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Donald Trump dovrebbe seguire il suo istinto e chiudere l’accordo con Vladimir Putin per porre fine alla guerra in Siria, in modo che USA e Russia possano cominciare a combattere insieme il terrorismo jihadista. Dal momento che Donald Trump eredita da Barack Obama una cornucopia di problemi in politica estera, un settore in cui potrebbe ottenere subito dei rapidi risultati – se si fiderà del suo istinto –
L’economista americano Jeffrey Sachs*, uno di quelli che introducevano la «democrazia» e l’«economia di mercato» in Russia, parla della «guerra per procura» tra Stati Uniti e Russia in Siria. La guerra civile siriana è il conflitto più pericoloso e distruttivo nel mondo. Dall’inizio del 2011, centinaia di migliaia di persone sono state uccise e circa dieci milioni di siriani sono stati sfollati. L’Europa è in preda alle convulsioni causate
Il genio è finalmente uscito dalla lampada? Una miriade di eventi apparentemente non correlati e in sospeso stanno convergendo in modo da puntare nella direzione di una grande vittoria per la diplomazia russa in Medio Oriente, e abbiamo solo bisogno di unire i puntini per vedere questo scenario dispiegarsi. Quali puntini, ci si potrebbe chiedere? Henry Kissinger ha reso legge per l’America proteggere Israele. Nei suoi viaggi diplomatici precedenti l’accordo
Articolo di Cesare Corda Seguendo il cammino politico della Cancelliera ripercorriamo gli ultimi dieci anni della UE. Esattamente un secolo fa si dissolse un grande Stato Europeo, multietnico e germano-centrico: l’Austria-Ungheria, erede del Sacro Romano Impero. Musil descrisse questo passaggio storico, la stagione convulsa e decadente in cui si svolse e gli insicuri e spesso inadeguati protagonisti che lo vissero in prima persona in un capolavoro che, pur rimasto incompiuto,
Un fallito colpo di stato in Turchia ha cambiato da un giorno all’altro il panorama geopolitico, riallineando Ankara con Mosca e mandando in frantumi il piano di Washington per ridisegnare la mappa del Medio Oriente. Se poi l’uomo forte turco Recep Tayyip Erdogan abbia o no pianificato lui stesso il golpe è di scarsa importanza nello schema complessivo degli eventi. Il fatto è che l’incidente ha consolidato il suo potere
Un dramma programmato si sviluppa lungo il confine Turco-Siriano, poiché dei terroristi, armati e sostenuti dalla coalizione a guida Americana, che include la Turchia membro della NATO, l’Arabia Saudita ed il Qatar, presumibilmente stanno combattendo sia contro l’autoproclamato “Stato Islamico” (ISIS), sia contro le Forze Democratiche Siriane (SDF) sostenute dalla Siria, vicino ed attorno alla città Siriana di Azaz. La Reuters in un recente articolo intitolato: “Lo Stato Islamico avanza
Il probabile piano della Siria nella campagna per l’avanzata nell’Est del Paese occupata dall’ISIS – per impedire e prevenire gli obiettivi Turco-Sauditi-Americani su quell’area di territorio Siriano Oggi c’è molta indignazione sui media occidentali circa la campagna aerea russa in Siria. Uno, due, tre, … gli ospedali sono stati bombardati! E le scuole! E i ribelli hanno perso altri villaggi! Bombe “barile”, bombe “a grappolo”! Ci si deve chiedere quanti
Fin dalle prime indiscrezioni riguardanti un possibile intervento militare russo in Siria, Internet e i media sono stati inondati da tutta una serie di indiscrezioni campate in aria, miti e palesi menzogne su quello che sarebbe potuto accadere. Queste indiscrezioni, miti e palesi menzogne vengono attualmente ancora diffuse, non solo da parte di chi fa gli interessi degli Stati Uniti, ma anche dai cosiddetti “analisti” filorussi. Tutte queste assurdità nascondono
Quando il Qatar ha ricevuto la sua indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1971, la sua popolazione era appena di 100.000 abitanti. Cinquant’anni più tardi, la sua popolazione è aumentata a dismisura a quasi 2,2 milioni, ma solo 275.000 sono veri e propri qatarioti. Per il resto non sono immigrati, né hanno intenzione di essere integrati nella popolazione come cittadini a pieno titolo: sono semplicemente espatriati assunti a contratto, impiegati in
“Per quanto riguarda il gas, siamo indipendenti”, ha felicemente annunciato la Polonia dopo aver finalmente costruito un terminal dove poter ricevere gas naturale liquefatto (LNG). Ma questa nuova via marittima di trasporto del gas dal Qatar, invece di risparmiare risorse finanziarie, si tradurrà in costi ancora più elevati. Varsavia sta già pagando, e non ha ancora ricevuto neanche un singolo metro cubo di gas. “La Polonia ha raggiunto il suo