L’Ambasciatore degli Stati Uniti per la Libertà Religiosa Internazionale Sam Brownback ha visitato l’Ucraina. L’11 settembre è stato ricevuto dal presidente Poroshenko. L’ambasciatore ha colto l’occasione per offrire rassicurazioni [in ucraino] sul fatto che Washington avrebbe continuato a sostenere l’idea di una Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina (UAOC), nonostante il fatto che tale istituzione sia attualmente sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca. L’UAOC ha chiesto una separazione, e di ottenere lo status di autocefalia, riconoscendo così la sua indipendenza ecclesiastica. Lo scorso aprile i legislatori ucraini hanno riaffermato i tradizionali legami di Kiev con il Patriarcato di Costantinopoli.

Il 2 settembre, il Concilio dei Vescovi della Chiesa di Costantinopoli ha confermato che il Patriarcato di Costantinopoli, il primus inter pares nel Cristianesimo Ortodosso, può concedere un’autocefalia senza ottenere l’approvazione preventiva. Quel concilio ha iniziato la procedura per consentire alla Chiesa ucraina di essere riconosciuta come autocefala senza indugio. Poco dopo la conferma, il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha nominato due rappresentanti esarchi, o inviati, per preparare l’autocefalia della Chiesa Ortodossa Ucraina. La sua posizione è chiara, e non ha esitato ad intraprendere un’azione che farà fare passi avanti verso una dichiarazione di indipendenza ecclesiastica della Chiesa ucraina. Il Vescovo Ilarione e il Vescovo Daniele, scelti per la missione, sono noti per le loro opinioni anti-russe.

Questa è una flagrante violazione del dominio canonico del Patriarcato di Mosca. Il Patriarcato greco non ha nemmeno informato Mosca della decisione. Un terzo delle 35.000 parrocchie della Chiesa Ortodossa russa si trova in Ucraina. Ovviamente questa mossa creerà un enorme scisma [in inglese] nel Cristianesimo Ortodosso, paragonabile alla rottura tra le Chiese Ortodossa e Cattolica nel 1054 (lo scisma tra Occidente e Oriente). Alcune Chiese Ortodosse riconosceranno l’indipendenza della Chiesa ucraina, mentre altre la rigetteranno.

In realtà ora ci saranno tre Chiese Ortodosse in Ucraina: il Patriarcato di Kiev, la Chiesa Autocefala ucraina e il Patriarcato di Mosca, oltre alla Chiesa Greco-Cattolica ucraina, che ha molti seguaci nella parte occidentale del paese. Tutta l’Ucraina sarà divisa lungo linee religiose, solo per rendere più facile per gli Stati Uniti raggiungere l’obiettivo di soggiogare quella nazione attraverso una politica di “divide et impera”.

Lo scisma non sarà limitato solo alla Russia e all’Ucraina. Se verrà attuata la decisione di separare le Chiese, la Chiesa russa potrebbe non avere altra scelta che interrompere i rapporti con Costantinopoli. L’intero mondo Greco-Ortodosso sarebbe diviso.

Le intenzioni del Santo Sinodo di Costantinopoli sono comprensibili. La Chiesa Ortodossa russa è la più grande del mondo. Il Santo Sinodo ha colto questa opportunità per indebolire il suo rivale e affermarsi come leader del mondo Ortodosso. La visita dell’Ambasciatore Brownback conferma il fatto che gli Stati Uniti vogliono che questo scisma abbia luogo. Questo è un modo per indebolire l’influenza della Chiesa Ortodossa russa tra le nazioni slave, e per creare un’alternativa ad essa a Kiev, mettendo così in disparte la Chiesa russa nel mondo Ortodosso. Washington vuole vedere una ritirata di Mosca su tutti i fronti.

Questo sta accadendo in un momento in cui la politica americana sta diventando favorevole all’espansione [in inglese] dell’assistenza militare all’Ucraina. L’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina Kurt Volker ha confermato [in inglese] questo impegno degli Stati Uniti prima della sua visita in Ucraina il 13 settembre. È arrivato subito dopo il signor Brownback. Kiev sta ospitando un inviato degli Stati Uniti dopo l’altro. La frequenza stessa di queste visite è curiosa. Evidentemente qualcosa bolle in pentola.

Tutto questo si aggiunge al sostegno [in inglese] degli Stati Uniti all’Ucraina in un momento di accresciute tensioni, poiché la situazione nel Mare d’Azov, una vera polveriera, continua a deteriorarsi. L’Ucraina ha appena aumentato la sua presenza militare lì. Il Comandante delle Forze Terrestri ucraine, il Colonnello Generale Serhij Popko, ha parlato di questo avvenimento l’11 settembre. L’Ucraina ospita una presenza militare straniera sul suo territorio e possiede uno status [in inglese] ufficiale della NATO. Gli Stati Uniti stanno usando l’Ucraina per i propri fini economici [in inglese] e politici. Il presidente ucraino Poroshenko ha appena presentato una proposta di legge per modificare la Costituzione, aprendo la strada alla NATO e all’adesione all’UE. Vuole che venga approvata, e il Parlamento dovrà prendere in considerazione gli emendamenti la prossima settimana.

Washington sta cercando modi per rallentare la forza, l’indipendenza e l’influenza crescenti della Russia. Un grande paese apertamente ostile a Mosca, pur condividendo un lungo confine con la Russia, risponde perfettamente a questo progetto. Questa politica difficilmente aiuterà l’Ucraina a diventare più prospera o sicura. Cogliendo ogni occasione per sottolineare la sua indipendenza, Kiev sta allegramente interpretando il ruolo di marionetta controllata da Washington.

*****

Articolo di Alex Gorka pubblicato su Strategic Culture il 14 settembre 2018
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

Condivisione: