La polarizzazione politica in Germania continua ad aumentare. Attualmente, c’è una forte pressione affinché il cancelliere tedesco Olaf Scholz prenda una posizione più incisiva sulla questione ucraina. L’opposizione insiste sulla necessità di inviare armi a sostegno di Zelenskyj, avallando il discorso diffuso da NATO e UE. È evidente che, rifiutando di assumere tali posizioni, Scholz sta cercando di fare gli interessi del suo paese, ma resta da vedere se sarà davvero abbastanza forte per far fronte alle pressioni provenienti sia dall’esterno, da Bruxelles e da Londra, che internamente a Berlino.
Di recente, Scholz ha incontrato a Londra il suo omologo britannico Boris Johnson per discutere del conflitto ucraino. Durante la conversazione, Johnson ha chiaramente insistito con Scholz perché seguisse il Regno Unito e il resto dell’Occidente nella loro posizione di assoluta opposizione alla Russia nel conflitto. Il Cancelliere, però, ha evitato di dare risposte chiare, e ha mantenuto la sua posizione ambigua sulla possibilità di sostenere militarmente Kiev, evitando di fare dichiarazioni più incisive e preferendo il silenzio.
Quello che è successo successivamente è stato ancora più straordinario e simbolico: il Primo Ministro britannico si è recato a Kiev per incontrare Zelenskyj, mentre Scholz è tornato in Germania per promuovere la campagna elettorale. I principali media internazionali ne hanno approfittato per intensificare la loro propaganda pro-NATO, sostenendo che Scholz si preoccupa solo della sua condizione politica interna, ignorando l’attuale situazione internazionale, mentre il mondo occidentale è presumibilmente “preoccupato” e prende la questione ucraina come una priorità “umanitaria”.
Anche in Germania gli oppositori di Scholz sono sempre più agitati nel criticare il Cancelliere, approfittando delle pressioni internazionali per intensificare la polarizzazione e generare una crisi di legittimità nei suoi confronti. Ovviamente questo era un atteggiamento prevedibile da parte dei gruppi di opposizione, ma il problema principale al momento è che Scholz sta perdendo consensi all’interno della sua stessa coalizione. Il Partito Liberale Democratico (FDP) e I Verdi sono profondamente insoddisfatti della riluttanza della Germania ad inviare armi a Kiev, e usano il caso come pretesto per indicare Scholz come un “grande problema” da risolvere attraverso un rovesciamento elettorale. E, in questo senso, la sua situazione sta davvero peggiorando giorno dopo giorno.
In generale, i nemici di Scholz esigono che prenda una posizione più attiva sul ruolo tedesco nel conflitto. Il Cancelliere è caratterizzato da una postura estremamente passiva, evita di prendere decisioni fino a quando non diventano inevitabili. Marie-Agnes Strack-Zimmermann, membro dell’FDP e capo della Commissione Difesa in Parlamento, ad esempio, ha recentemente commentato che Scholz ha bisogno di “prendere il testimone in mano e dare il ritmo”. In altre parole, gli oppositori chiedono a Scholz di garantire alla Germania un ruolo di primo piano sulla scena europea, come ci si potrebbe aspettare dalla più grande potenza economica del continente.
Il problema centrale in questo argomento è che Scholz sembra essersi già reso conto che la cosa più strategica per la Germania è rimanere la più neutrale possibile e lontana da qualsiasi coinvolgimento in attività che danneggino la partnership con la Russia, che è un pilastro commerciale molto importante per la Germania. Scholz non voleva aderire a sanzioni economiche su larga scala, in particolare per quanto riguarda l’espulsione dallo SWIFT e il boicottaggio energetico. Ma è stato costretto ad accettare lentamente tali misure man mano che altri paesi occidentali le hanno attuate. Questo è stato il suo comportamento tipico: rimandare ma, alla fine, aderire passivamente a tutte le misure occidentali quando si è ritrovato “isolato”.
In questo senso, l’opposizione ha ragione su un punto: Scholz deve cambiare atteggiamento e assumere una posizione di leadership, poiché questo è ciò che ci si aspetta da un paese come la Germania, che da anni si è consolidato come uno dei “leader” del blocco europeo. Il problema degli oppositori è che stanno facendo pressioni su Scholz affinché assuma una posizione di leadership tanto dannosa per gli interessi tedeschi quanto la sua attuale indecisione e passività.
È ingenuo pensare che l’invio di armi pesanti in Ucraina giovi in qualche modo agli interessi tedeschi. Al contrario, non fa che ampliare ulteriormente l’abisso tra Mosca e Berlino, e praticamente senza alcun beneficio per i tedeschi: l’Ucraina non sarà sufficientemente rafforzata per vincere il conflitto ricevendo queste armi pesanti, né la Germania riprenderà un ruolo presunto di “leadership” in Europa.
Non è un caso che la maggiore pressione sui tedeschi finora sia stata esercitata proprio da Boris Johnson. Il Regno Unito non fa parte dell’UE, e quindi non si preoccupa del ruolo tedesco nel blocco, ma, d’altra parte, è uno dei membri più importanti della NATO, e cerca di elevare il suo status nell’alleanza militare come modo per rafforzare la propria immagine internazionale in questo contesto post-Brexit. Nel soddisfare le richieste britanniche, Scholz perseguirebbe solo interessi non tedeschi e non europei.
