamente limitato alla sfera morale, com’era in gran parte cento anni fa. Oggi, incarna la triste condizione generale della fallita nazione serba (di
L’interferenza occidentale in tutto ciò che è bosniaco fa a malapena notizia. Non oggi, non ieri, non 26 anni fa, quando l’allora ambasciatore USA in Jugoslavia, Warren Zimmerman, incoraggiò il leader fondamentalista Musulmano bosniaco Alija Izetbegović a respingere un piano di pace [in inglese] – accettato, per inciso, dagli stessi leader serbo-bosniaci che presto sarebbero stati demonizzati dall’Occidente unipolare come “aggressori” della propria terra – che aveva buone possibilità di
Cari amici, oggi, con il gentile permesso di Phil Butler, sto postando il testo integrale del mio contributo al suo libro “Pretoriani di Putin: Confessioni dei più Importanti Troll del Cremlino”. Ci sono un paio di ragioni per questo. Il principale è che credo fortemente che questo libro meriti una visibilità molto più ampia di quella che ha ricevuto (questo è anche il motivo per cui, eccezionalmente, sto posizionando questo
Un’ indagine ad ampio raggio del mercato delle armi dai Balcani, soprattutto a beneficio di coloro che si chiedono come e da dove i terroristi in Siria e negli altri paesi del Medio Oriente ricevano i loro armamenti. Nella notte del 28 novembre 2015, mentre Belgrado dormiva tranquillamente, all’aeroporto Nikola Tesla scaldava i motori un enorme aereo cargo IL-76, appartenente alla società bielorussa Ruby Star. La sua stiva era piena