I legami tra Stati Uniti e Ucraina sembrano gradualmente più incerti. Gli analisti ritengono che Washington sia “stanca” dell’Ucraina e che l’intenzione del governo Biden d’ora in poi sia quella di mantenere lo status quo e non mettere la questione ucraina all’ordine del giorno nei negoziati bilaterali tra Stati Uniti e Russia, considerando la bassa probabilità che entrambi i paesi giungano ad un’intesa comune. Per Kiev, questo significa una grave perdita e un “invito” a spostarsi verso una posizione internazionale più neutrale.
In una recente intervista, l’ex consigliere di George Bush Thomas Graham, attualmente professore all’Università di Yale, ha dichiarato che il suo paese non ha più intenzione di discutere questioni riguardanti l’Ucraina durante il dialogo bilaterale con la Russia. Graham ritiene che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden stia escludendo Kiev dall’agenda dei negoziati a causa di una vera “stanchezza” su questo argomento. Secondo lui, il governo degli Stati Uniti attualmente comprende che il caso ucraino non può essere risolto attraverso negoziati internazionali a causa della difficoltà di Stati Uniti e Russia nel raggiungere un’intesa comune, cosa che motiva la Casa Bianca ad evitare di cercare cambiamenti radicali d’ora in poi.
Di fronte all’impossibilità di avanzare nel dialogo, secondo Graham, la strategia di Biden sarebbe quella di mantenere lo status quo, evitando escalation di tensioni o nuovi tentativi di risoluzione. Queste le sue parole [in inglese]: “Biden vuole mantenere lo status quo con la Russia. Capisce che l’opportunità di avanzare sulla questione ucraina è minima e che non si possono fare molti progressi qui. Pertanto, cercherà di mantenere tutto in modo che non ci siano movimenti improvvisi in entrambe le direzioni. Si accontenterebbe di questo”. Nella stessa intervista, Graham ha brevemente commentato la visita di Volodymyr Zelenskyj a Washington, affermando che le relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Ucraina sono attualmente fiacche, e che non ci sono stati ulteriori tentativi di fare pressione sulla Russia, principalmente perché, secondo lui, “la massima priorità di Kiev oggi è risolvere i problemi interni”.
La diagnosi dell’ex consigliere è corretta nella sua essenza: gli Stati Uniti sono stanchi dell’Ucraina. E ci sono molte ragioni. La corruzione strutturale dello stato ucraino, le politiche razziste e antidemocratiche che scandalizzano l’Occidente e diversi altri fattori, impediscono all’Ucraina di acquisire legittimità nella sfera dell’opinione pubblica occidentale. Nonostante sia un importante alleato dell’Occidente contro la Russia, Kiev è sempre più isolata nel suo ultranazionalismo russofobo, che va oltre anche gli interessi americani.
Tuttavia, un punto che non sembra corretto nel discorso di Graham è l’indicazione di un possibile interesse ucraino nel dare priorità ai suoi problemi interni. In effetti, questa posizione sembra più in linea con l’attuale situazione americana che con lo scenario ucraino. Kiev sta progressivamente inasprendo le sue misure razziste contro le minoranze etniche e i cittadini russi, intensificando la violenza nella regione del Donbass, boicottando il flusso di risorse idriche verso la Crimea e cercando di dimostrare una posizione piuttosto violenta contro Mosca. In effetti, l’Ucraina è preoccupata per i suoi problemi interni, ma il governo ucraino vede la Russia come la causa di tutti questi problemi.
Per il governo Biden, invece, il mantenimento di questo tipo di atteggiamento sembra sempre meno strategico. Washington non ha intenzione di fermare la sua strategia di accerchiamento o di smilitarizzare il confine russo – che è attualmente il terreno di diverse operazioni della NATO – ma vuole senza dubbio migliorare il più possibile il dialogo affinché le relazioni rimangano pacifiche. L’eredità del vertice tra Biden e Putin di giugno è molto significativa, e indica che, nonostante l’aspetto estremamente ideologico del Democratico, Washington è disposta a mantenere in alcuni punti la diplomazia ed evitare un’escalation di tensioni a livello militare. È in questo senso che “ignorare” l’Ucraina è vantaggioso per la diplomazia russo-statunitense: Mosca non cambierà la sua attuale posizione sull’Ucraina, quindi insistere su questo punto significa semplicemente ritardare i negoziati che potrebbero essere utili su altre questioni. Biden lo ha capito ed è disposto a cambiare atteggiamento.