È ovvio che ci sono pressioni anche all’interno dell’Europa e della stessa Germania, ma questa pressione appartiene ad una visione superata su quale dovrebbe essere il ruolo dei tedeschi e degli europei nel mondo occidentale. A quanto pare, gli oppositori di Scholz si aspettano ancora da Berlino una posizione totalmente sottomessa nei confronti della NATO. Questo è un pensiero molto attivo anche a Bruxelles, con una forte tendenza a vedere l’intero continente europeo come un mero annesso dell’ombrello militare americano, ignorando che l’Europa ha i suoi interessi, che spesso possono scontrarsi con quelli dell’alleanza militare occidentale. Ecco perché, nel tentativo di impedire alla Germania di essere attivamente coinvolta nel caso ucraino, Scholz si dimostra un politico davvero pragmatico, che dà la priorità agli interessi del proprio paese, ma senza la forza politica necessaria per garantirli.
Inoltre, c’è un argomento che va menzionato, che è la passività militare tedesca degli ultimi settant’anni. Sebbene sia attivo all’interno della NATO e abbia cercato negli ultimi anni di riformare le sue forze di difesa, Berlino rimane un paese virtualmente smilitarizzato, con un esercito di basso potenziale offensivo, armi obsolete e un’industria bellica a basso investimento.
Per inviare armi pesanti in Ucraina, la Germania dovrebbe avviare un ampio investimento industriale militare, che le costerebbe non solo milioni di euro, ma un cambiamento nella sua immagine internazionale, tornando ad essere una nazione di effettiva partecipazione ai conflitti internazionali. Certo, migliorare il proprio status militare è un diritto tedesco, ma deve essere tenuto in considerazione in nome di ciò che Berlino intende fare in tal senso. Sarebbe davvero strategico rompere con settant’anni di pacifismo per difendere gli interessi della giunta del Maidan in un conflitto in cui la vittoria russa è altamente prevedibile?
Scholz deve essere forte e attivo nella difesa degli interessi tedeschi. Il suo atteggiamento di passività e silenzio dimostra debolezza e danneggia l’immagine sua e del suo paese. Ma la sua posizione non deve essere quella di assoggettare ancora di più la Germania agli interessi esteri: al contrario, deve affermare ciò che è nell’interesse di Berlino e difenderlo pragmaticamente, anche se per farlo deve scontrarsi con i piani della NATO. Se la Germania è interessata alla neutralità e al mantenimento di buoni rapporti con la Russia, Scholz deve non solo astenersi dall’aderire alle nuove sanzioni occidentali, ma anche revocare quelle finora adottate.
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Articolo di Lucas Leiroz pubblicato su Infobrics il 22 aprile 2022
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
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Qui bisogna vedere se gli Usa avranno le spalle abbastanza larghe da sostenere l’inevitabile crollo del PIL di tutte le nazioni nato europee. Se non riuscirà ed il conflitto andrà ancora avanti con la recessione a mordere, ne vedremo delle belle.
Finirà per cedere, contro gli stessi interessi della sua popolazione …
Dobbiamo renderci conto che noi, in Europa occidentale, non abbiamo veri governi enon abbiamo sovranità.
Ci sono camarille sub-politiche collaborazioniste dell’impero del male occidentaloide, che si alternano in poisizione di “governo” e di “opposizione”, naturalmente demmmokrattika “certificata” (altrimenti sarebbero spazzate via o del tutto emarginate), mentre le decisioni strategiche si prendono altrove e le politiche – quella monetaria è già espropriata – non sono frutto di dinamiche interne decisionali ma sono imposizioni.
La germania, capò dell’eurolager fino ad ora (e in parte causa del disastro economico dei paesi mediterranei), è una colonia senza anima dell’impero del male occidentaloide-statunitoide, non è un centro decisionale e di potere economico autonomo, che conserva integra la sua sovranità!
In ciò, ci sono similitudini con l’Italia, anche se l’Italia è il paese più occupato,vessato e impoverito (leggi saccheggiato) in assoluto, dopo la Grecia …
Cari saluti
Sei troppo pessimista.
La germania avrebbe avuto grandi vantaggi dall’attivazione del North Stream e afflussi di gas, magari con contratti a lungo termine, a prezzi (più che) ragionevoli, senza la comparsa prepotente e devastante del problema energetico …
Le cazzate “verdi” riguardanti la (costosissima, insufficiente e insostenibile energia pulita), imposta dall’impero del male e della speculazione occidentaloide, sarebbero stati forse accantonate o almeno limitato il loro potere distruttivo nell’economia di un paese succube.
La germania, inoltre, sarebbe diventata un “hub” del gas naturale e avrebbe potuto rifornire gli altri paesi dell’Europa occidentale facendoci la “cresta” sopra, rivendendolo a prezzi più alti, ma mai e poi mai come quelli cravattari dell’infame libbbero merkato …
Così l’Italia, in passato, attivando il South Steam frutto dell’intesa Eni-Gazprom e di una positiva volontà politica, avrebbe evitato il disastro che si profila e avanza ad ampie falcate.
I veti elitisti-occidentalodi relativi all’energia questa volta massacreranno non soltanto i paesi deboli come l’Italia, i più servili e ininfluenti, ma la stessa germania, così spocchiosa e crudele nei confronti degli altri popoli nell’eurolager …
Almeno avrò la soddisfazione di constatare che anche i maledetti krukki saranno nella merda, quasi come noi.
Viva Putin, viva Lukashenko, viva Kadirov!