Intervistato dalla russa Sputnik News [in inglese], il Ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu ha definito Russia e Turchia “paesi amici, due vicini di casa che (non sempre) vanno d’accordo su tutto”.

Ha sostenuto che Ankara vuole che le buone relazioni tra i due paesi vengano ripristinate dopo mesi di ostilità, in seguito all’abbattimento di un aereo da guerra russo in territorio siriano.

“Noi siamo l’unico paese della NATO” che non impone sanzioni nei confronti della Russia, ha dichiarato – Erdoğan sa che la loro imposizione danneggerebbe l’economia della Turchia con la Russia, che risponderebbe in modo appropriato, oltre che con le sanzioni imposte dopo l’abbattimento del suo aereo lo scorso novembre.

“…La Turchia è l’amico migliore e più affidabile che la Russia può trovare”, ha affermato Çavuşoğlu. Non finché Erdoğan fornirà all’ISIS e ad altri terroristi anti-siriani rifugio sicuro in territorio turco e continuerà a fornirgli armi e munizioni, col desiderio di deporre Assad.

Asserendo che “il problema siriano non può essere risolto velocemente con la forza militare e la lotta armata”, Çavuşoğlu ha ignorato il coinvolgimento della Turchia, con la NATO dominata dagli USA, nel fomentarla senza fine.

Dicendo “è un peccato che pacifici civili continuino a morire in Siria (e) “abbiamo bisogno di condurre una guerra a tutto campo contro le organizzazioni terroristiche in Siria”, non riesce a spiegare la responsabilità di Ankara nella collaborazione con il progetto imperiale dell’America, in particolare il suo stupro della Siria.

Çavuşoğlu: “Crediamo che il problema siriano possa essere risolto se tutti i paesi si uniscono in buona fede”.

Fatto: da quando Obama ha lanciato l’aggressione contro la Siria nel marzo 2011, la Turchia è stata a bordo come affidabile alleato imperiale.

Vuole l’annessione della Siria settentrionale, Assad sostituito da un governo fantoccio, i Curdi siriani macellati come gli altri in Turchia e Iraq.

Allo stesso tempo, Çavuşoğlu ha accusato la NATO di non riuscire a cooperare con Ankara, accennando ad un interesse nel forgiare legami militari più stretti con la Russia a condizione che possa avere accesso alla sua tecnologia e alle sue armi.

“La Turchia intende sviluppare la propria industria della difesa e rafforzare il proprio sistema di difesa”, ha detto. “In questo senso, se la Russia dimostrasse interesse, siamo pronti a prendere in considerazione la possibilità di una cooperazione in questo settore”.

In precedenza, Çavuşoğlu ha detto che “la Turchia ha voluto collaborare con i membri della NATO… Ma i risultati che abbiamo ottenuto, non ci hanno soddisfatto. Pertanto, è naturale cercare altre opzioni. Ma non vediamo questo come una mossa contro la NATO”.

Una settimana fa, l’ambasciatore turco in Russia Unit Yardım detto “la NATO non può limitare i nostri contatti con altri paesi in alcun modo… La NATO non ha alcun diritto di dettare le sue condizioni, e dirci con chi dovremmo o non dovremmo incontrarci e comunicare”.

La Turchia ha un sacco di prove da fornire per dimostrare che vuole normalizzare i rapporti con la Russia. La chiave è smettere di sostenere l’ISIS e tutti gli altri terroristi appoggiati dagli USA in Siria, Iraq e altrove.

Ritirare tutte le forze turche dalle posizioni siriane e irachene, nonché dalle zone di confine all’interno del proprio territorio. Sostenere Assad come leader democraticamente eletto della Siria. Cessare la guerra ai Curdi turchi, siriani e iracheni.

Terminare la spietata purga di decine di migliaia di elementi della presunta opposizione in Turchia, incluso l’imprigionamento di molte migliaia di essi, e immaginare di ripristinare la pena di morte con esecuzioni di massa.

Il pugno di ferro di Erdogan rende la sua affidabilità come partner politico, economico e militare per la Russia incerta nel migliore dei casi – meglio proseguire conoscendo i rischi impliciti.

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Articolo di Stephen Lendman pubblicato su The Russophile e SteveLendmanBlog il 19 Agosto 2016.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.it

[le note in questo formato sono del traduttore]

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