Nel febbraio 2014, il giorno in cui Yanukovych fuggì, lo Stato ucraino non solo rifiutò il monopolio della violenza, ma in linea di principio smise anche di svolgere le funzioni dello Stato. Le piccole e medie imprese se ne rallegrarono molto, ma non avrebbero dovuto farlo…
Sembrava solo in parte che, cacciando il presidente in carica dalla sua posizione con le canne delle mitragliatrici dei militanti – contrariamente alla Costituzione – e nominando lo speaker e il presidente, e dichiarando elezioni anticipate, il Parlamento avesse “ripristinato l’ordine”.
In realtà (il Parlamento) ha consegnato il potere statale ai banditi, e da allora questi banditi non sono scomparsi. Sì, alcuni sono stati uccisi (ma da altri banditi), alcuni sono stati incarcerati (come i militanti di “Tornado”), ma sono rimasti banditi più influenti che non hanno diviso il loro ricavato dal traffico di armi e di droga lungo la linea di demarcazione.
Sì, ora i banditi che fingono di essere le autorità statali cercano di tenere elezioni in Ucraina. E non dubito del fatto che non solo la Tymoshenko, che ascenderà legittimamente al trono presidenziale, ma anche Poroshenko, che non ha possibilità di rimanere al potere senza l’uso della forza, ciononostante contano di risolvere i loro problemi nel campo quasi costituzionale. Ovvero vogliono che la loro salita al potere (o presa di esso) avvenga nel quadro delle procedure costituzionali.
In realtà non saranno in grado di farlo. Durante le precedenti elezioni parlamentari (le presidenziali sono state “consacrate” dall’Ambasciata americana e dalla sua sociologia) il conteggio dei voti era controllato da bande armate. Le uniche persone ad ottenere seggi in Parlamento sono state quelle autorizzate a farlo dalle bande, per ordine delle autorità e in coordinamento con l’ambasciata degli Stati Uniti. Ma da allora sono passati diversi anni, e oggi agli Stati Uniti non importa chi vincerà in Ucraina. Qualsiasi reuccio locale andrà bene per gli americani, perché è da loro che i primi compreranno “moschetti” estremamente costosi ed è a loro che l’Ucraina “venderà schiavi” a buon mercato. Inoltre, chiunque salirà al potere in Ucraina sarà nemico della Russia (allo stesso tempo gli Stati Uniti diranno anche che questa persona è stata “nominata dal Cremlino”).
Oggi i candidati alla presidenza non combattono per l’approvazione e per il sostegno dell’Occidente, ma per il sostegno dei militanti che possono dettare i “risultati corretti” alle commissioni elettorali. E i militanti lo capiscono. È proprio per questo motivo che Yarosh, che non ha mostrato la sua faccia per molto tempo – ha dichiarato che sta ritirando 5 battaglioni dalla prima linea (da 1.000 a 2.500 persone) per portare ordine nelle retrovie: “Se è necessario eliminarli (ucciderli) – li elimineremo”.
E proprio ieri Biletsky – il leader informale del reggimento nazista della Guardia Nazionale “Azov” e della massa di strutture affiliate a lui (per un totale di oltre 10.000 militanti) – ha dichiarato che è necessario consentire ai militanti di portare in pubblico armi “di preda bellica”. Ovvero, Biletsky ha riconosciuto che i militanti hanno armi militari, che le possiedono costantemente, e ora, a suo parere, è giunto il momento di legalizzare queste armi.
In effetti, in un intervallo di poche ore i due leader più conosciuti e popolari dei militanti, che hanno guadagnato molto dal colpo di Stato del 2014, hanno di nuovo messo le loro risorse fisiche in vendita. Chi pagherà di più sarà il presidente “legittimo”. La differenza con il 2014 è che Washington non interferisce più con le lotte intestine locali, non c’è nessuno che possa frenare i militanti, che possono quindi offrire i loro servizi tramite un’asta pubblica – chi paga di più è il presidente.
Ma secondo la tradizione ucraina, i leader dei militanti non condividono la loro quota con le bande: ai piccoli banditi è permesso “guadagnare” dalla rapina. Nel 2014 hanno derubato Mezhigorye, la tenuta di Pshonka [in inglese], e due-tre case di importanti regionali [membri del Partito delle Regioni – ndr] molto conosciuti che non volevano o non potevano pagare il racket.
