
Zio Volodya dice : “Il mio messaggio per voi è questo: fate finta di avere libertà di scelta. È essenziale che vi comportiate come se le vostre decisioni fossero importanti, anche se sapete che non è vero. La realtà non è importante : quello che importa sono le vostre credenze e credere nel falso è l’unico modo per evitare uno stato di coma cosciente. La civiltà adesso dipende dall’autoinganno, e forse è sempre stato così.”
Yakiv Smolii vuole raccontarci una storia. Secondo lui, governatore della Banca dell’Ucraina, il suo paese sta per compiere un altro passo [in inglese] per avvicinarsi all’Unione Europea: la liberalizzazione dei controlli sui cambi valutari.
Questo, a quanto ci dice,“farà dell’Ucraina un posto più attraente per gli investitori e aiuterà il paese ad avere il suo giusto posto tra le principali economie europee e globali”. L’Ucraina, prosegue, ha percorso una lunga strada dai gloriosi giorni di piazza Maidan, da quella che ai media occidentali piace a volte rappresentare come la Rivoluzione della Dignità.
Si intuisce così che, a suo dire, l’Ucraina è attualmente considerata ad un livello inferiore alla sua “giusta” posizione in classifica sebbene non sono abbastanza sicuro di cosa intenda dire con questo, e a parte il fatto che spesso i leader politici ucraini alludono al “diritto” per il loro paese di essere considerato migliore di quello che è, ovvero [in inglese] al cinquantesimo posto su 190 nella classifica del PIL in rapporto al potere d’acquisto, che, a quanto mi risulta, è il modo più corretto per valutare le economie nazionali. Questo è quanto dice l’FMI, ma anche secondo la Banca Mondiale e il CIA World Factbook la posizione in classifica è simile se non identica. È interessante notare che, al di là dall’argomento di questo articolo, la Russia occupa il sesto posto in questa classifica e fà sentire il fiato sul collo alla Germania, mentre gli Stati Uniti sono scesi al terzo posto dopo Cina ed Unione Europea. C’è ancora un’enorme differenza tra l’economia statunitense e quella russa, ma mi auguro che vi suonerà un campanello d’allarme la prossima volta che qualche compiaciuto opinionista occidentale proclamerà che l’economia russa è inferiore a quella di Los Angeles, del Perù o di chicchessia. Tenete presente che il paese sta risalendo questa classifica nonostante subisca sanzioni internazionali, per volere degli Stati Uniti, mirate ad affondare la sua economia.
Comunque, tornando all’Ucraina, il signor Smolii ci dice che negli ultimi 4 anni circa, la sua squadra ha lavorato duramente per stabilizzare la situazione macro economica e per creare così solide basi per la crescita dell’Ucraina e per la prosperità di tutti quelli che vivono e lavorano lì. E parla come se fosse convinto che ci sono riusciti veramente: nelle sue stime, il sistema bancario grazie al repulisti e alle riforme effettuate dal 2014 in poi si trova nello stato migliore di sempre nella storia dell’Ucraina indipendente. L’Ucraina ora sarebbe pronta ad accogliere gli investitori stranieri ed è un fantastico posto in cui mettere i tuoi soldi se vuoi farli fruttare.
Vi sembra vero questo? Che ne pensate?
Un paese in cui il settore agricolo rappresenta [in inglese] la quota maggiore del gettito fiscale per le casse dello Stato con il suo 12%, e per il quale un aumento di 700 milioni dollari nelle entrate rappresenta un’impennata record, sarebbe in grado di diventare leader nel settore tecnologico? O nel settore manifatturiero? Tenete presente, come dice l’articolo stesso, che l’Ucraina ha perso i suoi mercati tradizionali ed è così costretta a diversificare per trovarne di nuovi, ed inoltre l’agricoltura non è normalmente un settore ad alto profitto, a meno che non sia concentrata nelle mani di poche società giganti come negli Stati Uniti. E se gli aumenti della produttività potrebbero far pensare a maggiori profitti per gli investitori, in realtà è improbabile che ciò accada poiché questo aumento verrebbe cancellato dalla svalutazione della moneta nazionale. Puoi comprare a poco, ma non potrai comprare a poco e vendere a molto. Questo lo puoi fare con prospettive di crescita e mentre sei sicuro di poter ingannare alcune persone solo per un po’ di tempo …
Il PIL pro-capite corretto sul potere d’acquisto dell’Ucraina è aumentato [in inglese] da quando si stabilizzò intorno ai valori del 2015 ma deve farne ancora di strada per raggiungere i livelli pre-rivoluzione. La quota del PIL del settore manifatturiero è ugualmente cresciuta [in inglese] lentamente nello stesso periodo ma è molto al di sotto dei livelli pre-Maidan, ed il suo valore effettivo è diminuito a causa della svalutazione. Un boom dell’edilizia è stato generato [in inglese] grazie all’investimento negli immobili dei sempre più esigui risparmi degli ucraini, disperati e speranzosi che l’economia cambi presto verso e consenta loro di recuperare le perdite.
Gli analisti calcolano che ci vorranno 13,7 anni per recuperare l’investimento per l’acquisto di un appartamento di classe economica da 20.000 dollari affittandolo e 16 anni per un appartamento di classe business. Il rendimento medio annuo dell’investimento dalla rivendita della proprietà è stimato al 9,4 %.
