Continuiamo la pubblicazione del lavoro di Vittorio Nicola Rangeloni, un ragazzo lombardo di 23 anni che non è riuscito a sopportare la parzialità dell’informazione italiana e lo spettacolo della sofferenza delle genti del Donbass e che è partito per Lugansk, dove opera gratuitamente nella distribuzione degli aiuti umanitari, e lavora per l’agenzia di stampa LNR Today. Il servizio che vi proponiamo oggi è stato effettuato presso il confine nord della Repubblica di Lugansk, ove è avvenuto, qualche giorno orsono, uno scambio fra prigionieri ucraini e novorussi. Vittorio ha partecipato alle operazioni di scambio, intervistando i prigionieri delle due parti. Vi anticipiamo le trascrizioni delle interviste, invitandovi caldamente a guardare il servizio, sottotitolato in italiano: questi sono i servizi che la televisione di stato non vi mostra, e vi mostra, invece, gratis, la generosità di un ragazzo lombardo.
Trascrizione:
Yura: Cosa provate ora che state tornando a casa?
Ucr: Provo una folle felicità
Yura: Una felicità folle? Non sembra! Sapete già con chi vi scambieranno?
Ucr: No, non lo sappiamo.
Yura: Raccontateci, vi hanno torturato durante la prigionia?
Ucr: Il comando militare si e’ comportato molto bene.
Yura: Molto bene si? Voi siete tutti di parte ucraina, siete militari?
Ucr: Si.
Yura: A quale divisione appartenete?
Ucr: Battaglione Aidar.
Yura: E lei?
Ucr2: Anche io.
Yura: Quindi sostanzialmente fate parte di quel battaglione che qui, è responsabile della maggior parte delle distruzioni e di uccisioni di civili. Dopo quello che avete visto da questa parte, come vi rapportate con la Guerra?
Ucr2: Non molto favorevole.
Yura: Cosa farete ora voi?
Ucr2: Andiamo a casa.
Yura: A casa, all’ abitazione dalla madre…
Ucr2: Abbiamo passato 9 mesi in prigionia.
Yura: A ora tornate casa.
Ucr2: Si.
Yura: Tornerete ancora in guerra a combattere?
Ucr2: A casa, nessuna guerra.
Plen: Gli ucraini sparavano su Stakhanov, io ho chiamato e ho informato che non erano nel villaggio, ma duecento-trecento metri più indietro e che erano sotto attacco persone civili e io non volevo. Così è successo che mi hanno preso perché informavo dove stavano, quanti veicoli ucraini passavano.
Giornalista: Quanto ti hanno tenuto ostaggio?
Plen 1: Due mesi.
Giornalista: Come ti trattavano?
Plen1: Normalmente, non mi hanno picchiato forse perché sono piccolo.
Plen 2: Da una parte sono sollevato… Dall’altra la mia famiglia è rimasta là… a Lisichansk.
Yura: Voi come siete capitati in ostaggio?
Plen2: Sono arrivati e mi hanno prelevato dal lavoro per delle cose che ho scritto in internet.
Yura: Per cosa vi hanno incriminato?
Plen2: Favoreggiamento.
Yura: In che modo è successo?
Plen 2: Per delle conversazioni con i ribelli e basta.
Plen1: Per l’articolo 258, partecipazione ad organizzazioni terroristiche.
Yura: Come ti sei ferito?
Plen3: Sono capitato su un ordigno.
Yura: Dove è successo?
Plen3: Tra Novotoshkovka e Donetskij.
Yura: E con quale accusa ti hanno arrestato?
Plen 3: Combattevo – eseguivo gli ordini.
Yura: Quanto tempo sei stato in ostaggio?
Plen3: 8 mesi
Yura: Come si sono comportati con te?
Plen 3: Si sono comportati bene, umanamente.
Plen 1: Ero a casa, non stavo bene e non sono andato a scuola quel giorno. Sono arrivati e mi hanno svegliato 3 grossi individui con i mitra. Mi hanno legato e portato via.
Signora: Per cosa?
Plen 1: Per il fatto che comunicavo ai ribelli le posizioni dei militari ucraini.
Signora: Ed era vero?
Plen 1: Si! (ride)
Signora: Bravo! (ride)
ogni commento mi sembra superfluo. chiudere gli occhi, per non vedere, non è mai stato giusto ed è da non umani farlo ancora. vorrei andare anche io a Lugansk ma non so come arrivarci e qali documenti mi servono. me lo fate sapere. grazie
Caro Luca, probabilmente c’è un equivoco. Mentre tutti noi siamo amici della Russia e dell’Ucraina (quella vera, non quella dirottata dalla CIA) e ci impegnamo per fare conoscere al pubblico italiano quello che succede in quelle zone, nessuno di noi si occupa di cose ben diverse, ovvero il transito verso il teatro della guerra o addirittura il reclutamento di combattenti. Attività queste che, come potrai leggere in questa intervista http://sakeritalia.it/interviste/leggi-speciali-contro-il-terrorismo-cosa-resta-della-liberta-di-opinione-un-avvocato-ci-parla-di-is-e-donbass/ potrebbero (e sottolineo POTREBBERO) essere perseguite penalmente con pesantissime sanzioni. L’invito a tutti è fare sentire la propria solidarietà alle vittime della guerra o diffondendo informazioni o inviando aiuti UMANITARI attraverso canali sicuri e verificati. Per noi italiani è già tantissimo cosi. Grazie comunque del Tuo seguito. Marco Bordoni
Ahaha l’ultimo ragazzo, quello che dava le coordinate degli ukronazi ai Partigiani è un mito!
Un plauso anche al nostro giovanissimo giornalista 🙂
@Luca
Come scrive Marco non è sicuro dare questo genere di informazioni, non c’è bisogno di spiegare il perchè data la posizione che riveste il “nostro” paese …