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Si avvicinano le nuove elezioni politiche in Gran Bretagna, le più importanti degli ultimi decenni, riguarderanno la permanenza della GB nella UE o la definitiva Brexit, oltre alla possibile nuova ipotesi referendaria scozzese. In una situazione difficile ed ingarbugliata, la sempre ottima Leni Remedios, da Birmingham, che ringraziamo, ci aiuta a sgarbugliare la matassa caotica compiendo un lavoro di informazione davvero prezioso. Nel corso dello speciale tratteremo di situazione, sondaggi,
In collegamento da Londra, Leni Remedios parla del caso Skripal e discute con Stefano Orsi sulla situazione in Medio Oriente. Durata 1h e 8min circa. Buona visione!
La Russia deve essere vincente alla grande nella nuova guerra economica e mediatica che infuria da ovest ad est. Il modo in cui la portavoce della Regina Madre ha battuto i suoi vecchi tacchi davanti al mondo, riscalda i cuori dei fan di Putin. Theresa May sembra aver acceso un fuoco sotto il suo ampio didietro, poiché i pappagalli dell’AFP hanno annunciato [in inglese] orgogliosamente la determinazione del Primo Ministro britannico a
Gli osservatori speranzosi dovrebbero ricordare come alla morte di bin Laden seguì l’espansione del terrorismo, non la sua sconfitta. Sono emersi ancora una volta resoconti che affermano che il presunto capo dell’autoproclamato “Stato Islamico” (ISIS), Abu Bakr al-Baghdadi, è stato ucciso – forse in un recente attacco aereo russo in Siria. Le notizie che confermano la morte di al-Baghdadi sembrano avere implicazioni significative per l’organizzazione terroristica e le sue operazioni
Ogni volta che Daesh aggiunge una perla alla sua tragica collana degli attacchi dei “lupi solitari “ o della “rete” – come a Manchester, Parigi, Londra, Nizza, Berlino – l’Occidente si infuria contro quei “perdenti malvagi” (copyright Donald Trump). Ogni volta che la formidabile macchina militare dell’Occidente aggiunge una perla alla sua tragica collana dei “danni collaterali” – in Libia, Yemen,Somalia o nelle aree tribali del Pakistan – regna il
27 Aprile 2016 (Tony Cartalucci – NEO) Altro giorno, altra protesta in Armenia. E se dovessimo credere ai media occidentali al riguardo, si potrebbe avere l’impressione che il popolo armeno sia arrabbiato con la politica russa e col “Putinismo.” In realtà, le proteste sono guidate dalle stesse forze sostenute dagli USA, gia’ esposte durante le proteste di meta’ 2015, definite “Electric Yerevan,” il cui scopo era di rovesciare l’attuale governo