Quando Zelenskyj è salito al potere, c’erano due opzioni fondamentali che avrebbe potuto scegliere. Queste opzioni erano, approssimativamente:
Opzione uno, mettere il pragmatismo al di sopra dell’ideologia: compiere uno sforzo risoluto per affrontare i problemi più urgenti dell’Ucraina. Per lo meno, Zelenskyj avrebbe potuto ordinare alle sue forze di smettere di sparare, e di ritirarle ad una distanza di sicurezza (Zelenskyj aveva la piena autorità per farlo appena dopo insediamento, e non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno per farlo). Ovviamente, una tale mossa doveva essere coordinata con le forze della LDNR. E questo, a sua volta, significa che Zelenskyj avrebbe dovuto almeno aprire un canale di comunicazioni diretto con le due repubbliche. Questa opzione potrebbe essere descritta come “iniziare ad attuare almeno i primi passi degli Accordi di Minsk”.
Opzione due, mettere l’ideologia al di sopra del pragmatismo: fare uno sforzo deciso per non affrontare i problemi più urgenti dell’Ucraina. La priorità qui è dichiarare che l’Ucraina non onorerà gli Accordi di Minsk: nessun colloquio con l’LDNR, nessun cessate il fuoco, nessun ritiro delle forze, nessuna amnistia e, sicuramente, nessuna discussione su qualsiasi tipo di status speciale per il Donbass. Questa opzione potrebbe essere descritta come “più o meno sempre la stessa cosa” o “Poroshenko reloaded”.
Il Principe Otto von Bismarck una volta affermò che “la politica è l’arte del possibile”, e penso che questa sia una regola eccellente da tenere a mente quando si cerca di capire cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere. C’è molta retorica iperbolica là fuori, ma non importa quanto possano essere illusi i politici ucraini, la realtà rimane qualcosa di oggettivo, e quella realtà oggettiva è ciò che modellerà il futuro, non la vuota assurdità ideologica emessa dai politici (sia ucraini che Anglo-Sionisti).
A partire da ora, la stragrande maggioranza degli esperti ha convenuto che Zelenskyj non opterà per l’opzione n. 1. Ciò suggerisce fortemente che l’Ucraina sceglierà l’opzione n. 2. Ma, come ho indicato sopra, l’Opzione n. 2 di Zelenskyj non è altro che “più o meno la stessa cosa”. E questo ha senso, soprattutto se consideriamo che:

Perfino il sito del presidente non funziona!
1) le stesse cause producono gli stessi risultati (dopo tutto “pazzia è ripetere sempre la stessa cosa aspettandosi un risultato diverso”) e
2) il miglior predittore di comportamenti futuri è il comportamento passato
Quindi cos’è successo davvero? Perché apparentemente Zelenskyj è impegnato a ripetere tutti gli stessi errori che Poroshenko ha commesso?
Come ho indicato in un recente articolo, l’Ucraina non è una democrazia ma un’oligarchia: dal 1991 la repubblica sovietica più prospera fu saccheggiata senza pietà da un’intera classe (nel senso marxista della parola) di oligarchi, la cui più grande paura è sempre stata che lo stesso “orrore” (dal loro punto di vista) che ha colpito la Russia con Putin, alla fine sarebbe arrivato in Ucraina.
Qui dobbiamo chiarire qualcosa: NON si tratta, ripeto, NON si tratta di nazionalità o nazionalismo. Gli oligarchi ucraini sono come tutti gli altri oligarchi: la loro lealtà è nei confronti dei loro soldi, e nient’altro. Volendo caratterizzare questi oligarchi, si può considerarli come culturalmente “post-sovietici”, il che significa che a loro non importa della nazionalità, e anche se la loro lingua principale è il russo, non gliene frega niente della Russia o dei russi (o di chiunque altro, del resto!). Poiché molti di loro sono Ebrei, hanno ovviamente una rete di sostenitori/complici in Israele, ma anche in Occidente e persino in Russia. In verità, questi ragazzi sono i più grandi “internazionalisti” a modo loro, tossici, ma a modo loro.