Si potrebbe pensare che le utenze pubbliche potrebbero essere un sicuro investimento considerando che gli incaricati dell’FMI per l’Ucraina hanno imposto un regolare aumento del loro prezzo facendo in modo che gli ucraini pagano ora il gas circa il 200% in più rispetto a prima della liberazione di Maidan. Ma non si riesce comunque a capire perché la quota dei proventi fiscali delle aziende operanti in questi mercati sia caduta [in inglese] a precipizio dall’ultimo trimestre del 2011. O gli ucraini stanno imparando a fare a meno di esse, o gli intermediari stanno rubando i profitti prima che arrivino nel legittimo budget di destinazione: è evidente che l’aumento degli introiti aspettato non c’è stato ed anzi si è verificato un crollo, oppure in sostanza è stato dirottato altrove.
Supponiamo, ipoteticamente, che il signor Smolii sia sincero e che creda sinceramente che l’Ucraina abbia realizzato in pieno tutte le riforme dichiarate indispensabili dall’FMI e che sia pronta ad essere una destinazione ideale per gli investimenti diretti esteri (IDE). È difficile immaginare come abbia potuto ascendere a presiedere la banca di stato senza avere un alto livello di conoscenze economiche, ma cose strane del genere sono già successe. Ricordo che una volta il Presidente degli Stati Uniti nominò il commissario della Federazione Internazionale Allevatori Cavalli Arabi direttore dell’Agenzia Federale Gestione Emergenze [la FEMA, la protezione civile statunitense]. Ricordo anche [in inglese] che non andò a finire molto bene. Ma non dobbiamo avere pregiudizi.
Se il signor Stolii pensa che l’Ucraina abbia fatto tonnellate di riforme e abbia un’economia affidabile che ricompenserà la fiducia degli investitori, allora non tiene conto degli oligarchi: una manciata di uomini e donne facoltosi (sicuramente almeno una donna, che casualmente è la stessa che nei sondaggi ha le maggiori possibilità di estromettere Petro Poroshenko dal suo ruolo privilegiato alle prossime elezioni) controlla [in inglese] quello che è prudentemente stimato come il 64% delle aziende ucraine. I canali televisivi posseduti da Ihor Kolomoyskyi, Dmytro Firtash, Victor Pinchuk e Rinat Akhmetov coprono circa l’80% del mercato televisivo nazionale. Sicuramente per rispetto dei sentimenti del Presidente ucraino, l’autore non riferisce che è lui a controllare il rimanente 20%.
I capitali stranieri detengono solo il 12% della struttura proprietaria delle imprese ucraine. Ed è istruttivo notare che anche Carnegie Europe sostiene la scalata degli oligarchi ucraini fin dai tardi anni ’90, da quando l’Ucraina dichiarò la sua indipendenza. Ed allora non date retta a quelle stupidaggini che li descrivono come un rigurgito neo-sovietico.
Curiosamente, dei quattro oligarchi che Carnegie Europe vuole nominare sopra, solo Firtash ha attirato [in inglese] la disapprovazione degli Stati Uniti. Washington sembra guardare a Kolomoisky come ad una alternativa variegata, sebbene immediatamente dopo la rivoluzione di Maidan abbia formato il suo esercito privato di miliziani ideologicamente orientati (inequivocabilmente in spregio diretto della Costituzione Ucraina), pagato con le sue fortune, ed abbia usato le sue squadre di sgherri per condurre incursioni preventive contro uomini d’affari rivali. Pinchuk è un colorista ospitato regolarmente dai media occidentali e perora quelle politiche occidentali che, per lui, sarebbero le più efficaci a salvare l’Ucraina dal collasso. Un collasso che colpirebbe direttamente le sue fortune, verrebbe da pensare, essendo lui uno dei quattro uomini più ricchi del paese. Non di meno, lui stesso concorda che la corruzione in Ucraina rimane un problema al pari di come era prima della Gloriosa Rivoluzione, se non di più. Gli articoli che esaltano le meravigliose riforme compiute dall’Ucraina, spesso scritti da figure politiche ucraine, competono in spazio con quelli che sostengono l’opposto; è la politica occidentale del coccolare e accogliere gli “oligarchi progressisti” (più spesso chiamati “tycoon” o “imprenditori” in quanto l’occidente non vuole chiamare i suoi alleati “oligarchi”) come è l’attuale Presidente ucraino, ad impedire ogni possibilità per il paese di compiere più che un illusorio progresso.

Ciao ciao capitali, fate ciao con la manina a quella gente simpatica!
Silenzio!!! L’occidente sta per scivolare in un altro dei suoi fiaschi in politica estera, condotto e trascinato dalla solita ristretta compagnia di soldati ideologici del paese di Bengodi, dove il sole splende tutto il giorno e tutta la notte, dove c’è da mangiare gratis, ed ora l’Ucraina ha fatto decine di riforme per cambiare corso che l’hanno posizionata ad un passo dal paradiso del libero mercato.
Nei fatti, lo scenario presenta attualmente maggiori somiglianze con i racconti dello Zio Tom di J.C.Harris, con l’ideologia occidentale nel ruolo di Fratel Coniglietto e l’Ucraina nel ruolo del pupazzo di catrame a cui appiccicare tutti i suoi immeritati denari.
Ma chi se ne importa della realtà buonuomo, avanti a tutta velocità. E non dimenticarti la camicia, o non avrai niente da perdere.
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Articolo di Mark Chapman apparso su The New Kremlin Stooge il 18 maggio 2018
Traduzione in italiano di Pier Luigi S. per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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