Noto che nessuno ha ricordato l’abbattimento del volo MH17 avvenuto ormai tre anni fa.
Ancora si dibatte sulle responsabilità, cercando di addossarle di volta in volta alla Russia o agli indipendentisti novorussi del Donbass. Restano a nostra disposizione pochi dati certi.
Il primo di questi è che fino ad allora, nessuna batteria antiaerea complessa e sofisticata come il BUK era mai stata utilizzata e neppure data per catturata dai combattenti del Donbass, anzi pochissimi giorni prima, il ministro ucraino aveva confermato che nessuna batteria Ucraina fosse stata catturata dai “ribelli”.
Secondo fatto: fino a quel momento nessun aereo ed elicottero ucraino era mai stato abbattuto se non con mezzi spalleggiabili, di portata limitata, o armi convenzionali come le mitragliatrici antiaeree.
Terzo fatto: per utilizzare una simile batteria antimissile, occorre personale altamente specializzato, in genere vi sono alcuni ingegneri elettronici, che utilizzano la batteria radar di puntamento e trasmettono le informazioni al sistema di lancio che poi provvede all’abbattimento, non è certo cosa che possa fare un minatore incazzato.
Quarto fatto:data la penuria di mezzi a disposizione, l’esercito ucraino, non poteva più schierare sul fronte caccia bombardieri, per cui una batteria antiaerea di quella portata sarebbe stata assolutamente inutile alle forze ribelli.
Quinto fatto: gli unici ad aver schierato in zona batterie antiaeree, erano le forze ucraine, le avevano dislocate nelle retrovie del fronte per difendere le truppe in avanzata verso le principali città ribelli, temendo un attacco aereo da parte russa, non smisero mai di giustificare i loro insuccessi mentendo sulla presenza al fronte di truppe russe regolari, notizia smentita più e più volte dagli stessi ispettori OSCE che controllavano i varchi di frontiera.
Sesto fatto: tutte le “prove” mostrate dagli ucraini a sostegno delle loro accuse contro i russi, registrazioni telefoniche, fotografie ed altre, si rivelarono dei clamorosi falsi.
Settimo fatto: le autorità russe misero immediatamente a disposizioni delle autorità inquirenti, tutte le registrazioni ed i tracciati radar in loro possesso.
Ottavo fatto: Le autorità ucraine si rifiutarono da subito di fornire i tracciati radar ed ogni registrazione di dialoghi con l’aereo abbattuto.
Nono fatto: i patrioti del Donbass, sospesero ogni attività bellica nella zona dove precipitarono i resti dell’aereo, zona molto vicina al fronte dei combattimenti, per permettere agli inquirenti ed investigatori internazionali di presenziare subito all’esame dei resti dell’aereo, e li scortarono per difenderli da eventuali agguati delle forze ucraine.
Decimo fatto: Le forze di invasione ucraine, non sospesero gli attacchi anche e soprattutto nelle zone dove caddero i resti dell’aereo, e come testimoniato dalle autorità internazionali inviate sul posto, dovettero sospendere i lavori a causa dei vicinissimi colpi di artiglieria sparati dagli ucraini.
Undicesimo fatto: volendo riassumere la vicenda, la sola presenza provata e certa di batterie di BUK era degli ucraini nelle retrovie del fronte, presenza certificata da loro stessi in funzione antirussa. Nessun missile BUK era mai stato lanciato dai patrioti del Donbass in precedenza, ne mai ne venne lanciato alcuno successivamente. Nessuna batteria di missili è mai stata data per catturata dai ribelli in precedenza, solo successivamente ai fatti le autorità ucraine dissero che ne avevano persa una catturata dai ribelli e lo fecero tardivamente. Nessuna infiltrazione di batteria AA russa è stata osservata o provata nel settore del Donbass e ogni traiettoria era incompatibile con un missile lanciato dal suolo russo o dal territorio ancora libero del Donbass. Le autorità russe o del Donbass, collaborarono immediatamente con gli inquirenti internazionali, mentre le autorità ucraine ostacolarono platealmente ogni indagine. Ogni movente per il lancio di un missile contro un aereo civile, si risolve in un tentativo da parte ucraina di far ricadere la colpa sui “ribelli” del Donbass o direttamente sui russi, tentativo fallito in quanto i resti dell’aereo caddero in un settore vicinissimo al fronte ma ancora libero e presidiato da truppe novorusse, che permisero agli inquirenti di recarsi immediatamente sul posto, aggiungo che le scatole nere, trovate, vennero immediatamente consegnate ed integre, è da notare come mai ci vennero fatte ascoltare le registrazioni dei dialoghi dei piloti, ne tanto meno alcuna trascrizione dei medesimi, mentre in ogni altra occasione queste vennero rese subito disponibili.
Pertanto , in conclusione, direi che se gli unici missili nel settore erano ucraini, e gli unici ad avere un movente chiaro per causare questo tipo di incidente fossero gli ucraini, direi che vi siano pochi dubbi su chi sia stato a commettere il fatto, il resto è tutta fuffa politica per giustificare le concessioni e l’integrazione di un paese criminale nell’Unione Europea.
Resta certo che i morti, 295, attendono che si dia loro almeno la giustizia della verità sulla loro fine, invece di specularci sopra per i soliti giochi di guerra fredda che vediamo troppo spesso.
Grazie per avere ricordato gli innocenti vittime degli assassini nazisti.
Perché non presenti un pezzo come questo, completandolo, (con le prove che gli ucraini hanno presentato a supporto della loro tesi, ad esempio), a qualche fonte di informazione indipendente/ alternativa?
Qualcuno lo bollerà come di parte, complottista, ecc, ma sarebbe doveroso ed interessante.
Thank you very much for your post.