L’altra forza significativa in Ucraina è rappresentata dalle squadre della morte e dalle mafie Naziste dell’Ucraina occidentale (galiziana). Il loro potere non è neppure una democrazia, ma un’oclocrazia. Questi ragazzi sono una minoranza, anche piuttosto piccola, ma hanno abbastanza muscoli e persino potenza di fuoco per minacciare qualsiasi teorico leader ucraino. Inoltre, queste persone si sono infiltrate profondamente in tutte le forze di polizia e di sicurezza che, in teoria, sarebbero state in grado di controllarle o disarmarle (la SBU, in particolare, è piena zeppa di criminali ucronazisti).

Alcuni eccellenti esemplari di “oclocrati”.
Ora cominciamo guardando gli oligarchi: la loro priorità numero 1 è continuare a saccheggiare l’Ucraina. Per questo, c’è bisogno del contrario di “legge e ordine”: c’è bisogno di illegalità, caos, violenza e, soprattutto, c’è bisogno della minuscola foglia di fico “dell’aggressione dei Moskal [letteralmente moscoviti, insulto razzista ucraino per definire i russi]” dietro la quale nascondersi. In altre parole, mentre questi oligarchi probabilmente non vogliono aprire una guerra su vasta scala con l’LDNR (o, ancor meno con la stessa Russia), semplicemente non possono permettere che scoppi la pace.
Neanche gli ucronazisti vogliono che scoppi la pace, affinché la loro influenza e potere non si riducano a qualcosa di più o meno proporzionale alla loro quota della popolazione ucraina. Inoltre, poiché la loro intera ideologia e visione del mondo riguardano l’odiare la Russia e l’essere antirussi, qualsiasi pace con la Russia è letteralmente impensabile per loro. Loro e i loro sostenitori polacchi vogliono che la Russia si spezzi in numerose piccole concessioni statali che loro (o, nei loro sogni deliranti, i cinesi) potranno dominare. Queste persone percepiranno sempre la Russia come una minaccia esistenziale. A modo loro, hanno assolutamente ragione: la Russia rimarrà sempre realtà che manderà in frantumi le loro illusioni. Questo era vero nel lontano 13° secolo come lo è oggi.
Infine, teniamo presente che né gli oligarchi né gli ucronazisti vogliono veramente che il popolo della Crimea e del Donbass facciano parte della “loro” Ucraina, poiché la stragrande maggioranza di questi popoli si opporrà categoricamente sia agli oligarchi che agli ucronazisti. Sì, per motivi di prestigio e ideologici, tutti questi Nazisti galiziani dichiareranno sempre che “la Crimea è per sempre ucraina” e “riconquisteremo il Donbass”, ma ciò di cui stanno davvero fantasticando è il territorio e solo il territorio. Per quanto riguarda oltre 2 milioni di persone virulentemente antinaziste che vivono attualmente in queste terre, le vogliono semplicemente morte o espulse.
Quindi, mentre circa il 70% circa della popolazione ucraina vuole che la pace ritorni e gli orrori della guerra civile si fermino, gli unici due gruppi che hanno un potere reale vogliono che la guerra civile in oriente continui. Ci sono anche alcuni nominati da Zelenskyj che hanno dichiarato che la guerra con l’LDNR è l’unico modo per risolvere la crisi. Alcuni addirittura vogliono una guerra con la Russia!
La realtà, tuttavia, è una cosa fastidiosa e, come dice l’espressione, se la tua testa è sotto la sabbia, hai il sedere per aria e il “sedere” ucronazista collettivo è per aria da diversi anni ormai. Ciò vale anche per le presunte “riforme” delle forze ucronaziste.
