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Il presidente americano Donald Trump ha dato la sua approvazione per costruire una base militare statunitense in Polonia. La Polonia ha dato grande importanza all’evento. Il presidente polacco Andrej Duda ha addirittura suggerito di dare il nome di Donald Trump alla nuova base militare. Ma la costruzione della base americana “Fort Trump” sarà di grande importanza non solo per la Polonia, ma per il mondo intero. Per secoli la Polonia
La mia valutazione oggi, senatore, è che la Russia rappresenta la più grande minaccia alla nostra sicurezza nazionale. – Qui [in inglese, nel 2015] il generale Joseph Dunford, Chairman of the US Joint Chiefs of Staff [Presidente dei Capi di Stato Maggiore statunitensi]. Direi che le principali minacce iniziano con la Russia. – Qui [in inglese, nel 2017] il generale James Mattis, Segretario alla Difesa degli Stati Uniti. Gli Stati
Donald Trump è di nuovo “presidenziale”, e ha sparato circa 150 milioni di dollari di missili cruise sulla Siria, realizzando Dio solo sa cosa. Nel frattempo gli Stati Uniti, con la loro generosità umanitaria, hanno finora permesso a 11 rifugiati siriani di entrare nel paese quest’anno, sugli oltre 5 milioni di rifugiati che la guerra civile ha provocato. La follia di queste priorità è troppa per capire, quindi i media
Tra gli attacchi statunitensi alla Siria di aprile e i recenti sviluppi nella Penisola Coreana, ci troviamo adesso in una sorta di stasi nella ricerca di una nuova guerra da cominciare da parte dell’Impero. I sempre collaborativi israeliani, nella persona dell’ineffabile Bibi Netanyahu, stanno facendo risuonare i tamburi, se non proprio di guerra, almeno di un qualche specie di false flag o di un pretesto per far sì che gli
Spesso si sente paragonare il conflitto siriano con la guerra in Afghanistan, mentre l’Afghanistan è spesso ricordato insieme all’aggressione di Washington contro il Vietnam. Nella seconda metà del XX secolo, Washington si è profondamente impantanata in Vietnam solo per affrontare una incalzante sconfitta. Lo stesso destino, sembrerebbe, attende le élite occidentali in Afghanistan. A quanto risulta, c’è una ragione molto particolare per cui l’Afganistan è spesso descritto come il “cimitero
Eh già, ha detto [in inglese] “missione compiuta“, “perfettamente eseguita“, e di essere “così orgoglioso” delle sue “grandi forze armate“. Considerato che 71 missili su 103 sono stati intercettati. Che non ci sono state vittime siriane (o iraniane o russe). Che non è stato colpito neanche un aeroporto. Che gli edifici distrutti erano vuoti. Che sono state utilizzate solo le difese aeree siriane. Che le difese aeree russe sono state completamente
@MSuchkov_ALM 16:11 – 11 apr 2018 Primo aggiornamento sulla Siria: allora, sembra che adesso Russia e Stati Uniti stiano lavorando su varie opzioni per diminuire la tensione attraverso una serie di contatti a “livello intermedio”. I militari russi hanno già affermato di essere in discussione sul problema con lo Stato Maggiore americano, e che ci sono colloqui e comunicazioni fra Russia e NATO mediati dai militari turchi.
Il discorso annuale del presidente russo Vladimir Putin all’Assemblea Federale russa trasmesso alla nazione il 1° marzo, conteneva una sezione sulle tecnologie militari di punta della Russia che i media amici della NATO hanno scelto di minimizzare come stratagemma di propaganda, o fatta passare come una montatura legata alla campagna elettorale. Considerati gli indizi degli sviluppi tecnologici russi in ambito militare svelati nel teatro di guerra siriano sin dal settembre
Ecco un’altra pietra miliare nella crescente integrazione tra il complesso controspionaggio-militare e la Silicon Valley: la società madre di Google, Alphabet, ha confermato di aver fornito il software per identificare gli obiettivi utilizzati nel programma illegale di omicidi con i droni del governo degli Stati Uniti. Dall’inizio del suo programma di assassinio coi droni nel 2009, gli Stati Uniti affermano di aver ucciso quasi 3.000 “combattenti”. Documenti militari interni mostrano
Negli ultimi mesi, i politici americani hanno presentato al pubblico una costante raffica di dichiarazioni sulle varie roccaforti dello Stato Islamico (ISIS) in Iraq e in Siria che cadono nelle loro mani una dopo l’altra. Si può ricordare che l’anno scorso il cosiddetto Stato Islamico ha perso entrambe le sue capitali: la città irachena di Mosul e la città siriana di al-Raqqah. In effetti la suddetta formazione radicale wahabita ha