Il Ministero della Difesa fornisce prove sul motore del missile che spostano la colpa sulle forze armate ucraine.

Il Capo del Direttorato Principale per i Missili e l’Artiglieria del Ministero della Difesa russo, Tenente Generale Nikolaj Paršin, parla mentre uno schermo mostra un missile antiaereo Buk durante una conferenza stampa a Mosca il 17 settembre 2018 riguardo al missile che ha abbattuto il volo MH17 della Malaysia Airlines quattro anni fa. Foto: Sputnik/Vitalij Belousov tramite AFP.
Il Ministero della Difesa russo potrebbe aver finalmente svelato la “pistola fumante” in grado di risolvere il mistero che circonda il volo MH17 della Malaysia Airlines, abbattuto il 17 luglio 2014 sull’Oblast di Donestk, una provincia nell’est dell’Ucraina.
L’incidente dell’MH17 ha provocato la morte di 283 passeggeri di 10 diversi paesi e 15 membri dell’equipaggio. Una Squadra Investigativa Congiunta (JIT) proveniente da Malesia, Paesi Bassi, Australia, Belgio e Ucraina – ma non dalla Russia – sembra aver raggiunto un verdetto controverso: è stata Mosca.
Beh, non proprio, secondo una presentazione dettagliata del portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konašenkov e del Tenente Generale Nikolaj Paršin, capo del Direttorato Principale per i Missili e l’Artiglieria.
La “svolta” sembra provenire da un briefing del JIT dello scorso maggio, che ha mostrato frammenti del motore e dell’ugello del missile 9M38, lanciato da un sistema missilistico Buk, che ha abbattuto l’MH17. Secondo Paršin: “Una volta ottenuti i numeri di serie di ugello e motore, siamo stati in grado di scoprire il numero di matricola del missile”.
Così ora sappiamo, tramite file declassificati, che il motore 9D131 del missile aveva il numero di serie 8869032. E un “passaporto” per il cluster di ugelli 9D13105000 portava il numero 8-30-113. Il numero di serie effettivo del missile era 886847349, hanno dichiarato.
Il Ministero della Difesa ha stabilito che i numeri dei componenti del missile 9M38 e il numero dell’unità annotati nella documentazione tecnica archiviata presso l’Impianto di Ricerca e Produzione di Dolgoprudnyj, fuori Mosca, sono gli stessi.
Così, sono stati in grado di stabilire che il missile è stato fabbricato a Dolgoprudnyj nel 1986, e che è stato consegnato via treno il 29 dicembre 1986 all’unità militare 20152 dispiegata in Ucraina – e non è mai tornato in Russia.
Secondo Paršin, questa unità militare ucraina ora si chiama 223° Reggimento di Difesa Antiaerea delle Forze Armate ucraine: è stata così ribattezzata da un decreto dell’Ufficio Presidenziale dell’Ucraina.
“Attualmente, questa unità si trova nella città di Stryj, nella regione di Leopoli, [e] ha ancora i sistemi Buk. È interessante notare che le unità del 223° Reggimento sono state ripetutamente coinvolte dal 2014 nella cosiddetta operazione anti-terrorismo nelle regioni di Donestk e Lugansk”.
Tutti i documenti del sistema missilistico Buk sono ancora archiviati a Dolgoprudnyj, e la JIT sarà in grado di esaminarli. Mosca ha già inviato le nuove informazioni ai Paesi Bassi.
Nel frattempo, la portavoce del Comitato Investigativo russo Svetlana Petrenko ha sfidato il materiale video utilizzato da Bellingcat, un gruppo giornalistico cittadino con sede nel Regno Unito, che affermava di poter dimostrare che un sistema semovente della 53a Brigata Missilistica Antiaerea russa fosse coinvolto nell’abbassamento dell’MH17.
Un football politico di proporzioni immense
C’è di più [in inglese] – e non sembra positivo per Kiev. Il portavoce del Ministero della Difesa russo, Konašenkov, ha dichiarato: “Abbiamo registrato l’audio delle conversazioni telefoniche dei militari ucraini nel 2016. Un’analisi del suo contenuto conferma le conclusioni fatte in precedenza sul coinvolgimento diretto della parte ucraina nello schianto del Boeing malese”.
La voce dell’audio intercettato proviene presumibilmente dal colonnello delle forze armate ucraine Ruslan Grinčak, a Odessa, durante un’esercitazione chiamata Rubež-2016. Grinčak faceva parte di una brigata responsabile del controllo radar. La sua unità aveva tracciato il volo MH17 nel 2014.
Discutendo del rischio di volare attraverso uno spazio aereo ristretto, Grinčak dice che, a meno che non vengano rispettati i divieti “…fotteremo un altro Boeing malese”. Quello che ha detto è stato effettivamente pubblicato dai media ucraini.
Konašenkov ha sottolineato che Kiev non ha fornito dati radar di alcun genere agli investigatori olandesi. Ha aggiunto che tutti i documenti delle unità ucraine che hanno ricevuto il missile Buk fin dal 1986 dovrebbero essere più che rilevanti per l’indagine. Oppure Kiev potrebbe semplicemente dire che sono stati distrutti.

La Squadra di Investigazione Congiunta presenta i risultati preliminari dell’indagine criminale sull’abbattimento del volo MH17 della Malaysian Airlines a Nieuweigen il 28 settembre 2016. Foto: AFP.
La palla passa ora nel tribunale del JIT. Mosca ha sempre insistito, in modo dettagliato, che l’indagine è stata tendenziosa fin dall’inizio. Non ha mai ottenuto alcuna prova chiave da Kiev, si è basata su fonti come Bellingcat e ha totalmente ignorato le prove fornite dalla Russia.
Questo è un football politico di proporzioni immense – al centro del colpo di Stato del Maidan e della successiva, implacabile demonizzazione della Russia. Ma in termini di tragedia umana, la cosa che conta davvero è stabilire fatti incontrovertibili sull’MH17.
In una dichiarazione, la Squadra Investigativa Congiunta sembra ammetterlo: “La JIT ha preso nota delle informazioni che sono state presentate pubblicamente dalle autorità della Federazione Russa per la prima volta oggi… La JIT studierà meticolosamente i materiali presentati oggi non appena la Federazione Russa metterà a disposizione della JIT i documenti pertinenti come richiesto nel maggio 2018 e richiesto dalla risoluzione 2166 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Quindi, Kiev accetterà di indagare su sé stessa?
Nuove informazioni “da valutare”
Nel frattempo, la Squadra Investigativa Congiunta guidata dai Paesi Bassi ha annunciato di aver richiesto informazioni sui numeri seriali dei componenti dei missili nel maggio 2018, secondo quanto riferito da AFP.
“La JIT studierà attentamente le informazioni messe in evidenza dalla Federazione Russa” una volta che i documenti saranno resi disponibili, si legge in una nota. Ha aggiunto che alcune informazioni precedentemente fornite pubblicamente dalla Russia come la presunta presenza di un jet ucraino vicino all’aereo di linea sulle immagini radar “erano in realtà errate”.
Sempre lunedì, il presidente ucraino Petro Porošenko ha firmato un decreto per non estendere un accordo ufficiale di amicizia con la Russia.
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Articolo di Pepe Escobar pubblicato su Asia Times il 18 settembre 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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