Il Presidente Poroshenko in realtà ha sacrificato i soldati ucraini perché non voleva incorrere nell’ira del partito della guerra a Kiev ordinandone la ritirata.

Lo sfacelo dell’esercito ucraino a Debaltsevo è una tragedia oscurata dalla farsa.

Il controllo di Debaltsevo era importante per la milizia dell’Est Ucraina. L’essere un nodo ferroviario chiave interferiva con le comunicazioni tra le due repubbliche ribelli di Donetsk e Luhansk. Era anche un’ovvia piattaforma di lancio per una nuova offensiva governativa mirante a isolare le aeree controllate da entrambe le milizie.

É impossibile capire come Debaltsevo fosse relativamente importante per il governo ucraino. L’importanza di Debaltsevo per le milizie rendeva certo che, se i combattimenti fossero ripresi, avrebbero mirato alla sua cattura. E uno sguardo alla mappa mostra perché, dato il rapporto di forze, in questo caso sarebbe stata indifendibile.

Così è stato. Da lunedì 9 Febbraio 2015 anche i giornalisti occidentali sono stati costretti ad ammettere che la milizia aveva circondato Debaltsevo e le truppe ucraine stavano per essere isolate. Nonostante questo il governo ucraino ha però negato ogni cosa.

La negazione ha raggiunto livelli di farsa durante i negoziati di Minsk. La metà delle 16 ore di negoziati sono state impiegate per fare ammettere l’ovvio al Presidente Poroshenko, cioè che le sue truppe a Debaltsevo erano circondate. Il Presidente ucraino Petro Poroshenko rifiutò di ammetterlo, rifiutando inoltre di ordinare alle sue truppe la ritirata, e respingendo qualsiasi offerta per organizzarla.

Non c’è alcuna logica dietro la negazione di questa realtà. Nessun obiettivo militare è stato raggiunto continuando a difendere Debaltsevo, quando alla sua cattura da parte della milizia mancavano pochi giorni. Come comandante in capo, il Presidente Poroshenko doveva concordare i termini della ritirata quando divenne chiaro che un ulteriore spargimento di sangue era vano, lo doveva ai suoi uomini. In una fase precedente del conflitto, il comandante della milizia Strelkov ritirò i suoi uomini da Slaviansk quando divenne chiaro che Slaviansk era indifendibile e non sarebbe stato raggiunto alcun obiettivo sacrificando le vite dei suoi uomini nel difenderla. Questo è il compito basilare di ogni comandante nei confronti dei propri uomini.

Il Presidente Poroshenko ha fallito nell’esercitare la sua mansione.

Il risultato sono decine di soldati ucraini (migliaia secondo alcune stime) che potrebbero esser vivi e invece sono ormai morti.

Parte della responsabilità spetta alla cancelliera tedesca Merkel e al presidente francese Hollande. Un resoconto pubblicato da Der Spiegel conferma che l’iniziativa di pace da loro proposta serviva in parte a salvare le vite dei soldati ucraini intrappolati a Debaltsevo. Dato che si trattava di questo, il Presidente Poroshenko avrebbe dovuto guardare in faccia la realtà e tornare alla ragione, era d’obbligo per salvare quegli uomini intrappolati.

Quando minacciò di abbandonare l’incontro, avrebbero dovuto rilanciare al suo bluff avvertendolo che se l’avesse fatto avrebbe avuto la responsabilità del fallimento dei negoziati. Se l’avessero fatto, Poroshenko avrebbe optato per una probabile marcia indietro.

La responsabilità principale per questo disastro deve comunque essere accreditata al Presidente Poroshenko. Non solo il suo rifiuto di riconoscere la realtà ha condannato molti dei suoi soldati, condannandoli a morte certa ma, dopo il disastro, ha ridicolmente dichiarato la vittoria, affermando che il sacrificio dei suoi uomini era necessario per dare una prova dell’intervento russo alle potenze occidentali .

Tutto ciò è assurdo. Non solo il disastro non ha dimostrato alcunché, ma ciò di cui Poroshenko ha dato prova non è altro che quello che le potenze occidentali hanno sempre detto. Non c’era alcun bisogno di sacrificare i suoi soldati per “provare” loro qualcosa.

In realtà il Presidente Poroshenko ha sacrificato i suoi uomini perché non voleva incorrere nella rabbia del partito della guerra di Kiev ordinandone la ritirata.

Quando un comandante sacrifica i suoi uomini per una tale ragione, ha fallito il suo compito ed è tempo di andarsene.

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Articolo di Alexander Mercouris
Traduzione a cura di Sascha per SakerItalia.it

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