Di Alexander Mercouris
Russia Insider ha pubblicato il mio ultimo pezzo sulla Guerra in Ucraina, una versione più accurata e completa rispetto a quello precedentemente presentato in queste pagine.
1. Il punto fondamentale è dato dall’andamento della Guerra: non sono i modesti movimenti tattici a determinarlo bensì il livello di perdite sofferto dall’esercito ucraino. Sono stati martellati la scorsa estate e lo sono nuovamente adesso.
Nel mio pezzo per Russia Insider ho citato un documento ufficiale ottenuto da un gruppo di hacker che quantifica in 1’100 i morti fra i militari ucraini nelle due settimane della battaglia per l’aeroporto di Donetsk. Le NAF (Forze Armate Novorusse, ndt) indicano complessivamente 1.500 soldati morti dalla ripresa dei combattimenti, mentre Colonel Cassad ha affermato ieri che il numero complessivo potrebbe superare le 1.800 unità.
Le cifre di 1.500 e 1.800 coprono un periodo più esteso rispetto alle 1.100 indicate nel documento ucraino trafugato: il fatto che indichino un “livello di magnitudine” paragonabile suggerisce che queste cifre sono realistiche. Se è così dimostrano che la mia stima di centinaia di decessi a settimana tra le truppe ucraine è probabilmente corretta.
2. Indubbiamente le NAF stanno al momento soffrendo un alto livello di perdite, ma è chiaro che queste sono sostanzialmente minori rispetto a quelle ucraine: come ho scritto nel pezzo su Russia Insider un portavoce delle NAF ha indicato un rapporto di perdite di 4 a 1. Colonel Cassad indica per lo stesso periodo un numero di vittime pari a 600 tra le NAF e stima in 1’800 quelle dell’esercito ucraino. Un rapporto di 3 a 1.
Sospetto che nelle ultime tre settimane le morti tra le NAF sia più alto del normale perché hanno attaccato durante la maggior parte del tempo: quando questo momento finirà con l’accerchiamento completo della sacca di Debalchevo (probabilmente avvenuto il 5 febbraio 2015, ndt) prevedo che il numero di vittime NAF crolli, mentre aumenterà tra i soldati ucraini soprattutto se gli schemi di fallimentari contrattacchi che sono soliti proporre verranno eseguiti.
3. Come ho scritto nell’articolo di Russia Insider l’esercito ucraino non può continuare a sostenere delle perdite di centinaia di uomini a settimana: con il duro scontro (nell’originale slugfest, ndt) in atto il suo collasso è solo una questione di tempo. Questo è particolarmente vero se considero di aver ampiamente sovrastimato il numero di truppe ucraine presenti in Donbass nel mio scritto: come era stato la scorsa estate avevo stimato il loro numero attorno alle 60.000 unità ma sospetto che il totale effettivo sia sensibilmente inferiore, fatto che spiega i recenti tentativi di mobilitazione che ho ampiamente analizzato.
4. Sul fronte politico le DPR/LPR (Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, ndt) hanno adottato una linea dura nelle trattative, in specie:
(1) stanno attualmente contestando i diritti plenipotenziari di Kuchma, come il suo diritto di sottoscrivere accordi che vincolano formalmente e legalmente la giunta ucraina: insistono sulla necessità che gli vengano formalmente concesse queste credenziali.
Come ho già indicato non c’era dubbio che Kuchma agisse in nome della giunta mentre firmava gli Accordi di Minsk e negarlo è stupido ma la giunta ha continuamente evitato di formalizzare la sua posizione per non dover ammettere formalmente di negoziare con le NAF, fatto che per ragioni politiche e ideologiche non vogliono assolutamente riconoscere.
(2) Le NAF hanno affermato di voler accogliere un nuovo cessate il fuoco sulla base dell’attuale linea di combattimento e non su quella precedentemente definita dagli Accordi di Minsk: questo è un modo per rifiutare una tregua visto che la giunta non lo accetterà. È significativo che le NAF abbiano oggi respinto una proposta di cessate il fuoco della durata di 7 giorni a Debalchevo: credo sia la prima volta che le NAF abbiano rifiutato una tregua a loro proposta (aggiornamento: il 6 febbraio una tregua umanitaria per evacuare i civili è stata sottoscritta, ndt).
