In Ucraina è caduta un’altra tegola sugli Accordi di Minsk. Il capo dell’amministrazione presidenziale di Zelenskyj, Andriy Yermak, ha affermato che questi accordi, nella versione che esiste oggi, non possono essere attuati.
La canzone non è nuova, viene suonata con invidiabile regolarità, e la melodia è la stessa, cambia solo leggermente il testo. Ricordo che qualcosa di simile suonava circa un anno fa, e il Presidente Zelenskyj insisteva che i documenti firmati a Minsk dovevano essere corretti, resi più accettabili per l’Ucraina.
Gli Accordi di Minsk sono una cosa estremamente scomoda. Sono il risultato della sconfitta militare dell’Ucraina, che avrebbe potuto trasformarsi in una sconfitta totale, ma grazie all’intercessione dei “partner europei” l’Ucraina è stata salvata da questo destino. Probabilmente, in qualsiasi paese, il leader che ha firmato un documento simile sarebbe stato definito un traditore, ma il Presidente Petro Poroshenko semplicemente non aveva scelta. I negoziati sono stati molto difficili, sono durati a lungo, in modo teso, ma il documento finale non ha di nuovo lasciato all’Ucraina una scelta: è stata solo l’opzione meno peggiore. Gli Accordi di Minsk mirano principalmente a garantire che nessuna Ucraina, nella sua forma attuale, esista in natura. Il paese deve cambiare radicalmente, o scomparire del tutto dalla mappa politica del mondo.
Per decidere di adempiere a quanto scritto negli Accordi di Minsk, l’Ucraina non dovrebbe solo cambiare il governo. Questa è una mezza misura. Perché anche se saliranno al potere un presidente condizionatamente filo-russo e una Rada filo-russa, i leader del paese capiranno perfettamente con cosa minacciano il paese gli Accordi di Minsk: o la completa federalizzazione, o anche la confederalizzazione, o la disintegrazione dell’Ucraina in molti stati indipendenti, che, per di più, saranno ostili l’uno verso l’altro. E più tardi, inevitabilmente, il completo assorbimento di queste formazioni indipendenti da parte dei grandi paesi vicini, perché dei piccoli pseudo-stati semi-banditi, come vicini, non sono affatto necessari a nessuno. Sono sicuro che la mappa di una tale divisione dell’Ucraina sia già pronta. Inoltre, non è stato prodotto affatto in Russia, ma dove l’Ucraina viene chiamata partner e alleata – per esempio, nella stessa Polonia, che dorme e vede il Kresy [i territori orientali persi durante le spartizioni della Polonia e dopo la Seconda Guerra Mondiale] tornare a far parte della repubblica. E anche agli ungheresi e i romeni non si faranno sfuggire l’opportunità.
Ci possono essere due risultati finali dell’attuazione degli Accordi di Minsk – o un’Ucraina normale, pacifica e neutrale, necessariamente federale, con il diritto di ogni soggetto di andarsene con un referendum, o un’Ucraina all’interno dei confini della Piccola Russia storica, cioè ridotta a solo un paio di regioni attuali. Ovvero, l’Ucraina come dovrebbe essere ora se togli tutto ciò che le è stato regalato da zar, imperatori e segretari generali russi. Inoltre, la prima opzione, l’Ucraina federale, è ora la meno probabile. Sarebbe possibile se gli Accordi di Minsk iniziassero a funzionare sul serio, come scritto nei documenti. E tirare il toro per la coda e provocarlo costantemente – è la strada giusta per la seconda opzione. E confesso che personalmente lo preferisco.
Anche i “partner occidentali”, garanti dell’attuazione degli Accordi di Minsk, capiscono tutto molto bene, compresa la trappola in cui sono caduti insieme all’Ucraina. La loro infinita retorica secondo cui la Russia deve assolutamente rispettare gli Accordi di Minsk non è altro che retorica. Tutti capiscono perfettamente che la Russia non deve nulla a nessuno. Non è parte degli Accordi di Minsk, ma ne è sempre una garante, come la Germania e la Francia. Puoi dire qualsiasi cosa al pubblico, ma durante le riunioni del Formato Normandia accadono cose molto più interessanti, quando tutti vedono davanti a loro questi Accordi di Minsk, l’ordine dei punti e le loro firme. E capiscono perfettamente che se tutto verrà fatto com’è scritto, o se l’Ucraina sarà costretta a farlo, allora c’è una grande possibilità di perdere questa Ucraina. Almeno nella forma in cui si addice molto agli Stati Uniti e all’Unione Europea.
Non so quale sia il futuro degli Accordi di Minsk. È del tutto possibile che in termini di fare tutto ciò che è scritto lì, non ci sia futuro. Ma neanche questo è importante. Anche gli Accordi di Minsk sono armi, e non importa quello che dicono – l’arma funziona ed è molto potente. L’unico inconveniente di quest’arma è che funziona molto lentamente. E per tutto questo tempo la gente comune del Donbass deve soffrire. Ma in questi casi, non ci sono soluzioni semplici e univoche.
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Articolo di Voice of Mordor pubblicato su Newsfront il 14 febbraio 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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