Alcuni segnali indicano che la maggior parte delle cosiddette “riforme” e “riorganizzazioni” delle forze ucronaziste riguardavano più la corruzione (che altro!?) e operazioni di facciata più di ogni altra cosa. I galiziani sono generalmente famosi come torturatori di prima classe e carnefici di civili, ma non proprio comandanti militari (questo è il motivo per cui gli “storici” ucronazisti ora scandagliano disperatamente ogni anno della storia di quella che oggi viene chiamata Ucraina per trovare una sorta di vittoria “ucraina”; tutto quello che hanno trovato finora sono battaglie locali molto piccole, completamente irrilevanti). Al contrario, le forze della LDNR sembrano andare abbastanza bene, e il loro morale sembra essere più forte che mai (il che non sorprende dal momento che la loro etica militare si basa su 1000 anni di storia militare russa). Infine, ma certamente non meno importante, c’è stato un avvertimento piuttosto sorprendente di Putin durante le Olimpiadi, quando ha dichiarato che qualsiasi attacco ucronazista avrebbe avuto, e cito, “conseguenze molto serie per lo stato ucraino”.
Apparentemente questo avvertimento è stato seguito sia a Kiev che a Washington, DC.
L’umore dell’opinione pubblica russa sembra essere di totale disgusto e rabbia frustrata. Non è che Zelenskyj sia mai stato molto popolare in Russia, ma almeno non era Nazista, e sembrava disposto a fare almeno i primi passi per fermare finalmente la follia. Quella speranza è ora completamente distrutta (i media russi riportano quotidianamente tutte le dichiarazioni anti-russe dei vari portavoce di Zelenskyj).
Mentre il Cremlino il più delle volte si attiene alla sua tradizionale lingua diplomatica, la maggior parte degli esperti russi sembrano stufi di Zelenskyj e delle sue buffonate, e stanno tutti spingendo per una sorta di indurimento della posizione russa verso questo Banderastan di 5 anni. E il Cremlino ha prestato attenzione: la Russia ora sta distribuendo passaporti a quasi tutti gli ucraini che vogliono ottenerne uno. Questo è il primo passo di una sequenza testata nel tempo, il prossimo sarà il riconoscimento dell’LDNR come stati sovrani (come è stato fatto in Abkhazia e Ossezia del Sud).
Molti si chiedono cosa stia aspettando Putin, e perché la Russia non ha ancora riconosciuto ufficialmente queste repubbliche?
Le ragioni sono tanto semplici quanto convincenti:
Primo, qualsiasi riconoscimento prematuro alimenterebbe ulteriormente la fiaba occidentale sulla “Russia” che ha “invaso” l’Ucraina per impadronirsi di quella terra. Se gli Anglo-Sionisti non avessero evitato di fare simili affermazioni mentre le forze russe erano ancora nelle loro caserme, potreste immaginare le grida isteriche che avremmo sentito dall’“Occidente collettivo” se la Russia avesse davvero deciso di spostare le sue forze nel Donbass per fermare l’aggressione degli ucronazisti!
In secondo luogo, nella misura in cui l’Impero ha creato un’“anti-Russia” con il suo Banderastan ucronazista, la Russia ha creato un “anti-Banderastan” con l’LDNR. Questo è molto importante e non deve mai essere trascurato: sì, l’Ucraina occupata dai Nazisti è una ferita che non guarisce mai in Russia, ma anche la Novorussia è una ferita che non guarisce mai nell’Ucraina occupata dai Nazisti. La grande differenza è che la Russia è abbastanza forte da far fronte alla sua ferita, mentre il Banderastan ucronazista non ha mai avuto nessuna possibilità, ed è già crollato oltre ogni speranza di sopravvivenza.
In terzo luogo, la Russia non può permettersi di pagare da sola l’immenso conto per l’eventuale ricostruzione della devastata Ucraina. Il solo ripristino della Crimea è già un compito enorme ed estremamente costoso per la Russia, soprattutto dopo decenni di abbandono ucraino, ma almeno è ovvio che la Crimea è diretta verso la prosperità, e che i ritorni sugli investimenti saranno enormi. Ma ricostruire da soli l’intero Donbass è probabilmente oltre i mezzi russi. Attualmente, la Russia sta già fornendo ingenti aiuti ai novorussi, ed è praticamente al massimo.