Resta da vedere, però, come sarà l’atteggiamento ucraino di fronte a questa “stanchezza” americana. L’isteria anti-russa del governo ucraino ha raggiunto livelli sempre più alti negli ultimi tempi. Le accuse di violazioni dei diritti umani contro la popolazione di lingua russa crescono di giorno in giorno, e le politiche razziste sono già diventate un motivo per impedire persino al paese di diventare membro della NATO. Infatti, nonostante Kiev si sforzi di integrarsi con il mondo occidentale, ne è sempre più lontana. Ora, non solo l’ingresso nella NATO sembra impossibile, ma la stessa partnership diplomatica con gli Stati Uniti è minacciata. Il governo ucraino non potrà più fare affidamento su Washington per rivendicare i suoi interessi nei negoziati con la Russia. E questo deve essere preso come una lezione molto importante.
Affidarsi a potenze straniere per mantenere una politica di polarizzazione e violenza è sempre un errore. Gli USA appoggiano l’Ucraina contro la Russia, ma di certo Washington non rischierà di alzare le tensioni solo per difendere gli interessi di Kiev. L’Ucraina è veramente sola in questo momento, e questo dovrebbe essere un motivo sufficiente per rivedere la sua intera politica nei confronti della Russia adottata dal Maidan nel 2014. Prendere una posizione più neutrale e rispettosa nei confronti della Russia sarebbe la cosa più saggia da fare per Kiev d’ora in poi.
*****
Articolo di Lucas Leiroz pubblicato su Infobrics il 28 settembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
__________
La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.
Ovviamente gli ukrainofoni euronazisti al potere a kiev, dietro il comico-presidente, non lo faranno, cioè non assumeranno una posizione più neutrale e rispetto nei confronti della (fin troppo tollerante) Potenza Russa.
Il colpo del North Stream 2 è forte, i problemi interni con rapido degrado delle attività produttive industriali sono enormi e, perciò, scaricare le tensioni sociali interne con un atteggiamento aggressivo verso l’esterno diventa uno sport obbligato …
Finché la banda kriminale ultra banderista, euronazista e filo-occidentaloide terrà in pugno governo e presidenza a kiev non saranno possibili posizioni di politica estera più ragionevoli e “moderate”.
Anzi, con il peggiorare della drammatica crisi interna l’aggressività nei confronti della Santa Russia e dei russi aumenterà, ormai con o senza placet degli usa.
Poi, con il North Stream 2 abbiamo avuto (più che) l’impressione che gli usa abbiano cercato di scaricare la “patata bollente” ukraina alla germania che era ancora merkel.
Per evitare totale disimpegno occidentaloide nei confronti dell’ukraina, credo che gli ukronazisti (come li definisce Il Saker) saranno disposti a provocazioni ancora più sconsiderate (e disperate) nei confronti dei russi e della Federazione Russa.
Del resto, non dimentichiamoci che la più grande organizzazione criminale armata del mondo, cioè la nato a guida usa, non ha alcuna intenzione di interrompere l’accerchiamento dell’ultima vera Potenza Etica e militare dell’Europa, cioè la Russia.
Cari saluti
A mio avviso la situazione internazionale planetaria di oggi ha una certa simmetria come quella del V secolo che vide l’impero romano d’Occidente cadere sotto il dominio dei Re barbarici a partire dalla presa di Roma con Alarico re dei Visigoti quando la capitale era già stata spostata a Ravenna da Onorio . L’imperatore romano d’oriente non potè opporsi.
Ora comer allora vediamo che le due capitali imperiali d’Occidente sono ( ufficialmente solo in parte )Washington (che affligge la Cina con una cintura di postazioni militari nel mar cinese), e per della Londra sul Limes che accerchia attualmente la Russia est europea ..
La recente provocazione della marina Britannica nel mar Nero di qualche mese fa, nei pressi della Penisola di Crimea che non è riconosciuta dall’occidente come Territorio Russo ma dell’Europa occidentale nel loro protettorato di Ucraina, dev’essere interpretata come riconoscimento dell’Impero d’Occidente di essere preoccupato della fedeltà dei propri vassalli ed alleati soprattutto, della propria forza effettiva operativa con un avversario che dichiara che non accetterà altre vessazioni e sanzioni senza ritorsioni.
Questa situazione ricorda anche quella della Roma al tempo di Cesare ed Augusto che avevano due formidabili avversari ad est( con i Parti iranici) e con i Germani ed Angli a Nord Ovest dell’Impero a quel tempo ancora unito.
Quando l’impero delega ,anche solo operativamente per necessità, significa che è debole e questo lo sanno sia in Occidente sia in Oriente.
Medvedev ha scritto ieri un articolo perfetto su ucraina, zelenski, strategia russa della paziente attesa.
https://www.kommersant.ru/doc/5028300
In effetti, sul profilo militare, l’analisi russa è che ucraina è inutile alla NATO.