Su queste pagine ci riferiamo spesso, in termini critici, all’esercito Ucraino. In questi giorni, in cui nell’Ucraina controllata dalla giunta serpeggia il malcontento per l’ennesima “ondata” di mobilitazione, vorremmo però chiarire che il soldato Ucraino, ovvero l’uomo della strada che imbraccia le armi non per arruolarsi nelle formazioni volontarie e “puntive” ma obbedendo per necessità o per convinzione alla chiamata della “patria”, è un uomo che merita rispetto e, quando è ferito o prigioniero, compassione. Sono sentimenti che potrebbero benissimo trasformarsi in ammirazione in alcuni casi di eroismo specifici, se non rimanesse indelebile il ricordo di mesi di bombardamenti che hanno colpito e devastato la città del Donbass uccidendo pacifici civili. In ogni caso, come uomini, come individui, e talora come soldati i soldati Ucraini sono per noi esseri umani. Questo è quello che noi pensiamo del soldato Ucraino.
E il comando ucraino? Cosa pensa il comando ucraino, la dirigenza politica ucraina, del soldato Ucraino? Questo vorremmo chiedere a questi uomini, se potessimo: i tuoi nemici ti rispettano, e cosa pensa di te il tuo comandante, caro soldato Ucraino? Cosa pensa chi concepisce linee difensive che hanno questa conformazione:
oppure questa:
o ancora, questa?
Che rispetto ha, di te, e della tua vita, una direzione politica che non ha nemmeno il coraggio di dirti ufficialmente che stai combattendo una guerra? Una direzione strategica che concepisce piani di battaglia che sembrano immaginati da un sadico, degli incubi operativi con lunghissime e vulnerabili linee di collegamento completamente circondate dal nemico? E dopo averlo fatto una volta (ed avere mandato alla morte migliaia di uomini) lo fa ancora, e poi ancora, e poi ancora? Questo è il genere di domande che il video prodotto dal movimento per la pace che si rafforza in Ucraina cerca di suggerire agli uomini chiamati alle armi.
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.