Infine, ricordiamo qui che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato gli Accordi di Minsk e che, in quanto tali, non sono una scelta: gli Accordi di Minsk sono obbligatori ai sensi del diritto internazionale. Ed ecco il bello: la Russia non fa parte degli Accordi di Minsk, lo sono solo l’Ucraina e la LDNR. Così, mentre gli Anglo-Sionisti ripetono come un mantra che “la Russia deve essere sanzionata perché non rispetta gli Accordi di Minsk” o “la Russia deve fare di più”, tutti si rendono segretamente conto che si tratta di aria vuota, fritta. Inoltre, anche i leader occidentali più ottusi ora stanno cominciando a rendersi conto di quale parte non vuole davvero rispettare questi accordi.
Questi accordi sono ancora meno popolari in Novorussia di quanto lo siano a Kiev: è un segreto di Pulcinella che i novorussi non accetteranno mai più di essere governati da Kiev. Mai. E, prima o poi, si uniranno alla Russia in qualche forma. Ma quello è il futuro. Per il momento, i novorussi sono abbastanza intelligenti da rendersi conto che dovranno andare avanti e lasciare che gli idioti ucronazisti sabotino apertamente questi accordi. E dal momento che Zelenskyj e i suoi impiegati stanno dichiarando che non negozieranno mai con la LDNR (cosa richiesta dagli Accordi di Minsk), non è stata la Russia o la LDNR a distruggere questi accordi, ma il governo ucraino, e piuttosto ufficialmente.

La dolce ironia della politica ucraina: un ucronazista vandalizza il ritratto dell’uomo che ha creato l’Ucraina!
Uno sviluppo sorprendente dall’elezione di Zelenskyj è il numero di personaggi politici ucraini che hanno dichiarato apertamente che l’Ucraina dovrebbe semplicemente riconquistare militarmente il Donbass (alcuni hanno persino suggerito la Crimea). È quindi probabilmente una buona idea rivisitare le opzioni militari di tutte le parti.
Cominciamo con il sogno degli ucronazisti: è piuttosto semplice, e molti funzionari ucraini hanno menzionato l’“opzione croata”, che si riferisce all’attacco a sorpresa dei croati (pienamente appoggiato dalla NATO) contro le aree di protezione serbe delle Nazioni Unite in Croazia (si veda “Operazione Tempesta” su Wikipedia). Il modello è semplice: fingi di negoziare in buona fede, fai in modo che le forze di pace (leali a te) disarmino tutti i locali, quindi attaccali con tutto ciò che hai. Se l’LDNR fosse da sola, tagliato fuori dalla Russia, ci potrebbe essere una possibilità teorica (anche se un po’ improbabile) di successo di un simile attacco. Ma dobbiamo ricordare qui che i serbi della Krajina (e anche i serbi di Bosnia) sono stati traditi da Slobodan Milosevic, che non ha fatto nulla per proteggerli. In effetti, la Serbia ha persino emesso sanzioni contro la Repubblica Srpska. Infine, la NATO aveva una supremazia aerea completa e totale.
Il caso della LDNR non potrebbe essere più diverso, perché lungi dal tradire il Donbass o imporre sanzioni come ha fatto Milosevic, Putin ha dato alla LDNR il pieno sostegno della Russia. Se gli ucraini attaccano, la Russia avrà una vasta gamma di opzioni tra cui scegliere:
- Invio di più aiuti umanitari
- Invio in più attrezzature militari (il “Voentorg”)
- Invio in più volontari (il “vento del nord”), in particolare professionisti altamente qualificati
- Condivisione dei dati di intelligence e di ricognizione con le forze LDNR
- Schierare controllori aerei avanzati (FAC) in squadre di forze speciali per coordinare gli attacchi di artiglieria sui bersagli ucronazisti oltre il confine
- Abbattere i missili e gli aeromobili ucraini (compresi gli UAV)
- Coinvolgere le unità di guerra elettronica russe perché interrompano i segnali ucraini (radar, tra cui quelli di contro-batteria, i segnali GNSS, le comunicazioni audio e video, i collegamenti dati, ecc.)
