Gli Stati Uniti subiranno un brusco risveglio se pensano che la Turchia risponderà docilmente come la Russia ai loro atti di bullismo.
Quando nel dicembre del 2016 Barack Obama sequestrò la proprietà dell’ambasciata russa, e cacciò in modo oltraggioso e senza preavviso il personale diplomatico russo e le loro famiglie dagli Stati Uniti, la Russia rispose invitando i bambini del personale dell’ambasciata statunitense in Russia ad una festa di Natale.
L’idea era che, svergognando la mancanza di grazia di Obama e l’attaccamento al diritto internazionale e al protocollo, la Russia si sarebbe “dimostrata superiore” e avrebbe aperto la strada ad un rapido avvicinamento sotto l’apparentemente più amichevole Donald Trump.
La scelta di dimostrarsi superiori si è rivelata infruttuosa, visto che l’amministrazione Trump, lungi dal lavorare per risolvere la crisi, ha solo aggravato il problema, sequestrando altre proprietà diplomatiche e consolari russe negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Iran, oltre che prendere di mira le risorse americane in Medio Oriente, esso può fare poco per rivalersi contro gli Stati Uniti, perché il sistema economico iraniano non è legato a quello degli Stati Uniti, e non lo è da decenni. Allo stesso modo, gli Stati Uniti non operano più in Iran nessuna struttura diplomatica o consolare.
Ma con la Turchia, gli Stati Uniti capiranno cosa significa la rappresaglia istantanea di una nazione particolarmente pronta ad esigere vendetta, e che lo ha già fatto molte volte.
La causa prossima dell’attuale disputa Ankara-Washington è la seguente: la Turchia ha arrestato un impiegato del consolato americano sospettato di avere legami con l’organizzazione terroristica del religioso turco in esilio Fethullah Gülen. Dopo l’arresto, gli Stati Uniti hanno ritirato i loro servizi consolari per il rilascio dei visti in Turchia.

Gli USA sospendono il rilascio dei visti in Turchia citando “preoccupazioni per la sicurezza” [in inglese]
Ore dopo, la Turchia ha deciso di fare lo stesso con i servizi consolari turchi negli Stati Uniti.
Ora, la Turchia ha convocato il Rappresentante ufficiale dell’ambasciata degli Stati Uniti ad Ankara per dei colloqui urgenti [in inglese] che saranno certamente tutt’altro che cordiali.
La Turchia ha una lunga storia di forti reazioni agli insulti reali e percepiti. Le reazioni turche spesso sono molto più dure delle risposte di altre nazioni in situazioni simili. Un atteggiamento, espresso sia dai governi kemalisti che da quelli islamisti, che va in entrambi i sensi. Da una parte, nel 1974, i militari turchi invasero e occuparono la parte settentrionale di Cipro con una mossa che andava apertamente contro il diritto internazionale. Allo stesso modo, la Turchia ha una storia di molestie, arresti e intimidazioni contro gli attivisti armeni che vogliono semplicemente che lo Stato turco riconosca il genocidio armeno del 1915.
Dall’altra parte, la Turchia è un Paese che, giustamente, non tollera interferenze straniere nei suoi affari interni, e dopo l’incidente della Freedom Flotilla per Gaza del 2010 o le intrusioni israeliane nel movimento indipendentista curdo in Iraq, non ha avuto paura di adottare misure forti contro un regime israeliano dotato di armi nucleari che molti paesi della regione sembrano temere.
Ogni paese ha un carattere nazionale innegabile, così come un carattere statale. Dove la Russia tende a rispondere con retorica diplomatica alle parole e alle azioni offensive di altre nazioni, la Turchia agisce con una determinazione molto più brusca. Per esempio, i media pubblici liberali occidentali stanno costantemente deridendo il presidente russo, e di solito nessun funzionario dice qualcosa a Mosca.
Al contrario, quando un comico tedesco ha scritto una poesia oltraggiosa sul presidente turco, la Turchia ha chiesto l’arresto dell’offensivo comico e la questione è rapidamente sfociata in una disputa diplomatica tutta tra Ankara e Berlino, i cui strascichi covano ancora sotto la cenere.
La Turchia ha già dato una rapida risposta proporzionata agli Stati Uniti per la loro interruzione del rilascio dei visti nel paese, e le prime relazioni indicano che questo è solo l’inizio.
Qualunque sia il vostro sentimento riguardo la Turchia, e per molti greci, armeni e siriani questi sentimenti sono negativi, resta il fatto che la Turchia non ha paura di difendersi, usando quasi tutti i mezzi necessari, anche da infrazioni apparentemente innocenti, come parlare contro la leadership turca usando un linguaggio forte o provocatorio.
Per metterla in modo diverso, quando il provocatore russo di estrema destra Aleksej Navalny tiene raduni non autorizzati, viene spesso arrestato per poche ore per via di accuse comuni relative al disturbo della quiete pubblica o all’aver tenuto una manifestazione che ha bloccato le strade senza un permesso ufficiale da parte delle autorità locali. Se qualcuno, come Navalny, avesse fatto cose simili in Turchia, lo si sarebbe potuto facilmente immaginare arrestato per accuse di terrorismo, per aver violato la legge sull’“insulto all’identità turca” o peggio ancora.
Ho scritto in precedenza che, provocando la Turchia sulla questione curda, Israele ha scelto di combattere con un nemico che non ha paura di contrattaccare. Tutta la propaganda israeliana nel mondo non farà desistere Ankara dall’usare parole dure, e persino intraprendere azioni significative contro le interferenze israeliane nella regione. Inoltre, poiché la Turchia ha una storia secolare di protezione degli ebrei contro l’antagonismo europeo, la sciocchezze che il regime israeliano proferisce dicendo che opporsi in qualche modo ad Israele significa opporsi ai diritti umani per gli ebrei, vengono smascherate per le evidenti assurdità che sono.
Allo stesso modo, ora gli Stati Uniti, un paese che opprime, minaccia, invade ed occupa impunemente paesi, ora avranno un assaggio della rabbia turca. Sarà un qualcosa di molto più intenso di quello che gli Stati Uniti hanno recentemente ricevuto dalla docile Russia, dalla metodica Cina o dal moralista Iran, per non parlare dei paesi che l’America è già riuscita a distruggere, come la Jugoslavia, l’Iraq e la Libia.
Naturalmente, gli antecedenti della querelle Ankara-Washington risalgono alla totale mancanza di preoccupazione dell’America per il fatto che la Turchia continui a biasimare gli Stati Uniti per aver nascosto Fethullah Gülen, l’uomo responsabile dell’organizzazione del fallito golpe turco del 2016.
Da allora, le cose si sono solo deteriorate ulteriormente. La differenza ora è che la Turchia è passata dall’essere disgustata con Washington all’essere apertamente arrabbiata. La Turchia potrà anche essere nella NATO, ma lo era anche la Grecia negli anni ‘70 e questo non ha impedito alla Turchia di invadere la Cipro ellenica.
Gli Stati Uniti incapperanno in un brusco risveglio se continueranno ad accrescere le loro tensioni con la Turchia, un brusco risveglio, francamente, meritato da tempo. Inoltre, se gli Stati Uniti vogliono orchestrare un altro colpo di Stato in Turchia, dovranno rendersi conto che l’esercito turco è stato purgato della maggior parte dei suoi leader anti-Erdogan e che, inoltre, la Russia, l’Iran e persino la Cina sono ora partner turchi. Il brusco risveglio dell’America è appena diventato ancora più reale.
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Articolo di Adam Garrie pubblicato su The Duran il 9 ottobre 2017.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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