Molto spesso incontriamo una mancanza di comprensione da parte della gente comune di ciò che sta accadendo al fronte. In un certo senso, questa è colpa degli esperti televisivi, che da otto anni diffondono patriottismo eccessivo sugli “inutili ucraini”. In un certo senso, questa è una banale mancanza di comprensione delle specificità delle operazioni militari nella regione.

Nelle regioni di Kharkov e Lugansk, il tasso di avanzamento delle forze alleate rimane relativamente lento. Nel sud, nelle regioni di Donetsk e Zaporozhia, i progressi sono quasi impercettibili.

Pertanto, alcuni potrebbero avere l’idea errata che la seconda fase dell’operazione militare speciale dichiarata dal comando militare russo sia in stallo.

Ma questo non è vero.

Il compito principale della seconda fase consiste nell’instaurare il pieno controllo sul Donbass. E qui è necessario tenere conto di diversi fattori:

▪Il gruppo Donbass delle forze armate ucraine è composto dalle unità più addestrate e motivate, comprese quelle schierate nell’Ucraina occidentale.

▪Il nemico ha avuto otto anni per pensare e attuare una difesa a più livelli lungo l’intera linea di contatto con le forze di LPR e DPR.

La parte ucraina non evacua deliberatamente la popolazione dalla zona di guerra, usando i civili come scudi umani. L’evacuazione viene effettuata solo quando il personale militare è misto a civili.

Tutto ciò, ovviamente, complica il compito principale della seconda fase dell’operazione militare speciale, ma non lo rende impossibile.

Attualmente, le forze alleate stanno attivamente cercando di sfondare la difesa delle forze armate ucraine in più punti contemporaneamente:

▪I progressi nella direzione di Izjum stanno procedendo lentamente ma inesorabilmente.

Le forze alleate hanno completato l’accerchiamento operativo di Krasnyj Lyman: l’intera area è sotto il fuoco da parte russa.

▪Continuano le battaglie per Rubezhnoye, dove le difese nemiche vengono progressivamente distrutte.

▪La Milizia Popolare della LPR ha eliminato una potente area fortificata a Novotoshkovsky ed è avanzata verso Orekhovo.

▪Continua l’assalto a Popasnaja: ormai da un mese e mezzo truppe regolari, gli uomini di Ramzan Kadyrov e della Wagner stanno lentamente prendendo la città.

Popasnaja viene quasi definita la Stalingrado dell’attuale operazione speciale. Il confronto è eccessivamente pretenzioso, ma comunque corretto. Sì, c’è un’operazione riuscita per liberare Mariupol.

Ma se confrontiamo l’entità delle forze e delle risorse coinvolte, nonché le prospettive che si aprono per l’operazione, allora Popasnaja è uno dei punti critici per il successo della seconda fase dell’operazione militare speciale:

▪La possibilità di continuare l’offensiva contemporaneamente in più direzioni;

▪Accesso a un importante snodo dei trasporti — la città di Bakhmut, la cui occupazione interromperà l’approvvigionamento di parte delle unità delle forze armate ucraine;

▪La possibilità di creare diversi calderoni tagliando il raggruppamento Slavjansk-Kramatorsk dal resto delle forze ucraine nel Donbass.

Capendo queste prospettive, il comando delle forze armate ucraine ha trasferito alcune unità dall’agglomerato Rubezhnoye-Severodonetsk-Lisichansk a Popasnaya. Ciò ha permesso di compensare parzialmente le perdite subite dalla 24a Brigata Meccanizzata Lvov.

Sebbene le forze alleate controllino già la maggior parte della città, l’assalto a Popasnaja è ancora una delle operazioni più difficili per diversi motivi.

Le difficoltà di Popasnaja

▪La località si trova su una collina, dove è presente tutta una rete di ostacoli naturali acquatici. Ciò ha notevolmente rallentato il ritmo dell’offensiva nei primi giorni.

▪Per 8 anni le forze armate ucraine hanno trasformato la città in una potente area fortificata, circondandola (soprattutto lungo la periferia sud) con un sistema di capisaldi gestiti da plotoni e compagnie, collegati da vie di comunicazione. Tali comunicazioni consentono di trasferire di nascosto personale e mezzi corazzati in postazioni di tiro, con possibilità di ritirata rapida nei rifugi.

▪Le forze alleate probabilmente si occuperanno dell’eliminazione delle roccaforti, dove le unità ucraine stanno ora cercando di ritirarsi dalla città, dopo la liberazione del territorio stesso di Popasnaja.

▪La maggior parte della città è un settore privato, dove i soldati ucraini hanno scavato trincee e attrezzato rifugi nei sotterranei. La pulizia di ogni casa richiederà molto tempo e fatica.

▪In rari edifici a più piani, le unità delle forze armate ucraine hanno creato postazioni per cecchini e osservatori.

▪Ci sono ancora civili a Popasnaja, il che non consente alle forze alleate di utilizzare appieno l’aviazione e l’artiglieria.

Quindi si scopre che l’assalto ad una città di 20.000 abitanti richiederà più tempo della liberazione di una di mezzo milione come Mariupol.

Tuttavia, questa operazione è progressivamente in via di completamento.

Attualmente

▪Sotto il controllo delle forze alleate c’è l’intera parte orientale della città, la stazione ferroviaria “Popasnaja-1”, e l’edificio dell’amministrazione locale.

▪Diverse roccaforti sono state eliminate in giro per la città.

▪La periferia sud-occidentale è in fase di rifornimento, e sono in corso i preparativi per un’offensiva nei confronti dell’impianto di riparazione per auto Popasnjanskij.

▪Il personale militare delle forze armate ucraine comprende gradualmente l’inutilità di ulteriore resistenza, e si arrende in piccoli gruppi.

Il risultato della liberazione di Popasnaja non tarderà ad arrivare, e la seconda fase dell’operazione militare speciale andrà a una velocità diversa.

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Articolo di Rybar pubblicato su Stalker Zone il 30 aprile 2022
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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