Finora, questo è ciò che la Russia ha già fatto in passato (le opzioni n. 5-6-7 le ha intraprese solo in alcuni casi specifici).
Ora quello che la gente di solito vede come la prossima opzione di escalation per la Russia sarebbe inviare forze di terra in Novorussia per ingaggiare direttamente le forze attaccanti degli ucronazisti.
In verità, la Russia ha molte altre opzioni prima di un’operazione di terra. Ad esempio, un’altra opzione russa potrebbe includere:
8. Dichiarare ufficialmente una “zona interdetta al volo umanitaria” à la Libia, in cui “tutti i mezzi necessari” saranno utilizzati per fermare l’aggressione, e quindi inviare immediatamente aerei di supporto e di attacco russi ad ala fissa e ad ala rotante (sotto copertura di intercettori e caccia multiruolo, ovviamente) e persino bombardieri per distruggere le unità ucraine in avanzata.
La Russia potrebbe facilmente dichiarare una zona interdetta al volo sul Donbass senza spostare una singola unità di difesa aerea oltre il confine: le difese aeree a lungo raggio russe sono più che sufficienti per “bloccare” l’intero spazio aereo, specialmente se combinate con AWACS e intercettori ( con missili a lungo raggio).
Tuttavia, questi passaggi, sebbene molto visibili, sarebbero comunque limitati all’area operativa del Donbass. Ma la Russia potrebbe fare un ulteriore passo avanti e raggiungere obiettivi molto specifici nel resto dell’Ucraina. In particolare,
9. La Russia potrebbe affondare l’intera (piccola) “flotta” ucraina in porto o in alto mare. Ciò non sarebbe militarmente significativo, ma politicamente invierebbe il messaggio corretto.
10. La Russia potrebbe decidere di distruggere anche l’aeronautica ucraina distruggendo i principali aeroporti ucraini. La Russia potrebbe facilmente farlo con missili da crociera a lungo raggio. Una volta che abbastanza piste, torri di controllo, radar, impianti di stoccaggio di carburante e benzina, ecc. saranno distrutti, l’aeronautica ucraina in quanto tale cesserebbe di esistere (anche se i singoli velivoli potrebbero essere nascosti e sopravvivere agli attacchi russi).
11. Successivamente, la Russia potrebbe fare sul serio con le forze di terra ucraine, e iniziare a colpire posti di comando chiave, nodi di comunicazione, depositi di carburante e munizioni, ponti, ecc. L’obiettivo non sarebbe quello di uccidere il maggior numero possibile di militari ucraini, ma di colpire nel luoghi giusti per rendere impossibile all’esercito ucraino impegnarsi in operazioni offensive coordinate.
12. Alla fine, la Russia potrebbe decidere di aprire la stagione di caccia a funzionari chiave, e iniziare a giustiziare alcuni dei più odiosi politici Nazisti (solo per spaventare gli altri). Ancora una volta, i missili da crociera sono probabilmente l’opzione più ovvia qui, ma altre opzioni possono essere utilizzate con molto successo tra cui il “trucco di Dudaev” (un missile antiradar diretto contro un segnale Satphone) o persino andare “in modalità NATO completa” e iniziare a colpire edifici politicamente simbolici.
Cito queste ultime quattro opzioni perché sono fattibili, ma sono anche eccessive.
La verità è che se la Russia dovesse davvero intervenire, la maggior parte dei militari ucraini fuggirà o si arrenderà (non hanno eletto Zelenskyj per il privilegio di morire per una visione del mondo e un’ideologia malata e Nazista). Ancora una volta, il comportamento passato è il miglior predittore del comportamento futuro, e il caso della Crimea ha dimostrato che una volta intervenute le (relativamente piccole!!) forze russe, nessuno ha avuto il coraggio (o la motivazione) per resistere.