Questo è un drastico cambio rispetto alle posizioni della scorsa primavera e estate: a quel tempo le NAF (e i russi) avevano ripetutamente chiesto delle tregue e la giunta sistematicamente le ignorava anche se asseriva di accettarle. Ora la situazione si è rovesciata: non c`è miglior indicatore del passaggio dell’iniziativa alle NAF
(3) I russi sostengono le linee delle NAF. È stato completamente trascurato ma il 2 febbraio 2015 l’agenzia Interfax ha trasmesso questo breve ma significativo messaggio alle 20:03, ora di Mosca:
“Fonte del Cremlino: la ‘linea dura’ delle Milizie dell’Est Ucraina è assolutamente giustificata”
Come ho già detto I russi hanno abbandonato la speranza di una pressione occidentale sulla giunta per forzarli a un negoziato e questo lo conferma nuovamente. Le NAF hanno luce verde da Mosca per continuare la propria offensiva.
(4) Per capire le ragioni della mancata fiducia russa in una soluzione negoziale si consideri l’ultima dichiarazione di Poroshenko: nonostante la situazione attorno a lui stia crollando oggi ha nuovamente rigettato gli inviti a una federalizzazione e ha continuato a ripetere che l’Ucraina rimarrà uno stato unitario. Come ho già indicato la natura politica e ideologica della giunta le impedisce qualunque altra risposta e chiunque pensi che possa volontariamente accettare un compromesso si sta illudendo.
5. Non mi esprimo sulla probabile e imminente crisi politica a Kiev perché altri la possono meglio comprendere.
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Commento di Saker: ecco quanto ho scritto nella sezione commenti di Russia Insider sotto l’analisi di Alexander.
Dato che Alexander è stato così gentile da menzionarmi voglio semplicemente dire che sottoscrivo *pienamente* la sua analisi, specialmente laddove prevede nuovi disastri per l’esercito ucraino. Indica correttamente i numeri delle perdite tra i militari riconoscendoli come una catastrofe umanitaria: potremmo assistere a qualcosa di incredibile, una Guerra nella quale le vittime militari sono superiori a quelle civili, ma non solo: condivido *totalmente* l’idea che la decisione di fermare il massacro non dipenda da Kiev ma da Washington. Questa guerra durerà fino a quando gli USA vorranno tenere aperta questa sanguinante ferita e nessuna quantità di aiuti (letali e non) modificherà la tendenza del conflitto. La sola domanda è quanti ucraini dovranno morire per questo abominio prima che termini; anche la “soluzione” a questa guerra è ovvia e nota a tutti: un’Ucraina nominalmente unitaria con una piena autonomia culturale, politica, economica per *tutte* le sue regioni, non solamente il Donbass, e il completo riconoscimento delle Autorità Novorusse come interlocutore per i negoziati.
Tutto questo assurdo evocare “9’000 militari russi” che “invadono” l’Ucraina e la Russia considerata uno “stato aggressore” (come la Rada afferma) o il farneticare di “organizzazioni terroristiche” a proposito delle LNR e DNR permette unicamente di rimandare l’inevitabile e creerà soltanto più morti inutili.
In conclusione condivido anche il fatto che gli USA/NATO non possono inviare truppe per schiacciare i Novorussi: quello che possono fare – e faranno – sarà fornire qualche sostegno finanziario-militare e un sacco di aria fritta, parole al vento e vaghe promesse. Non basterà. L’analisi di Alexander è impeccabile.
Saluti
The Saker
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Traduzione a cura di EmmE per sakeritalia.it
Articolo apparso il 4 febbraio 2015
Prima di morire l’impero puo dare ancora un colpo di coda…
Chi ha interesse a perpetrare gli attentati per poter accusare i musulmani ?