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Poche persone, a parte gli specialisti, possono aver sentito parlare della Commissione Congiunta JCPOA. Questo gruppo è stato incaricato di una fatica di Sisifo: il tentativo di rilanciare l’accordo nucleare iraniano del 2015 attraverso una serie di negoziati a Vienna. Il team negoziatore iraniano è tornato ieri in Austria guidato dal Viceministro degli Esteri Seyed Abbas Araghchi. La trattativa ombra si delinea con il fatto che gli iraniani negoziano con
Non esiste una provocazione più stupefacente contro l’Iran di quanto è accaduto a Baghdad. Non è importante da dove sia venuta la “luce verde” per l’uccisione dell’obiettivo degli Stati Uniti, il comandante delle Forze Quds, Maggior Generale Qasem Soleimani e del vice di Hashd al-Shaabi, Abu Madhi al-Muhandis Questo è un atto di guerra. Unilaterale, ingiustificato e illegale. Il presidente Trump potrebbe aver dato l’ordine. Oppure lo Stato Profondo americano
La sensazionale storia [in inglese] del New Yorker del 2 agosto di Robin Wright sull’incontro non pubblicizzato tra il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif e il senatore americano Rand Paul (che è membro della Commissione per le Relazioni Estere del Senato) a New York di alcuni giorni fa, ci dà i dettagli per la prima volta di quanto è accaduto tra i due leader. Robin Wright è altamente affidabile,
Il termine “complesso” non basta neanche per cominciare a descrivere il posizionamento di Iran e Russia nella scacchiera geopolitica. Ciò che è chiaro nel volatile momento che stiamo vivendo, è che sono partner, come già ho scritto [in inglese]. Sebbene non siano partner strategici (come nell’alleanza Russia-Cina), Russia-Cina-Iran restano la triade cruciale nel multilaterale processo a lungo termine dell’integrazione euroasiatica che è in corso. Qualche giorno dopo la nostra inchiesta
Durante un battibecco sul fatto che il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif e la sua delegazione potessero o meno avere il permesso di entrare negli Stati Uniti come parte di un incontro alla Nazioni Unite e sul fatto che potessero muoversi liberamente nei dintorni della città di New York, il segretario di stato americano Mike Pompeo ha detto una bugia tanto grossa che avrebbe addirittura messo in imbarazzo Pinocchio.
Con il tweet del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla distruzione di massa e con la risposta del generale iraniano Soleimani, la guerra delle parole tra Iran e Stati Uniti ha raggiunto nuovi livelli d’intensità. L’attacco verbale di Soleimani simboleggia molte cose. Oltre a riflettere correttamente il crescente stato d’animo anti-americano prevalente oggi nel paese, sembra voler indicare che l’attuale guerra fredda potrebbe trasformarsi, al sopravvenire di un attacco
Lo scopo finale dell’amministrazione Trump è cambiare il regime di Teheran: era quindi solo un diversivo sul “tradimento” di Helsinki, viste le incombenti elezioni americane di “mid-term”, o lui voleva proprio destabilizzare i giganti euroasiatici e la loro nuova Via della Seta? Il tweet del presidente Trump [in inglese] che, a notte fonda e a caratteri cubitali, minaccia l’Iran, è destinato ad essere custodito gelosamente negli annali dell’Arte della Diplomazia.