[Nota a margine: una popolare barzelletta dice: chiedi ad un nazionalista ucraino perché gli ucraini stanno combattendo nel Donbass, e la risposta politicamente corretta obbligatoria è “perché ci sono i russi!”; e se poi gli chiedi perché l’Ucraina non sta combattendo in Crimea, risponderà “perché i russi ci sono davvero lì!”. Questo è molto vero. Gli ucronazisti hanno cercato di impegnarsi in forme di basso livello di terrorismo (mettere bombe, per lo più), ma con scarso successo. Per quanto riguarda l’attaccare davvero la Crimea (probabilmente una delle posizioni più difese del pianeta ormai!) – sarebbe una missione suicida per un’intera Forza di Spedizione dei Marine (MEF [in inglese]) degli Stati Uniti, non parliamo nemmeno del derelitto esercito ucraino!]
Inoltre i russi si stanno preparando intensamente per un’importante guerra contro la NATO da almeno cinque anni (per i dettagli, si veda qui) e sono abbastanza pronti ad affrontare l’Occidente unito (questo è ciò per il quale è stata progettata la 1a Armata Corazzata della Guardia [in inglese]), quindi per loro sconfiggere le decrepite, corrotte, demoralizzate, disorganizzate e generalmente “lacere” forze ucraine non rappresenterebbe nemmeno un grande sforzo. Ogni analista militare quantomeno competente là fuori, lo sa. Perfino quelli ucronazisti.
Quello che significa tutto ciò per l’amministrazione Zelenskyj è semplice: se provi lo “scenario croato”, finirai non con un “risultato croato” ma con un “risultato Georgia 08.08.08”: la distruzione delle tue forze armate in 48 ore, seguita dalla perdita netta del 20% del territorio nazionale (probabilmente di più nel caso dell’Ucraina!).
[Nota a latere: da molti anni sto spiegando che il vero obiettivo di qualsiasi attacco degli ucronazisti alla Novorussia non sarebbe quello di vincere davvero, ma di costringere la Russia ad intervenire apertamente. Tuttavia, questa strategia è fallita, ed è cambiato l’equilibrio delle forze, anche in termini politici. Una cosa è iniziare una guerra con l’LDNR solo per costringere la Russia ad intervenire, e un’altra ancora esporre il tuo intero paese a “conseguenze molto gravi” per tutta la sua “statualità”. La minaccia (davvero piuttosto straordinaria) di Putin ha esplicitamente innalzato l’asta della potenziale ritorsione russa molto più in alto di prima.]
Quindi c’è qualcosa che assomiglia vagamente a *qualsiasi* tipo di soluzione in vista?
Beh, in teoria, ci sarebbe stata la soluzione dell’Accordo di Minsk. Ai novorussi non piacerebbe, ma probabilmente la Russia potrebbe imporlo. La stessa Russia potrebbe sicuramente vivere con un tale risultato (no, la Russia non ha assolutamente bisogno di territori aggiuntivi, specialmente quelli devastati!). Ma dal momento che gli ucronazisti sono troppo ideologici e deliranti per accettare questa opzione, allora c’è un ovvio Piano B: la Russia riconosce unilateralmente le Repubbliche LDNR che poi votano per aderire alla Federazione Russa. In teoria, il resto dell’Ucraina potrebbe rendersi conto che ci sono vantaggi in questa situazione, incluso sbarazzarsi di 2 milioni di antinazisti. Ma la loro ideologia (in realtà un marchio locale ultra-nazionalista galiziano – simile solo al regime degli Ustascia della Seconda Guerra Mondiale in Croazia – imposto a tutto il paese) rende assolutamente impossibile a questi rabbiosi nazionalisti accettare una tale perdita di territorio, in particolare in un’umiliante guerra civile contro il proprio popolo (o almeno così sostengono). In parole povere, non si può pretendere di essere il discendente degli “Antichi Ucri” di 200.000 anni fa che costruirono le piramidi, che scavarono il Mar Nero, che diedero alla luce la civiltà Ariana e la cui lingua è la base del Sanscrito e, a allo stesso tempo, ammettere che un grosso pezzo della tua stessa popolazione preferisce la morte alla vita sotto il tuo dominio. In realtà, non solo queste persone non sono disposte ad accettare alcuna perdita di territorio (sia di diritto che di fatto), ma alcuni di loro rivendicano addirittura territori all’interno della Federazione Russa.