Questa volta, oltre alle case di Poroshenko e Lutsenko, non c’è nemmeno qualcosa da rubare. Perfino Medvedchuk ha la proprietà più attraente in Crimea, o anche più lontano. Ciò che è a portata di mano in Ucraina può soddisfare i requisiti di non più di un paio di centinaia di banditi.
Le cosiddette forze filo-russe e la servile sinistra locale erano già state derubate nel 2014 e, inoltre, da allora sono state espulse dalla politica pubblica. È possibile derubarle ancora una volta, ma è impossibile prendere molto da loro e spacciarlo alla gente come ripristino della giustizia sociale. È impossibile rapinare gli oligarchi, come ha dimostrato l’esperienza del 2014.
In primo luogo, hanno eserciti privati, che non sono più deboli dei gruppi di combattimento dei servizi speciali ucraini. E, in caso di necessità, a differenza delle forze dell’ordine, i mercenari non esitano a sparare.
In secondo luogo, controllano l’economia di diverse regioni, e in qualsiasi momento possono compromettere la stabilità sociale nelle loro regioni, spostando la responsabilità sul governo a Kiev.
In terzo luogo, è impossibile accusarli di giocare a giochi politici complessi, poiché nessuno di loro ha parlato pubblicamente. Inoltre, tutti hanno tenuto negoziati segreti con la Tymoshenko e ottenuto garanzie di immunità futura (e al momento hanno comunque garanzie da Poroshenko). Naturalmente, subiranno comunque espropri, ma non immediatamente domani.
È possibile cavarsela da soli per la cattura dei templi della Chiesa Ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, ma i principali bonus li otterrà Filarete, e tutte le spese, inclusa un molto probabile rigido rifiuto fisico da parte dei Cristiani Ortodossi, cadono sul spalle di militanti, che possono in realtà ottenere l’impossibilità, invece della possibilità di saccheggiare.
Chi rimane? Sì, le medie e piccole imprese. La gente intelligente se ne è andata molto tempo fa. Gli stupidi combattono per l’integrazione europea ucraina. Il popolo non intercederà per loro: non sono russofili, non sono Comunisti e non sono patrioti ucraini. È possibile dire che siano Rothschild, Rockefeller, Vanderbilt e Soros tutti arrotolati in uno, disponibili per i pogrom.
I social network sono colpiti dall’odio verso le imprese mescolato con antisemitismo primitivo. La società in generale crede che imprese uguale Ebrei, e gli Ebrei “rubano tutto”. Inoltre, una parte considerevole di nazionalisti, filo-russi e persino la parte della società ucraina che si sente nostalgica dell’Unione Sovietica soffre di una forma acuta di antisemitismo. Gli uomini d’affari, come gli Ebrei all’epoca dell’inquisizione, sono alieni a tutti, anche ai patrioti. Anche a quelli che in parte “hanno iniziato a vedere chiaramente” e criticano le autorità attuali da una posizione di “integrazione europea”.
In pratica, tutto è semplice. Entrambi i campi devono pagare i militanti, che hanno già delineato la loro intenzione di guadagnare soldi grazie alle elezioni. Entrambi non vogliono farlo a proprie spese, e le proprietà dei potenziali perdenti disponibili al saccheggio sono persino inferiori a quelle rimaste dei regionali che sono fuggiti. Non è possibile prendere molto dalla gente comune, ed è meglio non provarci, perché è già arrabbiata. Quindi rimangono le piccole e medie imprese, che non sono in grado di difendersi.
La “Notte dei Cristalli” non arricchì le truppe d’assalto, anche se alcuni leader nazisti ne ricavarono una fortuna. Ma la libertà di commettere i pogrom ha dato alle truppe d’assalto la possibilità di assaporare il sale della terra e persino di prendere alcune cose.
Per le truppe d’assalto ucraine è indifferente chi vincerà le elezioni locali. La cosa più importante è che avranno l’opportunità di “guadagnare”. E non sono da incolpare se qualcuno non si è nascosto.
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Articolo di Rostislav Iščenko pubblicato su The Saker.is il 27 ottobre 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
gran articolo……molto chiaro nella sua sintesi storico-attuale sullo sviluppo degli eventi.
complimenti all’autore!