Per fortuna, le loro illusioni non fanno davvero differenza: la Novorussia e la Crimea sono andate, per sempre, non importa quello che qualcuno dice.
Francamente, credo che anche senza la Crimea e persino senza la Novorussia l’attuale Ucraina occupata dai nazisti non sia ancora praticabile, anche solo perché le regioni meridionali (Odessa, Nikolaev, Mariupol) non accetteranno mai di diventare protettorati occupati dai Nazisti degli stessi ucronazisti galiziani che hanno già bruciato persone vive ad Odessa. La verità è che i galiziani starebbero molto meglio tagliando i loro legami (completamente artificiali) con quella che oggi è conosciuta come “Ucraina” e tornassero alle loro vere terre storiche. L’ideologia, tuttavia, non permetterà mai a molti di capirlo. Il processo di disintegrazione di ciò che rimane dell’Ucraina probabilmente continuerà in un modo o nell’altro.
Conclusione: come uno slogan può portare a uno molto diverso
L’intera visione del mondo ucronazista può essere sintetizzata nel loro noto slogan: “annegare tutti i Kike [insulto razzista ucraino che indica gli Ebrei] e i Polak nel sangue dei Moskal’” (o alcune sue varianti). Il problema con questo slogan è che non c’è modo con cui la (relativamente piccola) popolazione galiziana possa mai riuscire a sconfiggere permanentemente i suoi vicini Ebrei, polacchi o russi molto più numerosi (e, francamente, molto più intelligenti). Di tanto in tanto, le politiche che iniziano con questo famoso slogan ucraino comportano inevitabilmente una variazione piuttosto dolorosa di un altro slogan ucraino molto famoso: “valigia, stazione ferroviaria, Russia” ma, fondamentalmente, in una combinazione fondamentalmente diversa: “valigia, stazione ferroviaria, e ritorno in Canada/Israele!” 😉
Personalmente non mi interessa cosa succederà a queste persone o alle terre in cui abitavano storicamente. Se gli austriaci, i polacchi, gli ungheresi o i tedeschi li vogliono, se li prendano. Dopotutto, sono queste le persone che insieme al Papato hanno creato il fenomeno ucraino e ucronazista [in inglese]. Quindi, bien du plaisir!, come dicono i francesi: che si godano la prole!
Se le persone di ciò che rimarrà dell’Ucraina saranno abbastanza forti e sagge da sbarazzarsi di quel marciume nazista – un bene per loro, possono contare sull’aiuto e sul sostegno della Russia per la ricostruzione. Ma se non lo sono – sarà un problema.
Quando gli umani fanno di tutto per ignorare la realtà, si meritano qualunque cosa gli capiti.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 14 agosto 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
ecco, questo è un bell’articolo da conservare… al di là dello specifico sull’ucraina, perchè ricco di essenziali riflessioni sulla realtà umana.
E’ un articolo esistenzialista, esistenziale, ossia che si occupa di ciò che essenzialmente tocca la concreta realtà dell’umano quotidiano…. che è universale, ucraino, russo, spagnolo, americano zulù o inglese, italiano o indonesiano….
bello!
Non sono pienamente d’accordo con la ripetuta definizione di “fanatici ideologizzati ucronazisti” perché nel momento che smetteranno di prendere la paga smetteranno anche di fare i fanatici. Poi lo scenario cosi ben descritto degli schieramenti militari , trascura il fatto che è diventato o sta diventando lo scenario ideale costruito dal Pentagono come basilare nello scatenare una guerra fra NATO e Russia, coinvolgente principalmente gli eserciti europei, che non prevede l’impiego delle bombe atomiche, mentre deve essere una guerra molto lunga e soprattutto molto dispendiosa, pagata principalmente dalle nazioni europee. E’ il business quello che muove il Pentagono, il business per le industrie belliche nordamericane che allontani ancora di molti anni la caduta dell’impero al servizio della finanza mondialista.